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Sono in arrivo diversi dissalatori in Sicilia contro la siccità

Nonostante la presenza di quaranta dighe pensate per raccogliere l’acqua piovana, la scorsa estate gli invasi erano quasi vuoti. L’acqua è mancata sia per le irrigazioni che per l’abbeveraggio degli animali negli allevamenti. I cittadini, ormai da anni, si sono attrezzati con casse di accumulo, poiché in molte zone l’acqua non arriva quotidianamente.

La Sicilia presenta una media di piovosità pari a circa un terzo di quella del Nord Italia.

Tuttavia, se non ci fosse una dispersione d’acqua così elevata a causa della rete idrica obsoleta, la quantità disponibile potrebbe essere sufficiente. In attesa del rinnovo o della riparazione della rete – alcuni interventi sono già stati effettuati – si cerca di correre ai ripari.

Lo scorso anno una nave cisterna della Marina Militare portò acqua ad Agrigento, la provincia più colpita. Il costo dell’operazione, considerato eccessivo, fu di cinquantamila euro.

Quest’anno si sta cercando di prevenire l’emergenza con la messa in funzione di diversi dissalatori. Il costo sarà rilevante e sarà coperto in parte con fondi statali, in parte con fondi regionali e in parte con i finanziamenti europei del Fondo di Coesione.

Tre dissalatori, già presenti nell’Agrigentino, verranno riattivati. Furono acquistati circa dieci anni fa ma non vennero mai messi in funzione, sia per i costi elevati sia perché l’emergenza idrica non è costante. Tuttavia, l’esperienza dello scorso anno ha spinto la Regione a renderli operativi. Il vantaggio è che sono già collegati alla rete idrica e dotati di un impianto per lo smaltimento del sale accumulato. Lo svantaggio è rappresentato dal lungo periodo di inattività e dalla necessità di sostituire diversi componenti.

Sono in fase di acquisizione anche altri tre dissalatori, progettati con tecnologie più moderne, che garantiranno un funzionamento più economico.

Le aree interessate sono quelle di Porto Empedocle, Gela e Trapani.

È stata rifiutata l’offerta di dissalatori sovradimensionati proposti gratuitamente dalla Webuild, poiché i costi di manutenzione sarebbero stati troppo elevati.

La Webuild è l’azienda che sta progettando il Ponte sullo Stretto e che ha già sostituito cinquanta chilometri di rete idrica nel Catanese.

Anche Palermo potrebbe affrontare problemi legati alla siccità e si sta valutando l’installazione di dissalatori. Al momento, è stato pubblicato solo un bando con cui la Regione mette a disposizione dieci milioni di euro per la realizzazione di un impianto che ne costa centottanta. I restanti centosettanta milioni dovrebbero arrivare da investimenti privati.

Il costo complessivo delle operazioni previste supererà i duecento milioni di euro.

Anche per i quaranta invasi presenti in Sicilia sono previsti interventi. La metà di essi, realizzati con fondi pubblici, in alcuni casi funziona solo parzialmente perché non è mai stato effettuato il collaudo. “Funzionano parzialmente” significa che non possono essere riempiti completamente e devono essere svuotati quando il livello dell’acqua supera una certa soglia. Questo genera proteste da parte della popolazione, che assiste allo spreco di acqua riversata nei fiumi.

Si procede dunque tra lavori di manutenzione, ripristino di vecchi dissalatori, acquisto di nuovi impianti e progettazione di ulteriori interventi.

Se nell’estate ormai imminente non si parlerà di siccità in Sicilia, vorrà dire che si sta finalmente lavorando nella giusta direzione.

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