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Il colpo in canna di Renzi

I fatti: ieri Letta si è dimesso con un consenso politico e parlamentare nettamente inferiore rispetto a quello che aveva quando è diventato Premier. Era prevedibile, forse non inevitabile, ma senza tale sostegno parlare di "Letta bis" non aveva senso.

Poi c'è Renzi, da tempo costretto a fare la propositiva e puntellante opposizione del partito che di fatto governa e, cosa ben più grave se vista in prospettiva, essere Segretario di un Pd che rischiava di perdere consenso non per sua responsabilità. 
E più questo consenso si erodeva più erano messe in discussione quelle riforme che servono al Paese: riforma elettorale, titolo V della Costituzione, fine del bicameralismo perfetto, riforma del lavoro, ecc. 

Sempre citando i fatti Renzi ha ottenuto la fiducia della Direzione, il suo nome gode di credito tra i gruppi parlamentari ed è realisticamente l'unico in grado di portare avanti la legislatura. 
Ci stiamo giocando il cavallo migliore del Pd per una corsa a ostacoli con più buche, imboscate, trappole e varie&eventuali del Monopoli? Probabile, ma è anche l'occasione per dare uno slancio a questa legislatura, uno slancio costituente. 

E' dal 2012 che si parla di fine del tunnel ed ogni anno pare peggio dell'anno prima. Direi che è ora di dire basta, ma affinché non sia uno spot bisogna che la componente umana sia così innovatrice da trasformare la "Große koalition" de noantri in una macchina che finalmente sforni riforme. Anche questo è difficile se gli alleati di governo restano i soliti Alfano, Formigoni & Co., ovvio, ma qui entra in gioco la mia idea che l'uomo possa far la differenza nel gestire i veti incrociati di una maggioranza spuria. La prudenza di Letta (a cui va tutta la mia stima) si è in tal senso rivelata inefficace. 

Qual'era d'altronde l'alternativa, andare ora al voto? Benissimo, in piena crisi avremmo speso milioni per avere i soliti tre poli che si confrontano attraverso il solito sistema proporzionale con preferenza. Cioè saremmo verosimilmente ripiombati nello stallo totale a pochi giorni dall'inizio del semestre europeo. Un incubo.

Per quanto accidentata, questa mi pare invece essere l'unica strada percorribile per attuare le riforme in agenda, superando quell'immobilismo politico che ha compromesso il governo Letta. Sarebbe stato bello vedere il "rottamatore" portare il Paese al voto? Si, ma poi? E con quali costi - politici ed economici - per tutti noi? 

Il vero vantaggio del Paese sarà che Renzi Presidente del Consiglio avrà il fiato sul collo di così tanti tra avversari (interni ed esterni al Pd), giornalisti, opinione pubblica ecc che non potrà che mettercela tutta. 
 

Avrà solo un colpo in canna per fare centro, penalità che non ha dovuto subire nessun altro Premier nella storia del nostro Paese. Le urne che verranno a quel punto lo legittimeranno o no, ma (se come credo e spero) il governo sarà capace di dare una scossa di discontinuità in termini di modi, tempi e riforme, allora non sarà stato solo Renzi a far centro, ma tutti noi. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.20) 15 febbraio 2014 14:45

    Se Renzi è "il cavallo migliore del PD" dica pure addio al PD, almeno come partito di Sinistra. 

    Renzi ha già iniziato a demolire ciò che restava della sostanza di Sinistra in quel partito, e non ne era rimasta molta, ora procederà spedito a farne completamente piazza pulita.

    Ed è vero che il militante PD ha i riflessi molto lenti, tanto che qualcuno preferisce definirlo "militonto", ma infine anche lui prima o poi si accorgerà che non si trova più dove pensava di trovarsi, che pensava di stare da pari in una Casa del Popolo e invece si ritrova con un ruolo paragonabile a quello da inserviente al Rotary Club. A quel punto o vi si adatterà o andrà a cercarsi un altro partito.

    La rapidità dell’ascesa di Matteo Renzi: nel 2009 eletto sindaco di Firenze e appena 5 anni dopo già ad un passo dalla poltrona di Palazzo Chigi, senza peraltro aver dimostrato alcuna delle eccezionali doti politiche che avrebbero potuto giustificare un tale salto, testimonia della potenza dei suoi sponsor e dell’importanza per loro della sua missione in Italia.

