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Iaia Leone

Iaia Leone

 
"In quel mondo [quello della nascente scienza moderna agli albori del '600, ndr] ogni affermazione deve essere “pubblica”, cioè legata al controllo da parte di altri, deve essere presentata e dimostrata, discussa e soggetta a possibili confutazioni. In quel mondo ci sono persone che ammettono di avere sbagliato, di non riuscire a dimostrare ciò che intendevano dimostrare, che debbono arrendersi alle evidenze che altri hanno addotto. In quel mondo si teorizza che il modo di comportarsi, nelle contrapposizioni e nelle discussioni, debba essere severo verso gli errori, ma cortese verso le persone." -Paolo Rossi, Il tempo dei maghi-

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  • Primo articolo giovedì 03 Marzo 2012
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2012
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Ultimi commenti

  • Di Iaia Leone (---.---.---.41) 23 marzo 2016 11:51
    Iaia Leone

    ah tra l’altro: lei non ha proprio capito il senso dell’articolo. Io NON ho citato la remissione di suo figlio come sfottò, ma proprio neanche lontanamente. L’ho citato dicendo che NON essendoci studi o casistiche pubblicate, chi per ora non si sta curando con il MDB, chi è indeciso tra quello e le terapie tradizionali, chi vuole scrivere un articolo (e parlo di giornalisti seri non certo di me) non può fare altro che basarsi sulle testimonianze. Contenuti diversi dalle testimonianze NON ESISTONO e se esistono, sono incompleti e manchevoli di informazioni essenziali. Secondo me, sarebbe segno di onestà intellettuale, invece, fornire ai pazienti informazioni e riscontri oggettivi, che, sempre secondo me, potrebbero essere più attendibili e anche ispirare più fiducia delle testimonianze. Questo vale sia per i futuri e gli attuali pazienti, sia per il panorama scientifico internazionale.

  • Di Iaia Leone (---.---.---.41) 23 marzo 2016 11:38
    Iaia Leone

    Dovrebbe mettere tutta questa energia e questo livore nel pretendere che la Fondazione pubblichi studi ben fatti, dati, statistiche sulle condizioni dei propri pazienti. Non capisco perché non riteniate la questione come urgente. Sulla base di cosa avete scelto il protocollo Di Bella se non esistono casistiche che vi mostrino effettivamente che i successi della terapia sono di gran lunga superiori a quelli delle cure tradizionali? Se riesce a rispondermi nel merito le sono grata, se invece pensa di insultarmi con i suoi modi di fare diciamo poco gentili si risparmi il tempo di scrivere. 

  • Di Iaia Leone (---.---.---.41) 23 marzo 2016 11:34
    Iaia Leone

    Sulle sentenze dei giudici in Italia ci sarebbe da aprire un capitolo enorme. Basta ricordarsi dei rimborsi imposti per danni da vaccino trivalente, sulla base di una truffa conclamata. 


    Non ho detto che le persone non hanno elementi per poter decidere come curarsi: ho detto che gli studi e i messaggi forniti dalla Fondazione Di Bella non li sono e questo è evidente. Poi lei mi dice che preferisce basarsi sulle testimonianze di altre persone e questo è sacrosanto. Forse è quello che farò/farei anch’io da ammalata di cancro -ognuno di noi sa che le probabilità di ammalarsi sono altissime, quindi chi non si sente coinvolto in questi dibattiti? Nessuno. 

    Se però chi si cura con il MDB continua a basarsi su testimonianze e non su statistiche, dati o studi (che no, non ci sono e se ci sono non sono completi, attendibili, esaustivi), deve purtroppo accettare che non ci sia dialogo con la comunità scientifica -non solo italiana, ma internazionale. E questo rende inutili e sterili tutti gli attacchi all’oncologia e a quei medici che lavorano quotidianamente con i protocolli ufficiali, perché li si accusa di cose che poi gli stessi medici della Fondazione fanno. Questo lo trovo profondamente disonesto e incoerente. Tutto qui. 
  • Di Iaia Leone (---.---.---.41) 23 marzo 2016 10:05
    Iaia Leone

    Zora, non credo che il punto sia se io ’credo’, se io ’ritengo’. Io posso anche credere strenuamente che il MDB funzioni, o magari sperarlo o volerlo con tutta me stessa. Né io faccio finta di non vedere, altrimenti perché starei scrivendo? Sul marketing, il giro di soldi, gli interessi le dò ragione.


