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Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (quarta parte)

Qui la prima parte dove si raccontava degli amorosi sensi fra l'illuministica antropologia di Eugenio Scalfari e la condiscendenza (un po' melensa) del Papa nuovo, con gli interventi suadenti del priore di Bose e l'acume dialettico del teologo Vito Mancuso, tutti in forbita tenzone a ricercar quale può essere oggi, se mai esistesse ancora, "la differenza fra credenti e non credenti".

Qui invece il link alla seconda parte, dove si parlava del deficit di intelligenza che affligge il cristianesimo fin dalle sue origini e dell'ipotesi che il misticismo cristiano - spinto verso l'oriente buddista e induista - possa risolvere la sostanziale riduzione del cristianesimo ad un insieme di credenze buone solo per chi abbia rinunciato a pensare.

E qui la terza parte, dove si parlava della conclusione assai azzardata che identificava filosofia e religione, come già proponeva il teologo Agostino, ma con l'aggiunta che il cristianesimo come religione rivelata sarebbe agli sgoccioli.

Quarto scenario: la marmellata conformista.

Sgombrato il campo dagli orpelli dei miti e delle superstizioni che costituivano il "disagio dell’intelligenza" del cristianesimo fin dall'inizio, il cerchio sembrerebbe chiudersi con la fine di ogni distinguo, di ogni possibile disputa, di ogni contrapposizione, perfino di ogni dialogo che, per definizione è dia-logòs, parola che corre dall'uno all'altro dei due dia-loganti; ma qui ormai c’è un solo monologo perché la religione è filosofia e la filosofia è religione, secondo il dettato di Agostino, filosofo, teologo vescovo, santo e padre della Chiesa (e anche quello che stabilì una volta per tutte che i bambini non battezzati erano destinati all'inferno per via della colpa originaria).

Ratzinger, il più agostiniano degli ultimi sovrani vaticani, l'aveva detto e scritto, in particolare nella sua lectio magistralis di Ratisbona, secondo cui "agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio".

Non contento scende in campo anche lui, in questa fantasmagorica estate 2013, con una del tutto inaspettata lettera aperta al più polemico dei polemisti atei, il matematico Odifreddi, a cui ricorda che "una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione"; oltre a sventolargli sotto il naso un'opera che dimostrerebbe senz'ombra di dubbio la veridicità del Gesù storico, come se il paradigma schweitzeriano - 'i vari Gesù storici sono lo specchio delle idee degli autori che li hanno prodotti' - che lui usa per criticare la tesi del "seminario americano" (si tratta evidentemente del 'Jesus Seminar'), non fosse utilizzabile anche per mettere in discussione sia le tesi tradizionaliste del testo citato (Hengel e Schwemer) che quelle dello stesso Ratzinger nei suoi vari libri.

Insomma credevamo che se ne fosse andato, lasciando il campo al Papa argentino, ma in realtà c'è un vero e proprio, solerte ed iperattivo, Bipapismo in campo: quello del fine teologo e quello dai gesti "umili" e popolari, come presentarsi con un inedito "buonasera", usare scarpe nere anziché rosse, portarsi la borsa come un impiegato qualsiasi, baciare i bambini, telefonare in casa della gente all’ora di cena, pagare il conto dell'albergo, volere (ma per ora è solo una dichiarazione di intenti) la Chiesa povera, maledicendo l'idolatria del denaro (meglio tardi che mai, si direbbe, ricordando che per la banca vaticana siamo ancora a generici quanto timidissimi "passi avanti nell’antiriciclaggio" e un sofferto silenzio sull'IMU).

Ma è la riscoperta dell’affermazione tranchant di Agostino - la vera filosofia è la vera religione e la vera religione è la vera filosofia - che sembra aver chiuso il dibattito, nella direzione che più ratzingeriana non potrebbe essere: creare le condizioni per trasformare il Dialogo in Monologo, in cui la voce del credente e quella del non credente siano un sola voce, originata da un pensiero unico.

Pensiero unico capace di superare ogni dicotomia - meglio sarebbe dire ogni contrapposizione ideologica - il cui superamento, nella sua forma attuale, fu inizialmente proposto (forse in risposta al discorso di Benedetto XVI del dicembre 2009 che ha ispirato il "Cortile dei Gentili" inaugurato nel febbraio 2011 dal cardinale Ravasi alla presenza, fra gli altri, dei filosofi Massimo Cacciari e Sergio Givone) dai dialoganti "marxisti-ratzingeriani" con la loro ormai famosa "lettera aperta" titolata appunto "L'emergenza antropologica: per una nuova alleanza".

Il documento fu sottoscritto da quattro firmatari tutti provenienti dalle fila di una sinistra (ormai ex) comunista: Mario Tronti (che con Cacciari condivise un'antica esperienza 'operaista' in Potere Operaio), Giuseppe Vacca, Piero Barcellona, deceduto pochi giorni fa dopo una conversione pubblica di un paio di anni addietro, e Paolo Sorbi, in gioventù militante di Lotta Continua e in età avanzata approdato a quel Movimento per la Vita che organizza i "Family Day" contro il matrimonio gay ed è in prima fila nelle politiche antiabortiste.

Ebbene, in questa lettera - pubblicata il 16 ottobre 2011 - i quattro (dell’Ave Maria) partivano dalla constatazione che “La manipolazione della vita, originata dagli sviluppi della tecnica e dalla violenza insita nei processi di globalizzazione in assenza di un nuovo ordinamento internazionale, ci pone di fronte ad una inedita emergenza antropologica”.

Frase che ci costringe a chiederci se con “manipolazione della vita” intendevano le trasformazioni sociali in corso nel mondo globalizzato (in cui effettivamente la vita di milioni di persone è “manipolata”) oppure la manipolazione delle cellule embrionali derivanti dagli "sviluppi della tecnica" (e quindi di quel concetto molto divisivo, relativo al tema dell’inizio della vita umana).

La loro emergenza antropologica però “germina sfide che esigono una nuova alleanza fra uomini e donne, credenti e non credenti, religioni e politica (...) fondata sull’alleanza di fede e ragione (...) e che la presenza in Italia "della massima autorità spirituale cattolica" può favorire il superamento del bipolarismo etico”.

Ma non basta, perché approfondendo il concetto di “valori non negoziabili” rispolverano alla fine lo stesso concetto ecclesiastico relativo alla "dignità della persona umana" che sarebbe tale "fin dal suo concepimento”. Quindi il superamento del bipolarismo etico lo si raggiungerebbe accettando totalmente e facendo propria l'ideologia stabilita dalla Dottrina di Santa Madre Chiesa, cattolica, apostolica e romana. La Dottrina della Chiesa sarebbe dunque l’unica Verità.

