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Evy! Dalla lettura alla musica, scrivendo per passione

Scrivo questo articolo mentre in contemporanea Evy! risponde paziente alle richieste estemporanee che le faccio, mi manda post, mi segnala link... ed io per sentirmi più vicina ascolto la sua musica e mi ricordo quando di sfuggita, durante una fermata del City Music Lab, l’ho ascoltata dal vivo proprio qui a Bologna.

Evy! una ragazza anni settanta, tutt’uno con la vita, la passione, il colore, la musica, la voce, la lettura e la scrittura.

Evy!

Quello che faccio in rete è semplicemente quello che ho sempre fatto: comunico.
Cosa comunico: quello che faccio da sempre.

Non sono molti i miei interessi, sono quasi invariati da quando mi conosco. Quello che è cambiato è solo il numero di persone con cui li condivido, tramite internet e la velocità con cui posso veicolare i miei messaggi e le mie idee.

La musica è la mia passione principale, anche se non l’unica.
Letture, giardinaggio, anzi, balconaggio, cucina, design, cinema e costume anni sessanta e settanta.

Amo l’estetica delle cose, amo la creatività.

Per questo mi circondo di oggetti che mi facciano rivivere quegli anni che per me rappresentano un eden di perfezione stilistica.

Ad un bisogno di creatività obbedisco anche in cucina tramite le mie torte che, nate sulla base della mia conosciutissima golosità, tendono a corrompere chiunque mi capiti a tiro.

Leggere
è una delle cose che ho imparato a fare molto presto nella mia vita e che non ho mai più abbandonato. Sono una feticista della carta stampata, adoro il profumo dei libri e non chiedetemi in prestito volumi, cd, dvd: ammetto, come uno dei miei difetti una estrema possessività.

Scrivere è per me un bisogno. Che si tratti di un testo, o di un post per il mio blog, o di un racconto o di una recensione, lo faccio con l’urgenza con cui faccio tutto quello che mi interessa.

Fino a due anni fa non avrei immaginato di poter condividere i miei interessi e le mie canzoni in un modo così “virale”, per dirla come pare usi adesso.
Non sono esattamente figlia dell’ultima generazione nata con il computer, ma me ne sono impadronita, amandolo, perché mi ha permesso di sentirmi libera e affrancata dall’aiuto degli altri, almeno per la prima realizzazione delle mie idee.
Con il computer faccio musica, scrivo, monto i video, edito immagini, testi, e tutto quello che mi viene in mente. Con la macchina io comunico con il mondo.

Aprire due account su MySpace mi ha permesso di tirare fuori dal cassetto i miei due progetti musicali, uno solista, Evy!, e l’altro, Lord Sinclair, strumentale, in duo con un produttore di musica elettronica 5$man.

Ma non pensavo che mi sarei conquistato un posto al sole. Passavano i mesi e la popolarità del mio myspace, soprattutto “Evy!” cresceva, grazie a chi come me, amando gli anni sessanta e settanta, comunicava tramite immagini o video, quindi soprattutto condividendone l’estetica.

Le mie canzoni pur inedite, non esistendo a tutt’oggi un cd ufficiale e definitivo, hanno varcato la soglia dell’Italia e sono state trasmesse da web radio in America e in Francia.

Molti mi chiedevano dei live, del disco. Non avevo nulla all’attivo, allora mi sono chiusa in sala prove per dei mesi con degli amici musicisti per preparare il concerto, ed ho cominciato ad andare a lezione di canto per prepararmi adeguatamente.

Prima di questi consensi in rete, pur scrivendo moltissimo, non mi ero mai sentita una cantautrice né tantomeno una cantante, anche se di fatto scrivo tutto da sola, arrangiamenti parole e musica.
Evy! aveva cominciato ad esistere prima che me ne rendessi conto, alternando timidezza a sicurezza.

Aprire un account su Facebook è stato all’inizio soprattutto un atto di curiosità, infatti ero molto perplessa. Ritenevo che, essendo così scarno, vuoto, anonimo, a vantaggio di una più semplice fruizione, offrisse possibilità soprattutto a chiacchiere inutili, ad abbordaggi, a tentativi di mettersi in evidenza fondati sul niente.

