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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.66) 16 gennaio 2014 21:07

    << E poi si è attaccato come una cozza ai miei articoli con i suoi commenti. >>
    Non si monti la testa: non è lei che mi interessa, semplicemente trovo doveroso rispondere a certe cose cose che scrive.
    Vede, nonostante ritenessi Sharon responsabile di una efferata violazione dei diritti umani, avendo reso possibile la strage di Sabra e Chatila da parte dei suoi alleati maroniti: azione della quale non si è mai pentito, non ho gioito né per la sua malattia né per la sua morte. Della morte di certe persone preferisco tacere.
    Ma non mi è stato possibile passare sotto silenzio il suo tentativo di ricordarlo come un pragmatico con dei meriti, secondo le sue conclusioni, grazie al travisamento dello scopo reale delle sue azioni.

    Non si preoccupi: quando non scrive certe cose non ho alcun motivo per interessarmi ai suoi articoli.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.180) 15 gennaio 2014 16:59

    << "Lei sa che Israele ha fatto da levatrice ad Hamas in funzione anti-Fatah? "
    Strano vero ? Dividere i propri avversari è una politica piuttosto vecchia, risale ai Romani. Come mai ci sono caduti come degli allocchi ? >>

    Non so se i romani avrebbero creato una fazione integralista islamica in un contesto che vede una mezza miliardata di islamici tutto intorno come ha fatto Israele. Lo avrebbero fatto probabilmente solo se avessero avuto l’intenzione di scontrarsi col mezzo miliardo di islamici più che per dividere il nemico.
    Ecco, cerchi di immaginare che mentalità e che scopi possono avere quelli che hanno fatto questa scelta. Le sarebbe utile.

    << Se Israele si fosse opposto lei oggi sarebbe lì ad accusare Israele di essersi opposto. >>
    Probabile, ma in tal caso sarebbe stato coerente. Invece, con quello che ha fatto, non solo si è opposto ma ha anche umiliato la democrazia.

    << "Ma proprio questo era il maggiore pericolo per la cupola "sionista": che Hamas si mostrasse come movimento responsabile benché deciso a difendere gli interessi dei palestinesi. Lei non ha idea di quanto sia utile avere un nemico sostanzialmente innocuo ma che buca lo schermo con azioni eclatanti."

    Le azioni eclatanti fino a quel momento erano stati gli attentati suicidi sugli autobus, nelle discoteche e nei bar israeliani. Da quel momento in poi bisognava invece credere, curiosamente, a una Hamas innocua, moderata e aperta alla trattativa. Non è così sostenibile. In ogni caso il maggior pericolo era che Hamas si mostrasse responsabile... pericolo scampato si direbbe.>>

    Sicuramente: pericolo scampato. Riguardo alla possibilità che un terrorista possa fare una scelta diversa le tratteggio le azioni più eclatanti di un famoso personaggio. Vediamo se indovina chi è e cosa è diventato poi.

    Alla testa di un commando attacca un garage inglese e uccide tutto il personale che vi lavora; guida un gruppo che fa saltare in aria un hotel causando 97 morti, in gran parte persone ricoverate nell’ospedale che aveva sede nell’edificio; uccide personalmente due ufficiali britannici in un circolo militare; uccide un passante con una bomba; lancia una bomba contro un ospedale della Croce Rossa Internazionale di Gerusalemme; rapisce due sottufficiali inglesi, li tortura, li impicca, lega ai due cadaveri una bomba destinata ai soccorritori; rapina una succursale di banca uccidendo quattro agenti di servizio; guida un gruppo armato in un’azione contro un ospedale inglese di Gerusalemme uccidendo nei loro letti tre militari ricoverati; dirige la rappresaglia contro un villaggio arabo sterminandone i 254 abitanti.

    Ha indovinato chi è il personaggio? Perché invece pensa che chi fa parte di Hamas sia irredimibile?