    Ma queste premesse non comportano l’accettazione cieca e per fede riposta di qualsiasi cosa. Se io sono un paziente e voglio decidere come curarmi (nonostante poi il SSN mi copra solo le cure ’ufficiali’, ma questo è un altro discorso), vado sul sito della Fondazione e mi guardo i risultati del protocollo Di Bella. La domanda è: cura? guarisce? quali sono le aspettative di vita a 5 anni? Solo che, al di là dei post di Adolfo o dei vari messaggi sensazionalistici, un paziente non trova altro. E questo è il problema -e neanche poco grave. Se io paziente mi apro i link agli studi che sono elencati a conferma dei successi del MDB e leggo quanto riportato, mi accorgo che mancano i dati di cui avrei bisogno per decidere coscienziosamente e debitamente informato.
    Se di 23 pazienti con tumori a testa e collo leggo che 2 sono sopravvissuti e gli altri dopo 3, 6 o 10 mesi dall’inizio della cura stavano meglio, quello che leggo NON è un’informazione corretta o esaustiva. Perché io da paziente ho il diritto invece di leggere innanzitutto 1. come stanno questi pazienti non dopo 3, 6, 10 mesi, ma dopo 5 anni; 2. dati oggettivi sulla loro condizione, non descrizioni del tipo il tumore si è ridotto di circa il 50% (cosa vuol dire ’circa’?vuol dire 49,9, 45, 55, 40%?); 3. vedere delle statistiche che mi mostrino chiaramente quali sono le percentuali di guarigioni e che le mettano a confronto con i risultati di chemio, chirurgia o radio. 

    Omettere queste informazioni è un danno per il paziente, che CREDE di essere informato, in realtà sta accendendo a informazioni PARZIALI e non utilizzabili per una SCELTA consapevole. 

    Proprio perché chi sostiene il MDB si lamenta della mancanza di trasparenza da parte della medicina cosiddetta ufficiale, dovrebbe perlomeno pretendere quella stessa trasparenza da Di Bella e dai prescrittori
  • Di Iaia Leone (---.---.---.219) 22 marzo 2016 23:08
    Iaia Leone

    Dovrebbe essere nell’interesse della Fondazione Di Bella tenere un database con una registrazione di pazienti, patologie e terapie. E non richiede nemmeno tanto tempo, dal momento che immagino che ogni medico prescrittore abbia una scheda sul paziente in cura, anche perché essendo il protocollo -come ho letto più volte sui siti dedicati- cucito su misura per forza di cose ci deve essere una qualche documentazione in cui tutte le informazioni su ogni singola persona sono registrate. Non è nulla di costoso, o di particolarmente impegnativo, è sufficiente una rielaborazione (certo fatta da personale esperto, ma mi sembra che il dott. Di Bella Giuseppe lo sia, così come i suoi colleghi) su dati già raccolti. 


    Non è che è un problema "dovere dimostrare che funziona", sarebbe semplicemente un segno di serietà e affidabilità, ma più verso i pazienti, che verso la "scienza ufficiale".
    Se lei invece guarda sul sito ufficiale della Fondazione, vedrà che sono sì citati degli studi, ma se lei apre i link e li legge si accorgerà che sono manchevoli di informazioni che secondo me sono essenziali. Tipo, in questo studio retrospettivo su 23 tumori a testa e collo vengono presentate remissioni o guarigioni a 6 o 10 mesi dall’inizio del trattamento, ma poi non ci sono aggiornamenti (le statistiche sui tumori si fermano a 5 anni dalla diagnosi e sono accusate di essere inattendibili; Di Bella si ferma a neanche un anno dopo, però va bene); ci sono descrizioni di pazienti genericamente in buona salute o migliorati, ma mancano dati oggettivi che possano avvalorare queste valutazioni soggettive; infine spesso non si capisce se il MDB sia stato realmente il protocollo in prima linea. Oppure ancora, qui Adolfo di Bella sostiene che le percentuali di guarigione di linfomi H e non H trattati con chemio o radio siano rispettivamente del 40 e del 10%, cosa assolutamente non vera. E nemmeno linka una fonte a quanto sostenuto. 

    Per cui la mia domanda è: se siete così severi (GIUSTAMENTE) con la "medicina ufficiale", dove finisce questa GIUSTA e SACROSANTA severità davanti al Metodo Di Bella?

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