• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Caso Shalabayeva: Emma Bonino, che lezione!

Caso Shalabayeva: Emma Bonino, che lezione!

Alma Shalabayeva e la figlia possono tornare in Italia.

“Dietro questo colpo di scena c’è il lavoro della diplomazia italiana che in questi mesi ha cercato di riparare il danno fatto a primavera con la “deportazione” della donna. Ed è stato proprio al ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, che la Shalabayeva ha telefonato la vigilia di Natale per rivolgere all’Italia «grandissimi ringraziamenti per l’incisiva assistenza fornita da Roma per farle riacquistare la libertà di movimento». E ieri la Bonino, in un’intervista al Tg de La7 ha detto: ‘Questo caso mi è bruciato, perché non c’entravo nulla. La legge italiana - ha aggiunto - per giusta o sbagliata che sia, affida il controllo del territorio al ministro dell’Interno: punto. La Farnesina viene richiesta solo se si tratta di diplomatici accreditati’”, scriveva ieri La Repubblica.

Ma, ciononostante, i petulanti "saggi" di casa nostra, gli insopportabili soloni dell’intransigenza e del politicamente (a loro dire) corretto che impestano la politica e il giornalismo italiano, sono tornati alla carica.

Non si sono accontentati di aver promosso il boicottaggio latente o esplicito dei referendum radicali che avrebbero permesso quantomeno l’apertura di un dibattito aperto, pubblico e stimolante su temi come il reato di clandestinità o l’ottusamente repressiva legge antidroga; entrambe promosse dalla destra e responsabili dell’ignobile sovraffollamento delle carceri italiane in cui si vive come nelle baraccopoli del terzo mondo (il che ci costerà dei bei soldi in sanzioni europee).

No, non contenti del loro boicottaggio, grazie al quale tutto è rimasto come la destra razzista e ultraconservatrice ha voluto, rispolverano le trite accuse al ministro Bonino per l’inverosimile vicenda Shalabayeva, in cui è assodato che tra Bonino e Alfano la differenza di responsabilità, di consapevolezza e di gestione era a dir poco abissale.

Eppure, nonostante le due figure fossero agli antipodi, per storia personale, curriculum politico, interessi e passionalità, per settimane ci sono stati stormi di avvoltoi che gracchiavano in continuazione “tutti uguali, tutti uguali” . Incapaci di capire o interessati a tutto fuorché alla questione della donna kazaka ?

Ma, come si sa, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. O peggior tonto di chi non vuol capire.

Così per mesi hanno messo bellamente, e astiosamente, sullo stesso piano il responsabile degli Interni - e responsabile delle forze che materialmente hanno agito in violazione di ogni e qualsiasi legge scritta e non scritta di questo continente (non solo di questo paese) - e quello degli Esteri a cui non veniva detto né comunicato un emerito piffero di quanto tramavano i diplomatici kazaki nelle segrete stanze del Viminale e della Questura, in combutta proprio con i più vicini funzionari del ministro Alfano e agendo come fossero a casa propria.

Finita la farsa e letta la piccata dichiarazione di Emma Bonino, che da subito distinse le sue responsabilità da quelle di Alfano, non appena scoperchiata la pentola mefitica del caso, ecco che i soloni dell’intransigenza sopra ogni cosa, anche della vita della Shalabayeva di cui si dichiarano difensori ex abrupto, tornano a dare la loro lezioncina perché Bonino non si alzò sdegnata e sdegnata non sbattè la porta voltando le spalle al perfido Alfano, all’infido Letta, dimostrando così di non essere “uguale”; come se una vita intera a combattere per i diritti umani e civili in ogni parte del mondo non fosse sufficiente e dovessere essere ancora necessario dimostrare proprio ai soloni di casa nostra - cui inspiegabilmente si dovrebbe rendere conto, ma non si sa proprio perché - la propria validità umana e personale.

Avrebbe dovuto dimostrare la propria diversità sbattendo la porta del governo di cui fa parte, ma ovviamente così avrebbe sbattuto la porta in faccia anche - guarda caso - all’innocente Shalabayeva e, peggio che mai, all’anima candida di sua figlia.

