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Il nemico Pannella

La disinformazione è sempre stata un’arma – e nemmeno secondaria – dei grandi scontri. Di solito riguarda una minoranza, che può essere un gruppo etnico, politico o sociale. Oppure un certo credo religioso o ancora un individuo che difende una "sua" idea, una sua interpretazione della vita o una sua ricerca controcorrente e innovativa. E così via, fate voi.

Si individua così l’elemento non conforme, non fuso armonicamente alla realtà circostante di maggioranza, al credere o al sapere comune e condiviso. E lo si fa diventare “Il diverso” evidenziandone non gli aspetti originali e creativi che quella diversità porta o potrebbe portare con sé, ma la presenza dissonante, il disturbo, lo stridente contrasto che quella differenza procura alla tranquillità dell’essere con-senziente della Maggioranza.

Quando il diverso è stato ben delineato nel suo essere “a parte” nel contesto generale, scatta l’apartheid, cioè l’isolamento e, prima o poi, comincia l’opera di denigrazione. Quell’essere elemento non amalgamato – che potrebbe costituire fonte di stimoli, di ricerche, di dibattito: un arricchimento collettivo, insomma – si trasforma (ma sarebbe più corretto dire “viene trasformato”) in elemento di pericolo, ansiogeno, portatore di sciagure politiche, sociali, culturali. E dai pericoli o dalle sciagure ci si difende, si sa.

L’essere minoritario, diventato “diverso”, trasformato in un pericolo, viene additato come l’untore. Colui che porta alla disgregazione, all’infezione, alla morte. E’ toccata ai diversi per antonomasia, gli ebrei; alle streghe, a quelli di colore, ai gay, agli zingari, ai comunisti eccetera.

Per ogni categoria è stata elaborata un’accusa particolare e particolarmente agghiacciante: i comunisti mangiavano i bambini, i negri violentavano le donne bianche, le streghe fornicavano con il diavolo, gli zingari rubavano i neonati, gli ebrei sacrificavano i fanciulli per impastarne il sangue con il pane, gli omosessuali facevano traballare i cardini della famiglia fondata sulla procreazione.

Sono state scritte decine e decine di libri accurati e approfonditi su questo tema, inutile insistere. In altri casi quest’idea che le colonne portanti della “propria parte” fossero a pericolo di crollo e, con esso crollo, che le proprie speranze venissero perdute ha segnato la vita politica. Non sempre a torto, si intende.

Il governo attuale è spesso messo in serio e reale pericolo di caduta rovinosa per via di dissensi che hanno portato a defezioni: Casini e Fini sono i casi evidenti, ma se si pensa che la maggioranza aveva all’inizio un centinaio di deputati in più rispetto all’insieme delle opposizioni e che oggi si è salvata per un solo voto (favorevole alla fiducia), si capisce bene di che portata è la disaffezione.

Cose simili sono accadute anche alla parte avversa, naturalmente. I governi di centrosinistra sono caduti per uno, due, cinque voti contrari. Le defezioni, più odiose e insopportabili, sono quelle recenti e riguardano due deputati del PD e due dell’IDV che sono passati a sostenere il PDL (e che quindi sono stati realmente determinanti per la vita del governo).

In questi casi si tratta di voltagabbana veri, cioè di individui che passano dall’essere consoni ad un gruppo per diventare sodali al gruppo opposto. Un caso a parte riguarda i radicali per i quali, invece, sembra più adatta la definizione di “diverso” di cui sopra, perché non hanno mai abdicato alla loro specificità, l’hanno sempre difesa da ogni pretesa di omologazione, l’hanno continuamente rivendicata; al più hanno contrattato con altri una loro co-partecipazione ad un certo progetto, su basi paritetiche che pretendevano rispetto e dignità.

Il loro punto di vista non si conosce, chi mai va a leggersi la loro stampa o i prolissi verbali dei convegni radicali? Si suppone, a pié pari, che debbano essere conformi all’ideologia del gruppo, di chi radicale non è. Che ne abbiano lo stesso e identico punto di vista. E si impone loro una solidarietà di squadra a comportamenti decisi altrove e senza consultarli. Devono cioè essere soldatini ubbidienti ai comandi degli stati maggiori che decidono, altrove, tattiche e strategie.

Poi succede che i supposti soldatini non ubbidiscano e si scopre, con orrore, la “diversità” di gente che si credeva (ottusamente) omogeneizzata; allora il diverso diventa corpo estraneo e parte la disinformazione: hanno tradito! Non è vero, come non è vero che gli zingari rapiscono i bambini (dimostratelo se potete), ma che importanza può avere?