Questo è stato il mio primo pensiero all’approdo sul muro bianco.
Tempo un mese e sono stata bannata. La vicenda di quei giorni l’ho in parte raccontata in un post apparso sul libro Fb Nova del Sole 24Ore.

E’ stato un momento in cui ho verificato che:
1) Facebook non tollerava la promozione, anche se senza scopo di lucro. Oltretutto a tutt’oggi manca un team italiano, a differenza di MySpace e quindi è molto complicato trattare con il loro team americano.
2) La gente si è mobilitata per farmi riacquistare amici con un tam tam su bacheche “famose”.
Quindi non so per quale motivo, ma avevo conquistato molte simopatie.
3) Io non potevo più fare a meno di fb.

La novità di fb nella mia storia personale è rappresentata dal tipo di “amici” che ho trovato. Su MySpace soprattutto musicisti e gente che ama la musica. Su Fb soprattutto gente che scrive o ha a che fare a vario titolo con la scrittura, e gente che legge. Poi ovviamente le categorie si mescolano sui due social, avendo molti di noi entrambi gli account.

Il nuovo account, dopo la disabilitazione del primo, è cresciuto vitale e frizzante.
In quattro mesi è diventato abbastanza popolare direi, e legate in qualche modo a Fb sono oltre al post sul citato libro del Sole 24Ore, il concorso City Music Lab, il contest techlovers, la partecipazione ad una iniziativa dell’Udi, un articolo sul principale quotidiano salentino, e altre proposte che si stanno concretizzando in questo periodo.

Altro che chiacchiere dunque!
Sul mio profilo fb non c’è solo Evy che parla di sé in terza persona proponendo le sue attività. Questa è la caratteristica che mi intriga di più del mio modo di comunicare. Non mi piace chi si limita ad usare Fb solo o soprattutto per promuovere sé stesso.


Adoro veicolare tutto ciò che mi piace, anche e soprattutto fatto da altri, secondo il mio gusto. Questo faccio quando recensisco un libro o pubblico un video, creando un movimento non soltanto autoreferenziale, uno scambio vero e proprio.
L’altro dettaglio non trascurabile di tutta questa faccenda è che attraverso MySpace e Fb faccio a meno degli intermediari e arrivo direttamente a chi ha interesse nelle mie cose.

Questo significa che, se il discografico non si è mai deciso a mettermi sotto contratto e finanziare un disco, benissimo: ci penso io.
Il mio progetto è auto-produrmi e poi diffondere la mia musica attraverso i social.

Per la scrittura non sarà esattamente così, ma ritengo sia già una prima grossa soddisfazione sapere di avere dei lettori, oltretutto attentissimi, dei miei post e delle mie recensioni.

Ho molti amici reali, alcuni dei quali mi supportano anche in rete, altri invece non partecipano o nemmeno conoscono del tutto la mia attività e la mia piccola recente popolarità.

Non ho mai avuto problemi a socializzare, nella vita come in rete.
In pochissimo tempo ho conquistato molte simpatie che so per certo essere reali per quanto, per assurdo, virtuali.

Non mi piace molto la diatriba su reale e virtuale e certa demonizzazione del mezzo.

Forse perché ritengo di essere molto trasparente sia tramite monitor sia dal vivo.
Con un po’ di esperienza si riesce a capire molto di chi comunica anche attraverso un computer.
 E comunque anche nel fatidico incontro al bar, dietro alcune facce si celano altre verità, per cui io di base sono fiduciosa e ottimista riguardo questo tipo di comunicazione e condivisione.

[Lo so che come intervista esula dalla normale routine, ma lei è così, diretta, precisa, coglie nel segno... le ho chiesto di parlarmi un po’ di lei fuori dai progetti e dalla musica... le ho detto: ma tu a casa, con gli amici, i genitori, la sera, nella tua città... chi sei? e lei mi ha "liquidato" così:
"La mia città, le serate, gli amici e tutto il resto sono i protagonisti dei miei post...
 Basta leggerli per scoprire alcune, non tutte le mie realtà.
 Evy a casa si vede dalla casa come è... e nei video la casetta ce l’ho messa...
 mi piace parlare con le immagini o lasciare qualche curiosità!!"
Che vi devo dire... è un vulcano...