    A meno che lei non cosideri eccezionali doti da statista il fatto di avere un faccino fotogenico da impertinente, lo scilinguagnolo sciolto del toscano battutista, la capacità di spararle grosse senza alzare un sopracciglio.

    Ma non credo che sarà per queste doti "estetiche" che un politico di lungo corso come Giorgio Napolitano, dopo la farsa delle consultazioni, gli darà l’incarico di formare il nuovo governo. E neanche per le eccezionali doti politiche, di cui non si vede traccia nei suoi trascorsi, in particolare come sindaco.
    Forse lo farà per le conoscenze importanti e cosmopolite di Matteo Renzi, alle quali nemmeno Napolitano è insensibile?
    Si veda: http://www.ilsole24ore.com/art/noti...

    Di Michael Ledeen è meglio non dire nulla: fa parte di quella cricca neocon-sionista che sta dietro a tutte le guerre "democratiche" e "umanitarie" degli ultimi 15 anni, oltre ad essere implicata in trame di ogni genere in ogni parte del Mondo, Italia compresa, il cui filo conduttore è facilmente riconoscibile per il suo colore nero.
    Di Matt Browne invece si può dire che ha aiutato Tony Blair ad espellere dal Labour quella fastidiosa e anacronistica componente di Sinistra fino a farne quel partito "moderno" che è ora. Un bravo ragazzo, insomma, che potrà ben consigliare il nuovo Segretario a modernizzare anche il PD.

    Ledeen e Browne potranno quindi ben consigliare Matteo Renzi: il primo per "riformare" l’Italia; il secondo per "modernizzare" il Partito.
    Amaramente, devo dire che l’uno e l’altro se lo sono cercato, il Renzi.

  • Di (---.---.---.143) 15 febbraio 2014 22:58

    Madonna che cumulo di stupidaggini...

  • Di (---.---.---.172) 16 febbraio 2014 08:45

    una cagata di articolo come questo non poteva non essere scritto da un PDMENOELLE opinionista Rai....

  • Di (---.---.---.99) 16 febbraio 2014 12:57

    Cronoscalata >

    Da 1 anno Renzi cercava di candidarsi a Premier. L’ha vista brutta quando Alfano ha mollato Berlusconi per restare al governo con Letta. Aspettare un altro anno (con avvio ripresa e rilancio del paese) per Renzi significava perdere il posto in prima fila.

    Così, eletto Segretario, si è guardato bene dal contribuire a rinvigorire l’azione di Letta mettendo la sua impronta nelle scelte e nella squadra di governo. Più proficuo è stato accodarsi al coro dei critici “dubbiosi”.
    La sua “urgente” priorità è diventata quella di rincorrere il varo di una nuova legge elettorale e di un pacchetto di riforme di medio periodo.
    Tutto per marcare il segnale di una forte “discontinuità”.
    Alla fine Letta si è dovuto rimproverare l’eccesso di fiducia-lealtà tenuto verso gli organi del partito.

    Da qui.
    Renzi, come Segretario e Premier, potrà dispiegare tutto il ventaglio delle misure più volte evocate per imprimere una svolta al paese.
    Valga qualche notazione di merito.
    Avventato, se non illusorio, è contare su un patto di legislatura.
    Renzi ha tempo 1 mese per chiudere la partita della nuova legge elettorale e circa 1 trimestre per “sostanziare” le ricette scioccanti di quella sua “rivoluzione radicale” sin qui ignota allo stesso PD. Non può infatti mancare all’appuntamento con l’elezioni Europee.
    Di più.
    Per “correre” alla meta non potrà in alcun modo “penalizzare” Alfano e neppure “infastidire” Berlusconi. Altrimenti il rischio delle sue “smisurate” ambizioni ricadrà sull’identità e la rappresentatività del partito.
    Da annotare.
    Risollevare il paese dalla crisi non è una gara di cronoscalata. La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore o limiti fino a …

  • Di Truman Burbank (---.---.---.251) 18 febbraio 2014 11:36
    Truman Burbank

    Suggestiva l’idea del colpo in canna, anche se il resto del discorso è aria fritta.

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