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Patrizia Dall'Occa

Patrizia Dall’Occa

Chi sono e chi non sono, sono questioni a cui ormai non rivolgo più la mia attenzione... lascio a chi verrà la libertà di espressione. Quello che voglio è però chiaro: scirvere. Che sia prosa o poesia, che sia di letteratura o di quotidianità, lascio che le parole scivolino libere da vincoli, come in un gioco senza fine, quel gioco, che da ormai tempo immemore, ha nome...vita.

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  • Primo articolo mercoledì 09 Settembre 2008
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Ultimi commenti

  • Di Patrizia Dall’Occa (---.---.---.148) 25 aprile 2009 20:06
    Patrizia Dall'Occa

    ok ... piccolo intervento per la redazione....

    "se fosse mia allieva la boccerei!!!! " ahahahahaaha


    scusate non ho resistito... per pochi ma buoni.

    In ogni caso mi sono piaciuti, forse è vero che discutevano di niente ma in realtà sostenere come hanno fatto delle provocazioni senza sfociare in litigi Sgarbineschi o offese come si trovano anche qui mi è sembrato un esempio da seguire. Si può essere provocatori con classe e si può rispondere nello stesso modo... credo che in molti dovrebbero prendere esempio...

  • Di Patrizia Dall’Occa (---.---.---.148) 25 aprile 2009 17:39
    Patrizia Dall'Occa

    va bene, sono qui... nell’altro articolo Cafenoir ha provato ad opporsi chiarendo in modo assolutamente democratico, come altri hanno fatto, le posizioni di VIrginia.

    Non è servito là e si rischia di ricominciare qui.

    La parola Servilismo è quanto di più abbietto si possa usare. Ma cavolo... nel 2009 ancora si parla di servilismo, potere oscuro, e cosa ancora? Non l’ho nemmeno finito di leggere il tuo commento, Uomo Arabo, perché l’impostazione non mi è piaciuta. Come non mi piace vedere chaimare una persona prima per cognome poi per nome. E’ quest’ultimo che ci contraddistingue, ma comunque, questa è una osservazione del tutto personale.
    Ma è utile per sottolineare una cosa. Ci sono mille modi per esprimere il proprio parere e quello educato è senza dubbio il migliore nonché più costruttivo.

    Si è detto, là e qui, che Virginia Visani, giornalista free lance, con cui si può essere d’accordo o dissentire, è stata poco precisa nell’esposizione dei fatti. Beh... quali fatti? Non si trattava di altro che di partecipazione emotiva e pubblica ad UN FATTO SPECIFICO, non una mossa accusatoria contro una condizione religioso politica, per la quale se si continua con queste proteste si può scrivere per millenni, senza giungere ad una conclusione. Da che esiste, la religione è stata causa di guerre, omicidi, rivendicazioni, e perché? perché non si può dimostrare nulla in merito. Ognuno può e deve credere nel suo Dio, ma di contro si può e si deve anche poter scegliere in quale Dio credere, ma anche questo è un argomento spinoso che rimanderei ad altra sede o articolo.
    Uomo arabo, perché invece che inveire contro, non scrivi qualcosa pro? Agoravox è la voce della piazza, per definizione. C’è posto per chiunque abbia, con civiltà ed educazione, qualcosa da dire.
    Virginia, in due pezzi, ha catturato l’attenzione, stimolato un dialogo, sfociato in invettive. Brutto, non credi? Non sarebbe più bello poter trovare parole rispettose per esprimere gli stessi concetti?
    Basta con sti servilismi... cos’è poi questo servilismo di cui la accusi? Serva di chi? In quanto free lance non è serva d’altri se non di se stessa e dunque come tale libera di esprimere il SUO pensiero, che non è certo verità universale.
    E’ una donna, che si è sentita partecipe di altre donen che sono state aggredite, colpite, ingiuriate per avere dimostrato per qualcosa in cui credono. Non capisco dove sia l’errore. Soprattutto non capisco perché dover parlare di errore. Dove è l’errore se non nelle mani di chi quelle pietre le ha lanciate?

