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Francesco Finucci

Studente di Master in International Relations (Terrorism and Political Violence) presso l'Università di Birmingham. Ricercatore presso Terrorism and Political Violence Association (TAPVA). Interessato in terrorismo, violenza politica, conflitti e politica internazionale.

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  • Primo articolo giovedì 02 Febbraio 2010
  • Moderatore da sabato 03 Marzo 2010
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Ultimi commenti

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.239) 1 novembre 2012 19:40
    Francesco Finucci

    Qui si pongono un bel po’ di problemi, a partire dalla validità di un principio dogmatico come quello per cui più persone mettono mano a qualcosa, più questa sarà perfezionata. Non funziona evidentemente così. E la questione è proprio come "mettere mano" all’informazione implichi un’azione pro-attiva del lettore, che se ha il diritto ad essere informato, ha il dovere (civico?) di informarsi. Tanta responsabilità, però, sta anche nei blogger, Chiusi, perché io lo vedo, specie nei profili facebook e nello sfruttamento del fatto che Twitter ha un limite risibile di caratteri per i post, lo vedo come si sfrutta quest’aura di mistero che poi rivela spesso, perlomeno delle ambiguità irrisolte all’interno degli articoli, se non delle manipolazioni.
    Sperare, in questo senso, che i blogger, perché piazzati sulla rete, siano più democratici, aperti, intelligenti dei giornalisti della carta stampata fa parte di un dogma che sarebbe molto salutare abbandonare. E questo passo dev’essere proprio dei blogger, specie di quelli che in tale ambiente hanno più visibilità (compreso lei, Chiusi).

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.28) 30 ottobre 2012 12:05
    Francesco Finucci

    Sottolineo solo, perché non ci vuole molto a capirlo, che il principio centrale dell’articolo non ha nulla a che vedere con il riempirsi la bocca di "veri libici". Tutto ciò è alquanto pietoso. Aggiungo, approfittando del fatto che chi commenta, al solito, non lascia nome, che se non cambia mentalità troppe ne avrete di rivolte e spargimenti di sangue. Attendere il salvatore, in Italia come in Libia, non ha mai portato ottimi risultati.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.200) 26 ottobre 2012 19:37
    Francesco Finucci

    Re Lear è caduto. Le sue esigenti figlie non ne hanno più bisogno, ed egli, di fronte all’ironia giullaresca si mostra come un miserevole vecchio.

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.48) 22 ottobre 2012 17:27
    Francesco Finucci

    Io metterei in conto anche che sono gli stessi studenti degli istituti tecnici (non tutti ovviamente) a dire che "vado lì così non studio". E’ anche in risposta a questo (non solo, ovviamente) che la selezione dei professori degli istituti latita, e vi finiscono elementi che più che in una scuola dovrebbero stare in un manicomio. Bisogna un attimo riequilibrare, e vedere quanti dei bei figli di papà poi devastano gli istituti, cosa che non succede, almeno fino a quel punto, nel classico (parlo, ovviamente, per mia esclusiva esperienza). Sinceramente la differenza di ambiente c’è e si vede. Poi che molti concorrano a questo (studenti, professori, famiglie) è un altro conto. Dovremmo scegliere meglio i professori, molto meglio di come si fa. Dovremmo anche un attimo pensare alle nostre colpe...

  • Di Francesco Finucci (---.---.---.48) 22 ottobre 2012 17:19
    Francesco Finucci

    Si può pure discutere sulla metodologia applicata, sul come sarebbe stato meglio sfruttare un blocco delle assunzioni e piazzare lì un manager capace e onesto che sappia scegliersi i propri collaboratori, invece di ingoiare tutto quello che i partiti vogliono come si è sempre fatto nella pubblica amministrazione italiana, specie nelle province. Quello che non è accettabile è presumere, così, tanto per, che avere 300 lavoratori in più nella provincia comporti una qualche amorevole attenzione dello stato venuta meno con il tecnico (chiamato) che abbiamo al governo. Trecento stipendi più nelle famiglie, ma anche trecento stipendi in meno da spendere sul territorio. Sono queste asimmetrie informative che creano i disastri, e che lette con superficialità lasciano il segno su un lettore sbadato. Quando si sceglie un criterio di "razionalizzazione" rimangono sempre fuori delle persone, e ripeto, si può contestare il metodo, ma stare lì a lagnare lo stato ingiusto che non fa più la mamma è perlomeno scorretto, perché neanche si domanda com’è che quel denaro risparmiato verrà speso, semplicemente si sta lì, a sostegno di chi non si sa (dei lavoratori o del proprio ego?) a urlare che non va bene. Troviamo una soluzione


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