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Cronaca di un funerale a favore di camera

Alla messa per Vianello il Tg5 opera un’immonda propaganda pro-silvio: Milano 2, i suoi sorrisi, il suo conforto alla vedova, la tv commerciale rivoluzionaria.

Non si tratta di un’infamia contro la cerimonia, né la sua dissacrazione. Ebbene no, già che quello andato in onda saato mattina, in uno speciale del Tg5, altro non ricordava che uno show, un recital. Se volete – e solo se -, propaganda.

Accade che muoia Vianello. Personaggi noti e meno al capezzale dell’attore-presentatore, le condoglianze alla vedova Mondaini. Il Tg5 non ha che da aprire le finestre, accendere i led delle telecamere: la funzione è in famiglia, set Milano 2.

Nel verde-marone della città di utopia, i due giornalisti del giornale di Mimun raccontavano l’umorista e l’uomo, il vicino di casa di “un paradiso alle porte della Milano vibrante, la Milano della moda. Milano 2. Il posto nel quale i personaggi della Tv abitano, a stretto contatto con la gente”. A struggere, fatte salve le comprensibili grida di dolore della congiunta rimasta sola e priva di deambulazione autonoma, sono le note di un sottofondo sonoro lacrimevole, le esitazioni dei 2 del Tg a ogni esalazione disperata della Mondaini. “Eccola, invoca suo marito”. Non perdere il momento. Né questo, né quello che ha da venire. Vedremo.

Ci vorrebbe qualcuno, infatti. Qualcuno che scradini l’impasse di una funzione non ancora iniziata, la tetra esibizione del dolore, la loquela dei conduttori rimasti senza saliva nè figure retoriche. La rottura dell’imbarazzo delle autorità presenti, Libero Giornale in braccio. “Per fortuna, c’è l’arrivo provvidenziale del presidente del Consiglio". Salutato da un lungo applauso, sui prati della sua citta modello, irrompe nella navata e si fionda la capezzale della vedova. La accarezza, le parla, alla sua destra. Le telecamere a sinistra, in quasi-piano americano. Mai impallate. Come dovesse renderne conto al crocifisso (pessimi i vari zoom sull’occhio del cristo dolens), non all’operatore.

Col cipiglio che ha un che di funzionalista la costringe allo svago di un momento, il sorriso. “Quel sorriso che Sandra trova solo col presidente. Che per lui e molti altri è molto di più: un amico“. L’amico di tutti resta vicino, allontanandosi per qualche veloce e cortese stretta di mano. Lascivo con Confalonieri, come non ci fosse bisogno. Lo sguardo truce di Columbro, che non muove un passo. Scotti e Baudo istituzionali. Serberò nel cuore, e lo ammetto, la tristezza negli occhi di Enzo Paolo Turchi, ignorato dal premier malgrado i richiami. “Presidente..”. Lui niente. Ne rende conto a Gerry Scotti, in prima fila, in una chiesa di Milano 2, Segrate.

Giunge il don, a codazzo uno stuolo di bambini che sanno di Cologno, Vimercate e Nintendo Ds. La trasposizione funerea di un corteo di bambini della Mulino Bianco, nella distesa natale delle case del presidente. Riccioloni biondi, sneakers, benessere. Berlusconi resta accanto alla vedova, si frappone fra lei e i figli adottivi, come se non fosse stato lui, ad adottarla. E forse un po’ schifato dalla capigliatura sciatta. Prova ad esserci, in ogni momento. Più per il contesto che per il risanamento del dolore della donna, la vicinanza umana. Al momento dell’eucarestia Silvio s’avvicina, s’abbassa. Il prete esita: “Cos’avrà da dirle, proprio ora?”: proprio nulla, don. Aspetta che lei porga alla bocca di chi fu Sbirulino ciò che chiama il corpo di cristo. E lui lì, dietro la sacra assunzione. Che, adempiuta, lo fa riscattare dritto come fosse di molle. Cheers.

Il congedo è cosa per i cronisti: dalla splendida cornice del paradiso berlusconiano, ci fanno sapere, ci ha lasciato l’uome che fra tanti “sancì il successo della tv commerciale, la sfida di Berlusconi. Quel canale che da semplice mezzo promozionale per la compravendita di immobili è diventato un impero editoriale. Come avete visto, la povera Sandra ha trovato conforto solo nelle parole del presidente – che intanto rende omaggio alla salma che parte con la mano nel taschino, Bonaparte – Un sorriso, una luce nel buio della morte”.

Poco alle lacrime del premier, non mi soffermo. Tra la folla accorsa a salutare Vianello, qualcuno ha deciso di ricordare la sorte degli altri 2 sventurati compagni “d’avventura”, Corrado e Mike. Come ad annullarne la portata umana, i vizi e le virtù. Vita, ma nello schermo. Qualcun’altro, poi, ha portato il cartello pubblicitario di un qualcosa. Datato. In questo, americani come neanche è mai stata l’America, Sandra e Raimondo giocano a indicare qualcosa. Plastica la posa, più che il materiale. E’ così che questo paese vuole ricordare qualcosa, e vuole votare qualcuno. Con reclam al polistirene.
U‘

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