Depressione, la confusione de La Stampa
L'articolo uscito lunedì 21 maggio sul quotidiano nazionale "La Stampa", intitolato Depresso un italiano su cinque: le cure fai da te sono un’emergenza, dà spazio a una serie di gravi imprecisioni, facendo confusione tra cure fai da te e psicofarmaci, psicologi e psichiatri, malesseri passeggeri e patologie depressive. Un vero peccato, se si pensa a quanto bisogno ci sarebbe di un'informazione precisa su queste patologie. Scommetto è capitato anche a voi di dire o sentirvi dire: "ah sei depresso? eh ma ti devi fare forza...".
L'articolo uscito lunedì 21 maggio sul quotidiano nazionale "La Stampa", intitolato Depresso un italiano su cinque: le cure fai da te sono un’emergenza, dà spazio a una serie di gravi imprecisioni, facendo confusione tra cure fai da te e psicofarmaci, psicologi e psichiatri, malesseri passeggeri e patologie depressive.
Il titolo sembra alludere a pazienti malati di depressione che scelgono di auto-curarsi con metodi alternativi o farmaci da banco, mentre il sottotilo prosegue: Undici milioni usano psicofarmaci: quattro volte più della media europea. Ora, è chiaro che se il problema è l'uso e l'abuso di psicofarmaci, non si può parlare di cura fai da te, dal momento che gli psicofarmaci (dagli ansiolitici agli inibitori della ricaptazione della serotonina) non possono essere acquistati senza ricetta medica.
Secondo l'autore dell'articolo, questo eccessivo consumo di antidepressivi è legato alla reticenza dei pazienti di fronte al lettino dello psicologo: "Nel periodo 2010-2015, scrive il The British Journal of Psychiatry il consumo di antidepressivi in Europa è aumentato del 20%. Ma sdraiarsi sul lettino di uno psicologo fa ancora paura. Un malato di depressione su due giudica inutile il trattamento, convinto di potersela cavare da solo".
E qui le inesattezze sono due. Primo, se il ricorso a terapie farmacologiche è aumentato, non dipende certo dal fatto che il malato di depressione è "convinto di potersela cavare da solo", perché, come già detto, senza un medico che gli prescriva gli antidepressivi, non potrebbe davvero andare da nessuna parte (se non in erboristeria).
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