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Persio Flacco

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  • Primo articolo lunedì 08 Agosto 2013
  • Moderatore da giovedì 02 Febbraio 2014
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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.47) 27 agosto 2018 19:57

    Caro Salvà, è un peccato che lei usi la sua competenza e capacità argomentativa per vincere a battaglia navale. Se lei imposta il confronto come una competizione e non come una modalità di partecipazione plurale al tentativo di dirimere la complessità della situazione che stiamo vivendo, è ovvio che stimolerà altrettanta verve competitiva nei suoi interlocutori, che quindi considereranno i suoi argomenti come colpi di cannone virtuali contro le loro "navi" ai quali rispondere. Lei si autoproclama vincitore di una gara che lei solo stava giocando. Bene, dia pure una lucidatina al suo ego, se è questo che cercava. Ma tenga presente che di questi tempi pochi di quelli realmente preoccupati delle possibili involuzioni della presente situazione hanno voglia di giocare su certi temi. Se sarà fortunato troverà uno come lei che ha delle tesi da affermare piuttosto che delle cose da capire. Le auguro di divertirsi.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.47) 27 agosto 2018 00:26

    Ottima analisi, caro Paolo (o devo chiamarti Ivan il russo? smiley ): impietosa e realistica. Opportunamente alleggerita da una buona dose di ironia salva fegato. Divertente, ma ancora più divertenti sono gli starnazzi che salgono da quel caravanserraglio dei tuoi detrattori. Io spero che costoro siano in malafede, altrimenti sarebbero da TSO.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.47) 21 agosto 2018 15:52

    @MarinaSerafini Forse giova dare delle cose del mondo una rappresentazione un po’ differente rispetto a quella egemone: vi sono forze potenti che agiscono con mezzi efficaci e con assoluta determinazione per modellare la società e lo stesso modo di pensare delle persone a misura dei loro scopi e interessi. In questo modo almeno ci si rappresenta un avversario in carne ed ossa contro il quale la resistenza e la rivolta sono possibili, anche se di difficile praticabilità. Questo, a mio avviso, offre l’opportunità di tenere sempre viva la speranza di potere in futuro avere la meglio su di esse ed imporre il *nostro* modello di vita a misura della nostra umanità.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.47) 20 agosto 2018 16:41
    Per chi ha abbondanza di denari per pagarsi un collegio difensivo, dalla incriminazione alla sentenza definitiva passano in media 10-12 anni. Nel nostro ordinamento giudiziario infatti è concesso alle parti di presentare appello avverso una sentenza senza obbligo di motivazione e senza alcuna verifica di un giudice terzo circa la sua fondatezza, così che gli effetti della sentenza vengono congelati fino al completamento del grado successivo, fino alla Cassazione. Nel frattempo la prescrizione incombe come una mannaia sulle varie fasi processuali e il condannato è libero. Lo scrivo in maiuscolo: QUESTO È DEMENZIALE.

    Il processo di primo grado, quello più prossimo ai fatti, dove la memoria dei testi è più affidabile e precisa e le prove più fresche, con una semplice istanza diventa una pura perdita di tempo per inquirenti, procuratori, giudicanti e per l’intera macchina giudiziaria. Si capisce il motivo per cui Autostrade per l’Italia preferisce la via giudiziaria a quella amministrativa. 

    Mi chiedo: quando verrà messa all’ordine del giorno della politica la riforma di questa anomalia che rende la Giustizia ingiusta perché insopportabilmente lenta e costosa e perché introduce una evidente diseguaglianza tra cittadini abbienti e non abbienti?

    Salvo comprovati vizi processuali o l’emersione di elementi nuovi, il processo di primo grado deve essere quello che produce la sentenza definitiva in 1-2 anni, invece dei 10-12 oggi necessari per compiere l’intero ciclo processuale. La macchina giudiziaria ne uscirebbe "miracolata".

  • Di Persio Flacco (---.---.---.47) 19 agosto 2018 08:22
    Gli apprezzamenti vanno tutti a Pierluigi Fagan, che ha scritto l’articolo.
    Pierluigi è una interessante e rara figura di intellettuale, studioso, filosofo. Indipendente, come dovrebbe essere ogni vero libero pensatore, ha scelto di misurarsi con un tema in sé ostico come quello della "complessità" genericamente intesa per contribuire a creare gli strumenti razionali in grado di comprenderla senza, per quanto possibile, ridurla e semplificarla.
    Questa stringata presentazione della persona e dell’oggetto di studio di Pierluigi solo a leggerla può far venire l’orticaria a molti, ma niente paura: Pierluigi è uno di quegli intellettuali altruisti e generosi capaci di mettersi nei panni di una persona comune (ma con i suoi strumenti intellettuali) per offrire a chiunque una lettura della realtà non viziata da pregiudizi, rigorosa, ma facilmente comprensibile a tutti. Ha una pagina su Facebook

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