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Attilio Runello

Giornalista pubblicista dal 1995 ha collaborato negli anni novanta con le pagine culturali di Avvenire, Eco di Bergamo, e con le riviste Millelibri, Vita e Pensiero.
Dal 2008 si occupa di moda per testate online e ha un suo blog "Fashionrunways" con molte visite.
Per Agoravox scrive di attualità.
Collabora anche con Freeskipper, corrierepl, sololibri.net

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  • Primo articolo venerdì 11 Novembre 2019
  • Moderatore da sabato 11 Novembre 2019
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Ultimi commenti

  • Di Attilio Runello (---.---.---.83) 1 marzo 21:55

    Ottimo articolo, ben documentato. Tuttavia bisogna chiedersi se esistono disposizioni internazionali che vietano di vendere armi ad Israele dopo il 7 ottobre 2023. Immagino che le vendite di armi prima di tale data siano consentite. Israele prima del 7 ottobre 2023 è stato per anni sotto costante attacco giornaliero di razzi provenienti da Gaza e si è salvato solo perché è stato rifornito di missili patriot o simili che riuscivano ad intercettare la maggior parte dei razzi. E non glieli dovevano fornire? Israele ha dovuto affrontare per tre volte l’attacco da parte dei paesi confinanti nel 1956, nel 1967 e nel 1973. Ha respinto gli attacchi solo con il suo esercito. Non lo.hanno più attaccato solo grazie alla Forza di deterrenza del suo esercito. L’Iran continua a finanziare movimenti antiistaeliani armati a Gaza, in Libano, in Siria è nello Yemen. Sono centinaia di migliaia di miliziani armati che hanno più volte dichiarato che vogliono che Israele scompaia. È solo grazie al suo esercito e alle armi che riceve che riesce a sopravvivere Il.fsttonchevgli israeliani occupino un territorio che era Palestina è deplorevole. Ma non è certo l’unico. Ci sono stati in passato diverse proposte di accordi anche sotto l’egida delle Nazioni Unite, ma sono state tutte rifiutate dai palestinesi.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.118) 24 febbraio 03:53

    L’italia è il.bel paese con settemila chilometri di coste e moltissime spiagge e località turistiche. Ha due grandi catene montuose: le Alpi e gli Appennini con circa ottocento fiumi più lunghi di dieci chilometri. Fiumi che non è facile monitorare nei momenti di pioggia. Più di un dieci per cento del territorio era in passato caratterizzato da paludi, tutte bonificate. Ma si tratta di territori che rimangono fragili. Per controllare il corso dei fiumi e avere acqua nei momenti di siccità, e non avere alluvioni quando piove sono state realizzate cinquecento dighe. Molte aree comunque rimangono fragili e soggette a calamita naturali da sempre. Inoltre la rete di distribuzione dell’acqua ha molte perdite perché obsoleta. E questa è la causa principale della mancanza di acqua in alcune aree del paese

  • Di Attilio Runello (---.---.---.165) 7 gennaio 22:06

    E lo faccia lei il premier. Le manca il 48% dei consensi? E allora continuiamo a farlo fare a chi il consenso lo ha. E va bene c’è un altro 48% che non lo sopporta questo governo. Siamo in democrazia e si aspettano nuove elezioni. A me sembra che questo governo abbia migliorato il paese in due anni. E dove non è riuscito a farlo abbiamo la speranza che ci riuscirà.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.241) 4 gennaio 08:10

    L’economia globale ha bisogno di paesi dove si produce a prezzi più bassi. La Cina come tanti altri paesi nascono dalla delocalizzazione di industria occidentali che si trasferiscono in paesi dove il costo della mano d’opera e le regole imposte permettono maggiori guadagni e prezzi più bassi. In Bangladesh milioni di operai lavorano per l’industria della moda a cento dollari al mese. Purtroppo i costi di produzione in Europa sono elevati e quindi anche i costi al consumo e possono comprare solo i benestanti. E gli altri comprano i prodotti made in China, Taiwan, ecc. E questo avviene da oltre 50 anni. La Cina produce acciaio a costi più bassi delle acciaierie italiane. Che usano in gran parte - tranne Ilva - forni elettrici. In Cina vanno avanti con il carbone di cui sono ricchi. E se inquinano non si lamenta nessuno. In Cina lo stipendio medio oggi è di seicento dollari. E se la Cina va in crisi si useranno le acciaierie indiane o se ne faranno di nuove in Bangladesh o in Africa. Naturalmente trasferire la produzione tessile è relativamente facile. Trasferite quella dell’acciaio è più complesso. E siccome ci sono costi di trasporto le acciaierie italiane continuano ad essere competitive. Per adesso. E quindi le nostre aziende non possono permettersi di aumentare i costi di produzione perché se no subiscono la concorrenza straniera e rischiano di chiudere. E questo fa capire perché questo governo lascia ai sindacati le trattative sul costo del lavoro - e non le impone per legge, come vorrebbe la Schlein. Per non perdere aziende e posti di lavoro.

  • Di Attilio Runello (---.---.---.229) 2 gennaio 21:12

    Nonostante i tanti insuccessi da lei declamati i quattro partiti che sostengono il governo continuano ad avere un consenso del 48%. Evidentemente una parte del paese riconosce al Premier risultati che lei non vede. E soprattutto vede nell’opposizione numerosi partiti che pur avendo singolarmente un buon consenso hanno dato prova di grande litigiosità negli ultimi dieci anni di governo. Litigiosità che non sembra sopita. A questo aggiungo che questo governo pur con tutti i limiti di un bilancio in gran parte ingessato dà prova di occuparsi di lavoro, casa, pensioni, sanità, istruzione e famiglia. I grandi temi che come ha ricordato anche Landini stanno a cuore a tutti. Mentre la sinistra continua ad occuparsi di problemi sentiti tali da minoranze di persone. A lei i miei migliori auguri di un buon anno.

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