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Caso Shalabayeva: ingannatori ed ingannati

Il caso Shalabayeva sembra aver fatto impazzire la società italiana come una maionese girata improvvisamente al contrario.

E un bell'esempio di maionese impazzita ce lo mostra Pino Corrias, giornalista de Il Fatto Quotidiano, collaboratore di Repubblica, dirigente Rai che si occupa di fiction, autore di un libro di misterioso interesse editoriale.

Uno che - ci informa Wikipedia non si sa a che titolo e nemmeno a chi possa interessare - nel 2013 ha dichiarato di votare per il PD.

Chissenefrega ci starebbe benissimo. Invece la questione non è così semplice perché nel pieno di un affaire di portata internazionale, con una donna e una bambina consegnate illegittimamente al nemico giurato del rispettivo marito e padre, questo Pino Corrias non trova di meglio che scrivere - e il Fatto glielo pubblica anche - un articoletto in cui se la prende con Marco Pannella che non ha iniziato un digiuno “per la libertà di Alma e di Aluà”.

Anzi ne segue le tracce di ristorante in ristorante con pedante meschineria pur di dimostrare non si sa cosa (a parte il suo astio personale per il leader radicale). In questa vicenda in cui è mancato soprattutto il rispetto della legge e delle più elementari norme del diritto civile e del rispetto umano, a Pino Corrias mancano sostanzialmente i “piagnistei” di Pannella; e lo grida, scandalizzato da tanta indifferenza, accusando il leader radicale di limitarsi all’autocompiacimento per la nomina di Emma Bonino a Ministro degli Esteri di quello stesso governo che lui, proprio lui, lo sdegnato Corrias, ci ha gentilmente regalato, votando per il più squinternato e inaffidabile e incapace carrozzone partitico mai visto prima in Italia (e dichiarandolo pubblicamente, nonostante fosse lampante che chissenefrega).

Non contento conclude il suo articoletto sfottendo una vita di impegno politico (che ce ne fossero) - quella di Emma Bonino - a difesa dei diritti civili in Italia e nel mondo; forse che il PD del nostro Corrias ha per caso mai mosso un dito, uno, per far sì che nel mondo islamico, almeno da qualche parte, venisse finalmente messa fuori legge quell’infame pratica delle mutilazioni genitali femminili? Forse che il PD del nostro Corrias si è mai occupato più di tanto delle condizioni di vita degli immigrati rinchiusi in quei campi di concentramento chiamati CIE? Forse che il PD del nostro Corrias si è preoccupato mai di far affondare una volta per tutte, magari adesso che è alla guida del governo dei larghi inciuci, quell’infamità internazionale conosciuta come legge Bossi-Fini che prevede il reato di “clandestinità” per cui uomini e donne finiscono in galera per la sola colpa di aver cercato di sopravvivere? Forse che il PD si è ammazzato di fatica per risolvere il problema carceri che è costato al nostro paese una lavata di capo europea per le condizioni incivili in cui vivono decine di migliaia di persone?

No, tutto questo non conta per il nostro Corrias che leva implacabile il suo j’accuse: “anzi testimoniando quanto sia conveniente e triste sottomettersi al potere che ti ha appena incoronato. E dopo un trentennio passato a difendere i perseguitati di tutti i mondi lontani, farsi sfuggire l’unica coppia di perseguitati che proprio sotto casa Bonino avrebbe potuto difendere senza alzare un grammo di polvere, né una lacrima, né un digiuno. Ma solo facendo il suo dovere”.

Il potere che ha incoronato la Bonino è quello a cui il dotto Corrias, giornalista di grossolana penna sarcastica, ha dato il voto; forse non ha fatto il nesso fra il suo voto e questo governo, ma sarebbe ora che se ne rendesse conto. Come si dovrebbe rendere conto che il suo dovere il Ministero degli Esteri di Emma Bonino l’ha fatto eccome: rispondere con un fax ad una richiesta astutamente manipolata da altri.

Se invece Corrias parla della deportazione di Alma Shalabayeva e della figlia dovrebbe tornare a studiare un po’ di architettura istituzionale del nostro paese. O crede che le espulsioni dei cittadini stranieri vengano pianificate dal Ministero degli Esteri solo perché lo straniero è uno che viene dall’estero?

Insomma l’intrigo internazionale ordito da chissàchi nelle segrete stanze di una amministrazione che il Corrias ha contribuito a regalare al paese ha degli ingannatori e degli ingannati e sulla differenza fra gli uni e gli altri sarà opportuno insistere e insistere e insistere, per cercare di capirci qualcosa in più, anche se non sarà facile.

Confondere gli uni con gli altri è invece molto utile per mescolare le acque in un’unica melmosa “verità” in cui - molto opportunamente - nessuno ci capisce più niente, secondo l'antica etica di ogni potere per cui "tutti colpevoli, nessuno colpevole".

Alcuni ingannatori sono ormai smascherati: il Ministro Alfano, quello che "non sapeva", sbugiardato dal suo Capo Gabinetto, i funzionari del Viminale, della Questura, dell’Interpol, della Criminalpol: i solerti esecutori che - in perfetto stile “banalità del male” - hanno dato esecuzione ad una deportazione forzata di persone innocenti senza farsi una domanda, senza un minimo segno di perplessità, di reattività, di umana attenzione per una donna e la sua bambina. La “puttana russa” doveva salire su quell’aereo perché così vuole un Capo che non si sa ancora chi sia. E così è stato. La "puttana russa" è stata deportata così come settant'anni fa i solerti funzionari locali al servizio delle SS, compresi gli "italiani brava gente" di tanta pelosa e interessata pubblicistica, si davano puntigliosamente da fare per deportare uomini, donne e bambini colpevoli di niente.

Altri poi si affiancano agli esecutori per "pulire", per coprire le tracce e distogliere l’attenzione: e così si dice a ogni piè sospinto che tutti sono uguali, tutti hanno taciuto, tutti hanno mentito, tutti sono colpevoli.

Così che in questo “tutti uguali” ossessivamente ripetuto si perda la capacità di distinguere il bene dal male, il vero dal falso. E ai primi ingannatori se ne aggiungono via via altri, in fitta schiera. Burattini e burattinai al servizio del bene supremo.

Letta: tutto è chiarito, "Alfano estraneo alla vicenda, non vedo nubi nell'orizzonte del governo"; la segreteria del Partito Democratico "non potranno essere votate le mozioni delle opposizioni contro il governo», e quindi in particolare contro il vicepremier Angelino Alfano, ma «resta aperto il problema di come ridare credibilità alle istituzioni", come scrive il Corriere (e povere istituzioni, aggiungerei); Corrias: l’ignobile è Pannella che non ha digiunato; la colpa è di Emma Bonino che troppo occupata con i “perseguitati di mondi lontani” non ha difeso quelli a portata di mano.

Nel polverone in cui le colpe e le responsabilità si perdono di vista, tutti diventano uguali a tutti, perché di notte tutte le vacche sono nere, come scrisse qualcuno. E Corrias, come molti altri, sembra aver fatta propria la necessità di far calare la notte sulla Repubblica Italiana proprio nel momento in cui è fondamentale saper distinguere. Pervicacemente, ossessivamente, cocciutamente.

Gli ingannatori e gli ingannati. Non solo Alma Shalabayeva e la piccola Alua, ma anche tutti quelli che cercano di capire rischiano di trovarsi improvvisamente ciechi come in quell'inquietante romanzo di Saramago.

Ma, che si sappia, accettare di farsi accecare è una scelta, non un obbligo. E tantomeno un destino.

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