La verità non è la realtà, ma ciò che si fa credere, ripetendo in continuazione, in ogni dove e in ogni occasione una falsità. Che diventa, essa, la Verità. E il diverso diventa nemico da abbattere, traditore a cui sputare in faccia urlando il proprio disprezzo. Anche se è solo e ha ottant’anni e, da solo, sta lì ad urlare che non è vero, che è tutto falso, che è una menzogna, che si tratta di disinformazione, in mezzo a una folla inferocita e frustrata.

Franceschini, Bersani, Giachetti ed altri hanno ammesso che il comportamento dei radicali in aula, in occasione del voto di fiducia, non è stato determinante per il quorum né per l’esito del voto essendosi schierati per il no alla fiducia.

Ma, si insinua, loro non potevano saperlo; Giachetti (PD) lo sapeva e lo ha anche scritto, "era chiaro che la partita era chiusa". Poi (dopo che la partita era chiusa) "sono entrati in aula i radicali"; ma loro, i radicali, non potevano sapere, si insinua, che la partita fosse chiusa. La menzogna. E il diverso diventa traditore. E si cita la Bonino, glissando sul fatto che, anche lei, abbia parlato dei radicali come "capro espiatorio per un'opposizione che ha fallito l'ennesima imboscata"

Quindi, nonostante la verità sia un'altra, il rapporto del PD con i radicali si dichiara finito. La verità non corrisponde alla realtà, ma chissenefrega.

La caccia all’untore è partita dai parabolani del PD e volete che un cattolico - che creda nell’incarnazione di Dio in un uomo, morto e poi pure risorto e che ogni neonato nasca macchiato dalla colpa di un primo essere umano mai esistito - abbia da perdersi dietro a quisquilie come la “realtà dei fatti” ?

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.84) 20 ottobre 2011 10:15

    I parabolani siete voi! e proprio come gli antichi monaci fanatici siete pronti a strillare il vostro vittimismo appena qualcuno critica le vostre scelte cervellotiche. In fatto di violenza verbale siete primi anche su Bossi, nessuno più del vostro capo è pronto a spargere insulti violenti contro i propri avversari. La vostra pretesa di aver sempre ragione, di non aver mai commesso errori politici è davvero insopportabile. siete la quintessenza della violenza in politica, se comandaste voi l’Italia sarebbe un tale paese da incubo da far rimpiangere persino berlusconi.

  • Di (---.---.---.84) 20 ottobre 2011 10:25

    berlusconi e il suo bunga bunga

  • Di (---.---.---.130) 20 ottobre 2011 14:11

    mah, a me pare un articolo un po’ sopra le righe... e mi domando perché...
    personalmente del rapporto tra pd e pannella interessa poco, non amo il pd, specie (per) la sua componente cattolica, però.... in questo frangente, quale sarebbe "... la diversità..." della scelta radicale (e se dico di pannella ti incazzi?)??? "non si può offendere l’istituzione "presidente del consiglio"???? viene da ridere, scusa.... quindi?
    a me non interessa che la fiducia ci fosse comunque e, al limite, neanche che la decisione fosse "giusta", perchè in assoluto su questi argomenti (tecnici) penso non ci sia il "giusto", ma quello che conviene tatticamente piuttosto: ora, era la prima volta che le opposizioni di centro e di centrosinistra facevano una cosa che anche gli elettori di sinistra apprezzavano e i radicali che fanno?...." non abdicano alla loro specificità"....
    ecco, piuttosto che scomodare l’olocausto, ricordati come diceva Totò: "ma mi facci il piacere!"

    Giovanni

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 20 ottobre 2011 14:29
      Fabio Della Pergola