Ma bisogna ancora evidenziare, per i soloni da bar sport, che lei è uguale a tutti nella colpevolezza, anche a storia finita nel migliore dei modi.

Quello che importa sottolineare è invece che il ministro Bonino abbia messo sopra ogni cosa e sopra anche ad ogni sua personale esigenza di distinguere la propria dall’altrui immagine pubblica, che sono e restano incomparabili, l’esigenza di operare per la vita e la libertà di Alma Shalabayeva.

E che abbia tenuto presente in ogni momento la necessità inderogabile di riscattare il nostro paese dall’ignobile figuraccia mondiale causata dagli interessi non dichiarabili di non si sa chi (eufemismo) con la cricca al governo in Kazakistan.

Non ha alcuna importanza, per i soloni da salotto, che Emma Bonino si sia dedicata a lavorare sottilmente, carsicamente, con movimenti cauti e attenti, a passi felpati e con pazienza certosina per mantenere stretti i rapporti con il regime anziché sbattere fuori a calci nel sedere l’arrogante ambasciatore intrallazzatore (che il Presidente della Repubblica, su suggerimento dell’ acclarato evasore fiscale, Silvio Berlusconi, ha insignito di un’alta onoreficienza al merito di non si sa cosa, ma su questo tutti zitti).

Tenere stretti rapporti con il regime era il solo modo - ci arriverebbe anche una rana decerebrata - per ottenere l’unica cosa che, in tutta questa vicenda conta davvero: la sicurezza fisica, la ritrovata libertà di movimento e il rispetto dei diritti civili di Alama Shalabayeva e di sua figlia.

Abbiamo visto come opera un Ministro degli Affari Esteri con i controfiocchi che, in silenzio, per settimane, senza reagire alla marea montante di insulti, scherno, provocazioni e rimbrotti (qualcuno anche mio, molto accorato ma comunque ingiusto) è riuscita a mettere una pezza - dal punto di vista dei diritti umani, ché di più non poteva - alla terrificante protervia della coppia Alfano-ambasciatore kazako. Fino a riportare a Roma la donna deportata a forza con la figlia nella tana del loro lupo.

Ma Emma Bonino avrebbe dovuto andarsene, dicono i soloni, per dimostrare di non essere complice con il governo di cui è ministro. Abbandonando Alma Shalabayeva e sua figlia al loro destino (ma su questo piccolo particolare i saccentoni di casa nostra preferiscono sorvolare).

L’unica cosa che importa a questi mestatori di professione è infangare l’unica persona, di questa compagine governativa, che per la sua storia personale sta sopra, molto sopra, ad ogni schizzo di fango. Da qualunque parte provenga.

Emma Bonino ha dato a tutti gli animali del cortile politico italiano - gli avvoltoi, gli squali, i grilli parlanti, le scimmie urlanti, i pappagalli e soprattutto ai serpenti - una lezione indimenticabile di altissima capacità personale nell'ambito della politica estera italiana già messa a dura prova sia dal caso in questione che da quell'altra intricata vicenda dei marò che un precedente ministro voleva tenersi a casa in barba al diritto internazionale e alla parola data dalle nostre più alte istituzioni; roba da furbetti del quartierino.

Quella di Bonino è una lezione esemplare di come si perseguono - davvero, non a chiacchere da bar o a urla da stadio - i diritti civili e umani, ovunque nel mondo.

Ma qui siamo al bianco e nero. Al ballo degli opposti, proprio quando tanti, troppi hanno gracidato al ‘tutti uguali, tutti a casa’ adeguandosi alla vulgata più recente.

Questa è stata una lezione impareggiabile di come si gestisce una crisi internazionale. Peccato che non si possa vedere anche come Emma Bonino sarebbe capace di governare. Troppi cialtroni - della prima, seconda e terza repubblica - le impediscono di farlo, ma non è un caso che tutti i sondaggi in occasione dela elezione del Presidente della Repubblica, la vedevano sempre ai primi posti nelle preferenze popolari.

Mentre i soloni di casa nostra blaterano le loro fanfaluche, lei lavora per i diritti umani mettendo a rischio anche la propria inattaccabile immagine pubblica pur di poterlo fare.

Non è differenza da poco.