Si capisce ora che la dichiarata "emergenza antropologica" attiene, al di là delle elucubrazioni più o meno velate dal politichese o dal filosofese, alla definizione stessa di essere umano conseguente alla interpretazione cattolica di inizio della vita umana.

E se la "persona umana" è tale “fin dal suo concepimento” non solo non esisterebbe alcuna possibilità di difesa "laica" del tema abortivo (e la legge sull’aborto andrebbe eliminata all’istante), ma è chiaro che ogni donna che ha abortito dovrebbe essere considerata conseguentemente una omicida.

Ma mentre il Papa tedesco, teologo "rigido", l'avrebbe condannata e cacciata dal paradiso terrestre della comunità cristiana, quello argentino "umile" ed empatico sembra assumere, nella sua intervista a La Civiltà Cattolica, un amorevole atteggiamento - definito “rivoluzionario” - di misericordia (ma l'amore e la misericordia non erano già l’essenza stessa del cristianesimo? E se il tema è “rivoluzionario” che cosa ci è stato raccontato negli ultimi duemila anni?).

Misericordia che significa "sentimento generato dalla compassione per la miseria altrui, morale o spirituale"; la donna - definita perciò "miserabile" - avrà quindi per sempre l'idea di essere un'assassina che ha ucciso una vita, come ripetono ossessivamente gli antiabortisti, non la consapevolezza di aver liberamente scelto di interrompere un processo puramente biologico di sviluppo cellulare interno al suo stesso corpo, come autorizza a pensare il Codice, sulla base di un referendum in cui la popolazione italiana si espresse indiscutibilmente a favore di una visione nettamente diversa da quella della Chiesa.

E' il nuovo Pensiero Unico prossimo venturo - una sorta di cristobuddismo in salsa platonica, secondo il Vannini citato in precedenza - a cui, in epoca di Pensieri Unici (ricordate l'altro tema estivo sul superamento della contrapposizione tra destra e sinistra?), stiamo approdando grazie a Repubblica e al nuovo Papa (e c'è già chi propone di farlo "Nobel subito" ): l’essere umano è tale fin dal concepimento e lì, nel buio (dell’utero), brilla la luce divina che lo fa "persona umana".

Questo è il tema antropologico “emergenziale” attorno al quale ruota il gran pandemonio suscitato dai marxisti-ratzingeriani e proseguito poi sulle pagine di Repubblica nel corso dell’estate e nel vasto coro di inebriati entusiasti, come - sempre in prima fila - l'ormai ex direttore de L'Unità, Claudio Sardo ("La rivoluzione di Francesco"), o Nichi Vendola ("L’intervista a La Civiltà Cattolica è straordinaria, segna un varco che si allargherà") o perfino un vecchio radicale come Silvio Pergameno ("...questa Chiesa smantella oggi con papa Francesco tutte le ipocrisie, i perbenismi, i pregiudizi che si sono agitati contro il divorzio, la depenalizzazione dell’aborto, l’omosessualità").

E tanti altri ancora, che vedono nelle parole del Papa una rivoluzione che proprio non c'è. I valori non negoziabili sono e restano "non negoziabili" anche se, dice il Papa, "non è necessario parlarne in continuazione"; per poi ammettere - sempre su Civiltà Cattolica - di essere uno che “sa come muoversi”, che è “un po' furbo" (mentre molti altri, nel frattempo, stanno dimostrando di essere parecchio tonti).

L'esaltata e incomprensibile esultanza con cui è stato accolto (il dialogo) e glorificato (il Papa), mostra la corda logora del vecchio vizio di voler asservire l'umano al nulla. Chiamatelo religiosamente Dio o filosoficamente Lògos o misticamente Spirito, la sostanza non cambia: stiamo per finire tutti nella più gigantesca, melensa, ipocrita e psichicamente devastante marmellata conformizzante (e cloroformizzante) mai vista prima.

Questo pensiero unico vede la sparizione per manifesta carenza di argomentazioni di ogni cultura non religiosa fin qui conosciuta e l'aperta corresponsabilità nel dissolvimento del pensiero laico da parte di ampi strati della sinistra storica (meglio Facci su Libero, allora).

Vi si contrappone ormai solo quel Massimo Fagioli che qualcuno ha definitoun immaginifico della schiatta dei geni" e “vate di un pensiero scientifico ad alto tasso eversivo”.

Ed anche, nota bene, "un potente contravveleno nella marmellata conformista”.

Quel Massimo Fagioli, teorico, psichiatra e psicoterapeuta, che parla sì di luce quando racconta e riracconta da decenni, con la pazienza che si ha con dei bambini un po’ tardi, la sua “teoria della nascita”, ma di luce-energia, non di luce-illuminazione divina!

Luce-energia che, arrivando a colpire l’unica parte della sostanza cerebrale esposta all’esterno, cioè la rètina del nuovo nato nel suo primo apparire al mondo, sconvolge lo status fetale attivando la sostanza cerebrale (e conseguentemente, qualche attimo dopo, i muscoli toracici che permettono la respirazione e il primo vagito) e quindi la mente, trasformando così la pura biologia del feto in quello che diventa essere umano al momento stesso della nascita.

Quindi non prima della nascita, come vuole Bergoglio (e la tradizione religiosa), né dopo la nascita, come afferma Scalfari (e la ragione illuministica) con la sua "bestia" originaria dalla mente riflessiva.

Materia biologica fetale, energia luminosa, attivazione della mente, cioè formazione della psiche umana: un percorso che non lascia alcuno spazio alle plurimillenarie fantasticherie sull’esistenza di un trascendente creatore, una teoria in grado di fondare un pensiero ateo “ad alto tasso eversivo” che, come abbiamo visto in questa lunga estate calda, non è mai esistito prima.