      Naturalmente non mi incazzo se dici Pannella (a parte che avresti almeno potuto dire una parola di solidarietà per un ottantenne preso a sputi in faccia mentre cerca di spiegare le sue ragioni) ma colgo l’occasione per sottolineare ancora il punto centrale della questione - che va anche al di là della "diversità" radicale: il fatto che tutto il can can mediatico si basa su una balla colossale. Non c’è stato un ingresso in aula dei deputati Radicali PRIMA che si sapesse se il quorum era stato raggiunto o no, ma DOPO (come scrive chiarissimamente Giachetti e come hanno ammesso Franceschini e Bersani) che tutti avevano ormai capito che la partita era chiusa. Se questa differenza temporale lascia indifferenti non so cosa farci.
      Che poi i Radicali abbiano comunicato una loro avversione alle "disposizioni" arrivate dai caporioni PD e che magari abbiano reagito stizzosamente, a me sinceramente importa poco.
      Mi sembra invece gravissimo che una forza politica, caratterizzata da un forte laicismo, venga sottoposta a una larghissima diffamazione a mezzo stampa e web fondata su una plateale menzogna, proprio nel momento in cui si ipotizza un possibile congiungimento delle forze politiche fortemente sensibili al pensiero vaticano.
      Io, di questo, mi preoccupo e molto.
      Se sono andato sopra le righe mi scuso, ma ti invito a leggere Emma Bonino qui http://radicali.it/comunicati/20111...
      Fabio

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 20 ottobre 2011 14:53
      Fabio Della Pergola

      E magari non dimentichiamoci l’insinuazione più grave: "da Palazzo Chigi è partito un sms diretto a un deputato PDL: Nitto Palma ha fatto un gran lavoro con i radicali...." è la notizia che si sono venduti. Notizia diffusa dalla destra e riportata da La Stampa. Ovviamente smentita dai radicali, ma che gira, gira, gira...

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 20 ottobre 2011 15:22
      Fabio Della Pergola

      Per finire, ricordando che l’accusa ai Radicali è stata quella di aver tenuto in vita il governo, cito l’art. 47 del regolamento della Camera:

      "Comma 2. Se l’Assemblea o la Commissione non è in numero, il Presidente può rinviare la seduta di un’ora, oppure toglierla. In quest’ultimo caso l’Assemblea o la Commissione s’intende convocata senz’altro, con lo stesso ordine del giorno, per il seguente giorno non festivo alla stessa ora di convocazione della seduta che è stata tolta, oppure anche per il giorno festivo quando l’Assemblea o la Commissione abbia già deliberato di tenere seduta in quella data"

      Detto in altri termini: ANCHE SE (cosa che non credo per i motivi detti sopra) i Radicali avessero fatto mancare il numero legale, non ci sarebbe stata alcuna caduta del governo, ma una banale riconvocazione della votazione (e gli "indecisi" del PDL avrebbero visti aumentare vertiginosamente i loro cachet)

  • Di paolo (---.---.---.179) 21 ottobre 2011 21:10

    Caro Pergola , dopo la cenetta di Marco e Rita con Silvio ,mi auguro che tutto ti sia un po’ più chiaro .
    La questione non era il numero legale , caro Pergola ,era il segnale politico di una opposizione unita e come al solito i radicali sono caduti in preda alle fregole .
    Adesso la cenetta , tet a tet , tra Marco Pannella ,Rita Bernardini e Silviuccio , chiude definitivamente la questione .
    Al sottoscritto la cosa non sorprende per nulla ,dopo decenni che i radicalli spargono merda nelle aule parlamentari ,questo è l’ennesimo degno sigillo politico .
    Ciò non toglie che non giustifico assolutamente lo spregevole ed incivile gesto dello sputo , soprattutto nei confronti di un vecchio signore anche se politicamente molto discutibile .
    ciao

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 21 ottobre 2011 23:55
      Fabio Della Pergola

      Caro Paolo, o comunque lei si chiami, la polemica politica è fantastica perché ognuno può proprio dire quello che vuole su qualsiasi cosa al mondo.

      Io ho parlato in questo, e in un altro articolo, di un fatto specifico che si chiama IMBROGLIO MEDIATICO. Ormai dimostrato e indiscutibile (se lei la pensa diversamente la cosa non mi riguarda né mi interessa). Non c’è mai stata alcuna invalidazione radicale della strategia delle opposizioni (che peraltro si erano ben guardate dal discuterne con i radicali stessi) dal momento che i radicali sono entrati in aula alla fine della prima chiama alle 13,37 (a giochi ormai fatti, come dice l’onesto Giachetti) e alle 13,43 - cioè dopo pochi minuti - è iniziata la seconda chiama (La Stampa del 14.10.11, "La giornata alla Camera" di Mattia Feltri). In cinque minuti o meno si è giocata tutta la farsa di questa giornata. Ma il mancato rispetto degli ordini di scuderia ha fatto saltare i nervi ai cattolici del PD (Bindi in testa) anche se qualcuno ha cercato di calmarla dicendole che il quorum c’era già, che la maggioranza aveva DA SOLA il suo bel numero legale. Ma tant’è, quando i tori s’infuriano...