 

Foto: Eu University/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.241) 28 dicembre 2013 17:39

    Ho letto solo le prime righe degli ultimi capoversi, mi è sembrato uno spot pubblicitario, quindi ho evitato la lettura.

    Devo dire che la Shalabayeva è stata rapita dal governo italiano e consegnata a un dittatore, quindi non capisco la contentezza del rapitore per rimettere le persone dove si trovavano prima del rapimento.

    La Bonino non è certamente una rapitrice ma una complice quantomeno di questo sistema di rapitori.

    La Shalabayeva non doveva essere mossa di un millimetro dalla sua casa dal Governo italiano altro che rapirla per poi rimetterla nella sua casa.

    Tant’è che è quasi certo che se ne andrà dall’Italia, covo di rapitori.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 28 dicembre 2013 18:11
      Fabio Della Pergola

      Se non leggi oltre i primi due capoversi dell’articolo non hai modo di capirne il senso. Alla fine lo definisci "spot pubblicitario" che guardacaso è il titolo de il Giornale

      http://www.ilgiornale.it/news/inter... uno dei "soloni" di destra (poi ci sono anche quelli di sinistra).

      La Bonino non è una rapitrice né una complice (a meno di non capire un bel niente di quello che è successo in questo caso). Ma ha subìto una situazione di illegalità gestita da altri. Poi è stata l’unica che in silenzio si è rimboccata le maniche per rimettere le cose al loro posto. E le persone pure. E scusate se è poco.

    • Di (---.---.---.241) 28 dicembre 2013 22:30

      È notizia di oggi che la Shalabayeva se n’è andata dal "covo di rapitori. È andata in un paese civile: la Svizzera.

      Trovo che sia estremamente comica l’affermazione che la Bonino sia una vittima: «(la Bonino) ha subìto una situazione di illegalità gestita da altri.» La Bonino è una complice di Alfano, la vittima è la Shalabayeva.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 29 dicembre 2013 00:29
      Fabio Della Pergola

      Certo, Continua la solfa del "tutti uguali". Forse che la Shalabayeva ha ringraziato anche Alfano oltre che la Bonino ?

    • Di (---.---.---.184) 29 dicembre 2013 18:38

      Io trovo che la coppia Bonino e Alfano non sia distante da quella del poliziotto buono e di quello cattivo quando si fanno le torture.

      http://www.roberto-vincenzi.com/asp...

      «Lo schema classico d’interrogatorio di un detenuto da parte della polizia prevede l’impiego di due tipi di poliziotti: il primo gioca il ruolo del "cattivo", che picchia, mentre il secondo recita la parte del "buono", che offre caffè, sigarette e comprensione all’interrogato, cercando di accattivarsene la confidenza.»

      Certamente la Bonino non è una torturatrice e nemmeno una "cattiva" ma gioca in casa del rapitore (Alfano e il sistema di potere italiano) e questo basta per la vittima per fare poche differenze e scappare il prima possibile in Svizzera.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 29 dicembre 2013 20:09
      Fabio Della Pergola

      Per fortuna non ha smesso di giocare in casa del governo altrimenti - con molta probabilità - della Shalabayeva non avremmo saputo mai più niente. La caparbietà di Emma Bonino è stata certamente all’origine della soluzione politica del caso e ha trovato forza molto probabilmente dal fatto che la questione "le scottava" parecchio.

      Ma vi costa tanto ammetterlo ?

  • Di (---.---.---.164) 29 dicembre 2013 01:29

    E vero la Bonino e stata ringraziata più volte dalla Rapita facendo recuperare in piccola parte la Brutta Figura fatta in questo Tragicomico evento Italico Governativo

    • Di paolo (---.---.---.204) 29 dicembre 2013 11:27

      Ma è solo perché ce l’hai con i radicali ed in particolare con la Bonino o proprio non hai capito niente di quello che è successo ?

