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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.122) 1 marzo 2014 12:27

    La vicenda della "deportazione di Alma Shalabayeva e di sua figlia minorenne", come la definisci, non è limpida per diversi motivi. 
    A mio parere l’inconsueta energia posta nel recuperare la signora
    Shalabayeva da parte di un Paese come l’Italia, che normalmente rimpatria senza troppi patemi circa 5.000 immigrati irregolari ogni anno, è sospetta.
    Il sospetto, ma è ben più di un sospetto, è che l’episodio più che riguardare astratti principi di civiltà e di rispetto dei diritti umani rientri nei casi in cui agisce la direttiva imperiale sulla sacralità dei "dissidenti" che agiscono nei Paesi "non amici".

    Il marito della signora infatti, quel Mukhtar Ablyazov: prima imprenditore, banchiere, ministro poi accusato di reati finanziari e ricercato anche in UK e Francia, è un dissidente dell’attuale regime kazako. Probabilmente è per questo che qualcuno, la dove si puote ciò che si vuole, considera la signora Shalabayeva un immigrato diverso dagli altri, meritevole di un’azione diplomatica mai riservata che io sappia, a nessun altro nelle stesse sue condizioni.
    Forse, tra tanti, hai scelto il caso in cui la Bonino MdE ha meno brillato per indipendenza politica e tutela degli interessi del suo Paese.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.177) 19 febbraio 2014 19:20

    Al puzzle mancano alcune tessere, è vero, ma la figura che rappresenta è ormai chiarissima. Dunque non serve collocarle tutte.

    Quello che a molti non è ancora chiaro è un altro aspetto.

    Poniamo che una eminente personalità politica, da sempre nel Parlamento Italiano e che più volte nel corso della sua lunga carriera ha assunto incarichi di governo, prima che i fatti si svolgano venga messo a conoscenza che sta per iniziare una stagione di disordini, attentati, atti eversivi facenti parti di un piano le cui fila sono tenute dall’intelligence di un paese straniero "amico".
    Poniamo che gli venga comunicato lo scopo di quanto si va preparando: garantire la fedeltà atlantica dell’Italia, paese strategicamente rilevante per l’area mediterranea, per mezzo di una reazione al disordine che metta fuori gioco ogni tendenza contraria.

    La reazione di questa eminente personalità politica alla notizia sarà diversa a seconda della qualità dei suoi principi morali e civili:

    1. se, come uomo delle Istituzioni, ritenesse la fedeltà alla Repubblica e la lealtà al suo Popolo come il più alto dei suoi doveri salterebbe sulla sedia e attiverebbe tutti gli strumenti di cui dispone per resistere all’ingerenza;

    2. se, come politico, per ideologia, interesse o altro, ritenesse che il piano eversivo corrisponde alle sue personali visioni strategiche allora fingerebbe scandalo e, o non farebbe assolutamente nulla, oppure farebbe il possibile per agevolarne il corso.

    In Italia, da quasi 70 anni, la norma di comportamento della nostra classe politica ricade sotto il caso 2. Con questa premessa è inutile aggiungere nuove rivelazioni sugli episodi oscuri della nostra storia recente: nessuno nella classe politica di potere salta sulla sedia, nessuno adotta provvedimenti concreti per porre rimedia a quella che è oggettivamente una subordinazione della sovranità nazionale a delle potenze straniere. La norma è il muro di gomma opposto ai cittadini e la sostanziale adesione alle strategie estere, a prescindere dalla volontà democraticamente espressa dal Popolo italiano.

    E’ chiaro che in tali condizioni non può esservi un vero controllo democratico sulle forze politiche di governo; è chiaro che alcune forze politiche si avvantaggiano del supporto che ricevono dall’esterno alterando gli equilibri della vita politica; è chiaro che se la priorità per i referenti esteri di una certa forza politica è l’adesione alle sue strategie ogni altra considerazione passa in secondo piano.

    Ad esempio, una certa forza politica potrebbe reggersi su clientele corrotte, potrebbe anche essere collusa col malaffare o addirittura con la criminalità organizzata, ma se garantisce fedeltà ai suoi referenti stranieri essi la sosterranno e la proteggeranno così com’è, a prescindere dai guasti che può arrecare al Paese.

    Qui non si tratta di essere antiamericano o antioccidentale, si tratta di rivendicare la dignità di essere liberi cittadini in un libero Stato.

    Senza questo presupposto non illudiamoci di essere padroni del nostro destino, perché non è vero.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.118) 19 febbraio 2014 00:58

    La fuoriuscita di quel che resta della Sinistra nel PD credo sia tra i sogni più sfrenati di Matteo "Cuperlo chi?" Renzi. Per gli scissionisti è già pronto un accogliente posticino nel cimitero degli elefanti da dove non potrebbero fare più alcun danno.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.118) 19 febbraio 2014 00:41

    Caro Giannuli, temo proprio che stiano per farci il culo. E mi scuso per il francesismo.