 

(fine)

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.245) 26 settembre 2013 14:44

    certo che se il pensiero ateo si basa sulla "luce-energia" de Fagioli stamo messi bene...
    e poi, comunque, ve lo volete mettere nel cranio che se si crede in Dio , non importa come i processi biologici si sviluppano perchè gli stessi si ritiene avvengano grazie a Dio. Quindi il feto può pure rimanere massa biologica inerme fino al momento della nascita ma pure dopo, fino alla morte. Quello che il credente cerca è la Verità sul perchè e non sul come.
    Quindi un credente in Dio può benissimo accettare la teoria di Fagioli, ma ciò non significa che il feto, fino al giorno in cui non viene "illuminato" non debba essere protetto in quanto essere umano.
    Perchè un essere umano deve acquisire i suoi diritti (umani), sono se viene "illuminato"? mah..
    perchè allora l’aborto è consentito sino al 90° giorno e non oltre? Mi sembra che al 91° giorno il feto sia la stessa sostanza biologica del giorno prima.
    giulio

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 26 settembre 2013 15:53
      Fabio Della Pergola

      Caro Giulio,

      evidentemente "stamo" messi male se non si è ancora capito che tutto il quid della discussione - che ho cercato di riassumere nei miei articoli - gira intorno alla caratteristica specifica che fa l’essere umano. E’ "l’emergenza antropologica" su cui scivola tutta l’intellighenzia di sinistra che finisce con l’accettare l’idea religiosa che l’uomo si distingue dall’animale per l’immagine divina che ha in sé "dal momento del concepimento".

      Evidentemente c’è invece un salto trasformativo al momento della nascita e la teoria di Fagioli spiega come questa trasformazione, che permette la formazione della psiche dalla materia biologica, avviene. Ponendosi nei fatti come unica alternativa all’imago dei.

      Il feto deve essere protetto naturalmente (se la madre lo vuole ovviamente) come processo che potenzialmente può portare a una vita. Ma pensare che sia già essere umano deriva, appunto, dall’aver fatto propria l’ideologia religiosa. Evidentemente lei non fa differenza tra vita potenziale e vita effettiva, ma è un problema suo, non mio e nemmeno del codice.
      I 90 giorni oltre i quali l’aborto non è permesso derivano probabilmente dall’idea che attorno alla 24^ settimana il feto acquisisce una possibilità di vita (fuori dall’utero) che prima non esiste nemmeno in via potenziale. Sembra essere nient’altro che un compromesso; è ovvio che anche dopo i primi tre mesi il feto non è altro che materia biologica in via di sviluppo, ma probabilmente il legislatore ha saputo distinguere solo tra materiale biologico a cui è impossibile la vita extrauterina dal materiale biologico capace di vivere, venendo alla luce, fuori dall’utero. Ma l’inizio della vita avviene comunque al momento della nascita (cosa che avevano capito addirittura ai tempi della Bibbia che punisce con la morte l’uccisione di un vivo e con un indennizzo, al marito naturalmente, il procurato aborto, senza stare a sottilizzare sui 90 o 100 giorni).

      Lei dice "Quindi il feto può pure rimanere massa biologica inerme fino al momento della nascita ma pure dopo, fino alla morte". Ma questa frase mi risulta incomprensibile. Dopo la nascita non esiste "massa biologica inerme": si chiama bambino e non è inerme per niente (a meno che non sia lobotomizzato).

      La ricerca sul "perché" di fenomeni fisici o è ricerca scientifica finalizzata a comprenderli e spiegarli (e qui le cose da capire sono ancora tantissime) o è dubbio metafisico privo di senso in quanto inserisce antropomorfismi là dove non c’è alcun motivo che ci siano, se non per un apriori religioso.

      Se io affermo che esiste nell’universo un’energia eterna ed infinita dico cosa più o meno ipotizzabile scientificamente, ma senza attribuire all’energia alcun attributo umano; se lei la chiama Dio e gli attribuisce volontà, creatività e intelligenza eccetera, attribuisce alla ’cosa’ chiamata dio un’antopomorfismo, cioè "uno specchio delle sue idee", tanto per citare Schweitzer.

    • Di (---.---.---.153) 26 settembre 2013 19:23

      Risposta al sign Fabio della pegola.
       

    • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 28 settembre 2013 00:27

      <<E’ "l’emergenza antropologica" su cui scivola tutta l’intellighenzia di sinistra che finisce con l’accettare l’idea religiosa che l’uomo si distingue dall’animale per l’immagine divina che ha in sé "dal momento del concepimento".>>

      Se accetta questa idea l’intellighenzia di sinistra sta messa male, molto.

      <<Evidentemente c’è invece un salto trasformativo al momento della nascita e la teoria di Fagioli spiega come questa trasformazione, che permette la formazione della psiche dalla materia biologica, avviene. Ponendosi nei fatti come unica alternativa all’imago dei.>>

      Guardi che non c’è nulla di particolarmente misterioso nel modo in cui la "materia biologica" genera la psiche. Fagioli è andato vicino a capirlo ma si è fermato al pensiero magico del concetto di "luce-energia". Avesse detto che a fare di una macchina organica come il cervello una mente sono in prima battuta le esperienze sensoriali e poi le interazioni culturali avrebbe colto nel segno. Il cervello crea rappresentazioni interne della realtà: quello che lei percepisce è una rappresentazione, e non avrebbe senso se tale rappresentazione non fosse determinata dall’eredità culturale e non fosse in costante contatto sensoriale col Mondo. Uno dei più comuni fraintendimenti è quello di immaginare la mente come una entità separata dal mondo fisico, da cui discende il concetto di anima di origine divina ed eterna. Non è così, naturalmente.

      << Dopo la nascita non esiste "massa biologica inerme": si chiama bambino>>

      Quello che fa di una "massa biologica" (organizzata) un bambino, una persona, sono le interazioni culturali e sensoriali. Immagini di confinare nell’isolamento più assoluto un bambino appena nato: cosa diventerebbe?

    • Di (---.---.---.27) 28 settembre 2013 08:55

      "...sono in prima battuta le esperienze sensoriali". Appunto. La luce, per un neonato, che cos’è se non un’esperienza sensoriale ?

      "Il cervello crea rappresentazioni interne della realtà": prima di creare rappresentazione interne bisogna che la sua attività sia psichica, non solo neurologica. E come fa a diventare capacità psichica, partendo da un ammasso di cellule che, ovviamente, di psichico non hanno niente ? La domanda è tutta qui.

      Le risposte di Fagioli che costituiscono il tessuto teorico di base - trovano conferma nelle esperienze di laboratorio. Si legga qui http://www.associazionelucacoscioni... ..."La gravidanza è una fase di sviluppo e di maturazione biologica: solo alla nascita dalla biologia prende forma la realtà psichica, il pensiero che è specificamente umano"..."Nel feto non si può parlare né di sonno, né di sogno, né di veglia, né di capacità percettiva" e ancora "Nel canale del parto gli stimoli pressori di notevole intensità non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali..."

      La differenza su cui ho costruito l’articolo (anzi la serie di quattro articoli) sta tutta nell’evidenziare il momento della nascita come momento in cui il materiale biologico, per una "esperienza sensoriale" fondamentale (la luce), diventa persona umana. E questo fa la differenza sostanziale con l’impostazione religiosa, ma anche con quella scalfariana della bestia con mente riflessiva...