      Ma che c’entra la Bonino con l’estradizione? Hanno fatto tutto forze dell’ordine e ministero degli Interni ( vedi Alfano che oltretutto ha dichiarato che manco lui ne sapeva niente (-sic!!? ) ) .
      Poi ci schiodi la teoria del "siccome stai con lui sei come lui " che ,volendo ,si potrebbe estendere all’infinito . Ma le responsabilità individuali non esistono più ? Rapitori ?
      Ma che razza di modo di ragionare è ?
      Certo Fabio Della Pergola (detto FDP) è un radicale di lungo corso ,la Bonino (sulla quale ho le mie brave riserve ma che stimo di gran lunga più di molti altri ) è una autorevole esponente radicale che ha rimediato brillantemente ad una "cazzata che puzza di marcio " lontano un miglio e FDP ne è giustamente orgoglioso . E allora ? Tu non leggi l’articolo per questo ?
      Chiamalo pure spot , ma Dio lo volesse che tutti gli "spot " si riferissero alla verità .
      ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 29 dicembre 2013 11:37
      Fabio Della Pergola

      beh proprio un "radicale di lungo corso" non direi, ma le mie simpatie non le ho mai negate. Condivido ovviamente tutto il tuo commento.

  • Di paolo (---.---.---.204) 29 dicembre 2013 11:29

    Ovviamente mi riferivo ai commenti di @241,

  • Di Persio Flacco (---.---.---.206) 1 gennaio 2014 12:44

    Da Wikipedia: 
    <<Muxtar Qabılulı Äblyazov [...] è un imprenditore e politico kazako, dissidente dal governo Nazarbaev.
    Ex banchiere e politico, è divenuto oggetto di investigazioni da parte dell’Alta corte del Regno Unito per l’accusa di essersi appropriato indebitamente di miliardi di dollari dalla BTA Bank tra il 2005 e il 2009. Inoltre, gli è stata inflitta una pena restrittiva per non aver ottemperato a un ordine con cui l’Alta corte ingiungeva di rivelare quale fosse la sua reale consistenza patrimoniale[1] Il 31 luglio 2013 è stato scovato in Francia, dove è stato tratto in arresto dalla Gendarmerie nationale mentre si nascondeva a Cannes.>>

    "Dissidente": parolina magica che, grazie ad una lunga e tenace opera di condizionamento dell’opinione pubblica, viene immediatamente associata ai valori positivi di lotta contro l’oppressione autoritaria per la libertà, la democrazia, i diritti umani.

    In realtà il marito della signora Shalabayeva sembra tutt’altro che un povero cristo perseguitato, sembra invece un intrallazzatore niente male e tutt’altro che povero.

    Questo non significa ovviamente che la signora sia in automatico da considerarsi corresponsabile e/o connivente con gli affarucci del marito.

    Tuttavia ricordare il background famigliare sottostante alla vicenda potrebbe essere utile a contenere la straripante, stucchevole, ipocrita retorica sui diritti umani violati che si è riversata su quello che è infine un caso di rimpatrio forzato dai contorni poco chiari che ha riguardato personaggi quantomeno controversi in patria e fuori.

    Altro discorso ancora è quello che riguarda la passività degli organi governativi e giudiziari verso l’attivismo dei diplomatici kazaki e l’approssimazione dimostrata nella gestione del caso da parte di certi ambienti ministeriali. Questo si è intollerabile.

    • Di paolo (---.---.---.204) 1 gennaio 2014 16:25

      Totalmente d’accordo con Persio .

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 1 gennaio 2014 16:47
      Fabio Della Pergola

      Equiparare la moglie - dichiaratamente innocente (altrimenti non le avrebbero rilasciato un passaporto valido per l’espatrio) anche dalla magistratura di un paese che di democratico non ha notoriamente niente - e di conseguenza equiparare i suoi diritti civili a quell’ambiguo personaggio di suo marito è una logica che è stata espulsa dalla mentalità giuridica dei paesi democratici fin dalla loro nascita.

      Anzi già nel libro biblico del Levitico e perfino nel Corano si legge che ognuno è responsabile per le proprie colpe e non per quelle altrui e deve pagare per le proprie colpe e non per quelle altrui.

      Quindi questo commento si porta dietro una evidente mentalità da ideologia autoritaria, vuoi il Comintern di stalinista memoria vuoi il Gran Consiglio del fascismo. A scelta.

      Secondo questa mentalità, che di democratico non ha nemmeno la parvenza, è legittimo spargere o insinuare che una donna - anche quando a parole le si debbano riconoscere dei diritti "civili" - ha comunque diritti umani su cui è lecito dubitare, anche quando della sua colpevolezza non c’è traccia alcuna.

