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Chi giudica (selvaggiamente) sarà giudicato. Su Selvaggia Lucarelli

La giornalista e scrittrice Selvaggia Lucarelli, conosciuta per la sua caustica ironia e la sua fama di indomita zitella (al secolo, Signora Pappalardo), in pochi giorni ha: intervistato Sara Tommasi; dichiarato di aver fatto circolare la telefonata per il bene della soubrette; insultato il medico, che secondo lei avrebbe firmato l'idoneità al volo del pilota tedesco suicida. Il tutto senza mai azzeccare una sola virgola. Come è possibile?

Puntuale e sempre sul pezzo, Selvaggia Lucarelli non perde occasione per graffiare, con i suoi articoli su Libero, il suo programma radiofonico e i suoi innumerevoli post e tweet. Ne ha per tutti: per l'amante, la cornuta, la collega Barbara D'Urso, per gli ex, i corteggiatori (presunti), per ogni uomo di cui le sue nari percepiscano la presenza. 

In questa settimana di fuoco, ha avuto la fortuna di poter commentare l'incidente aereo, immedesimandosi nelle vittime e nei loro parenti. Dopo di che, ha infamato il medico curante del pilota, che, secondo lei, avrebbe firmato l'idoneità al volo. Peccato che, poche ore dopo la sua sparata, si sia scoperto che semplicemente c'era un certificato di malattia strappato in mille pezzi dall'aspirante suicida. Mannaggia. E lei che si era scaldata tanto, che aveva dato prova di empatia e sensibilità, come pochi sanno fare, sconvolta dalla tragedia e con la fortuna di potersi sfogare con la scrittura (eh, si sa, quando uno ci nasce con quel talento...).

Altra fortuna: Sara Tommasi e Andrea Diprè annunciano le nozzi imminenti. Ora, siccome già un anno fa si era preoccupata della salute della Tommasi, l'aveva invitata in radio (bei tempi quelli del tè con le amiche...) per sincerarsi che stesse bene e aveva aspramente criticato chi lucrava sulla salute della valletta, non poteva esimersi dal farle una telefonata per capire cosa stesse succedendo. 

Il dialogo rivela, ovviamente, che la Tommasi sta di nuovo molto male e che avrebbe bisogno di farsi curare. La Lucarelli sostiene di non aver assolutamente immaginato che l'amica Sara si trovasse in quello stato, 'ché altrimenti non l'avrebbe intervistata. Poi pubblica un post su Facebook, in cui spiega, testuali parole, di aver riflettuto 'un giorno intero' sull'opportunità o meno di diffondere la registrazione audio. Alla fine, dopo estenuanti dibattimenti interiori, avrebbe optato per il sì, convinta che, mostrando a tutti una verità nascosta, avrebbe lanciato un grido di allarme in soccorso della povera Tommasi. 

Ma veramente? Cioè, un attimo: la Lucarelli vuole molto bene a Sara Tommasi (sue parole), tanto che le si intenerisce la voce quando ne parla (deve averlo imparato dalla D'Urso), solo che era un anno che non la sentiva e, pur essendo costantemente immersa nei social network e nel pettegolezzo vip, non sapeva assolutamente che stesse male. Proprio per niente. Anzi: era convinta che Sara avesse trovato l'amore e voleva semplicemente congratularsi per i fiori d'arancio. Non solo: di fronte al malessere dell'amica, decide, dopo 24 ore di sofferta riflessione, che l'unico modo per aiutarla è pubblicare la telefonata. Non può contattare la Tommasi in privato, né chiamare i genitori, né rivolgersi a degli amici in comune, né andarla a trovare di persona nell'intimità di un salotto. No. L'unica cosa possibile, l'ultima spiaggia, l'azione eroica è lo sputtanamento guidato da motivi umanitari. Beh va beh, siamo al top.

In tutto questo, la Lucarelli è giornalista per Libero (pagata), autrice per Rizzoli (pagata) e si prodiga a raccontare la genesi del suo romanzo (sì, romanzo), con la serietà di una Yourcenar alla sua ultima fatica letteraria. Le critiche che riceve le liquida come sintomo di invidia, di cattiveria o di frustrazione, ma nel contempo lei giudica chiunque, dall'alto della sua intergità morale, intelligenza, posizione sociale e chi più ne ha, più ne metta.

Il tutto senza MAI azzeccare una sola virgola. Né negli articoli, né nei post (su Twitter il problema è risolto alla base, non le mette proprio). Soggetto e verbo sempre separati. Chissà che le hanno fatto...Ha proprio un accanimento patologico verso queste due parti del discorso, che secondo lei devono per forza stare divise. Non c'è una volta in cui li lasci in pace e tranquilli, vicini come meriterebbero di stare. Ora, se ragionassimo come lei, dovremmo dire che è tutta invidia: lei single per scelta (degli altri) non sopporta di trovarsi tra i piedi due, che invece single non li sono mai stati (a volte uno dei due non appare, ma lo sanno tutti che è solo un'ellissi)... Oppure, si potrebbe avanzare un'ipotesi diversa: Selvaggia non sa come si usano le virgole, non è una giornalista né una scrittrice, ma un'opinionista prestata alla carta stampata, perché fa ottimi numeri.

Eppure, giudica tutto e tutti, sicurissima che dal recinto dei suoi denti escano solo parole sacre e irrinunciabili.

La Lucarelli alle superiori doveva essere quella che diceva tutto di tutti e a tutti, giustificandosi con "io sono sincera, dico quello che penso" e nel frattempo riusciva a farsi gli affari della scuola intera. Quella che, se prendeva 5 in una versione, la colpa era della compagna di banco, che gliela aveva passata sbagliata. Quella che si scandalizzava se il moroso dell'amica metteva le corna all'amica, ma l'amante era lei. Quella che, ogni volta che aveva una domanda o un'osservazione, alzava subito la mano, convinta che il suo intervento sarebbe stato una figata. 

Quella che tutti lasciavano parlare, divertendosi e pure ascoltandola con attenzione, ma pensando poi nel profondo: "poverina".

Fortuna che si cresce (se ho sbagliato qualche virgola, è colpa della tastiera del computer!).

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.10) 30 marzo 2015 15:22

    ne uccide più l’invidia che il fucile.


  • Di (---.---.---.57) 1 aprile 2015 22:11

    con 140 caratteri a disposizione tu vorresti mettere pure le virgole su twitter, ma dove vivi? E’ un altro tipo di comunicazione.

    Piuttosto ,ma quanto hai pagato per mettere in risalto su google questo post pieno di rancore personale (single per scelta degli altri?) e tu saresti un aspirante giornalista....








    • Di Ilaria Ampollini (---.---.---.151) 2 aprile 2015 09:48
      Iaia Leone

      Considerando che ho già 28 anni e mi dedico a tutt’altro, direi che sarebbe da sprovveduta pensare di essere un’aspirante giornalista. 

      Solitamente pubblico contenuti su temi di storia e divulgazione della scienza.Questo sulla Lucarelli è un divertissement, nulla di più. 

      Non capisco per quale motivo un giudizio negativo su un personaggio pubblico debba per forza dipendere da ’rancore personale’. Per cosa dovrei essere ’rancorosa’ verso la suddetta? Mi aiuti a capire. 

      Infine: posto che per sapere che l’articolo è tra i primi risultati su Google, lei deve aver inserito come parola chiave ’Selvaggia Lucarelli’ (è il suo agente??) e questo non le rende molto onore, immagino che dipenda da AgoraVox. 

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