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Attilio Runello

Giornalista pubblicista dal 1995 ha collaborato negli anni novanta con le pagine culturali di Avvenire, Eco di Bergamo, e con le riviste Millelibri, Vita e Pensiero.
Dal 2008 si occupa di moda per testate online e ha un suo blog "Fashionrunways" con molte visite.
Per Agoravox scrive di attualità.
Collabora anche con Freeskipper, corrierepl, sololibri.net

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  • Primo articolo venerdì 11 Novembre 2019
  • Moderatore da sabato 11 Novembre 2019
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Ultimi commenti

  • Di Attilio Runello (---.---.---.165) 7 gennaio 22:06

    E lo faccia lei il premier. Le manca il 48% dei consensi? E allora continuiamo a farlo fare a chi il consenso lo ha. E va bene c’è un altro 48% che non lo sopporta questo governo. Siamo in democrazia e si aspettano nuove elezioni. A me sembra che questo governo abbia migliorato il paese in due anni. E dove non è riuscito a farlo abbiamo la speranza che ci riuscirà.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.241) 4 gennaio 08:10

    L’economia globale ha bisogno di paesi dove si produce a prezzi più bassi. La Cina come tanti altri paesi nascono dalla delocalizzazione di industria occidentali che si trasferiscono in paesi dove il costo della mano d’opera e le regole imposte permettono maggiori guadagni e prezzi più bassi. In Bangladesh milioni di operai lavorano per l’industria della moda a cento dollari al mese. Purtroppo i costi di produzione in Europa sono elevati e quindi anche i costi al consumo e possono comprare solo i benestanti. E gli altri comprano i prodotti made in China, Taiwan, ecc. E questo avviene da oltre 50 anni. La Cina produce acciaio a costi più bassi delle acciaierie italiane. Che usano in gran parte - tranne Ilva - forni elettrici. In Cina vanno avanti con il carbone di cui sono ricchi. E se inquinano non si lamenta nessuno. In Cina lo stipendio medio oggi è di seicento dollari. E se la Cina va in crisi si useranno le acciaierie indiane o se ne faranno di nuove in Bangladesh o in Africa. Naturalmente trasferire la produzione tessile è relativamente facile. Trasferite quella dell’acciaio è più complesso. E siccome ci sono costi di trasporto le acciaierie italiane continuano ad essere competitive. Per adesso. E quindi le nostre aziende non possono permettersi di aumentare i costi di produzione perché se no subiscono la concorrenza straniera e rischiano di chiudere. E questo fa capire perché questo governo lascia ai sindacati le trattative sul costo del lavoro - e non le impone per legge, come vorrebbe la Schlein. Per non perdere aziende e posti di lavoro.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.229) 2 gennaio 21:12

    Nonostante i tanti insuccessi da lei declamati i quattro partiti che sostengono il governo continuano ad avere un consenso del 48%. Evidentemente una parte del paese riconosce al Premier risultati che lei non vede. E soprattutto vede nell’opposizione numerosi partiti che pur avendo singolarmente un buon consenso hanno dato prova di grande litigiosità negli ultimi dieci anni di governo. Litigiosità che non sembra sopita. A questo aggiungo che questo governo pur con tutti i limiti di un bilancio in gran parte ingessato dà prova di occuparsi di lavoro, casa, pensioni, sanità, istruzione e famiglia. I grandi temi che come ha ricordato anche Landini stanno a cuore a tutti. Mentre la sinistra continua ad occuparsi di problemi sentiti tali da minoranze di persone. A lei i miei migliori auguri di un buon anno.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.148) 31 dicembre 2024 00:19

    Al nostro paese con le sue speculazioni finanziare nel 1992 fece perdere 48 miliardi di dollari

    https://www.familybanker.it/blog/at...’estero,vendendo%20allo%20scoperto%20la%20lira.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.100) 14 dicembre 2024 05:28

    Lo è. La maternità ti tiene lontano dal lavoro come minimo per cinque mesi per ogni gravidanza. Poi se ci sono anche problemi di asilo nido il periodo può essere anche più lungo. Se lavori nella pubblica amministrazione ti conservano il posto sino a tre anni. Nel privato non lo so. Comunque non mancano gli esempi anche illustri di persone che sono riuscite a fare carriera anche con famiglie numerose. Ma magari hanno avuto aiuti che la maggior parte delle donne non ha. Ci si può fare qualcosa? Si può fare molto. Ma ci vogliono soldi. E così ci siamo accorti finalmente che oltre a pensioni, sanità e istruzione per cui si investe molto bisogna aggiungere natalità. Ed anche lavoro e casa.


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