    L’attacco, l’ingiuria, lo sproloquio, la mancanza di rispetto sono mezzi errati per qualcosa che potrebbe essere giusto, quindi, per favore...
    calma e rispondiamo come si deve.

  • Di Patrizia Dall’Occa (---.---.---.214) 11 aprile 2009 14:30
    Patrizia Dall'Occa

    Quando scrivo normalmente mi lascio prendere dall’emozione, dal lato personale, da quello che io sento, magari esagerando nel sottolineare il sentimento. Miro all’empatia, questo sì. Questo articolo, in particolare, è volutamente anti tutto, anti polemica, anti riflessione pratica, anti sezionamento del fatto. Queste parole vogliono ad ogni costo arrivare dritte al cuore. E’ spocchiosa questa affermazione, mi rendo conto, fa così strano parlare di reale sentimento oggi giorno che quando ce lo troviamo di fronte ci sentiamo in difficoltà. E credo che in questo risiedano i voti negativi, comunque ben accetti, a ciò che ho scritto. Ma non mi rimangio una sola parola. Da quando il disastro è avvenuto non passa giorno senza che pensi a come poter agire pur rimanendo ferma. Non sono una volontaria, né potrei esserlo per vari motivi. Ho mandato diversi sms, limitatamente a quanto era in mio potere fare. Ma mi ronza nella mente l’idea che qui, anche non volendo, si continui a speculare sulla reale concreta evidente sofferenza di persone come noi.
    Le istituzioni? faranno quello che faranno. Ma le istituzioni sono macchine complesse, che dipendono da troppi uomini, che stanno sotto uomini, che dipendono ancora da altri. Uomini. Persone con un cervello e un cuore che se non possono agire come insieme potranno però ragionare come singoli e trovare un modo alternativo per raggiungere lo scopo. Il GOVERNO non può fare? bene, ma sono sicura che ogni singolo parlamentare, onorevole, essere umano possa mettere mano al portafoglio e versare, anche in segreto, anche scaricandolo dalle tasse, un euro per queste persone. E’ questo che voglio far capire. Basta accusare, abbassiamo lo sguardo dalla cima alla base e agiamo. Io lo dico a te che leggi, tu fallo con gli amici che conoscono amici e così la catena di aiuti aumenta a dismisura oltre quelli che sono già presenti, oltre chi ha le mani tagliate per spostare macerie... oltre il dovere e il lavoro. Oltre. Abbassiamo lo sguardo, e in silenzio ascoltiamo.

  • Di Patrizia Dall’Occa (---.---.---.165) 21 marzo 2009 21:07
    Patrizia Dall'Occa

    Ero andata per postare la notizia su OkNo e ho visto con gioia che era già presente... ci sono cose importanti, gesti, dimostrazioni, che segnano la storia e passano troppo sotto silenzio. Bisogna lottare per ciò che è davvero giusto, e la Mafia è in assoluto la cosa più sbagliata che l’umanità abbia creato.

    Posterò e farò circolare questo articolo, perché non si deve mai smettere di lottare, di sperare.

  • Di Patrizia Dall’Occa (---.---.---.165) 20 marzo 2009 21:31
    Patrizia Dall'Occa

    Nell’amore del ricordo vive chi della vita ha saputo gioire, chi ha saputo cogliere quel raggio di sole, quell’attimo d’ombra, quel sorriso celato.
    Nelle parole senza voce, nelle frasi donate alla carta o ingarbugliate in una rete senza fondo, si celebra, in perfetta sintonia, la vita, non la morte.
    Il non esserci è un passaggio dovuto, un appuntamento inatteso ma certo. Non dolore deve rimanere, ma celebrazione, e gioia a riflettere ciò che della vita la persona amata ha fatto.

    Quando si decide di esporre il proprio sentire, la celebrazione vince, la commozione silenziosa e personale sarebbe un’occasione mancata di far conoscere ai più qualcuno che sarebbe stato bello poter rimpiangere.

    Ho queste parole, per te, Francesco. Ho l’affetto che conosci, il sentire che ti è noto.

    Farò in modo che questo ricordo si tinga di giallo splendente e di verde, e di tutti i colori che la vita pulita merita.

    Ti abbraccio
    Pat

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