• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Enrico Miglino

Enrico Miglino

Giornalista e fotogiornalista, lavoro con la stampa - cercando sempre di mantenere la massima indipendenza possibile - su testate nazionali, scrivo libri, pubblico inchieste di rilievo nazionale e internazionale. Ho scritto libri, racconti, romanzi, saggi e sempre di più privilegio la rete come strumento di comunicazione ampio e indipendente. Credo in un giornalismo obiettivo, non sensazionalistico, apolitico e sempre alla ricerca della verità.

Statistiche

  • Primo articolo lunedì 09 Settembre 2008
  • Moderatore da lunedì 12 Dicembre 2008
Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 14 7 24
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0
Moderazione Da Articoli moderati Positivamente Negativamente
La registrazione 18 14 1
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0












Ultimi commenti

  • Di Enrico Miglino (---.---.---.81) 14 dicembre 2008 15:52
    Enrico Miglino

    Ho letto il tuo commento e ti ringrazio delle considerazioni. C’è un aspetto tuttavia sul quale dissento, in quanto se non sono almeno mi ritengo giornalista. E mi interessa sottolineare che si tratta di un punto di vista assolutamente personale, che nulla ha a che vedere con reciproca stima, soltanto punti di vista differenti sull’interpretazione della realtà.
    Questa che commenti è la prima puntata di tre (almeno, forse la divideremo in quattro per motivi di leggibilità) di quella che per me è un’inchiesta: raccontare fatti che accadono, situaizoni che si verificano, personaggi che controllano, agiscono, fanno, dentro o fuori dai confini della legalità. Il tutto sempre con un obiettivo immediato, quello di fornire uno strumento ineccepibile di valutazione al lettore. E questo obiettivo primo si raggiunge con documentazioni, fotografie, nomi e cognomi ma anche escludendo quanto possibile il giudizio personale; dove chi scrive lo ritiene necessario sia evidente che si tratta di considerazioni e non di dati oggettivi. Ciò detto, credo anche che il compito di un giornalista che pubblica un’inchiesta sia in qualche modo quello di andare a cercare di capire ciò che è successo in modo esteso e il più completo possibile, docmentando i fatti attraverso immagini, registrazioni, documenti, estratti e ogni altra forma di documentazione che - se non del tutto pubblicata - sia almeno in possesso di chi scrive la notizia.
    Quella del "caso" parmatur, un po’ vecchiotto per balzare ancora alla ribalta della cronaca, anche se ancora oggi è un caso che è rimasto senza troppe verità, è un esempio in un’inchiesta più ampia che da alcune settimane trova spazio su agoravox (altrimenti impubblicabile su altre testate con meno coraggio e più retorica) e che proseguirà fino ad arrivare al nocciolo della questione, di cui non ti anticipo nulla per ora, che ha un nome: Basilea II - Il nuovo accordo mondiale sul capitale.
    Questo per dirti che una cosa è fare inchiesta - secondo me - parlando come in questo caso di finanza creativa e un altro è fare della creatività, sfociando, come giustamente citi a fine commento nella fantapolitica dei best seller alla Dan Brown. Non li didegno, anzi, visto che scrivo anche romanzi è un’idea che mi è passata più di una volta per la mente, ma non è questo il caso ritengo e alla fine, dovendo scegliere, trovo ad oggi comunque più intrigante e interessante, cercare di scoprire - magari leggendo fra le righe ciò che tutti hanno detto e scritto senza voler leggere e sentire - la verità giornalistica, semplicemente i fatti, perchè la gente credo sia doveroso sappia, dove vive, accanto a chi vive e come viene spesso menata per il naso.

    Al lettore la facoltà di giudizio e di valutazione, per schierarsi, concordare o discordare. Come dovrebbe essere la stampa nei suoi principi più genuini.

    Enrico

  • Di Enrico Miglino (---.---.---.184) 1 dicembre 2008 10:30
    Enrico Miglino

    L’impensabile mi pare proprio... impensabile, a meno che non si riesca a tirare fuori con le pinze la verità nuda e cruda, semplice, documentata dai fatti. A quel punto, per puro opportunismo ma chissenefrega, qualcuno parla per cercare di mettersi all’asciutto il più presto possibile.

    Enrico

  • Di Enrico Miglino (---.---.---.184) 1 dicembre 2008 10:28
    Enrico Miglino

    In effetti è assolutamente condivisibile, il tuo punto di vista, però ... non sempre le cose vanno come certi se le aspettano, soprattutto se ci si mette di buzzo buono per rompere le scatole. In effetti (dai un’occhiata alla seconda puntata), la storia insegna, eccome, basta ricordarsi che esiste ed andare a riprendere in mano cose dette e mai più riprese, apposta, dai media. Dalla prossima settimana, inoltre, ti anticipo che l’inchesta dopo un’introduzione necessaria sui fatti, prende in mano la questione storica con un esempio reale e tutto sommato su scala ridotta (solo qualche centinaia di milioni di euro anziche miliardi di dollari) e poi cerchiamo di capire che cosa è realmente successo. Le informazioni e le notizie in effetti ci sono, ma spesso sono anche orchestrate ad arte per essere incomprensibili; il trucco è proprio sempre lo stesso, mettere in piedi un palinsesto di informazioni veloci che altrettanto velocemente si esauriscano. Poi se riprendiamo il passato e un po’ di inchiesta "vecchio stile" condotta sul campo, qualche fortunata coincidenza, qualcuno che parla perchè non sa bene quel che dice, la verità non aspetta altro che venire alla luce...

  • Di Enrico Miglino (---.---.---.184) 24 novembre 2008 19:34
    Enrico Miglino

    è proprio quello che è venuto in mente a me leggendo l’articolo. Ci sono telefoni a meno di 30 euro in giro e di immagini ne basta una azzeccata, quindi anche se ha poca memoria ... :)

  • Di Enrico Miglino (---.---.---.184) 31 ottobre 2008 11:11
    Enrico Miglino

    Credo che - dando un’occhiata "diversa" alla realtà - il principio che citi, ormai assunto a convenzione e luogo comune, sia in realtà e purtroppo da ribaltare; il diverso è diverso perchè possediamo degli schemi comportamentali radicati da tradizioni che vengono alimentate per mille motivi, politici, culturali, economiche, di potere. Ed è così che sovente il sistema contribuisce alla creazione di luoghi comuni, che collocano il diverso nell’area del pericoloso e ne giustificano la condanna a priori, che poi può sfociare - giustificata - in furia cieca. Non parlo esclusivamente di violenza fisica, anzi si tratta di casi isolati in effetti; piuttosto è una violenza psicologica che si fa strada attraverso l’irrazionale e si annida in modo subdolo all’interno di aree assai vaste di individui. Anche culturalmente insospettabili.

    Enrico

TEMATICHE DELL'AUTORE

Società Cultura Economia Istruzione

Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità