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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 8 giugno 2014 12:25

    A 28 anni dalle rivelazioni, e dopo 18 anni di carcere, Vanunu nemmeno se lo volesse potrebbe costituire una minaccia per la sicurezza di Israele.
    Ma nemmeno quando fece le sue rivelazioni su qualcosa che tutti già sapevano costituì una reale minaccia, se non alla tenuta delle bugie del regime israeliano.

    Si tratta palesemente di una vendetta, di una spietata e lunghissima vendetta che, ne sono convinto, non è condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini israeliani.

    Il caso Vanunu mostra un lato oscuro della classe dirigente "sionista" che governa il Paese: un lato irragionevole, autoreferenziale, impermeabile al dialogo, capace di mantenere per decenni una decisione a prescindere dalle trasformazioni che il tempo apporta a tutte le vicende umane, che rigetta ogni possibilità di redenzione, di cambiamento, di riscatto.

    Purtoppo questo genere di mentalità non è presente solo nel caso personale di Vanunu: incide anche in questioni di ben più vasta rilevanza per lo Stato di Israele.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 6 giugno 2014 23:40

    Se lei definisce "deliranti" i commenti di un certo genere significa che è talmente convinto della giustezza della versione presentata da SiriaLibano e dalla quasi totalità delle fonti informative da giudicare folle qualunque altra versione. Questo non mi induce ad essere pessimista circa la sua disponibilità a valutare con attenzione e neutralità quello che potrei scriverle. Tuttavia voglio provarci.

    Partiamo dal principio: dalle motivazioni di fondo che dovrebbero muovere chi osserva e giudica gli avvenimenti tragici che riguardano la Siria.

    Direi che la prima di queste motivazioni è la determinazione di preservare il più possibile l’incolumità e il benessere della popolazione civile.
    Non si tratta di una generica posizione umanitaria e/o pacifista, che si può condividere o meno, questo è ciò che il Diritto Internazionale, e l’ONU che ne è il custode, pone come principio guida che gli Stati debbono seguire affinché le loro azioni siano giudicate legittime.
    Come lei saprà, l’orrore prodotto dalla scoperta delle atrocità naziste ha spinto la quasi totalità dei Paesi del Mondo a statuire la limitazione del diritto di sovranità, prima intangibile. In sintesi: con una serie di accordi e convenzioni il diritto di sovranità è stato limitato, non autorizza più le autorità di governo di uno Stato sovrano a perpetrare gravi violazioni dei diritti umani della popolazione. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU può legittimamente deliberare una azione militare per far cessare tali violazioni. In genere questo nuovo principio viene chiamato "diritto di ingerenza umanitaria".
    Un corollario necessario di questo principio, spesso strumentalmente ignorato per mascherare ingerenze motivate da altri interessi, è che l’intervento militare non deve causare maggiori sofferenze di quelle che dovrebbe evitare. Questo è ovvio, e non merita ulteriori precisazioni.

    La seconda motivazione in ordine di importanza dovrebbe essere la salvaguardia dei diritti e delle libertà civili della popolazione. 
    Questo indica anche il metodo di elezione da seguire per la risoluzione dei conflitti interni ad uno Stato: il metodo democratico. 
    La Comunità Internazionale riconosce il diritto della popolazione ad autodeterminarsi democraticamente, diritto che comprende ovviamente la tutela della minoranza, come metodo principe, anche se non esclusivo, per dirimere le questioni relative ai conflitti interni.
    Dico che non si tratta di un metodo esclusivo

    Dunque, prima la protezione della vita e poi la difesa delle libertà individuali e collettive di un popolo. Non credo di avere espresso nessuna opinione farneticante finora, vero?

    E ora consideriamo la situazione siriana alla luce di quanto detto.

    La Siria attuale è il risultato di un travagliato processo di transizione dalla dominazione ottomana, a quella coloniale europea, all’indipendenza. Il Paese è diviso tra componenti religiose: sunniti (64%), drusi e alawiti (sciiti) (26%), cristiani (10%), ed etniche: arabi e curdi principalmente.

