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Andrea Campilungo

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  • Primo articolo martedì 06 Giugno 2009
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Ultimi commenti

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.6) 19 giugno 2009 03:19

    Cara Gloria,

    dammi pure del tu.

    Come te, anch’io mi auguro che la Corte Costituzionale bocci questa legge.

    Ma quando e se avverrà, non vorrà dire che Napolitano è un mascalzone. Così come la bocciatura della legge Schifani non ha implicato che Ciampi fosse un mascalzone. E così come ogni bocciatura di una legge da parte della Consulta non ha mai implicato che il Presidente della Repubblica che l’aveva promulgata fosse un mascalzone.

    Sono due funzioni diverse, come ho cercato di spiegare in tutti i modi.

    Ma ripeto, non vedo l’ora che la Corte Costituzionale ci tolga dalle scatole questa legge.

    Che Berlusconi non abbia il minimo rispetto per le istituzioni, credo sia pure scontato dirlo. è sotto gli occhi di tutti. E quel che è peggio, è il suo difetto minore, visto che ne ha un’infinità.

    Ma riguardo alla coscienza, non sono d’accordo. Un organo di garanzia è una figura che impone una "regola", oggettiva, conosciuta o conoscibile da tutti e che la fa rispettare con indipendenza ed imparzialità. Se il mio Presidente della Repubblica inizia ad agire "secondo la propria coscienza", non mi sta più garantendo, perchè non fa rispettare le regole, ma fa rispettare la "sua" coscienza, che non è detto che coincida con la mia o con quella degli italiani.

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.6) 19 giugno 2009 03:18

    Caro Truman Burbank ,

    la sua interpretazione suggestiva della Costituzione, che si conclude con l’immagine sublime di camionette dei militari che marciano verso il Parlamento comandate dal Capo dello Stato...è veramente degna di nota...

    Precisiamo però alcune cose.

    Lei ha riportato il testo dell’art. 74. Benissimo.

    Ora le chiedo. In base a cosa il Presidente della Repubblica può rifiutare la promulgazione di una legge?

    La risposta che ha dato la nostra storia repubblica, non io, è che può rifiutare la promulgazione solo se la legge è manifestamente incostituzionale.

    Nel sistema americano, in cui il Presidente è eletto direttamente dal popolo, il Presidente ha la legittimazione democratica necessaria per rifiutare la promulgazione di una legge del parlamento anche se questa è perfettamente costituzionale. In quel caso, sono 2 poteri con la stessa legittimazione che si affrontano. E la costituzione americana dice che se il parlamento approva ai 2/3, allora il Presidente deve firmare.

    Nel nostro sistema, il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento, non direttamente dai cittadini. Non ha alcuna legittimzione democratica alle spalle e quindi, un rifiuto di promulgazione fondato su qualcosa di diverso dall’incostituzionalità, vorrebbe dire che il Presidente della Repubblica non promulga una legge semplicemente per opinione personale. Questo sarebbe, democraticamente, intollerabile.

    La sfido a sfogliare negli archivi e trovare un rifiuto di promulgazione che abbia una motivazione diversa dalla incostituzionalità.

    Non solo. La logica del sistema impone che, essendoci già una Corte Costituzionale che è "giudice delle leggi", non avrebbe senso che il capo dello Stato avesse le stesse funzioni. Quindi tutti i presidenti della Repubblica hanno inteso il loro potere nel senso di rinviare alle Camere una legge che sia "palesemente" incostituzionale.

    E questo potere, è importante spiegarlo bene, non è attribuito al Presidente perchè "salvi" la Repubblica da una legge incostituzionale. Perchè una legge incostituzionale prima o poi cadrebbe sotto i colpi della Corte Costituzionale. Questo potere è finalizzato ad un intervento a priori, che ha il vantaggio di evitare che una legge palesemente incostituzionale produca comunque degli effetti prima di una sentenza della Consulta e di evitare alla Consulta stessa di occuparsi di leggi che appaiono, queste sì, anche ai bambini come incostituzionali.

