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Iaia Leone

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"In quel mondo [quello della nascente scienza moderna agli albori del '600, ndr] ogni affermazione deve essere “pubblica”, cioè legata al controllo da parte di altri, deve essere presentata e dimostrata, discussa e soggetta a possibili confutazioni. In quel mondo ci sono persone che ammettono di avere sbagliato, di non riuscire a dimostrare ciò che intendevano dimostrare, che debbono arrendersi alle evidenze che altri hanno addotto. In quel mondo si teorizza che il modo di comportarsi, nelle contrapposizioni e nelle discussioni, debba essere severo verso gli errori, ma cortese verso le persone." -Paolo Rossi, Il tempo dei maghi-

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  • Primo articolo giovedì 03 Marzo 2012
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2012
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Ultimi commenti

  • Di Iaia Leone (---.---.---.181) 21 marzo 2016 15:20
    Iaia Leone

    Gentile Marta, non sono una giornalista. Ovviamente. E se lei vuole può scrivere un articolo in risposta al mio e pubblicarlo a sua volta su AgoraVox (lo deve sottomettere al giudizio della community e se passa per maggioranza di voti lo trova velocemente online). Detto questo: io credo che lei non abbia letto l’articolo. Risponda nel merito, invece di attaccare me come persona. Se non risponde nel merito della questione, non può esserci alcun caffè né dialogo. Mi spiace per il nome sbagliato. 

  • Di Ilaria Ampollini (---.---.---.37) 15 maggio 2015 10:43
    Iaia Leone

    Ripeto e confermo: lei sta facendo confusione. La Fondazione di Veronesi è un’istituto privato. Ciò vuol dire che non è una questione di risorse limitate, perché non si tratta di esami che gravano sulla sanità pubblica. In ogni caso, le mammografie coperte dal SSN, quelle gratuite per l’utente, coprono la fascia di età dai 45 ai 69 anni, per una frequenza di una ogni due anni. Il SSN copre anche, per esempio, i costi del pap-test, che è gratuito dai 25 anni (mi pare) in su. Se vuole possiamo confrontare anche la mortalità di tumore alle ovaie e all’utero e infarti e fare un discorso di re-indirizzamento delle risorse, la qual cosa mi sembra in realtà molto sterile. O possiamo ipotizzare che ci siano giri di interesse anche dietro ai pap-test. Forse lì sono i produttori di quei bastoncini che l’ostetrica infila in vagina a fare pressioni. 

    La Fondazione Veronesi (e da qui deduco che lei sia un po’ impreparato sull’argomento) non si occupa solo di oncologia, ma anche di cardiologia, neuroscienze, pediatria e ginecologia, per cui dimenticare gli infarti non va certo a loro vantaggio. Se lei si fa un giro sul sito della Fondazione, vedrà che sono tantissimi gli articoli che affrontano il problema della prevenzione: a fianco dei programmi di screening, l’accento è posto su alimentazione e sport. Dunque vogliamo pensare che Veronesi sia sovvenzionato da fruttivendoli e palestre? 

    Mi spiace che lei non si fidi del suo medico e non assuma il farmaco che le è stato prescritto. Le consiglio di cambiare medico. Il mio medico di base è totalmente trasparente su effetti indesiderati, trials clinici falsati (le suggerisco l’ottimo Effetti collaterali, di Ben Goldacre, che analizza in dettaglio il problema) e efficacia delle terapie. Essendo i dottori uomini, come i meccanici o gli insegnanti, è ovvio ce ne siano di più e di meno bravi, di onesti e di disonesti, di competenti e di impreparati. Evidentemente lei non è in buone mani. 