    Tenuto conto della storica animosità nei rapporti tra correnti islamiche e della presenza di una corposa minoranza cristiana, la Siria è uno di quei Paesi che chi abbia a cuore la popolazione civile dovrebbe trattare con le molle. Come in altri Paesi del Medio Oriente infatti le sue divisioni interne lo espongono ad un costante rischio di destabilizzazione e di esplosione di conflitti sanguinosi, con le conseguenze che è facile immaginare sulla popolazione.

    Invece nel 2005-2006 l’amministrazione statunitense di J.W. Bush ha avviato un programma di destabilizzazione del regime siriano finanziando e sostenendo i gruppi di opposizione al regime:
    http://www.washingtonpost.com/world...

    Ma anche Francia (ex potenza mandataria) e UK hanno contribuito a creare le basi del presente conflitto per insidiare il potere di Assad, visto come ostacolo al dispiegarsi della loro politica estera.

    Ora entriamo nel campo delle supposizioni. E’ difficile, se non impossibile, determinare con certezza se le prime manifestazioni pacifiche in Siria, avvenute sull’onda della cosiddetta Primavera Araba, siano degenerate per colpa del regime o a causa dell’infiltrazione di agenti provocatori che hanno attaccato le forze di sicurezza (e forse gli stessi manifestanti) per suscitarne la reazione armata. Si tratta di segreti molto ben custoditi, difficili da penetrare. Personalmente ritengo assai probabile che quelli che si erano prefissi di rovesciare il regime non si siano fatti scappare l’occasione di trasformare una dimostrazione civile in scontro armato.

    Del resto questa ipotesi è coerente con le successive prese di posizione di USA e Paesi europei, che non hanno minimamente tentato di svolgere un ruolo neutrale di mediazione per una composizione pacifica del conflitto. Al contrario: hanno immediatamente preso posizione contro il regime e a favore degli insorti, sostenendoli in tutti i modi. Il tentativo di ottenere il mandato dal Consiglio di Sicurezza ONU per un intervento "umanitario" in stile libico: intervento che probabilmente avrebbe raggiunto lo scopo di rovesciare il regime, si è arenato di fronte al veto posto da Cina e Russia.

    Riguardo al fronte opposto, si può pensare tutto il male possibile del regime siriano, ma non che fosse suo interesse destabilizzare il Paese. Al netto di iniziative dissennate sul campo di singoli funzionari dell’apparato di sicurezza, giudico altamente improbabile che la situazione sia degenerata per sua volontà.

    Ho citato la Libia: attualmente ridotta ad uno stato fallito, spaccato in due, teatro dello scontro tra fazioni di ogni genere, abbandonato all’anarchia, nel quale la popolazione civile è condannata all’incertezza del futuro e all’arbitrio di milizie fuori da ogni controllo, per porre alla sua attenzione le impressionanti analogie con quanto avviene in Siria. In Libia il rovesciamento di Gheddafi per motivi "umanitari" è costato, secondo alcune fonti, 50.000 morti. E nessuno ha chiesto ai cittadini libici se volevano essere salvati, come nessuno intende chiedere ai cittadini siriani se vogliono essere salvati da Assad.

    Ma lasciamo pure in sospeso il giudizio sull’origine del conflitto e le analogie, innegabili, con il cambio di regime in Libia. Sta di fatto che il regime siriano ha offerto una via pacifica e democratica per la risoluzione del conflitto: svolgere elezioni, lasciare ai siriani la parola, far decidere a loro da chi vogliono essere governati.

    I cosiddetti "democratici" e "umanitari" questa soluzione l’hanno rifiutata. E anche questo è un fatto.

    Ora giudichi lei, sempre che sia capace di esprimere un giudizio imparziale, se il mio punto di vista è farneticante come dice.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 5 giugno 2014 23:28

    <<Qualcuno vuole darmi una spiegazione almeno plausibile?>>

    Non si aspetti spiegazioni plausibili da SiriaLibano, caro Alexfaro. L’unica spegazione plausibile che potrebbe darle sarebbe una autodenuncia per diffusione di falsità smaccate. E non credo sia disponibile ad autodenunciarsi.

