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Fabio Della Pergola

Fabio Della Pergola

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  • Primo articolo sabato 09 Settembre 2011
  • Moderatore da giovedì 09 Settembre 2011
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Ultimi commenti

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 30 settembre 2011 20:42
    Fabio Della Pergola

    Si dice "dubbia" moralità perché in certi casi diventa poco elegante sparare sulla crocerossa. Anche se quella croce fosse stata effettivamente usata come lei dice. Mi pare comunque che lei concordi con me sul livello sorprendentemente infimo raggiunto dalla classe politica di questo paese.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 30 settembre 2011 16:24
    Fabio Della Pergola

    Il commento pubblicato mi pare discutibile: "pulizia etnica che dura da oltre un secolo" è un’affermazione non dimostrabile. Non mi risultano atti di pulizia etnica compiuti da ebrei dal 1911. Ci sono state terre acquistate legittimamente fino alla metà degli anni ’40. Al contrario nel 1929 la comunità ebraica di Hebron (una comunità molto antica, non sionisti di recente immigrazione) fu aggredita con molti morti e feriti e i sopravvissuti furono costretti a fuggire. Questo è stato per quello che ne so, il primo episodio documentato di ’pulizia etnica’ che vide come vittime degli ebrei palestinesi. Negli anni venti c’era la possibilità di accordi finalizzati ad una convivenza. Si espresse a favore dell’immigrazione ebraica anche Feisal nuovo re di Siria (e Palestina) poco prima di essere spodestato dai francesi ed esisteva un partito arabo-ebraico favorevole ad uno stato multietnico. Che questa ipotesi sia stata seppellita non dipende unicamente dai sionisti ma anche dai nazionalisti arabi. Non voglio fare la storia del conflitto, ma direi che con la fine di questa prospettiva è rimasto solo il conflitto armato e, da qui, un’unica possibilità - per farlo terminare - che è quella della trattativa di pace. A meno che non si ritenga praticabile ed eticamente corretto pensare ad una espulsione di tutti gli ebrei da Israele e la distruzione dello stato ebraico. Che mi pare complicata (e sanguinosa) come proposta.

    Se questo termine non piace non so che farci; l’alternativa è la guerra continua. Mi pare che sia stata la strada scelta anche (non solo) dai paesi arabi e dai palestinesi. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Io preferisco continuare a parlare di trattative, di processo di pace e simili...
    Ricordo che nel 2003 la trattativa arrivò ad un accordo informale (Ginevra) che poi fu bocciato purtroppo da una consultazione popolare. Ne ho parlato in un altro pezzo.

    In questo spazio comunque mi pare che le posizioni diverse dalla mia abbiano ampio spazio, no ?

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 29 settembre 2011 14:29
    Fabio Della Pergola

    Concordo. Magari aggiungerei che tutti gli europei si sono bevuti la panzana che fosse possibile fondare un paese unificando solo la moneta ma non tutto il resto (politica in primo luogo) e quindi che fosse legittimo avere una Banca Centrale (non eletta da nassuno) con possibilità di diktat sulla vita dei suoi non-elettori. L’anomalia (o il miracolo) in cui si è creduto è questo.

  • Di Fabio (---.---.---.38) 16 settembre 2011 00:06
    Fabio Della Pergola

    il rapporto Palmer non parla solo di un’azione irragionevole da parte del governo israeliano. Afferma anche, e QUESTA è la notizia, che il blocco navale è ed era legittimo dal punto di vista del diritto della navigazione. Quest’anno tutte le nazioni coinvolte hanno fatto in modo che la flotilla non partisse nemmeno. L’anno scorso hanno lasciato che forzasse il blocco (che è un atto ostile). la Turchia era in prima linea in questo atto. Quindi ha attivato un’operazione (o la ha attivamente permessa) in violazione al diritto internazionale ed al legittimo diritto di Israele di bloccare un porto ostile per impedirne lo sbarco di armi (queste sono le motivazioni). Questa attività turca è un esplicito atto di arroganza che ha portato le conseguenze che conosciamo. Oltretutto il rapposto Palmer specifica che gli aiuti umanitari possono passare via terra, ma non possono arrivare via mare per la ridotta dimensione del porto di Gaza. Quindi la forzatura della flotilla era esclusivamente una provocazione politica che non avrebbe affatto potuto portare reali aiuti umanitari a Gaza.

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