      Insinuare o infangare va bene comunque, nella logica di questo commento, purché si possa usare la vicenda per contenere (cioè denigrare) "l’ipocrita o stucchevole retorica" dei diritti umani violati. Che è quello che interessa davvero, è palese, al commentatore (e a chi concorda con lui). Cioè di chi se ne strafotte dei diritti umani purché si possa parlar male di qualcuno che ha agito bene, che era il vero argomento dell’articolo.

      Penoso.

    • Di (---.---.---.233) 1 gennaio 2014 18:36

      Concordo con Della Pergola.

    • Di paolo (---.---.---.204) 2 gennaio 2014 09:07

      Però non mi sembra che Persio volesse far coincidere la posizione della Shalabayeva con quella del marito ,la cui figura è senz’altro tutta da verificare .Tutt’altro .
      Nel caso specifico più che una violazione dei diritti umani si è trattata di una marchetta che ambienti istituzionali , probabilmente contigui a Berlusconi , hanno voluto fare all’amico Nazarbaev .
      Cosi’ la vedo io . La violazione dei diritti umani semmai è venuta per conseguenza e ,per dirla tutta , non mi sembra l’aspetto più grave della vicenda .
      ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 2 gennaio 2014 10:06
      Fabio Della Pergola

      Quello che ha scritto PF è “Tuttavia ricordare il background famigliare sottostante alla vicenda potrebbe essere utile a contenere la straripante, stucchevole, ipocrita retorica sui diritti umani violati che si è riversata su quello che è infine un caso di rimpatrio forzato dai contorni poco chiari che ha riguardato personaggi quantomeno controversi in patria e fuori”

      La questione si è risolta invece proprio in questo: nella violazione macroscopica dei ‘diritti umani’ e civili della signora e della figlia minore. Sennò di cosa stiamo parlando ? Farlo passare per un banale “rimpatrio forzato dai contorni poco chiari” significa perdere volutamente il senso del diritto proprio di uno stato democratico (che dovrebbe definirsi appunto “stato di diritto”) per trovarsi così esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di quelle forze “oscure” che hanno orchestrato la “marchetta”. Il tutto giustificato – esattamente come farebbe un Alfano qualsiasi – dall’idea aprioristica che donna e figlia siano “personaggi quantomeno controversi in patria e fuori”. E’ una giustificazione propria da stato che ha perso il Diritto e sposa la tesi della ‘contiguità’ ipotizzata (o anche inventata di sana pianta, a quel punto si tratta solo di sfumature lessicali) per cui si può incarcerare chiunque sulla base di decisioni politiche, non di accuse circostanziate.

      Da qui l’azione di Emma Bonino che ha agito per ripristinare il senso dello stato di diritto nei limiti di quello che, a norma di legge, può fare. Infamarla – mettendola sullo stesso piano di Alfano – come è stato fatto quando è scoppiato il caso e come fa di nuovo molta gente, compreso PF nel suo commento, significa non capire la differenza tra stato di diritto e stato autoritario. O quantomeno significa voler negare (e infangare con termini come "straripante, stucchevole, ipocrita") la differenza tra chi agisce in un senso e chi nell’altro. Messa in questi termini la questione per me è inaccettabile.

      Da qui la mia risposta. Ciao

    • Di Persio Flacco (---.---.---.147) 2 gennaio 2014 20:24

      << Equiparare la moglie - dichiaratamente innocente (altrimenti non le avrebbero rilasciato un passaporto valido per l’espatrio) anche dalla magistratura di un paese che di democratico non ha notoriamente niente - e di conseguenza equiparare i suoi diritti civili a quell’ambiguo personaggio di suo marito è una logica che è stata espulsa dalla mentalità giuridica dei paesi democratici fin dalla loro nascita. >>

      La validità dei documenti della Shalabayeva è quanto meno poco chiara. A quanto sembra le autorità che li hanno emessi li hanno dichiarati falsi.

      In fondo ho messo il link ad un riassunto conciso ma abbastanza completo del caso, piuttosto complesso, di cui si parla.