      "Immagini di confinare nell’isolamento più assoluto un bambino appena nato: cosa diventerebbe?": in condizioni di isolamento assoluto un neonato non sopravviverebbe.

      In condizioni "successive" di isolamento diventerebbe un bambino. Che altro ? nel senso che le caratteristiche specie-specifiche restano tali a prescindere dalle condizioni di vita, di sviluppo eccetera. Che cosa pensa che diventerebbe, un cavallo ?

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 28 settembre 2013 08:56
      Fabio Della Pergola

      scusa mi ero scordato il login in

    • Di Persio Flacco (---.---.---.93) 28 settembre 2013 20:20

      <<"...sono in prima battuta le esperienze sensoriali". Appunto. La luce, per un neonato, che cos’è se non un’esperienza sensoriale ?>>

      E gli altri sensi sarebbero inutili? Può darsi che in certe fasi dello sviluppo la vista abbia un ruolo preponderante, non discuto, ma un essere biologico della specie Homo non diventa "persona" da un istante all’altro appena apre gli occhi alla luce. Pensare questo presuppone una concezione "magica" della persona, che avrebbe in sé in potenza la propria completezza già alla nascita. E’ una concezione prossima a quella religiosa.
      Non è così. La mente di essere umano alla nascita è come un quaderno con le pagine bianche: ha una sua struttura, sulla carta può essere più o meno facile scrivere, può essere più o meno facile da sfogliare, le sue pagine possono accogliere più o meno caratteri rispetto ad altri quaderni, contiene già scritte alcune informazioni di base. Ma nel suo complesso i significati che la mente contiene vi vengono scritti da ciò che entra dai sensi e che viene fissato dalla memoria. E acquista coerenza e completezza a mano a mano che le sue pagine si riempiono, fino al punto di scrivere essa stessa i propri contenuti.
      Ma questo lei già lo sa. Se ripensa alle esperienze che ha vissuto, alle persone che ha incontrato, alle cose brutte o belle (o mezz’ e mezz) che ha visto, alla musica che ha ascoltato, alle letture, alle discussioni che ha avuto, al piacere o al dolore che le ha dato il suo corpo, alla pelle, all’odore, alle forme di chi ha amato, lei sa che tutto questo ha fatto di lei la persona che è ora.
      Non c’è nulla di misterioso in questo.

      << "Il cervello crea rappresentazioni interne della realtà": prima di creare rappresentazione interne bisogna che la sua attività sia psichica, non solo neurologica. E come fa a diventare capacità psichica, partendo da un ammasso di cellule che, ovviamente, di psichico non hanno niente ? La domanda è tutta qui.>>

      E’ facile rispondere allora. Ciò che dai sensi entra nel cervello incontra la memoria, e su questa viene fissato a seconda della sua rilevanza e secondo l’ordine che vi regna. L’attività psichica è tanto più complessa e articolata quanto più ha incamerato e ordinato esperienze. Ma, a mio parere, non c’è un vero limite tra assenza e presenza di attività psichica se si concepisce l’essere vivente dotato di encefalo nel modo descritto sopra. Se ha avuto un gatto in vita sua le sarà sicuramente capitato di vederlo sognare, se ha avuto un cane saprà certamente che esso è capace di stabilire una complessa relazione coi membri umani del suo branco. Percorrendo verso il basso la linea filogenetica, da maggiore a minore sviluppo cerebrale, si renderà conto che non ci sono vuoti ma una progressione dal complesso al semplice. Perfino un’ameba potrebbe possedere una sua elementarissima psiche, per noi impercepibile.

      << Le risposte di Fagioli che costituiscono il tessuto teorico di base - trovano conferma nelle esperienze di laboratorio. Si legga qui http://www.associazionelucacoscioni... ..."La gravidanza è una fase di sviluppo e di maturazione biologica: solo alla nascita dalla biologia prende forma la realtà psichica, il pensiero che è specificamente umano"..."Nel feto non si può parlare né di sonno, né di sogno, né di veglia, né di capacità percettiva" e ancora "Nel canale del parto gli stimoli pressori di notevole intensità non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali..." >>

      Dissento.

      <<La differenza su cui ho costruito l’articolo (anzi la serie di quattro articoli) sta tutta nell’evidenziare il momento della nascita come momento in cui il materiale biologico, per una "esperienza sensoriale" fondamentale (la luce), diventa persona umana. E questo fa la differenza sostanziale con l’impostazione religiosa, ma anche con quella scalfariana della bestia con mente riflessiva...>>

      Non fa molta differenza se si presuppone che da qualche parte dell’essere biologico esiste già alla nascita la "persona" nella sua interezza.

      << "Immagini di confinare nell’isolamento più assoluto un bambino appena nato: cosa diventerebbe?": in condizioni di isolamento assoluto un neonato non sopravviverebbe.

      In condizioni "successive" di isolamento diventerebbe un bambino. Che altro ? nel senso che le caratteristiche specie-specifiche restano tali a prescindere dalle condizioni di vita, di sviluppo eccetera. Che cosa pensa che diventerebbe, un cavallo ?>>

      Ah ah ah, divertente. No, diventerebbe come un quaderno con le pagine bianche, salvo per quelle scritte dalla memoria ancestrale ereditata col DNA.

      Mi sono dilungato troppo, e di questo chiedo scusa.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 29 settembre 2013 00:57
      Fabio Della Pergola

      Quello su cui lei "dissente" sono esattamente le conferme scientifiche alla teoria di Fagioli. Lei continua a parlare di "vista" equiparandola agli altri sensi, udito, tatto eccetera. Ma qui non si sta parlando affatto del senso della vista, ma della prima stimolazione assoluta che la luce fa sulla sostanza cerebrale, attivandola (come dimostrano i tracciati elettroencefalici: "nel canale del parto gli stimoli pressori ...non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali..."). Solo dopo l’attivazione della sostanza cerebrale si può parlare di ’sensi’, se prima della nascita gli stimoli non producono modificazioni del tracciato... non esistono sensi.
      Alla nascita si forma un’attività psichica inesistente nel feto. Ed è la psiche che ’fa’ l’essere umano.

      <<non diventa "persona" da un istante all’altro appena apre gli occhi alla luce>>

      Se con il termine ’persona’ intende ’essere umano’, è appunto quello che sostiene Fagioli, che si pone in contrasto sia con l’ideologia religiosa (parlando di azione attivatrice dell’energia sulla pura biologia fetale) che con quella razionale che è quella che sostiene lei (il neonato diventerà persona, via via che la vita "scrive" su quelle pagine bianche: in conclusione il neonato non è una "persona umana" ma una potenzialità di persona). Il neonato quindi cos’è, se non è una ’persona’? un sottoumano ? un animale? che altro?
       Ovviamente qui dissento io.

