• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

poetto

L'autore non ha inserito, ancora, una sua descrizione.

Statistiche

Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 0 116 0
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0

Ultimi commenti

  • Di poetto (---.---.---.60) 19 aprile 2010 12:07

     Fa una tristezza infinita pensare che un momento così venga utilizzato come marketing politico, senza pudore.

    Si pensava di aver visto di tutto, la realtà è che al peggio non c’è mai fine.

    Mi domando quale sarà la prossima trovata di marketing politico?

  • Di poetto (---.---.---.104) 29 marzo 2010 22:29

     Che il carrozzone del Pdl sia scricchiolante è, oramai, cosa chiara.

    Non dobbiamo, però, sottovalutare la forza di persuasione del Grande Capo, unico vero collante di tutta la baracca del suo schieramento.

    Non sarà semplice riuscire a scalzarlo dalla sua posizione.

    La sua innata forza nel maneggiare, in modo abile, tutte le leve che muovono il popolo a votare il suo nome, la sua coalizione, è, anche se un po’ scalfita dalle ultime vicende, sempre viva.

    Lui è un vulcano di idee.

    Grazie ai potenti mezzi, sia pubblici che privati, è in grado di allestire delle vere e proprie rappresentazioni teatrali a beneficio delle masse che vengono “rapite” dalla sua quasi eterna presenza, onnipotenza; vengono scioccati da tutte quelle promesse, molto spesso non mantenute, che sembrano pronunciate non da un uomo che, si e no, può soddisfarne solo una piccola parte, ma da un santo in grado di compiere dei veri miracoli.

  • Di poetto (---.---.---.161) 17 febbraio 2010 11:49

     Quello che maggiormente ha distrutto i lavoratori è la mancanza di prospettive future, la mancanza di alternative lavorative certe che possano rimpiazzare la perdita di quell’impiego.

    Perdere il lavoro, in Sardegna, a quaranta o cinquant’anni, significa non avere prospettive, se non proprio scarsissime, di un nuovo e sicuro impiego.

    Significa, troppo spesso, vivere alla giornata, cercare di sbarcare il lunario nei modi più disparati.

    I dipendenti di Portovesme sanno che la prospettiva futura è grigia, sanno che le possibilità di trovare una sistemazione lavorativa degna di questo nome, nella Sardegna di oggi, è esile come un fuscello.

    Se ci fossero alternative valide a quella perdita allora la disperazione, perché di questo si tratta, non ci sarebbe, non ci sarebbero stati i viaggi a Roma, le manifestazioni sulla 131, il blocco dell’Aeroporto di Cagliari, non ci sarebbero state tutte quelle manifestazioni, invece la realtà è che finito quel lavoro le speranze di trovarne un altro nella zona, o in zone vicine, sono molto scarse.

    La crisi economica ha ucciso in Sardegna un’economia già sofferente da tempo.

    Bisognerebbe ripensare allo sviluppo economico della Sardegna, dare nuove priorità e nuove vie di sviluppo.

    Pensare al turismo, stare maggiormente attenti alle necessità dei turisti.

    Valorizzare le realtà dell’interno.

    Molti monumenti non sono neanche segnati nella cartellonistica stradale.

    Tanti, all’infuori della Sardegna, non conoscono e neanche sanno cosa sia, ad esempio, il nuraghe Losa.

    Tendendo conto che, in Sardegna, l’industria sta crollando su se stessa, occorrerebbe ripensare ad uno sviluppo diverso, compatibile con la realtà locale e con le esigenze della popolazione del posto.

  • Di poetto (---.---.---.2) 18 gennaio 2010 11:25

     Oramai è da tanto che il ministro ci delizia con le sue trovate.

    Questa dei bamboccioni è decisamente strampalata.

    I giovani, in generale, non lasciano la casa dei genitori in quanto esistono delle difficoltà materiali nel trovare una sistemazione degna di questo nome ed un lavoro, specialmente al sud, che permetta una tranquilla vita indipendente.

    Oltre ad eserci una cultura che trova insolito che un ragazzo, o ragazza, di 18 anni, senza giustificato motivo, vedi matrimonio, lasci la casa dei propri genitori, esiste, come detto prima, ed è decisamente un fattore molto più frenante, una grossa difficoltà economica che blocca qualunque desiderio di indipendenza del giovane.

    Occorrerebbe trovare delle formule che permettano ai giovani di trovarsi una sistemazione diversa dalla casa dei genitori.

    Io lavoro nel pubblico, quando mi hanno assunto, a tempo determinato, a Firenze, ho scoperto che molti avevano abbandonato l’incarico per la difficoltà nel trovare un alloggio, difficoltà che poi ho trovato anche io.

    Ho dovuto accettare dei compromessi sgradevoli pur di non perdere l’incarico.

    Se lo Stato si fosse preoccupato di trovare una sistemazione, ad esempio un alloggio sicuro a canone agevolato, sicuramente molti di quelli che avevano rinunciato avrebbero accettato l’incarico di un anno.

    Questo è un piccolo esempio per dire che se esistono dei presupposti validi allora si può anche parlare di lasciare la casa dei genitori, altrimenti sono solo chiacchiere senza valore.

  • Di poetto (---.---.---.195) 15 gennaio 2010 19:04

     Finalmente Berlusconi ha detto qualcosa di sensato.

    Certamente a tutti piacerebbe pagare meno tasse, solo che dietro quelle cifre ci sono stipendi da pagare, servizi da erogare ai cittadini e tanto altro ancora.

    Il sistema Italia, nella sua complessità, in questo periodo di crisi, con la disoccupazione che aumenta, con un maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali, non può fare meno delle attuali tasse.

    Bisognerebbe dire che se tutti pagassero le tasse dovute, forse, ci potrebbero essere degli spazi di manovra per ridurre la pressione fiscale, ma, si sa, nel nostro paese esistono una marea di furbetti che, stranamente, dichiarano di guadagnare quanto, o addirittura di meno, un proprio dipendente salvo poi andare in giro con auto da 60 mila euro, senza lesinare in spese di alberghi, gioielli etc.


Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità