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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.248) 6 febbraio 2014 10:03

    Grazie per la risposta. Ovviamente rimango della mia opinione, che è frutto di una analisi attenta, per quanto posso permettermi almeno, e per quanto possibile oggettiva.
    Voglio solo aggiungere che non voto PD e non l’ho mai votato; che alle ultime politiche ho votato M5S sperando facesse come in Sicilia: dare forza a quelli che vogliono il rinnovamento della Politica, sia in quella disgraziata regione sia a livello nazionale. Dunque rilegga il mio intervento eliminando il pregiudizio che io sia un piddino stolidamente fedele al partito e forse potrà comprenderlo meglio.

    Non so quale sia il suo punto di vista sulla situazione generale di questo Paese, il mio è che sia una condizione disastrosa. La cappa di letame lo ricopre fatta di onnipresente clientelismo, connivenze col malaffare, corruzione estesa a tutti i livelli, incompetenza premiata e competenza punita, populismo, demagogia allo stato dell’arte, rischia di soffocarci tutti, compresi quelli che la producono.

    Per rimuovere questa montagna di letame occorre forza e destrezza nell’usare gli strumenti giusti. Ebbene, se qualcuno si offre per spalarla via e poi, una volta ingaggiato e avuto l’anticipo, dimostra non solo di non saper usare la pala ma pretende anche di rimanere pulito non posso che mandarlo a quel paese e pensare che mi ha fregato.
    Ed è questo che penso di Grillo & Casaleggio: che hanno preso il posto per evitare che andasse ad un altro che la merda magari avrebbe iniziato a spalarla davvero.

    Saluti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.125) 4 febbraio 2014 10:37

    La mia non è una concezione giacobina della Democrazia, è semplicemente una concezione coerente della Democrazia. Conforme peraltro alla Carta Costituzionale che su questo non lascia dubbi.

    La sua invece non è né liberale né democratica. Non è liberale perché il liberalismo si occupa fondamentalmente dei rapporti tra Stato e Cittadino asserendo la neutralità del primo rispetto alle libertà del secondo; non è democratica in quanto lei attribuisce ad una elite il diritto di governare e fare leggi in nome del Popolo, che ritiene incapace di governarsi da sé.
    In questo senso è una visione oligarchica camuffata da Democrazia. 

    E, di fatto, corrisponde allo status quo, che vede una Partitocrazia al potere che rende conto al Popolo solo quando vuole o quando vi è costretta.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.1) 3 febbraio 2014 20:38

    Aggiungo solo una constatazione a totale disdoro dei parlamentari eletti nel M5S: che pur rappresentando un quarto degli italiani scelgono di rappresentare invece Grillo & Casaleggio, che puntellano una Partitocrazia traballante e la difendono dal dissenso di otto milioni di italiani.
    Non hanno vincolo di mandato, tantomeno hanno vincolo di obbedienza al Gatto e alla Volpe che hanno il copyright del Movimento.

    Se avessero ben compreso come funziona la Democrazia, se avessero ben presente il loro dovere di rappresentanza, se avessero un briciolo di coraggio, confluirebbero o in un altro partito o in un partito nuovo. Le risorse le avrebbero se smettessero con la buffonata populista di restituire i rimborsi. Portassero dalla loro parte qualche politico esperto e pulito: e ce ne sono ancora in giro, e iniziassero a fare politica sul serio.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.1) 3 febbraio 2014 20:22

    E’ stupefacente che lei, sig. Gottardo, insieme a molti altri che sono rimasti sostenitori del m5S, non riesca a focalizzare l’origine delle attuali difficoltà sia del Movimento sia del sistema politico italiano.

    Idee, passione, zelo, sono virtù che i parlamentari grillini li possiedono. E non hanno radici nelle infinite ramificazioni clientelari di quel cancro che è la partitocrazia italiana. Sono lo specchio fedele della parte migliore dell’Italia, portano la freschezza, le speranze, l’idealismo, la voglia di cambiare la politica per riaprire l’orizzonte sul futuro.

    Seguo abbastanza frequentemente per radio i lavori parlamentari: chi vuole può rendersi conto di persona del lavoro che i parlamentari del M5S stanno facendo.

    Ciò che rende del tutto inutile il loro lavoro si può riassumere in quattro parole: divieto di fare alleanze.

    Questa ferrea condizione imposta dal duo Grillo & Casaleggio costringe il M5S ad essere sempre minoranza, dunque ad essere ininfluente. Un quarto dei voti degli italiani sono irrilevanti, su un binario morto, solo a causa di questa direttiva. E si tratta di una direttiva le cui motivazioni sono indubbiamente pretestuose se non grottesche: il Movimento punta alla maggioranza assoluta del Parlamento e a governare da solo.

    Ciò che rende grottesca la direttiva è che dal ’48 ad oggi nessun partito politico in Italia ha mai avuto la maggioranza assoluta in Parlamento; ciò che la qualifica come pretestuosa è l’ostentata e voluta ignoranza delle sue conseguenze: l’irrilevanza del Movimento nell’organo legislativo. Tenga presente che sto esponendo dei fatti, non delle opinioni.

    Come è un fatto che ora al governo potrebbe esserci il M5S insieme al PD di Bersani, quello delle lenzuolate di liberalizzazioni; quello del "Mai con Berlusconi".

    Il M5S ora potrebbe essere al lavoro al governo con la parte più pulita e coerente del Partito Democratico, con una maggioranza parlamentare sicura, con un Presidente della Repubblica diverso da Napolitano. Un Presidente che non ha mai avuto problemi a controfirmare rapidamente i provvedimenti berlusconiani.