      << ...tutto questo ha fatto di lei la persona che è ora>> ovviamente i rapporti e le esperienze agiscono sulla formazione di una persona "in divenire", che si completerà nel tempo, ma questo non sposta di una virgola quello che ho scritto: il primo passaggio è la trasformazione radicale tra non essere ed essere, il secondo (e successivi) è la modifica progressiva di un essere in qualcosa di più completo fino allo sviluppo completo dell’adulto con linguaggio articolato, mente riflessiva, completa maturazione sessuale eccetera. Fino alla fine dell’essere che torna ad essere ’non essere’.

      Che gli animali abbiano una loro forma di attività cerebrale è indubbio, ma perché mai dovrebbe essere uguale a quella umana ? Le specificità delle specie esistono. Animali che producono ’arte’ non se ne sono mai visti...che paragoni fa ?

    • Di Persio Flacco (---.---.---.122) 29 settembre 2013 13:14

      << Quello su cui lei "dissente" sono esattamente le conferme scientifiche alla teoria di Fagioli.
      Lei continua a parlare di "vista" equiparandola agli altri sensi, udito, tatto eccetera. Ma qui non si sta parlando affatto del senso della vista, ma della prima stimolazione assoluta che la luce fa sulla sostanza cerebrale, attivandola (come dimostrano i tracciati elettroencefalici: "nel canale del parto gli stimoli pressori ...non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali...").
      Solo dopo l’attivazione della sostanza cerebrale si può parlare di ’sensi’, se prima della nascita gli stimoli non producono modificazioni del tracciato... non esistono sensi.
      Alla nascita si forma un’attività psichica inesistente nel feto. Ed è la psiche che ’fa’ l’essere umano. >>

      Non ho nessuna intenzione di contestare le risultanze scientifiche delle ricerche di Fagioli: non ne ho le competenze, né rilevo particolari implicazioni che discendono dall’affermazione che sarebbe la stimolazione luminosa della retina ad attivare le funzioni cerebrali elevate. Non vedrei alcuna differenza se la ricerca avesse dimostrato che ad attivare le funzioni cerebrali fossero state stimolazioni sensoriali di altro genere. A meno che non si discuta di aborto e del valore da attribuire al feto. In tal caso la teoria di Fagioli assumerebbe una certa rilevanza, visto che pone una condizione diversa del bambino prima e un dopo la nascita riguardo alle funzioni cerebrali "elevate".

      Quello che contesto è l’interpretazione che Fagioli propone riguardo alla funzione della luce nel processo di formazione della persona, per due motivi:
      1. la luce è solo una gamma di frequenze della radiazione elettromagnetica e, a meno che Fagioli non teorizzi che attraverso la luce vengono diffusi particolari contenuti che hanno il potere di "accendere" la mente, la stimolazione sensoriale che essa esercita sull’encefalo di un neonato incapace di apprezzarne i significati è pari a quella esercitata da qualsiasi altro input esterno.
      Certo, la vista è di enorme rilevanza nello sviluppo delle facoltà cognitive del bambino, in particolare per quanto riguarda il controllo posturale e le relazioni sociali, e i bambini nati ciechi soffrono di ritardi cognitivi gravi rispetto ai normovedenti. Tuttavia non per questo rimangono "esseri biologici" per tutta la loro vita: gli altri sensi suppliscono in qualche modo alla perdita.

      2. alle funzioni cerebrali del neonato attivate dalla luce viene attribuito il potere di trasformare in "essere umano" quello che è un mero essere biologico. Come scrivevo nel precedente intervento non sono le potenzialità cerebrali a fare di un essere biologico una persona umana.

      << --- non diventa "persona" da un istante all’altro appena apre gli occhi alla luce ---
      Se con il termine ’persona’ intende ’essere umano’, è appunto quello che sostiene Fagioli, che si pone in contrasto sia con l’ideologia religiosa (parlando di azione attivatrice dell’energia sulla pura biologia fetale) che con quella razionale che è quella che sostiene lei (il neonato diventerà persona, via via che la vita "scrive" su quelle pagine bianche: in conclusione il neonato non è una "persona umana" ma una potenzialità di persona). Il neonato quindi cos’è, se non è una ’persona’? un sottoumano ? un animale? che altro?
       Ovviamente qui dissento io.>>

      NOTA: uso il termine "persona" per includere la varietà di dimensioni: culturali, sociali, individuali, affettive ecc. (oltre ovviamente alla sua dimensione biologica e filogenetica) che solitamente possiede un essere umano nel pieno del suo sviluppo.
      [...] a. Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale e sim., considerato sia come elemento a sé stante, sia come facente parte di un gruppo o di una collettività [...] (Vocabolario Treccani) Lo considero un termine molto più ampio di "essere umano".

      Concordo sulla definizione di neonato come promessa di persona. Al netto della potente istintualità riproduttiva: una energia di "basso livello" che hanno tutti gli esseri viventi hanno inscritta nel DNA e che mobilita la protezione materna e paterna verso il cucciolo, il neonato da essere biologico diventa persona perché la comunità nella quale nasce, prima famigliare e poi sociale e culturale, è questo che vuole. Ed è una promessa di persona prima ancora del concepimento, perché sia la femmina che il maschio sono geneticamente predisposti per questo.

      << --- ...tutto questo ha fatto di lei la persona che è ora --- ovviamente i rapporti e le esperienze agiscono sulla formazione di una persona "in divenire", che si completerà nel tempo, ma questo non sposta di una virgola quello che ho scritto: il primo passaggio è la trasformazione radicale tra non essere ed essere, il secondo (e successivi) è la modifica progressiva di un essere in qualcosa di più completo fino allo sviluppo completo dell’adulto con linguaggio articolato, mente riflessiva, completa maturazione sessuale eccetera. Fino alla fine dell’essere che torna ad essere ’non essere’.>>

      Cosa sarebbe il "non essere"? Come fa qualcosa che è (il feto) a non essere? Quantomeno è "una parte" della madre, che vuole faarne per istinto e per scelta una persona; è anche "un pezzo" del padre, che ha delle aspettative su di esso. Il valore del feto è quello che gli attribuiscono quelli che gli hanno dato vita e quelli che lo accoglieranno nella comunità. Non ha un valore intrinseco trascendente, non vi sarebbe nessun feto senza di questo.

