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Commento di Persio Flacco

su Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (quarta parte)


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Persio Flacco 28 settembre 2013 20:20

<<"...sono in prima battuta le esperienze sensoriali". Appunto. La luce, per un neonato, che cos’è se non un’esperienza sensoriale ?>>

E gli altri sensi sarebbero inutili? Può darsi che in certe fasi dello sviluppo la vista abbia un ruolo preponderante, non discuto, ma un essere biologico della specie Homo non diventa "persona" da un istante all’altro appena apre gli occhi alla luce. Pensare questo presuppone una concezione "magica" della persona, che avrebbe in sé in potenza la propria completezza già alla nascita. E’ una concezione prossima a quella religiosa.
Non è così. La mente di essere umano alla nascita è come un quaderno con le pagine bianche: ha una sua struttura, sulla carta può essere più o meno facile scrivere, può essere più o meno facile da sfogliare, le sue pagine possono accogliere più o meno caratteri rispetto ad altri quaderni, contiene già scritte alcune informazioni di base. Ma nel suo complesso i significati che la mente contiene vi vengono scritti da ciò che entra dai sensi e che viene fissato dalla memoria. E acquista coerenza e completezza a mano a mano che le sue pagine si riempiono, fino al punto di scrivere essa stessa i propri contenuti.
Ma questo lei già lo sa. Se ripensa alle esperienze che ha vissuto, alle persone che ha incontrato, alle cose brutte o belle (o mezz’ e mezz) che ha visto, alla musica che ha ascoltato, alle letture, alle discussioni che ha avuto, al piacere o al dolore che le ha dato il suo corpo, alla pelle, all’odore, alle forme di chi ha amato, lei sa che tutto questo ha fatto di lei la persona che è ora.
Non c’è nulla di misterioso in questo.

<< "Il cervello crea rappresentazioni interne della realtà": prima di creare rappresentazione interne bisogna che la sua attività sia psichica, non solo neurologica. E come fa a diventare capacità psichica, partendo da un ammasso di cellule che, ovviamente, di psichico non hanno niente ? La domanda è tutta qui.>>

E’ facile rispondere allora. Ciò che dai sensi entra nel cervello incontra la memoria, e su questa viene fissato a seconda della sua rilevanza e secondo l’ordine che vi regna. L’attività psichica è tanto più complessa e articolata quanto più ha incamerato e ordinato esperienze. Ma, a mio parere, non c’è un vero limite tra assenza e presenza di attività psichica se si concepisce l’essere vivente dotato di encefalo nel modo descritto sopra. Se ha avuto un gatto in vita sua le sarà sicuramente capitato di vederlo sognare, se ha avuto un cane saprà certamente che esso è capace di stabilire una complessa relazione coi membri umani del suo branco. Percorrendo verso il basso la linea filogenetica, da maggiore a minore sviluppo cerebrale, si renderà conto che non ci sono vuoti ma una progressione dal complesso al semplice. Perfino un’ameba potrebbe possedere una sua elementarissima psiche, per noi impercepibile.

<< Le risposte di Fagioli che costituiscono il tessuto teorico di base - trovano conferma nelle esperienze di laboratorio. Si legga qui http://www.associazionelucacoscioni... ..."La gravidanza è una fase di sviluppo e di maturazione biologica: solo alla nascita dalla biologia prende forma la realtà psichica, il pensiero che è specificamente umano"..."Nel feto non si può parlare né di sonno, né di sogno, né di veglia, né di capacità percettiva" e ancora "Nel canale del parto gli stimoli pressori di notevole intensità non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali..." >>

Dissento.

<<La differenza su cui ho costruito l’articolo (anzi la serie di quattro articoli) sta tutta nell’evidenziare il momento della nascita come momento in cui il materiale biologico, per una "esperienza sensoriale" fondamentale (la luce), diventa persona umana. E questo fa la differenza sostanziale con l’impostazione religiosa, ma anche con quella scalfariana della bestia con mente riflessiva...>>

Non fa molta differenza se si presuppone che da qualche parte dell’essere biologico esiste già alla nascita la "persona" nella sua interezza.

<< "Immagini di confinare nell’isolamento più assoluto un bambino appena nato: cosa diventerebbe?": in condizioni di isolamento assoluto un neonato non sopravviverebbe.

In condizioni "successive" di isolamento diventerebbe un bambino. Che altro ? nel senso che le caratteristiche specie-specifiche restano tali a prescindere dalle condizioni di vita, di sviluppo eccetera. Che cosa pensa che diventerebbe, un cavallo ?>>

Ah ah ah, divertente. No, diventerebbe come un quaderno con le pagine bianche, salvo per quelle scritte dalla memoria ancestrale ereditata col DNA.

Mi sono dilungato troppo, e di questo chiedo scusa.


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