      E’ fuori luogo tirare in ballo addirittura Levitico e Corano, dal momento che non ho affatto sostenuto che la signora Shalabayeva debba essere considerata corresponsabile delle azioni del marito: se lo sia io non lo so, e non sta a me stabilirlo. Ma neanche si può affermare che la signora ne sia totalmente estranea, come lei afferma con tanta sicurezza.

      In mancanza di prove in un senso o nell’altro quello che rimane è che la signora Shalabayeva è stata ritenuta dalle nostre autorità priva dei requisiti per il soggiorno in Italia, priva dell’immunità diplomatica, priva dello status di rifugiata politica (non risulta che al suo ingresso nel nostro Paese abbia fatto domanda in tal senso).

      In breve: la signora è stata trattata dalle nostre autorità come un qualsiasi immigrato illegale e, su pressante sollecitazione della rappresentanza diplomatica del suo Paese, è stata rimpatriata d’urgenza.

      E’ stata rimpatriata come le migliaia di immigrati illegali (poco meno di 5.000 nel 2012) che sono stati imbarcati sotto scorta di polizia su un aereo e riportati nel loro Paese di provenienza. La differenza è che la quasi totalità di questi cinquemila rimpatriati non risiedeva in una villetta di Casal Palocco ma in un CIE, uno di quei centri di raccolta dei quali avrà forse sentito parlare, e che non avevono un coniuge ricercato dall’Interpol.

      Di questi non conosciamo nemmeno il nome. Sappiamo che probabilmente sono entrati nel nostro Paese rischiando la pelle nell’intercapedine di un TIR o su una bagnarola attraverso il mediterraneo. 

      Da qui la domanda: per quale motivo il caso Shalabayeva dovrebbe essere considerato rappresentativo o particolarmente emblematico rispetto alla totalità dei casi di rimpatrio forzato eseguiti dalle autorità italiane? Per quale motivo si mena scandalo per le presunte violazioni dei diritti umani della signora, si chiede a gran voce che la nostra diplomazia agisca tutte le leve a sua disposizione per annullare quell’atto mentre le altre migliaia come lei non sono che numeri in transito e nessuno si chiede come vengono accolti nel loro Paese dopo il rimpatrio?

      E’ del tutto evidente che in questa vicenda la questione dei diritti umani è solo strumentale, cioé ipocrita, e destinata a nascondere il vero motivo di tanta mobilitazione, che ha a che fare col background familiare, come dicevo.

      Un indizio del vero motivo di tanta mobilitazione lo fornisce lei stesso definendo "paese che di democratico non ha notoriamente niente" quello di cui la Shalabayeva e suo marito sono cittadini, il Kazakistan. O meglio: il suo regime.

      E qui possiamo dividere il campo di quelli che discutono del caso Shalabayeva in due parti: quelli che riconoscono al marito della signora lo status di "dissidente" (con quanto di positivo sottintende per la persona tale definizione, e quanto di negativo attribuisce al regime dal quale "dissente") e quelli che non lo riconoscono come tale o che giudicano irrilevanti i suoi rapporti col regime.

      Si tratta di capire per quale motivo gli appartenenti al primo gruppo, tra cui lei, ritengono di scagliarsi contro il regime kazako al punto di strumentalizzare il caso dei presunti "diritti umani" violati della signora Shalabayeva e montare un caso mediatico di tale portata.

      Potrebbe essere per la scelta del governo Nazarbayev di stabilire un accordo di unione doganale con la Russia dell’odiato Putin? Di certo non perché il regime Nazarbayev sia meno democratico di altri, sui quali costoro nulla hanno da recriminare se non formalmente e malvolentieri quando costretti.

      Sugli insulti che mi rivolge preferisco sorvolare, probabilmente sono dovuti al fatto che ho toccato un suo punto sensibile.

      http://www.ilpost.it/2013/07/15/alm...

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 7 gennaio 2014 10:14
      Fabio Della Pergola

      xxxxxxxxxxxxxx prova di inoltro

  • Di paolo (---.---.---.204) 2 gennaio 2014 11:23

    Capisco la tua posizione e ho già espresso la mia opinione sulla irresponsabilità della Bonino , strumentalmente trascinata nel calderone tanto per intorbidire le acque ,e di conseguenza ho molto apprezzato il suo intervento "riparatore" .