      << Che gli animali abbiano una loro forma di attività cerebrale è indubbio, ma perché mai dovrebbe essere uguale a quella umana ? Le specificità delle specie esistono. Animali che producono ’arte’ non se ne sono mai visti...che paragoni fa ? >>

      Anche solo sfiorare l’argomento arte richiederebbe un fottio di spazio. Evito di farlo.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 29 settembre 2013 18:11
      Fabio Della Pergola

      << ...né rilevo particolari implicazioni che discendono dall’affermazione che sarebbe la stimolazione luminosa della retina ad attivare le funzioni cerebrali elevate...>>

      << Quello che contesto è l’interpretazione che Fagioli propone riguardo alla funzione della luce... la luce è solo una gamma di frequenze della radiazione elettromagnetica e, a meno che Fagioli non teorizzi che attraverso la luce vengono diffusi particolari contenuti che hanno il potere di "accendere" la mente...>> 

      No, ovviamente non ci sono “particolari contenuti” nell’energia luminosa e comunque non è a “particolari contenuti” intrinseci che si riferisce Fagioli per quello che ne so.

      <<...la stimolazione sensoriale che essa esercita sull’encefalo di un neonato incapace di apprezzarne i significati è pari a quella esercitata da qualsiasi altro input esterno...>>

      La stimolazione vibroacustica è già presente nell’utero; idem per l’insieme di gusto/olfatto. Ma non provocano reazioni perché l’attività psichica è nulla. Solo la luce è lo stimolo assolutamente nuovo che interviene al momento della nascita. Se l’elettroencefalogramma dimostra che prima della nascita non ci sono reazioni agli stimoli e dopo la nascita sì, è tassativo convenire che il momento della nascita è il crinale in cui si attua una trasformazione. La teoria di Fagioli - cfr. Istinto di morte e conoscenza - individua nella luce lo stimolo nuovo atto ad attivare la sostanza cerebrale.

      <<A meno che non si discuta di aborto e del valore da attribuire al feto. In tal caso la teoria di Fagioli assumerebbe una certa rilevanza, visto che pone una condizione diversa del bambino prima e un dopo la nascita riguardo alle funzioni cerebrali "elevate">>

      Ovvio che sia così. La teoria propone un paradigma assolutamente innovativo nella concezione dell’essere umano, come ho scritto nell’articolo.

      << ...non sono le potenzialità cerebrali a fare di un essere biologico una persona umana...>>

      Le potenzialità cerebrali diventano realtà psichica alla nascita. Questo fa l’essere umano. Che ha poi tutte le possibilità di svilupparsi; ma questo l’ho già detto.

      Quindi <<...uso il termine "persona" per includere la varietà di dimensioni: culturali, sociali, individuali...>> etc. non è l’argomento della discussione e sposta tutto il dibattito su un piano non attinente in quanto si riferisce, appunto, a sviluppi successivi alla primitiva formazione della realtà psichica. A meno che anche lei non definisca con ’persona’ l’essere dotato di mente riflessiva, come fa Scalfari. In questo caso il neonato non sarebbe altro che un ’essere biologico’ privo di essenza umana che sarebbe solo in via di divenire.

      << il neonato da essere biologico diventa persona>>

      Per i motivi detti sopra non concordo con la definizione di “essere biologico” data al neonato. E’ un essere psichico. Umano in quanto dotato di biologia umana e di psiche umana. 

      Se lo definisce "essere biologico" non lo distingue dal feto che è appunto pura biologia e, esattamente come nel feto, l’elettroencefalogramma non mostrerebbe variazioni agli stimoli, ma... così non è.

      La mancanza di attività psichica nel feto – dimostrata dallo stesso elettroencefalogramma – ne fa un non-essere umano. Con questo intendevo il non-essere (o essere puramente biologico se preferisce) che diventa essere (o essere biologico e psichico, cioè umano nel senso pieno del termine).

      In ogni caso la teoria di Fagioli è ben nota, è scritta in numerosi libri e ampiamente commentata da molti articoli e interviste.

      Un’ultima considerazione che mi vedo costretto a farle presente, come già in altre occasioni: la definizione di “commento” è molto diversa da quella di “dibattito”... spero che lo tenga presente.


       

    • Di Persio Flacco (---.---.---.83) 29 settembre 2013 18:49

      <<Un’ultima considerazione che mi vedo costretto a farle presente, come già in altre occasioni: la definizione di “commento” è molto diversa da quella di “dibattito”... spero che lo tenga presente.>>

      Cosa? Un’altra ramanzina? Ma se è lei che provoca...

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 30 settembre 2013 10:29
      Fabio Della Pergola

      Non si inquieti... non può dire che non le ho risposto.

  • Di (---.---.---.245) 26 settembre 2013 16:44

     il dubbio metafisico relativamente al "perchè" (andando un tantino oltre al perchè dei fenomeni fisici....) non viene mosso necessariamente da una proiezione di sè verso ciò che non si conosce, quello che provo nella fede non è certo la ricerca di un Dio-babbo natale che somigli agli uomini, ma una tensione verso l’infinito, che chiamo Dio, ma che non so spiegare.
    Se uno stupendo giorno si arriverà a dimostrare l’origine dell’universo o la sua esistenza al di là del tempo, il non credente continuerà sempre a chiedersi cosa c’è più in là, no? E anche chi ha fede continuerà a credere.

  • Di (---.---.---.82) 26 settembre 2013 17:28

    Come i credenti, gli atei credono di essere gli unici a possedere la verità. E Della Pergola lo dimostra anche in questo articolo. Per questo non c’è differenza tra credente e non credente.

  • Di (---.---.---.245) 26 settembre 2013 17:53

    sì ma guardi che questa divisione non esiste: un credente (non fondamentalista) si chiede dei fenomeni della natura e li indaga esattamente e con la stessa efficacia e curiosità di un non credente.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 26 settembre 2013 18:05
      Fabio Della Pergola

      Anche mettendo fra parentesi (per generosità) i roghi dei secoli passati, l’opposizione storica tra fede e scienza è semplicemente innegabile. In ogni caso lei accenna a "fenomeni della natura" evitando di riferirsi alla questione "umana" di cui parlo invece nell’articolo e nel commento precedente. Pensare che la vita umana ci sia fin dal concepimento è affermazione di fede, che un non credente non può accettare perché rende inesistente la trasformazione della nascita. Da qui la mia polemica (ovviamente non solo mia) con i marxisti ratzingeriani.