    << "Quanto alla responsabilità della popolazione palestinese per la scelta di Hamas lei prefigura un principio abbastanza indecente (e mi limito nell’aggettivazione): che tutta una popolazione sia da ritenere responsabile degli atti di chi la guida."

    La popolazione che vota è responsabile di aver dato il potere al partito per cui ha votato, non dei suoi atti. Ma se il partito per cui vota è esplicitamente a favore e notoriamente attivo nella pratica terroristica degli attentati contro i civili, qualche responsabilità ce l’hanno anche i suoi elettori. O no? Forse che gli italiani sono innocenti per aver avuto il Ventennio fascista ? O i tedeschi di aver votato Hitler ? >>

    Le risulta che italiani e tedeschi dopo la guerra siano stati sigillati nei loro confini a campare di stenti?

    << "Oggettivamente non hanno avuto grandi possibilità di scelta. Tuttavia concordo sul fatto che la dirigenza palestinese avrebbe potuto mostrarsi più sagace e lungimirante."
    Se non hanno avuto possibilità di scelta è perché le scelte – che ancora esistevano negli anni ’20 – sono state via via eliminate; omicidi compresi. Più “sagace e illuminante” è definizione leziosamente stitica; del tutto inadatta a definire la demenziale ottusità, protervia e arroganza dei dirigenti palestinesi che si riflette in pieno nella carta fondativa di Hamas, il partito “moderato” che lei apprezza tanto. >>

    Non apprezzo affatto Hamas, né ho particolari legami affettivi con palestinesi e arabi in generale. Quello che mi interessa è il rispetto dei diritti umani, perché è una conquista che va difesa, e che si arrivi alla fine del conflitto.

    Sorvolo sul resto.

    << In ogni caso, caro Persio, questi dibattiti stanno diventando un po’ troppo ripetitivi. Non sono né interessanti né utili. >>

    Si, lo so che non le fa piacere essere contraddetto ma, d’altra parte, pubblica su un sito nel quale si possono commentare gli articoli. Del resto la mia intenzione non è di farle cambiare idea: so perfettamente che è impossibile, che continuerà a non voler vedere certi aspetti della realtà. Se la commento è per i lettori. Non se la prenda per questo.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.101) 15 gennaio 2014 00:17

    << Ma basta leggere Wikipedia per sapere che Hamas “nel periodo che va dal 2000 al 2005, ha effettuato svariati attentati suicidi contro l’esercito israeliano e contro la popolazione civile dello Stato ebraico, che hanno provocato centinaia di vittime civili e militari“. Si tratta quindi manifestamente di un nemico, comunque si vogliano interpretare le sue ragioni, dello stato di Israele. >>

    1. Lei sa che Israele ha fatto da levatrice ad Hamas in funzione anti-Fatah? Una strategia che ricorda, ad esempio, la creazione del movimento dei talebani in funzione anti russa in Afganistan.
    2. Cosa fosse Hamas lo si sapeva anche prima delle elezioni, ma Israele non si è opposto a che Hamas vi partecipasse. Si sapeva pure che probabilmente Hamas le avrebbe vinte, considerata la corruzione e la condiscendenza del Fatah di Abu Mazen verso l’occupante israeliano e verso gli USA.

    << E’ ovvio che al tempo delle elezioni del 2006 la popolazione palestinese sapeva chi era Hamas ormai da anni e per chi votava scegliendo Hamas. Che oggi ci si stupisca della reazione di Israele, in particolare dopo la presa di Gaza nel 2007, è curioso. >>

    Vinte le elezioni occorre riconoscere che Hamas si è sforzata di diventare un movimento responsabile. Forse lei non se lo ricorda ma il governo formato da Hanyeh era tutt’altro che estremista.
    Ma proprio questo era il maggiore pericolo per la cupola "sionista": che Hamas si mostrasse come movimento responsabile benché deciso a difendere gli interessi dei palestinesi. Lei non ha idea di quanto sia utile avere un nemico sostanzialmente innocuo ma che buca lo schermo con azioni eclatanti.