    A me della proposta ’positiva’, della pars contruens del discorso di Grillo non interessa NULLA. Anche concentrandosi su quell’80% di cui sopra, tutto ciò che si nota, purtroppo, è che il leader 5 Stelle ha nuovamente buttato lì frasi fumose e insensate, come nel suo stile. 
    Per quanto riguarda il 20%, infine, le faccio notare che non è un 20% innocuo, dal momento che sul blog del pifferaio (confermo la definizione) c’è (o c’era, perché molti post sono stati, guardi un po’, cancellati dopo un articolo di Wired) PIENO di articoli su malattie che non esistono, cancro provocato dai vaccini, trivalente e autismo, AIDS che non esiste... Capisce bene quindi che quel 20% è solo la punta di un iceberg, che speriamo si sciolga il prima possibile, trascinando con sé l’ignoranza di un movimento a-scientifico. 
  • Di Ilaria Ampollini (---.---.---.37) 14 maggio 2015 10:43
    Iaia Leone

    Ps: sul sito dell’AIRC trova percentuali di sopravvivenza, incidenza di tumori, prognosi, programmi di screening, consigli per la prevenzione (sempre che lei si fidi dell’AIRC, sa com’è, riceveranno sovvenzioni pure loro...)




  • Di Ilaria Ampollini (---.---.---.37) 14 maggio 2015 10:39
    Iaia Leone

    Senta, lei sta facendo una confusione enorme e controproducente. Se vuole discutere, discutiamo, ma cerchi di costruire un discorso che abbia capo e coda e di portare argomentazioni intelligibili

    La frase da lei riportata "il tumore al seno in donne da 40 a 50 anni raggiunge il 39%, quello alla prostata in uomini dai 50 ai 70 anni il 46%" termina con la seguente considerazione: "Siamo dunque una “riserva” di tumori che fortunatamente in larghissima misura rimane silente". Questo significa che in assenza di sintomi clinici, spesso la diagnosi non viene fatta (soprattutto se si parla di soggetti anziani) o, se viene fatta, non porta a terapie, che sarebbero in molti casi inutili e non necessarie. 

    Lei è libero di pensarla come vuole su Grillo, Veronesi e la mammografia. Ma un leader politico che, durante una marcia per il reddito di cittadinanza, sente la necessità di dichiarare che ’le mammografie hanno ridotto la mortalità per cancro in percentuale bassissima’, sottintendendone dunque l’inutilità, è quanto meno criticabile. Oppure no? (Altrimenti ne parli con le donne a cui una mammografia ha salvato la vita, tipo la mia professoressa che a 39 anni in sette mesi è guarita da un carcinoma al seno preso per fortuna in tempo, con una mammografia che lei neanche voleva fare). 

    Le case farmaceutiche hanno degli interessi. Certamente. Ovvio. Mi pare che qualsiasi azienda li abbia. Se non guadagnano, non sopravvivono. Se vuole, possiamo auspicarci che tutta l’industria farmaceutica fallisca, ma non credo sia una bella idea. Anche il meccanico ha interessi economici, così come l’elettricista, il veterinario, l’imprenditore e qualsiasi altra persona che lavori per vivere e voglia mandare avanti un’attività. Dunque cosa facciamo? Accusiamo il meccanico di mentire sulle gomme da cambiare, l’olio da sostituire o le pastiglie dei freni da buttare? Oppure ci fidiamo delle sue competenze?

    Se lei non vuole fare prevenzione, fare screening, curarsi il colesterolo o la pressione alta, per non arricchire le case farmaceutiche, è liberissimo di farlo. Si ricordi, in ogni caso, che il primo interesse delle case farmaceutiche è CURARCI, perché più a lungo la popolazione vive, più emergeranno disturbi cronici (tradotto: guadagno sicuro protratto su lungo tempo).

    Forse allora il vero problema è l’ignoranza, che ostacola qualsiasi capacità di discernimento tra ciò che è ragionevole e ciò che è invece irresponsabile e assurdo, al di là di ogni dubbio. Ma se vogliamo dare la colpa alle case farmaceutiche, a Veronesi, ai medici e fidarci del pifferaio magico, nessuno ci vieta di farlo. 

  • Di Ilaria Ampollini (---.---.---.129) 13 maggio 2015 16:03
    Iaia Leone

    Grazie del commento.

    Per inciso, Davide Vannoni è stato fino a poco tempo fa professore associato di psicologia generale presso l’Università di Udine!

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