    Tuttavia continuo a pensare che la "violazione dei diritti umani " sia stata la conseguenza di un atto politico illegittimo e gravissimo per i preoccupanti contorni istituzionali .Cosi’ come ritengo che spesso si faccia un uso strumentale per fini politici (in Italia e altrove) di questo pur sacrosanto strumento di garanzia .

    In sostanza , e sto esprimendomi su un piano generale , sono del parere che la "tutela dei diritti umani " ( a parte i minori ovviamente ) , sia un valore universale sotto il cui ombrello però si può far rientrare qualsiasi cosa ) e pertanto debba sempre essere supportato anche da un presupposto di legittimità . E’ indubbio che col termine "dissidente " , spesso abbondantemente sventolato con superficialità o malafede , si sono coperte posizioni indecenti .Non solo in Italia , penso per es. al caso Barttisti in Francia e poi Brasile , cosi’ come molti altri.

    Cosi’ io ho interpretato il pensiero di P.F. che va quindi oltre il caso specifico della Shalabayeva , soggetto palesemente legittimato .Cosi’ come tuttavia ,su un piano strettamente morale , ho sempre qualche difficoltà ad accettare la posizione , seppur non penalmente rilevante ,di mogli "totalmente inconsapevoli " .
    E’ il bello del confronto di opinioni .
    ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 2 gennaio 2014 11:54
      Fabio Della Pergola

      Che la "violazione dei diritti umani" sia stata la conseguenza di un atto politico illegittimo e gravissimo" come dici tu è fuori di dubbio. Non è su questo che dibattiamo.

      Né, se il caso avesse riguardato Ablyazov, il marito, si sarebbe potuto prendere per buono "a occhi chiusi" il termine "dissidente", perché c’erano state appunto valutazioni "terze" - come la magistratura inglese - a far dubitare che le cose fossero del tutto trasparenti. Ma la cosa non si può risolvere con il pensiero che le mogli forse non sono "totalmente inconsapevoli".

      Con questa logica perché le mogli, fidanzate, figli, cognati, suocere e via discorrendo dei camorristi, mafiosi, ndranghedisti eccetera sono a piede libero ? perché non vengono spediti tutti, parenti e amici, in galera "a priori" ?

      il sottile confine dei "diritti umani e civili" - e quindi dello stato di diritto - sta proprio qui, non solo dove è indiscutibilmente manifesto come nel caso dei gay condannati a morte o delle donne fustigate nei paesi islamici eccetera.

      Qui dove dovrebbe esserci la certezza del diritto, sopra ogni cosa (cioè quella cosa che Berlusconi ha voluto devastare con le sue porcate). Se hai fatto qualcosa sei colpevole e paghi, se non hai fatto niente (e perché alla Shalabayeva hanno ridato il passaporto sennò ?) non devi MAI correre il rischio di essere impacchettata e spedita altrove.

      Ma se tu ti poni dei problemi comprensibili e discutibili, del commento di PF invece continuo a pensare che fosse astioso perché ho evidenziato il buon agire della Bonino. Era il mio articolo che gli è andato di traverso, non la questione dei diritti umani.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 3 gennaio 2014 00:56
      Fabio Della Pergola

      Dire che PF ha astiosamente parlato, commentando un mio articolo centrato sull’azione del ministro Bonino, di “ipotesi e stucchevole retorica” non mi pare che sia offensivo.

      Offensivo è casomai l’uso che lui fa di questi termini per definire l’unica cosa fatta manifestamente bene da un esponente di questo governo.

      A parte questo tutto quello che aggiunge con quest’ultimo commento non cambia di una virgola quanto ho già detto.

      Lui continua a parlare del marito (se sia un dissidente o un malfattore) di cui non mi sono occupato minimamente. E mi sono occupato poco e niente anche del kazakistan e del suo regime, di cui so quello che notizie di stampa dicono. Fra cui una reiterata critica alla sua democraticità. Del resto mi è bastato vedere in che modo si è comportato il loro ambasciatore in Italia per capire di che pasta siano fatti gli esponenti istituzionali di quel regime. 