    Quanto alla responsabilità della popolazione palestinese per la scelta di Hamas lei prefigura un principio abbastanza indecente (e mi limito nell’aggettivazione): che tutta una popolazione sia da ritenere responsabile degli atti di chi la guida.

    << Alla fine lei non fa altro che mettere in luce l’assoluta demenza delle élite palestinesi che, fin dagli anni ’30, hanno condotto la loro popolazione in un dramma suicidale senza fine.>>

    Oggettivamente non hanno avuto grandi possibilità di scelta. Tuttavia concordo sul fatto che la dirigenza palestinese avrebbe potuto mostrarsi più sagace e lungimirante.

    << Lei deduce che Sharon voleva dimostrare, e ci sarebbe riuscito, che non si può cedere la terra ai palestinesi.>>

    E’ esattamente quello che è avvenuto.

    << “Lo scopo desiderato dalla cupola "sionista" è ottenuto: è "dimostrato" che concedere terra in cambio di pace non funziona, è pericoloso, mette in pericolo Israele e allontana la pace”.

    Che gli obiettivi di Sharon fossero questi non solo è indimostrabile, naturalmente, ma appare come un suo faticoso sforzo mentale, che vorrebbe insinuare che ritirando esercito e, forzatamente, i coloni dalla Striscia di Gaza Sharon avrebbe previsto che questo, anziché dare modo ai palestinesi di iniziare a costruire uno stato libero di Palestina dal territorio libero di Gaza, avrebbe provocato quello che ha provocato. >>

    Ripeto: è esattamente quello che è avvenuto. Ed è avvenuto per la scelta israeliana di annullare di fatto le elezioni palestinesi con la forza, arrestando parlamentari e membri del governo appena eletto. Lei è molto ingenuo, e non ha la minima idea di che razza di esaltati è composta la cupola "sionista".

    << Ma anche ammesso che i risultati finali corrispondano ai desiderata della “cupola sionista” (ma non potrebbe usare un linguaggio un po’ meno da “volantino proletario” ?), questo dimostrerebbe ancor di più l’idiozia politica della dirigenza palestinese, casomai. Non gliel’ha ordinato nessuno di obbedire ai latenti desideri di Sharon. >>

    Nel caso in questione, mi dica, che scelta avevano? Si erano svolte regolari elezioni con il consenso di USA e Israele e con la sorveglianza di osservatori internazionali; era stato formato un gabinetto di governo con garanzie di moderazione e pluralismo. Tutto spazzato via con la forza.

    << Sono incapaci di pensare o il problema è che la loro identità politica andrebbe in pezzi se dovessero accettare la trattativa e che quindi non se la possono proprio permettere ? >>

    Hanno grossi limiti, sicuramente. E sicuramente alcune fazioni palestinesi avrebbero una insopportabile crisi di identità se si arrivasse ad un accordo di pace. Ma questo vale ancora di più per la controparte "sionista", che sarebbe persa senza la "minaccia esistenziale" iraniana e senza l’estremismo palestinese.

    A proposito: lei pensa che Abu Mazen sia un estremista? E se non lo pensa, quanto crede abbia guadagnato da questa sua scelta moderata?

    << E’ ovvio, alla portata di qualsiasi mente pensante, che una lotta non violenta in stile Mandela, avrebbe portato a ben altri risultati, già decenni fa; ma oggi forse è troppo tardi anche per quella. >>

    I "sionisti" non sono come gli inglesi, non hanno modi e finalità paragonabili con quelli. Si legga l’intervista di Fallaci a Sharon: se ha voglia di capire ha modo di farlo.

    << In conclusione Israele ha perso, dice lei. Può darsi. Ma se Israele ha perso che dire, sinceramente, dei palestinesi ? >>

    Israele ha perso perché non esiste la minima possibilità che il progetto "sionista" (e non mi riferisco al Sionismo di Herzl) abbia successo. Nel mondo di oggi pensare di fare di un piccolo paese come Israele una nuova Sparta è semplicemente demenziale. Su una scala storica il suo orizzonte temporale non può che essere molto limitato.
    Ed è questo alla fine che mi angustia.

