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 Home page > Attualità > Mondo > Mordechai Vanunu invitato a Londra, Israele gli nega il permesso

Mordechai Vanunu invitato a Londra, Israele gli nega il permesso

Dieci anni dopo aver finito di scontare la condanna a 18 anni di carcere per aver rivelato al Sunday Times (correva l’anno 1986) informazioni sul programma nucleare israeliano, Mordechai Vanunu continua a essere sottoposto a una incomprensibile e ingiustificabile serie di restrizioni. Ne avevamo parlato ad aprile in questo blog.

Tra queste restrizioni, quella più pesante è il divieto di viaggiare all’estero.

Il nuovo capitolo della persecuzione ai danni di Vanunu ha origine dagli inviti a recarsi a Londra dal 17 al 19 giugno per prendere parte a un convegno di Amnesty International sulla protezione dei whistle-blowers (sull’inadeguatezza delle traduzioni italiane di questo termine, leggete qui) e per pronunciare un discorso al parlamento di un paese, il Regno Unito, che non può essere certo annoverato tra quelli ostili verso Israele.

Gli inviti erano stati inoltrati per tempo, accompagnati da una richiesta di Amnesty International alle autorità israelianeIl 22 maggio il ministero dell’Interno ha respinto la richiesta d’autorizzazione di Vanunu a viaggiare nel Regno Unito.

Il suo avvocato ha fatto ricorso alla Corte suprema, chiedendo di ribaltare la decisione del ministero e di annullare il divieto di viaggiare all’estero e tutte le altre restrizioni ai danni di Vanunu. La decisione del massimo organo giudiziario israeliano è prevista il 10 o l’11 giugno.

Secondo Israele, a 28 anni dalle sue rivelazioni e dopo aver trascorso 18 anni in carcere (11 dei quali in isolamento) Vanunu costituisce ancora una minaccia alla sicurezza nazionale. Sarebbe utile capire perché.

 
 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.137) 8 giugno 2014 12:25

    A 28 anni dalle rivelazioni, e dopo 18 anni di carcere, Vanunu nemmeno se lo volesse potrebbe costituire una minaccia per la sicurezza di Israele.
    Ma nemmeno quando fece le sue rivelazioni su qualcosa che tutti già sapevano costituì una reale minaccia, se non alla tenuta delle bugie del regime israeliano.

    Si tratta palesemente di una vendetta, di una spietata e lunghissima vendetta che, ne sono convinto, non è condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini israeliani.

    Il caso Vanunu mostra un lato oscuro della classe dirigente "sionista" che governa il Paese: un lato irragionevole, autoreferenziale, impermeabile al dialogo, capace di mantenere per decenni una decisione a prescindere dalle trasformazioni che il tempo apporta a tutte le vicende umane, che rigetta ogni possibilità di redenzione, di cambiamento, di riscatto.

    Purtoppo questo genere di mentalità non è presente solo nel caso personale di Vanunu: incide anche in questioni di ben più vasta rilevanza per lo Stato di Israele.

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