      Questo è il fatto, che lei non contesta, evidentemente per mancanza di argomenti.

      Quindi ripiega sull’analisi politica che, secondo lei, consiste in un attacco radicale alla strategia fondata sul segno di una unità delle opposizioni. Va bene, per andare dove ? La mancanza del numero legale - se mai fosse avvenuta per responsabilità dei radicali (cosa che NON è) - avrebbe portato solo ad un nuovo voto, come ho già detto (art. 47, comma 2 del Regolamento della Camera dei Deputati). Cioè era il segno di una unità per non andare da nessuna parte, politicamente parlando. In altri termini una emerita presa per i fondelli del popolo indignato a cui si fa credere di vedere un gran movimento quando in realtà non c’è proprio niente. Il nulla.
      L’insipienza, l’impotenza, l’incapacità di progettare qualcosa e l’impossibilità di creare una reale alternativa. Lo zero, il falso movimento. Mi fermo qui ?

      Ma visto che lei è un arguto osservatore, avrà forse notato che il lunedì successivo al voto qualcuno, a Todi, è andato a parlare con tutti i suoi correligionari dell’altra sponda (e con questo termine intendo sia l’altra sponda politica che l’altra sponda del Tevere). In quel consesso si può amabilmente parlare, affrontare tanti temi, dal dialogo fra laici e credenti, all’etica, a ciò che "non è negoziabile" eccetera, eccetera. Mi avrà capito, spero.

      Tutto questo a lei non dirà niente, abituati come siamo tutti ad avere sempre come commensale il fantasma di San Pietro. A me qualcosa dice, invece.
      Ad esempio che a quella tavola non si portano due capponi in dono, ma magari la testa di cinque radicali sì. Sarebbe senz’altro un regalo molto gradito, non crede ?
      Dal signor Fisichella ad esempio o dal signor Bagnasco forse. Che magari, vista la gentilezza degli ospiti, potrebbero accogliere amichevolmente i signori Bersani e compagni.

      Queste piccole congetture - giusto per fare due ipotesi fra amici - non le dicono niente ?
      Ad esempio che ci sono grandi manovre in corso in casa Chiesa ? No ? L’unica cosa vera è che Pannella si è venduto ?

      La cenetta da Berlusconi ? Terribile senz’altro, che mancanza di stile ! Ma Pannella non c’era andato anche l’anno scorso ? E poi, che cosa è successo ? Si era venduto ? Siamo sicuri ? E Renzi ? Non c’è andato pure lui ? E quelle "opposizioni" alla cui unità lei tiene tanto - non io - i Casini, Fini, Rutelli, Buttiglione e compagnia cantando, non ci saranno andati pure loro, una volta o due ?

      Non le viene una qualche curiosità almeno di sentire la campana di quel vecchio signore che si è preso uno sputo in faccia (un gesto che lei non giustifica, nientemeno!, troppo gentile).
      Probabilmente no, per lei è già tutto chiaro (e un po’ banale, se me lo concede).
      Se lo legga qui, se ne ha voglia: http://notizie.radicali.it/articolo...

      Poi, quando mi avrà dimostrato che effettivamente i Radicali si sono "venduti" (e parlo di fatti verificabili, non di queste fragili illazioni che per lei sono incontrovertibili ed esaustive, ma che a me ad oggi non dimostrano proprio niente) allora, ma solo allora, sarò io che verrò da lei (se mai lei dovesse scrivere un articolo ed esporsi al pubblico ludibrio come faccio io, firmandomi con nome e cognome) e le dirò: caro amico, lei aveva ragione ed io torto.

      Fino ad allora, restiamo amici.... arrivederci.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.38) 22 ottobre 2011 09:38
    Fabio Della Pergola

    Aggiungo da Repubblica del 22.10.11, p. 17: "...il giorno dopo sono entrati in aula rischiando di garantire alla maggioranza un numero legale in bilico (in realtà il numero legale già c’era)..." a firma di Giovanna Casadio.
    Alla fine, dopo giorni, si dice quello che già era chiaro: i Radicali NON hanno contribuito a garantire il quorum. Tutto lo scandalo è derivato da una colossale bufala.

    Nel frattempo (dal sito openpolis) in oltre il 35% delle votazioni la maggioranza poteva cadere ed è stata salvata dal voto della minoranza. Nessun Radicale (a parte la Bonino al Senato che come si sa è spesso in missione) è presente nell’elenco dei "salvatori".

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