Mappa dell’IVG: si può fare!
I dati Ospedale per Ospedale sulle IVG effettuate di recente e sui non obiettori sono pubblicabili come ha fatto la Regione Veneto che tramite tramite le attiviste di Pro-choice li ha messi in una mappa intereattiva. Non ci sono più scuse per le altre Regioni per non pubblicare i loro dati sulle IVG.
In Italia, solo la Regione Veneto rende pubblici i dati dettagliati sugli ospedali che praticano l’IVG, inclusi i non obiettori, le modalità (RU486 vs chirurgiche) e la distribuzione per fasce di età gestazionale. Altre regioni, pur fornendo alcune molte informazioni, nascondono dati essenziali con scuse inconsistenti, come dimostrano attiviste, giornalisti e richieste legali basate sulla legge 190/2012 sull'accesso agli atti. Questo articolo evidenzia la resistenza istituzionale alla trasparenza e i tentativi di nascondere una realtà che il Veneto ha già reso chiara: si può fare!
1. Il Veneto: un’eccezione che non dovrebbe esserlo
Dal 2015, la Regione Veneto pubblica dati dettagliati sulle IVG per ogni ospedale:
- Numero di non obiettori;
- Quante IVG con RU486;
- Distribuzione per fasce di età gestazionale (8 settimane, 9-10, 11-12);
- ...e molti dati che si possono ricavare dai precedenti.
Questa trasparenza ha permesso a attiviste di Pro-Choice Italia e di altri volontari, di pubblicare una mappa interattiva con strumenti gratuiti e open source, mostrando dove sono gli ospedali e quanto sono accessibili le IVG. I dati sono disponibili con un ritardo minimo di 3 mesi (es. i dati del 2024 usciranno a marzo 2025), e la cosa più preoccupante è che altre regioni non seguono questo modello ad eccezione di poche regione che pubblicano i dati ma non in modo completo e chiaro.
La Mappa Ospedali IVG Veneto è pubblicata sul sito di Pro-Choice che così si presenta:
Pro-choice. Rete italiana contraccezione aborto Siamo una rete informale nata nel 2018 che mette in collegamento persone da diverse città d’Italia (e non solo), con diversi profili professionali e percorsi di attivismo, accomunate dall’obiettivo di difendere il diritto alla scelta, all’aborto sicuro e gratuito, alla contraccezione gratuita. Il progetto si basa sull’idea di creare un ambiente di cooperazione multidisciplinare e di scambio esperienziale in cui agire insieme per rimuovere gli ostacoli che ancora oggi vi sono in Italia, e non solo, nell’accesso all’aborto e alla contraccezione.
Per adesso la Mappa contiene ancora i dati del 2023 in quanto solitamente la Regione Veneto aggiorna il suo sito sull'IVG nel mese di Marzo di ogni anno. Nel momento in cui viene scritto questo articolo, non sono ancora presenti i dati del 2024.
Esistono altre due Mappe a livello nazionale che però non coprono tutti gli Ospedali in modo sistematico all'interno di una Regione e spesso l'anno a cui si riferiscono i dati non è recente oppure non è indicato.
Le due Mappe sono quella di Obiezione Respinta manutenuta tramite le testimonianze da Non Una di Meno Pisa (ma in generale è una Mappa di Non Una di Meno) e la Mappa di LAIGA194.
Per esempio per il Veneto la Mappa di LAIGA mostra l'Ospedale di Belluno come una struttura che esegue IVG mentre i dati del 2023 e quelli più antichi del 2022 della Regione Veneto affermano che quell'Ospedale ha il 100% di obiettori e che non fa IVG. In generale entrambe le Mappe sono poco soddisfacenti per il Veneto. Immagino sia la stessa cosa per le altre Regioni.
Obiezione Respinta pubblica le esperienze dirette delle donne che hanno abortito e quindi fornisce un livello di informazioni che nessuna mappa ha. Mortivo per cui è una Mappa che attualmente è senza pari in Italia.
Però il motore di ricerca Google mostra nei primissimi risultati la Mappa di LAIGA mentre la Mappe di Pro-Choice e di Obiezione Respinta risultano nella seconda pagina o anche oltre la seconda pagina dei risultati di ricerca, rendendo difficile trovare risultati utili per le donne del Veneto che vogliano eseguire una IVG con a disposizione dati recenti e affidabili o anche solo le esperienze di donne che hanno fatto una IVG.
Se anche i dati sulle IVG e sugli obiettori degli Ospedali fossero messi a disposizione da parte di alcune Regioni, esisterebbe il limite invalicabile dei motori di ricerca come Google che li metterebbe a disposizione delle donne che vogliano eseguire una IVG nella prima pagina dei risultati, alla sola condizione che siano pubblicate da siti istituzionali o strettamente collegati a siti istituzionali come LAIGA194.
2. Le regioni e la resistenza alla trasparenza
Nonostante il Veneto dimostri che è fattibile, altre regioni ostacolano l’accesso ai dati. Ecco alcuni casi documentati dall'inchiesta MaiDati2 di Chiara Lalli e Sonia Montegiove:
- Sicilia, Calabria, Abruzzo :
- Nessuna risposta alle richieste di dati per struttura, nemmeno ai solleciti legali.
- Emilia Romagna e Lazio :
- Forniscono dati solo per aziende sanitarie, non per ospedali specifici.
- Campania :
- Solo elenco di punti IVG e medie regionali, niente dettagli per struttura.
- Toscana :
- Dati aperti sul sito ufficiale ma incomprensibili per chi vuole rielaborarli.
- Lombardia :
- Usa hashtag (#) per nascondere numeri bassi di non obiettori, violando la chiarezza.
- Molise :
- Dati dettagliati ma non i dati sugli obiettori.
- Ministero della Salute :
- Rinvia alle vecchie relazioni (2021) e ignora le richieste di dati aggiornati. (attualmente sono usciti i dati del 2022, ndr)
3. Le scuse delle istituzioni: una cortina fumogena
Le regioni giustificano il silenzio con:
- "Protezione dei dati" : La Lombardia usa i hashtag (#) per oscurare numeri bassi, ma il Veneto dimostra che è possibile pubblicare i dati in modo che siano utili.
- "Complessità tecnica" : La Toscana rende i dati non chiari, nonostante esistano strumenti gratuiti per pubblicarli correttamente.
- "Priorità sanitarie maggiori" : Una scusa ripetuta dalla Sicilia e dalla Calabria (‘vi faremo sapere’), ma che non spiega il rifiuto di rispondere ai protocolli.
Come afferma la legge :
Secondo la legge 190/2012 , l’accesso alle informazioni pubbliche è un diritto fondamentale . L’articolo 1 chiarisce che le amministrazioni devono dare prevalenza alla trasparenza a meno che non vi siano limiti specifici (es. rischi per la privacy). Il Veneto ha dimostrato che i dati possono essere resi pubblici senza rischiare la privacy dei pazienti o dei medici.
Conclusione: Trasparenza o censura?
Le regioni che nascondono i dati sulle IVG alimentano disuguaglianze territoriali e costringono donne a correre rischi inutili. Il Veneto con il contributo di organizzazioni di attiviste come Pro-Choice e di altri volontari, ha dimostrato che la trasparenza è fattibile: non c’è scusa per il silenzio di molte Regioni.
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