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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.89) 18 giugno 2014 00:39

    Se Renzi è davvero furbo dovrebbe tenersi caro Grillo: è a lui che deve tutto. Gli ha tolto di mezzo Bersani, aprendogli la strada per la segreteria del PD e per la presidenza del consiglio, dopo l’intermezzo Letta. Ha reso indispensabile la riconferma di Napolitano alla presidenza della repubblica, e Napolitano è un formidabile puntello per Renzi. Ha fatto di Berlusconi un interlocutore per le cosiddette riforme, un interlocutore col quale per Renzi l’accordo è facile e naturale. Ha reso inoffensivo e ridotto al silenzio quel quarto di elettorato che non avrebbe sopportato né Renzi né Berlusconi chiudendolo in un acquario in parlamento.
    Renzi dovrebbe baciare le mani a Grillo & Casaleggio, altro che vaffa...

  • Di Persio Flacco (---.---.---.40) 16 giugno 2014 23:55

    << Questo lo ritengo un atto prevaricante il diritto sacrosanto di una maggioranza di poter formulare la propria proposta di riforma , da sottoporre al giudizio del Parlamento ,dopo un lungo confronto tra le diverse posizioni.>>

    Ti invito a riflettere su questo punto: la maggioranza parlamentare è tale solo dentro al Parlamento; non può esistere una maggioranza parlamentare fuori dal Parlamento.  Dovrebbe essere ovvio.

    Gli accordi, i patti tra leader palesi o occulti, le mediazioni che si formano tra forze politiche fuori dal Parlamento diventano maggioranza parlamentare se, e solo se, deputati e senatori liberamente, senza vincolo di mandato come garantisce la Costituzione, li fanno propri.

    Se così non fosse il Parlamento sarebbe esautorato dai partiti politici, come di fatto lo è.

    Ormai siamo talmente avvezzi a considerare normale lo strapotere dei partiti da non accorgerci nemmeno più quando questo prevarica le istituzioni e la stessa democrazia.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.40) 16 giugno 2014 01:00

    Qui si intrecciano due questioni diverse: una è quella che sollevi a proposito della efficienza del processo decisionale nelle assemblee parlamentari e, più in generale, del meccanismo democratico; l’altra riguarda il merito della riforma del senato proposta dalla maggioranza renziana. Io credo sia bene tenere separate le due questioni.
    Mineo ed altri in commissione affari costituzionali ha sollevato dei dubbi circa la compatibilità costituzionale della riforma. In particolare sulla intenzione di trasformare il senato in una camera non elettiva stravolgendone la natura sancita dalla Carta. Beh, io penso che Mineo abbia ragione: qui sembra che tra Renzi e Berlusconi stiano facendo aeroplanini con le pagine della costituzione italiana. Mineo ha dei dubbi sulla compatibilità della riforma, fa parte della commissione preposta a valutare questa compatibilità; esprime questi dubbi secondo coscienza.

    Non sta bloccando il processo decisionale, sta offrendo un punto di vista differente da quello della maggioranza renziana, sta facendo il suo mestiere di senatore. In questo caso il dissenso su alcuni punti specifici è una opportunità positiva cogliendo la quale si può giungere ad una decisione migliore rispetto a quella proposta. La pluralità di voci in democrazia serve a questo: ad avere il più ampio ventaglio di punti di vista tra i quali scegliere o mediare. 
    In democrazia il dissenso, la varietà delle opinioni, sono una ricchezza non un ostacolo. Anzi: la loro esistenza è la condizione necessaria affinché vi sia democrazia.

    Quello che urta in questa spiacevole faccenda è che la maggioranza del PD ritiene che il dissenso sia un ostacolo in quanto rallenta la veloce attuazione di quanto precostituito all’interno del partito e con gli accordi tra leader.
    Questo tradisce una profonda ignoranza di cosa sia il processo democratico se non addirittura il disprezzo per esso. "Civati chi?" Ricordi? Che è come dire che la minoranza non conta nulla.

    La commissione affari costituzionali è un organo tecnico che delibera a maggioranza su questioni tecniche. Propone le sue conclusioni all’aula, comprese le posizioni minoritarie, e l’aula decide comunque se prendere in considerazione, e in che misura, sia il parere della maggioranza della commissione sia il parere della minoranza. Mineo non sta bloccando nulla nel processo democratico. Sta invece meritoriamente mettendo in discussione il diritto, di fatto accampato da Renzi, di considerare il Parlamento un ostacolo fastidioso alle deliberazioni prese dal partito e con gli accordi a due con Berlusconi.

    Se consideri la proposta di riforma della legge elettorale: con sbarramenti e premi di maggioranza studiati appositamente per tagliare fuori dal parlamento le minoranze fastidiose, e il venticello che si sta alzando in favore del presidenzialismo, l’estromissione di Mineo suona come un campanello di allarme sul futuro democratico di questo Paese.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.40) 12 giugno 2014 20:44

    E’ rimasta la stessa magistratura che per 30 anni ha fornito una copertura pseudo giuridica a Mubarak e alla sua legge marziale. E’ la stessa che ha sabotato in tutti i modi il primo esperimento democratico avvenuto in Egitto creando ostacoli di ogni genere al vincitore delle elezioni: Morsi, constringendolo a forzature che sono servite come pretesto per abbattere lui insieme alla Democrazia.
    E va detto che in quell’azione la magistratura egiziana ha goduto di un vasto appoggio internazionale, nonostante la sua collaborazione col precedente uomo forte, che avrebbe dovuto far sorgere molti dubbi sulla sua imparzialità.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.139) 10 giugno 2014 19:42
    - [GeriSteve] L’osservazione è giusta: andando in Francia Snowden rischierebbe di essere "consegnato in maniera sporca" agli USA, cioè di non essere adeguatamente protetto da rapimenti o esecuzioni.-

    E’ probabile. Il precedente di Assange insegna.

    - [GeriSteve] Però ciò non toglie che è giustissimo richiedere alla Francia di essere coerente con i suoi principi e di offrire asilo politico ad un eroe della libertà come Snowden.
    Sarebbe bene che analoghi movimenti sorgessero in Italia e in altre nazioni europee formalmente libere, e che Snowden potesse scegliere fra tanti asili politici. -

    La realtà è diversa, purtroppo.

    - [GeriSteve] Questo non sta accadendo, e ciò significa che i popoli europei non hanno ancora capito quel che Orwell aveva capito benissimo settant’anni fa, quando scriveva 1984. -

    Distiguerei tra popoli, classi dirigenti, mass media.
    In questo momento i mass media sono tutti allineati alle veline di Washington. E’ uno spettacolo impressionante.
    Le classi dirigenti fingono di credere che i mass media rappresentino l’opinione dei cittadini, e agiscono di conseguenza.
    Molti cittadini europei hanno capito cosa sta succedendo, ma non se li caga nessuno. Affollano i forum dei giornali contestando la versione che questi spacciano, ma la versione rimane la stessa.
    Rimanendo su Orwell si può dire che ai cittadini europei è assegnato il posto che in 1984 è assegnato ai "prolet": possono dire ciò che vogliono, tanto non contano.

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