    << P.S. quanto ai soldati "sionisti" della Rete, la prego, non sia ridicolo. Sembra uno di quei brigatisti delle fiction.>>

    Li definisco in questo modo perché come la truppa, composta di persone con la testa imbottita di alti ideali affinché serva meglio come carne da cannone, non hanno alcuna idea delle vere motivazioni di ciò che fanno.

    Lei ne è un esempio.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.130) 14 gennaio 2014 12:59

    Lei scrive << Nel 2003, forse non lo ricorda, Amnesty International apriva le manifestazioni contro l’intervento militare in Iraq con lo striscione "Non in nome dei diritti umani" (ossia, non ci provare a usare il tema dei diritti umani). >>

    Si, certo, ma come lei sa bene l’attenzione dei governi e dei media è selettiva: alle denunce contro i loro obiettivi viene dato grande risalto; alle diffide delle organizzazioni che le hanno prodotte circa l’uso delle loro denunce viene data poca o nessuna importanza.

    Quello che risulta è che governi e mass media giustificano i loro attacchi con le denunce delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani mentre queste ultime si difendono dall’accusa di svolgere un ruolo di supporto agli attacchi affermando di aver denunciato violazioni reali e di aver manifestato contrarietà alla guerra. Ognuno è giustificato, dunque la guerra non ha colpevoli. Il delitto perfetto insomma.

    Ed è inevitabile che le cose vadano in questo modo: chi denuncia dei crimini, perché è questa la sua missione, non può decidere quali modalità di repressione verranno adottate da chi ha il potere di attuarle. Questo lo sa già in partenza, dunque sa già in partenza che le sue denunce verranno strumentalizzate da chi, fin dall’inizio, intendeva adottare certe modalità repressive funzionali ai suoi scopi.

    Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani non possono dunque ignorare quale uso può essere fatto delle loro denunce, tanto meno quando sanno già che esistono che esse cadono in un contesto di forti ed evidenti tendenze a colpire chi viene denunciato per motivi che nulla hanno a che vedere con i diritti umani.

    Non curarsi dell’effetto che avranno le loro denunce in un certo contesto è una spia sicura della cattiva coscienza di certe organizzazioni umanitarie.

    Ma, tornando al caso Iraq, c’è un altro aspetto ancora più eclatante in queste dinamiche, cioé la rimozione della più grave delle violazioni dei diritti umani: la guerra stessa.

    Oltre alle centinaia di migliaia di civili uccisi direttamente e indirettamente dalle operazioni belliche, ai milioni di progughi, alle atrocità individuali, alle torture, alla distruzione di beni pubblici e privati, la lacerazione del tessuto sociale, le divisioni, le rivalità rinfocolate o suscitate ad arte, offuscano il futuro di generazioni di irakeni. 

    Non è questo il maggiore dei crimini commessi? E dove sono le denunce di Amnesty?

  • Di Persio Flacco (---.---.---.159) 13 gennaio 2014 23:40

    Il gas dell’Azerbaigian fa dimenticare i diritti umani a chi è a favore del gasdotto e li fa ricordare a chi è contro.
    Non è né un mistero né una novità che i diritti umani sono spesso stati usati come arma politico mediatica per colpire avversari e competitori.

    Caso emblematico l’Iraq di Saddam Hussein. Le denunce delle organizzazioni di difesa dei diritti umani nei confronti del regime irakeno di Saddam Hussein, tra cui quelle diffuse da Amnesty International, sono state usate dall’amministrazione statunitense guidata da G.W. Bush e dalla cricca neocon per giustificare moralmente la guerra che ha distrutto il paese e la sua integrità sociale.

    L’effetto concreto sui diritti umani della popolazione irakena è stato tale da far apparire Saddam un santo.

    La domanda è: le organizzazioni come Amnesty si fanno strumentalizzare volontariamente o involontariamente?

    Certo, la provenienza di certi finanziamenti induce a qualche dubbio.

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