  • Di (---.---.---.82) 26 settembre 2013 18:37

    I roghi sono appartenuti (e appartengono!) ai credenti come ai non credenti (mettiamo tra parentesi il marxismo? E non solo ...). Così come anche il deficit di intelligenza accomuna i due gruppi. Poi ognuno di loro si sente anche profeta (l’arroganza è un’altra caratteristica comune!) e annuncia spesso e volentieri la fine prossima dell’altro. Purtroppo i due assolutismi sono sempre lì a tormentarci.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 26 settembre 2013 19:59
      Fabio Della Pergola

      Stavamo parlando della opposizione ideologica e a volta manu militari della Chiesa alla ricerca scientifica, non di persecuzioni in senso lato (in cui in ogni caso i fedeli cristiani hanno decisamente eccelso nella storia). Che poi il deficit di intelligenza sia ampiamente diffuso non c’è dubbio, direi che ne abbiamo molte prove in questa fase storica.

      Quanto all’opporsi - ed è quello che ho cercato di fare con questa serie di articoli - all’imposizione progressiva di una cultura dominante inficiata dall’elemento religioso, come sembra delinearsi in questa farsa del dialogo credenti-non credenti, non mi pare arrogante. Parlerei piuttosto di legittima difesa.

  • Di (---.---.---.153) 26 settembre 2013 19:33

    Sign fabio della pegola, voi atei e dall’ottocento che ipotecate la vostra non fede con la speranza che un giorno la scienza arrivi a spigare tutto.........ha qualcosa di contorto questo modo di pensare ......ma la speranza è l’ultima a morire quindi vada avanti a sperare

  • Di Persio Flacco (---.---.---.38) 26 settembre 2013 20:17

    <<Luce-energia che, arrivando a colpire l’unica parte della sostanza cerebrale esposta all’esterno, cioè la rètina del nuovo nato nel suo primo apparire al mondo, sconvolge lo status fetale attivando la sostanza cerebrale [...] e quindi la mente, trasformando così la pura biologia del feto in quello che diventa essere umano al momento stesso della nascita.>>

    C’è un modo più semplice e razionale per spiegare l’origine della mente.
    Lei conoscerà certamente questa famosa sequenza tratta dal film American Beauty: http://www.youtube.com/watch?v=gHxi...

    La grazia e la bellezza espressa dalla "danza" di una semplice busta di plastica mossa dal vento sorge interamente dal mondo fisico, dalla sua armonia, dalle dinamiche generate al suo interno.
    Di passaggio, questo mi fa ricordare un passo: << Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [Mt. 6,28-29] >>

    Anche la mente sorge interamente dal mondo fisico e, come la busta che danza, l’intelligenza che esprime è determinata e mossa dalla sua armonia.

  • Di (---.---.---.211) 26 settembre 2013 23:15

    Ci mancherebbe Sign. Della Pegola , le auguro di trovare quello che cerca, l’importante è rimanere obiettivi e con la mente aperta e su questo ho dei seri dubbi.........


    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 27 settembre 2013 06:24
      Fabio Della Pergola

      Beh, non mi pare di aver impedito a qualcuno di credere in dio se lo vuole... mi pare invece di aver ogni diritto di preoccuparmi (e di oppormi) se la cultura religiosa diventa dominante... con tutte le ricadute sociali e politiche che possiamo immaginare. Rimanga con la mente aperta anche lei, se le riesce (ma su questo ho dei dubbi anch’io). Saluti.

  • Di (---.---.---.153) 27 settembre 2013 16:46

     Lei mi sembra un pò infantile, non fa altro che ribattere alle mie battute come fanno i bambini......tipico di chi ha la mente chiusa, ma forse sta solo aspettando che qualche scienziato le dica cosa rispondere........ e la pianti di scrivere articoli RIDICOLI E INUTILI ,ci sono problemi più importanti da risolvere. Scriva qualche articolo sulla disperzione dei Siriani in fuga, o sulla disperazione di chi ha perso il lavoro e non sa come tirare a campare .Faccia beneficenza e aiuti il prossimo, senza aspettare che sia la scienza a diglielo.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 27 settembre 2013 17:21
      Fabio Della Pergola

      Mi faccia la cortesia: cerchi di non essere così fastidiosamente supponente. Mi risparmi le sue battute, non mi dia consigli su cosa fare o non fare e soprattutto non si permetta di darmi disposizioni su cosa NON scrivere. Mi rendo conto che ad una persona come lei, con la sua "apertura mentale", sembrerà strano, offensivo e addirittura inconcepibile, ma io - pensi un po’ - continuerò a scrivere quello che mi pare, quando mi pare e dove mi pare. E anche su quello che mi pare; ad esempio sull’arroganza squinternata dei "credenti" come lei. E lo farò senza nemmeno chiedere l’imprimatur a nessuno, pensi un po’.

      Prima di fare lo sbruffone senza avere nemmeno le palle di firmarsi con nome e cognome come faccio io, ci pensi su due volte, caro commentatore anonimo: poi lasci perdere e torni a leggere le omelie del santo del giorno; di sicuro non può andare molto più in là.

  • Di (---.---.---.21) 27 settembre 2013 17:00

    In effetti la Chiesa per voi è come la Roma per i laziali, se glie la levi non sanno più su cosa piagne......

  • Di (---.---.---.244) 28 settembre 2013 00:29

    La cosa che adoro di Fabio è che davvero crede a tutto ciò che scrive (e le scrive anche bene...). Ma il mondo e la vita vanno ben oltre una sequenza di parole che paiono un bel discorso o teoria attendibile. La realtà che tutto è, e che tutto è il contrario di tutto, fino a prova contraria. Non esiste niente al mondo che non abbia un valore opposto e dimostrabile. Apprezzo e mi divertono i suoi articoli , i commenti e quant’altro, ma nel complesso non c’è nulla di nuovo. Il sole e la luna si rincorrono da miliardi di anni e chissà quante verità scolpite nei secoli potrebbero svelarci. Ma preferiscono tacere e darci il piacere e l’illusione di essere come i primi a raccontare nuove meraviglie ed inattese scoperte. Detto questo, vi prego gentili autori e cortesi commentatori, non litigate, tanto avete ragione entrambi. Le vostre convinzioni sono assolutamente vere e non contestabili.Tanto per tutti viene il momento della verità. Intanto godiamoci un bel tramonto o il sorgere di una luna piena con un orecchio attento...chissà , forse riusciamo a carpire qualche nuova ...verità.Cordialmente Mario.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 28 settembre 2013 09:05
      Fabio Della Pergola

      "e le scrive anche bene...": io prendo e porto a casa, è cosa rara ricevere un complimento. Per il resto, sì penso di credere proprio in quello che scrivo, anche perché nessuno qui paga per gli articoli quindi non avrei motivazioni "di tornaconto" - un tanto al chilo - per scrivere.