      Tanto meno mi interessano le elucubrazioni sui trattati fra le repubbliche ex sovietiche con la Russia di Putin. Quando, nel suo pamphet di politica estera cita “costoro” a chi si riferisce non lo so proprio, né mi interessa minimamente saperlo.

      Dopodichè si continua a sostenere che la signora non può essere ritenuta “corresponsabile”, ma contemporaneamente che non si può dire che “sia totalmente estranea” alle brighe del marito. Boh. Spero che abbia le prove di quello che dice, perché potrebbe anche essere denunciato per diffamazione.

      Quanto alle ricostruzioni del caso:

      La validità dei documenti della Shalabayeva è quanto meno poco chiara. A quanto sembra le autorità che li hanno emessi li hanno dichiarati falsi

      Non mi risulta: la signora aveva un passaporto definito autentico e valido dai funzionari dello stato africano che l’aveva emesso e aveva un visto valido per l’area Schengen. Non sarà un caso se poco dopo l’espulsione, il governo è stato costretto a annullare il decreto di espulsione in quanto palesemente irregolare.

      quello che rimane è che la signora Shalabayeva è stata ritenuta dalle nostre autorità priva dei requisiti per il soggiorno in Italia, priva dell’immunità diplomatica, priva dello status di rifugiata politica (non risulta che al suo ingresso nel nostro Paese abbia fatto domanda in tal senso)

      Avendo un permesso valido per l’area Schengen la signora stava in Italia legittimamente, con documenti validi e non ricercata per reati di alcun tipo né in Italia e nemmeno da parte dello stato che ne ha chiesto il rimpatrio. Tutto ciò che è avvenuto è avvenuto in manifesta violazione dei suoi diritti e della legislazione vigente nel nostro paese.

      la signora è stata trattata dalle nostre autorità come un qualsiasi immigrato illegale”.

      Esatto. Solo che non era un immigrato illegale.

      per quale motivo il caso Shalabayeva dovrebbe essere considerato rappresentativo o particolarmente emblematico rispetto alla totalità dei casi di rimpatrio forzato eseguiti dalle autorità italiane?”

      Per quanto detto sopra: gli immigrati illegali secondo la legge vigente – per la cui abolizione io personalmente mi sono attivato per quanto potevo – compiono un reato: di immigrazione clandestina. Mentre la signora non aveva violato alcuna legge. Quindi è stata espulsa in violazione delle vigenti leggi italiane - che sarebbe normale se vivessimo nell’Argentina di Videla, ma che è gravissimo in Italia - e dei suoi diritti civili e umani sui quali il commentatore, non si sa perché, si ritiene in diritto di ironizzare. La differenza sta qui.

      Sulla legge Bossi-Fini che criminalizza quei poveracci che rischiano la vita per trovare condizioni migliori o per salvarsi è presto detto. E’ una legge fascista, razzista e potenzialmente genocida che non dovrebbe mai essere stata approvata dal nostro paese. Il fatto che esista non dipende né da me né da Emma Bonino - che essendo radicale ha promosso tutte le azioni possibili per cancellarla, compreso un referendum che è stato boicottato e sul quale si sono sparsi i soliti veleni antiradicali - né tantomeno dalla Shalabayeva.

      Alla fine non capisco che altro si debba dire su questa storia. Mi pare tutto molto chiaro. Salvo che c’è gente che si ritiene in diritto di essere astiosa verso le persone sbagliate. Che aggiusti la mira, se vuole. Sennò per me è lo stesso.

      Qui i link ai miei articoli precedenti sul caso: 

      http://www.agoravox.it/Caso-Kazakis...

      http://www.agoravox.it/Caso-kazako-...

      http://www.agoravox.it/Shalabayeva-...

      http://www.agoravox.it/Caso-Shalaba... 

      http://www.agoravox.it/Caso-kazako-...

      http://www.agoravox.it/Shalabayeva-...

      http://www.agoravox.it/Shalabayeva-...

  • Di (---.---.---.63) 7 gennaio 2014 05:58

    Emma Boninro, the Italian Minister of Foreign Affairs is visiting Ghana from January 5th to January 7th 2014. http://www.ghanalive.tv/emma-bonino-will-visit-ghana/

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares