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Commento di paolo

su Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (quarta parte)


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paolo 28 settembre 2013 11:14

Ben ti sta ,caro FDP .
Hai materialmente sperimentato , ma sono sicuro che lo avevi già messo in conto , a cosa porta il "dialogo" con i supposti "credenti non integralisti " (contraddizione in termini ).
Ci discuti e poi al dunque esce fuori la loro indole intollerante .Quando non sanno più come fare per convertirti alla loro "fede" ,partono gli insulti e gli attacchi alla persona .
Scontato anche il ribaltare l’accusa di dogmatismo ponendo il dubbio scientifico sul piano della fede . Altra stupidaggine perché il dubbio non può essere assiomatico in quanto scaturisce dal non riconoscimento di un assioma .

La verità che tu (come anche il sottoscritto) non fai parte del loro mondo visionario (la personalizzazione di Dio in forma antropofomorfica è l’estensione culturale del totem ) e quindi devi smettere di discutere ,i tuoi articoli sono inutili o fanno schifo ecc... . Se eravamo ai tempi dell’inquisizione eri già bello cotto e fritto (li cospargevano di olio per accendersi meglio) sul rogo , ma già fin dalle prime righe della prima parte del tuo primo articolo . Ti è andata bene .

C’è stato persino chi ha detto che i credenti non integralisti (non esistono -al massimo esistono confessioni diverse che si tollerano reciprocamente ) hanno anche loro una curiosità scientifica . E certo ,e chi lo nega ,però se si va oltre al fatto del perché l’erba è verde o le farfalle volano , se indaghi sull’origine del tutto ,allora scatta il blocco ,li’ ti devi fermare ; non solo ma secondo come indaghi incorri negli strali di leggi che questi visionari hanno introdotto come forma etica dello Stato confessionale, perché tutto deve concludersi " in nomine Deus " , ovvero "riconoscersi nel potere di Dio ".
Nessuno ovviamente nega che anche nella ricerca scientifica deve esserci un’etica che rispetti l’essere umano e l’ambiente che lo circonda , ma quando l’etica diventa il pretesto per porre un limite alla conoscienza ,allora qualcosa non torna più , perché nulla è più etico del desiderio di conoscere .( fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza ) .
Comunque hai affrontato un tema da far tremare i polsi con impegno e capacità ammirevoli .Complimenti.
ciao


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