    E’ di questi giorni la notizia che le aziende italiane sviluppano tuttora delle incredibili performance a livello competitivo: http://www.ilsole24ore.com/art/impr...
    Nonostante la incredibile zavorra che si porta in spalla, fatta di clientele, malaffare, inefficienza, il sistema industriale di questo Paese è ancora incredibilmente vitale, creativo, competitivo.

    Come fare allora per domarlo? La stangata degli junk bond che ha devastato il sistema finanziario non è stato sufficiente; regalare le grandi aziende di stato non basta; tentare di buttare le risorse del sistema previdenziale in pasto agli squali di Wall Street non basta; torchiare all’inverosimile famiglie e aziende con imposte e balzelli non basta; i demenziali provvedimenti depressivi adottati finora non sono stati risolutivi. Per garantire la assoluta fedeltà atlantica di questo Paese occorre espellere anche ogni traccia di tendenza difforme dal pensiero unico e stabilire un regime normalizzato, cioè omologato alle esigenze geopolitiche dei referenti di Renzi & Co. Quello che stanno facendo è tentare di spezzare la spina dorsale di questo Paese per farne un servo docile da "guidare da dietro". Come hanno fatto con UK e Francia.

    E lo stanno facendo usando una classe politica che è già serva, ladra e traditrice.

    La nostra condizione non è molto dissimile da quella dell’Ucraina, della quale la Nuland sta selezionando il futuro ceto dirigente. In nome della "democrazia", ovviamente, e dei "diritti umani". E se per ottenere questo risultato c’è da mandare a puttane l’Unione Europea, beh: "Fuck the Eu".

  • Di Persio Flacco (---.---.---.20) 15 febbraio 2014 14:45

    Se Renzi è "il cavallo migliore del PD" dica pure addio al PD, almeno come partito di Sinistra. 

    Renzi ha già iniziato a demolire ciò che restava della sostanza di Sinistra in quel partito, e non ne era rimasta molta, ora procederà spedito a farne completamente piazza pulita.

    Ed è vero che il militante PD ha i riflessi molto lenti, tanto che qualcuno preferisce definirlo "militonto", ma infine anche lui prima o poi si accorgerà che non si trova più dove pensava di trovarsi, che pensava di stare da pari in una Casa del Popolo e invece si ritrova con un ruolo paragonabile a quello da inserviente al Rotary Club. A quel punto o vi si adatterà o andrà a cercarsi un altro partito.

    La rapidità dell’ascesa di Matteo Renzi: nel 2009 eletto sindaco di Firenze e appena 5 anni dopo già ad un passo dalla poltrona di Palazzo Chigi, senza peraltro aver dimostrato alcuna delle eccezionali doti politiche che avrebbero potuto giustificare un tale salto, testimonia della potenza dei suoi sponsor e dell’importanza per loro della sua missione in Italia.

    A meno che lei non cosideri eccezionali doti da statista il fatto di avere un faccino fotogenico da impertinente, lo scilinguagnolo sciolto del toscano battutista, la capacità di spararle grosse senza alzare un sopracciglio.

    Ma non credo che sarà per queste doti "estetiche" che un politico di lungo corso come Giorgio Napolitano, dopo la farsa delle consultazioni, gli darà l’incarico di formare il nuovo governo. E neanche per le eccezionali doti politiche, di cui non si vede traccia nei suoi trascorsi, in particolare come sindaco.
    Forse lo farà per le conoscenze importanti e cosmopolite di Matteo Renzi, alle quali nemmeno Napolitano è insensibile?
    Si veda: http://www.ilsole24ore.com/art/noti...

    Di Michael Ledeen è meglio non dire nulla: fa parte di quella cricca neocon-sionista che sta dietro a tutte le guerre "democratiche" e "umanitarie" degli ultimi 15 anni, oltre ad essere implicata in trame di ogni genere in ogni parte del Mondo, Italia compresa, il cui filo conduttore è facilmente riconoscibile per il suo colore nero.
    Di Matt Browne invece si può dire che ha aiutato Tony Blair ad espellere dal Labour quella fastidiosa e anacronistica componente di Sinistra fino a farne quel partito "moderno" che è ora. Un bravo ragazzo, insomma, che potrà ben consigliare il nuovo Segretario a modernizzare anche il PD.

    Ledeen e Browne potranno quindi ben consigliare Matteo Renzi: il primo per "riformare" l’Italia; il secondo per "modernizzare" il Partito.
    Amaramente, devo dire che l’uno e l’altro se lo sono cercato, il Renzi.

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