Le ho chiesto, in chiusura, di creare per noi un suo post, un pensiero, due parole sul suo momento...]

Oggi ho avuto un attimo in cui mi sono chiesta se ce la farò.
Sono in finale al “City Music Lab”, contest musicale, disputerò la gara martedì prossimo.
E poi sono al primo, anzi secondo posto, in queste ultimissime ore, al contest “Techlovers italiani 2.0

Sono nuova ai concorsi, io detesto la competizione, le votazioni, il giudizio.
Stavolta mi ci sono assoggettata per almeno un paio di motivi che diventano già tre mentre ci penso.

  • Intanto è stato un amico che crede in me a mettermi sotto gli occhi Techlovers.
  • In secondo luogo lo sentivo cucito addosso a me e alla mia storia.
  • Infine, ho deciso di entrarvi perché il giudizio sarebbe stato quello del popolo della rete, quindi dei miei amici, non di giudici di qualità, di quelli che mi stanno snobbando nell’altro contest dove a farmi arrivare in finale ci ha pensato ancora una volta il pubblico.
Ma cosa succede allora. Perché questo muso, se pare che arrivino solo conferme da entrambe le prove?
Torno a casa, infreddolita e malaticcia, e quindi frustrata perché martedì dovrò appunto scontrarmi in campo cantando alla finale del “City”, ma se continua così rischio di arrivarci senza voce.
Accendo il computer come di consueto.
Ho voglia di vedere le richieste, i commenti, gli aggiornamenti vari.
Passo anche dal mio profilo “Techlovers” e…
Una raffica di insulti posti a commento del mio video.

Quattro cinque nick name dove si nascondono non identificati super giovani che mi offendono senza un perché.

Ci rimango male, corro a lamentarmi pubblicamente nello status di Fb, subito arrivano i rinforzi.

Tra i miei contatti, quelli che sono in giro per aggiornamenti accorrono in mio aiuto, mi difendono e coccolano, mi invitano a lasciar correre.
Effettivamente la rabbia dura poco, ma è occasione per chiedermi come reagirò quando sarò attaccata ancora. Perché se la visibilità mi permetterà di raggiungere tutti e più facilmente, portando le mie idee al cospetto di chiunque voglia vederle, allo stesso modo mi esporrà probabilmente prima o poi ad una serie di critiche non sempre esattamente costruttive.

Come, forse, qualcuno che mi conosce da prima saprà dire esattamente chi sono, secondo quello che riterrà più comodo farmi essere. 

Ma io sono pronta ad affrontare tutto ciò?


Commenti all'articolo

  • Di Kurtz2point0 (---.---.---.77) 21 marzo 2009 09:13

    Continua così, Evy!
    E’ questo lo spirito 2.0 ... e sono i contributi come i tuoi che alzano il livello, rispetto alla trasposizione virtuale del vuoto reale.
    Quante chiacchiere inutili, quanteostentazioni di "mode" e "appartenenze" acritiche sui social, come nella vita.
    Tu sei viva, a prescindere dal mezzo.
    Vai Evy ... Vai!

  • Di (---.---.---.188) 27 marzo 2009 10:36

    Brava Evy, ho letto i tuoi pensieri e mi hanno colpito molto per la tua sensibilità e le tue idee, in cui mi ritrovo molto, anche se poi viaggiano in modo così incostante che perdo sovente la bussola...
    Infatti è proprio per questo che ti ho conosciuto! Lavoro a Venezia dove vivo, qui mi sono iscritto ad un corso di web2.0! Ho imparato ad usare Google Alert, ( se non lo conosci te lo consiglio), ed in una delle ricerche ho messo "cosa ci nascondono", da qui in una delle mail sono giunto al tuo articolo che ho letto con interesse. Ti chiederò l’amicizia su FB così se vorrai potremmo divagare insieme.
    Ciao e continua così!
    Alaster

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