    Ricorda con quali motivazioni i due robottini telecomandati da Grillo: Lombardi e Crimi, respinsero la proposta di governo in 8 punti fatta al M5S? Qualcosa come: Il PD è impuro e noi non vogliamo averci a che fare. Come se la politica non fosse scegliere il meno peggio per attuare i propri obiettivi per quanto possibile.

    E ricorda che effetto ebbe quella scelta?
    - rielezione di Napolitano
    - abbraccio di PDL e PD nel governo delle larghe intese
    - riesumazione del Cavaliere che già batteva i denti all’idea di cosa avrebbero potuto fare bersaniani e grillini di quel vergognoso vuoto legislativo che gli ha consentito di prescindere dal suo redditizio conflitto di interessi.
    - sconfitta dei bersaniani, ascesa dei democristiani del PD, apertura all’ascesa del Cavalierino Renzi.

    La direttiva di Grillo & Casaleggio ha oggettivamente evitato alla Partitocrazia una Caporetto tale che avrebbe effettivamente cambiato il panorama politico italiano per i decenni futuri.

    Dunque non ha senso lodare il valore dei parlamentari grillini se essi rispondono a dei capi che li guidano scientemente alla sconfitta e alla irrilevanza. Che aiutano oggettivamente a conservare ciò che a parole dicono di voler abbattere.

    Questi sono fatti, caro Gottardo, dei quali prima o poi dovrà prendere coscienza anche lei.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.123) 3 febbraio 2014 00:17

    In democrazia la pluralità delle opinioni è un valore imprescindibile perché è solo da questa, dalla possibilità di confrontare idee diverse, che si può ottenere la migliore capacità di elaborare le decisioni più adeguate.
    Per questo le minoranze devono essere tutelate e garantite e a nessuno deve essere impedito o limitato il diritto ad accedere all’Agorà e ad esprimervi le sue idee.
    Qualunque mezzo che limiti questo diritto sia adottato, per qualunque motivo, limita la democrazia.
    Nell’organo legislativo dovrebbe quindi essere rappresentata il più possibile la varietà di opinioni esistenti nel popolo: il sovrano democratico che decide a maggioranza.

    Secondo me il miglior metodo per la formazione della rappresentanza sarebbe dunque il proporzionale puro, senza soglia minima, senza limitazioni di collegio, senza ballottaggi e premi di maggioranza.

    La stabilità del governo non dovrebbe essere garantità attraverso la semplificazione forzata della composizione parlamentare, dovrebbe essere garantita in altro modo. Innanzitutto riportando alla sua funzione originaria l’organo esecutivo. Il Governo non può e non deve sostituirsi al Parlamento, salvo nel caso in cui si verifichino eventi eccezionali che richiedono e giustificano l’emanazione di leggi nel più breve tempo possibile. Nella gestione ordinaria il Governo deve limitarsi ad attuare le leggi emanate dal Parlamento. Può sollecitare al Parlamento l’emanazione di leggi di cui rileva il bisogno durante lo svolgimento dei suoi compiti, ovviamente, ma non dovrebbe proporne il testo né tantomeno farne di proprie.

    Di fatto invece nell’ordinamento materiale del nostro Paese il Governo si è gradualmente sostituito al Parlamento, che è ridotto ormai a notaio dei suoi provvedimenti legislativi.

    Per questo motivo è anche comprensibile che il Governo diventi instabile quando l’azione legislativa che pone in essere non è condivisa da chi sarebbe propriamente designato ad esercitarla in qualità di rappresentante dei cittadini. Se il Governo si limitasse ad attuare le leggi nell’amministrare lo Stato non vi sarebbe motivo per il Parlamento di sfiduciarlo. Così come non vi è motivo di prevedere la sfiducia della Magistratura: dal momento che deve limitarsi ad applicare la legge non può entrare in conflitto con i rappresentanti del Popolo.

    Così, se non vi fosse conflitto di poteri legislativi, e il Governo si limitasse alla sua funzione esecutiva, non vi sarebbe motivo di mantenere per tutta la legislatura la possibilità per il Parlamento di togliere la fiducia al Governo. Salvo casi eccezionali al Governo dovrebbe essere data la fiducia una sola volta, al suo insediamento e dovrebbe poter essere sfiduciato solo con un voto a maggioranza del Parlamento.

    Anzi, a mio avviso la fiducia dovrebbe essere data al Capo del Governo e gli eventuali rimpasti dovrebbero essere ratificati dal Parlamento a maggioranza per avere effetto.

    Il garante della corretta dialettica tra Parlamento e Governo dovrebbe rimanere il Presidente della Repubblica, che scioglie le Camere quando queste sono impossibilitate a svolgere la loro funzione; che destituisce il Capo del Governo in presenza di gravi violazioni dei limiti costituzionali; che interviene nel regolare i rapporti tra i poteri dello Stato secondo una precisa normativa che limita i suoi poteri e li subordina alla ratifica del Parlamento: organo sovrano per eccellenza.

    Quella che oggi viene spacciata come esigenza di assicurare stabilità e governabilità al Paese è invece il tentativo di rendere istituzionale uno stato di fatto in cui l’ordinamento è stravolto da una prassi che vede il Governo accentrare poteri legislativo ed esecutivo insieme ed essere sempre più espressione non della volontà popolare bensì espressione dei partiti politici. Per questo quei partiti hanno la necessità di pararsi dalla volontà popolare espellendo dal Parlamento tutte le forze politiche a loro contrarie.
    A questo servono liste bloccate, i collegi ritagliati per sbarrare il passo alle rappresentanze spurie, i doppi turni, gli sbarramenti ecc.

    Se questo non è un tentativo di colpo di stato poco ci manca.

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