      E se il sole e la luna "preferiscono tacere e darci il piacere e l’illusione di essere come i primi a raccontare nuove meraviglie ed inattese scoperte", ovviamente sfruttiamo al meglio delle nostre possibilità questa opportunità che la natura, secondo lei, ci concederebbe... magari prima o poi saremo capaci di sorprendere anche il sole e la luna, non solo noi stessi.

      Saluti.

  • Di paolo (---.---.---.53) 28 settembre 2013 11:14

    Ben ti sta ,caro FDP .
    Hai materialmente sperimentato , ma sono sicuro che lo avevi già messo in conto , a cosa porta il "dialogo" con i supposti "credenti non integralisti " (contraddizione in termini ).
    Ci discuti e poi al dunque esce fuori la loro indole intollerante .Quando non sanno più come fare per convertirti alla loro "fede" ,partono gli insulti e gli attacchi alla persona .
    Scontato anche il ribaltare l’accusa di dogmatismo ponendo il dubbio scientifico sul piano della fede . Altra stupidaggine perché il dubbio non può essere assiomatico in quanto scaturisce dal non riconoscimento di un assioma .

    La verità che tu (come anche il sottoscritto) non fai parte del loro mondo visionario (la personalizzazione di Dio in forma antropofomorfica è l’estensione culturale del totem ) e quindi devi smettere di discutere ,i tuoi articoli sono inutili o fanno schifo ecc... . Se eravamo ai tempi dell’inquisizione eri già bello cotto e fritto (li cospargevano di olio per accendersi meglio) sul rogo , ma già fin dalle prime righe della prima parte del tuo primo articolo . Ti è andata bene .

    C’è stato persino chi ha detto che i credenti non integralisti (non esistono -al massimo esistono confessioni diverse che si tollerano reciprocamente ) hanno anche loro una curiosità scientifica . E certo ,e chi lo nega ,però se si va oltre al fatto del perché l’erba è verde o le farfalle volano , se indaghi sull’origine del tutto ,allora scatta il blocco ,li’ ti devi fermare ; non solo ma secondo come indaghi incorri negli strali di leggi che questi visionari hanno introdotto come forma etica dello Stato confessionale, perché tutto deve concludersi " in nomine Deus " , ovvero "riconoscersi nel potere di Dio ".
    Nessuno ovviamente nega che anche nella ricerca scientifica deve esserci un’etica che rispetti l’essere umano e l’ambiente che lo circonda , ma quando l’etica diventa il pretesto per porre un limite alla conoscienza ,allora qualcosa non torna più , perché nulla è più etico del desiderio di conoscere .( fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza ) .
    Comunque hai affrontato un tema da far tremare i polsi con impegno e capacità ammirevoli .Complimenti.
    ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 28 settembre 2013 11:23
      Fabio Della Pergola

      Caro Paolo ti ringrazio davvero molto.

      Ti posso assicurare che non solo non ho mai creduto che si potesse dialogare davvero - e quindi che certe "intolleranze" erano ovviamente nel conto - ma anche, è la finalità di questa faticosa serie di articoli, che bisogna stare bene attenti a quelli che si sono proclamati ’laici’ o addirittura ’atei’ per darti una solenne fregatura storica e infilarti in casa il papa "buono" con tutte le sue ipocrisie.
      Quindi...mai mollare.

      Alla prossima.
      FDP

  • Di (---.---.---.153) 28 settembre 2013 11:49

    Anonimo senza Palle in risposta a FDP

    Lei è solo l’appendice di un modo di pensare antiquato, la sua battaglia mi ricorda molto quella di Don Chisciotte e la smetta di proiettare sulla chiesa i mostri da combattere, esistono solo nella sua mente e cosciente di questo? Si legga qualche libro di psicanalisi....La vita è meravigliosa e va visstuta a cuore e mente aperti , senza pregiudizi e nessun dogma, altrimenti si rischia di alterare il potere percettivo, come fa lei...Cortesemente sapremme indicarmi dove ho scritto che sono credenete? Avere la mente aperta non signifa necessariamente essere credenti, con questa sua associazione è come se lei mi stesse dicendo :io non sono credente perchè ho la mente chiusa , non trova?.
    Lualdi Emanuele ho meso il mio nome, va bene o vuole anche il codice fiscale?

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 28 settembre 2013 12:04
      Fabio Della Pergola

      Caro Lualdi Emanuele,

      che la vita vada vissuta senza pregiudizi e dogmi dovrebbe scriverlo al Sant’Uffizio non a me. L’ha fatto ? Ha mai chiesto alla Chiesa perché da anni interviene nella vita politica di questo paese stabilendo che "la vita inizia dal concepimento" e quindi negando ad una donna di fare quello che le pare del PROPRIO corpo ? o che i diritti civili non vanno riconosciuti alle persone omosessuali perché distruggerebbero la società o perché il contraccettivo non va usato nemmeno in Africa dove la diffusione dell’AIDS ha raggiunto dimensioni apocalittiche ?
      E si è mai fatto qualche domandina sulla storia della Chiesa ?

      Il dogmatico dalla mente chiusa sarei io perché mi oppongo a queste scempiaggini culturali, sociali e storiche ?

      ’Mente aperta’ è una bella parola, ma lei ha sbagliato clamorosamente mira, caro Lualdi Emanuele. Si compri gli occhiali se non ci vede bene.

      Aspetto il suo codice fiscale. Saluti.

  • Di (---.---.---.153) 30 settembre 2013 17:42

    Sign Fabio , io e lei abbiamo differenze logiche radicate all’origine del nostro io, quindi inutile portare avanti la conversazione, le auguro il meglio, buona sera.

  • Di (---.---.---.153) 30 settembre 2013 17:43

    Lualdi Emanuele

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 30 settembre 2013 17:48
      Fabio Della Pergola

      Caro Emanuele, non ho iniziato io questo battibecco. Io mi sono limitato a esporre le mie idee in un giornale online che gentilmente le ha ospitate. Se non era d’accordo con me, perché mai ha voluto polemizzare ? Scusi, ma non la capisco.

      In ogni caso, auguri e buone cose.
      Fabio DP

  • Di (---.---.---.49) 30 settembre 2013 23:26

    Sign Fabio, la mia cervicale oggi mi sta torturando, avremmo modo in futuro di confrontarci su altri argomenti, sarò buono .....Buona continuazione

    Emanuele

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