    Come avrà notato, la quasi totalità dei mezzi di informazione occidentali spacciano una descrizione falsa e distorta delle crisi al centro dell’attenzione: Ucraina e Siria, usando quasi esattamente le stesse parole. Come se tutti diffondessero la stessa velina.

    E’ una di quelle campagne di disinformazione che avrebbe suscitato l’invidia di Goebbels: il ministro della Propaganda nazista, tanto è vasta, capillare, insistente, coerente.

    Il blog di Lorenzo Trombetta, SIriaLibano, è una di quelle fonti del sistema mediatico destinate a raggiungere il target degli internauti: forse il gruppo più renitente all’omologazione, spacciandosi per un sito amatoriale, cercando di assumere le loro sembianze caratteriali per catturarne la fiducia.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 5 giugno 2014 00:06

    Fossi in Snowden non mi fiderei di Hollande, se mai questo decidesse di offrirgli asilo in Francia.
    Né di Hollande né di qualsiasi altro capo di stato o di governo europeo.
    La crisi in Ucraina ha messo drammaticamente in evidenza il fatto che tutti i leader europei sono tenuti in pugno dagli USA e ad essi obbediscono ciecamente. In particolare Francia e UK.

    Proprio in questi giorni è in ballo la questione della multa da 10 mld di dollari che il Tesoro statunitense ha affibbiato al colosso finanziario francese BNP Paribas:
    http://www.repubblica.it/economia/f...

    Larent Fabius, ministro degli esteri francese, non ha messo minimamente in dubbio il diritto degli USA di spremere BNP con la minaccia di ritirargli la licenza ad operare negli Stati Uniti. Si limita a ritenere "non ragionevole" la somma imposta.

    Dal canto suo il governatore della Banque de France, Christian Noyer, ha provato a fare presente che "abbiamo verificato che tutte le transazioni incriminate erano conformi alle regole, leggi, regolamenti a livello europeo e francese. Non c’è alcuna contravvenzione a queste regole, né
    del resto alle regole emanate dalle Nazioni Unite". Noyer allude, molto educatamente, al fatto che l’ONU non ha avallato le sanzioni che secondo il Tesoro americano BNP avrebbe violato. E che dunque, ai sensi del diritto internazionale, non è stata commessa alcuna violazione che giustifichi la multa.

    Poco importa: ogni transazione in dollari (e il dollaro è valuta di scambio e di riserva internazionale) deve avere l’avallo negli USA, senza il quale è nulla. Dunque o BNP paga o dovrà rinunciare alle transazioni in dollari.

    Le somme finora incassate dal Tesoro americano per "multe" applicate alle banche europee per la violazione di sanzioni decise dagli USA sono, in milioni di dollari:
    Credit Suisse - 2.500; HSBC - 1.200; ING - 619; Standard Chartered - 667; Clearstream
    Banking - 152. E ora tentano il colpo grosso con BNP - 10.000.

    Qualcuno ha visto o sentito proteste da parte dei leader o dei burocrati europei commisurate alle perdite subite dal sistema finanziario europeo? Io no.

    E cosa dimostra questo?

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 4 giugno 2014 23:14

    Se l’intento di Trombetta era quello di ridicolizzare quella che definisce "propaganda di regime" direi che si è dato la zappa sui piedi.
    Il resoconto che propone infatti, nonostante i toni sopra le righe, risulta assai più veritiero e realistico dei suoi soliti commenti, e dei commenti che si trovano sulla stampa occidentale riguardo alla crisi siriana.
    E’ un fatto che il regime siriano nel 2012 ha varato una nuova costituzione, pluralista e democratica, che pone fine al monopolio del potere del partito Baath e mette a disposizione degli elettori la carica di presidente. 
    Ed è un fatto che i cosiddetti democratici occidentali: USA in testa, hanno da subito rifiutato di appoggiare la via democratica alla risoluzione del conflitto, peraltro da loro stessi fomentato e sostenuto, dando voce ai cittadini siriani. Alla faccia della democrazia, del diritto internazionale, del diritto all’autodererminazione dei popoli.

    La propaganda di regime, la più sfacciata e volgare, la si trova sui media occidentali. SiriaLibano compreso, ovviamente.

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