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Egitto, condannato a 15 anni il blogger Alaa Abdel Fattah

Un sistema giudiziario completamente piegato alla volontà dell’uomo forte (e neo presidente) dell’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, ha dato un altro duro colpo al rispetto dei diritti umani.

Ieri mattina il famoso blogger e attivista Alaa Abdel Fattah – noto oppositore dai tempi di Mubarak e già finito nel mirino dei militari al potere nel 2011 – è stato condannato in absentia insieme ad altri 24 imputati a 15 anni di carcere per aver violato la legge contro le manifestazioni del 24 novembre 2013 (che prevede una pena massima di cinque anni) e per altri reati.

Secondo quanto riferito da Mona Seif, sorella di Alaa Abdel Fattah e promotrice dell’organizzazione “No ai processi militari nei confronti dei civili”, appena emessa la sentenza suo fratello è stato arrestato insieme ad altri due imputati, all’uscita del tribunale del Cairo dove aveva invano chiesto di entrare per assistere al processo.

Due giorni dopo l’entrata in vigore della legge, Alaa Abdel Fattah e altri attivisti avevano promosso un’azione di disubbidienza civile, manifestando pacificamente di fronte al Consiglio della Shura. La protesta era stata immediatamente interrotta dall’intervento delle forze di polizia.

Ai 25 imputati erano stati contestati i reati di aggressione a pubblico ufficiale, blocco della circolazione e danneggiamento a beni pubblici. Alaa Abdel Fattah avrebbe anche rubato una ricetrasmittente a un poliziotto…

Appena due giorni, Amnesty International e Human Rights Watch avevano pubblicato un lungo documento sullo stato, pessimo, del rispetto dei diritti umani in Egitto. La sentenza di oggi conferma quel giudizio.

 

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.40) 12 giugno 2014 20:44

    E’ rimasta la stessa magistratura che per 30 anni ha fornito una copertura pseudo giuridica a Mubarak e alla sua legge marziale. E’ la stessa che ha sabotato in tutti i modi il primo esperimento democratico avvenuto in Egitto creando ostacoli di ogni genere al vincitore delle elezioni: Morsi, constringendolo a forzature che sono servite come pretesto per abbattere lui insieme alla Democrazia.
    E va detto che in quell’azione la magistratura egiziana ha goduto di un vasto appoggio internazionale, nonostante la sua collaborazione col precedente uomo forte, che avrebbe dovuto far sorgere molti dubbi sulla sua imparzialità.

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