    A proposito dell’art. 3 della Costituzione, ho già risposto in un post precedente.

    Il seguito del suo ragionamento è non poco contorto e opinabile.

    Che c’entra l’incostituzionalità di una legge con l’unità nazionale? Il riferimento all’unità nazionale ha soprattutto un valore simbolico (in ogni paese, il Capo dello Stato rappresenta l’Unità della Nazione) e a livello pratico servirebbe (ma è tutto da chiarire come, non essendo mai successo) a far intervenire il Capo dello Stato in caso di secessione, cosa che fortunatamente non è mai successa, salvo alcune carnevalate leghiste degli anni ’90.

    Se fosse vero quello che lei scrive, sarebbe successo questo. Ciampi promulga la legge Schifani. La Corte Costituzionale dice che la legge Schifani è incostituzionale. Ciampi è condannato per alto tradimento....

    Fortunatamente questo non è successo e non è successo tutte le volte (e sono tantissime) in cui il Capo dello Stato ha promulgato delle leggi che poi la Consulta ha giudicato incostituzionali. Si chieda perchè.

    Siccome poi l’art. 74 è abbastanza chiaro, il Capo dello Stato, in caso di seconda approvazione, DEVE promulgare la legge, fosse anche la più grande porcata della storia mondiale. Se si rifiutasse, ci sarebbe probabilmente, come dice lei, il conflitto di attribuzioni, ma che si concluderebbe necessariamente con l’obbligo del Presidente della Repubblica di promulgare. E se si dovesse ostinare a non promulgare, in questo caso sì, scattarebbe la messa in stato d’accusa per attentato alla Costituzione.

    Quindi mi pare che lei abbia fatto un po’ di confusione...

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.6) 19 giugno 2009 03:17

    Caro Ocram,

    ti ringrazio per l’augurio di vivere in un paese libero e democratico. Sono il primo ad affermare che la libertà e la democrazia nel nostro paese sono in regressione e l’ho anche scritto in un altro articolo su Agoravox, a proposito delle elezioni europee.

    Altra cosa è affermare che tutto questo dipenda dal fatto che Napolitano abbia firmato la legge Alfano...

    Non so se anche un bambino capirebbe che la legge Alfano è incostituzionale. Nel caso, mi farebbe piacere.

    Così come mi farebbe piacere che la Corte Costituzionale dichiarasse questa legge incostituzionale.

    So però cosa ha scritto la Corte Costituzionale nella sentenza sulla legge Schifani, quella di cui riporto il link. E in quella sentenza la Corte dice che la legge Schifani non è incostituzionale a causa dell’art. 3, ma per altri motivi, e aggiunge che l’art.3 non fa da ostacolo alla possibilità di regimi di immunità per alcune funzioni pubbliche.

    Probabilmente i giudici costituzionali non riescono a comprendere ciò che è chiarissimo anche ai bambini...

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.6) 19 giugno 2009 03:15

    Caro Damiano,

    mi dispiace sottolineare che i miei ripetuti appelli alla pacatezza, all’educazione, al confronto di idee, vengano ancora disattesi da lei.

    Non so bene cosa intenda per una "legge elettorale illegale". Semmai la legge elettorale è incostituzionale.

    Questo non era l’argomento del mio articolo, come ha detto giustamente Marko.

    Però se lei ci è molto affezionato, continuerò a sbalordirla e le dirò che l’attuale legge elettorale è costituzionale.

    Ora, prima di pensare al prossimo post offensivo, si calmi 2 minuti.

    Bisogna capirsi sul linguaggio.

    Secondo i suoi post, una cosa che è "brutta, cattiva" di conseguenza è anche "incostituzionale".

    Ecco, questo linguaggio è errato. Non tutto ciò che è "brutto" è anche "incostituzionale". Sarà uno scandalo, ma la Costituzione permette anche delle cose "brutte".

    Io considero questa legge elettorale sbagliata perchè sopprime la preferenza e permette così ai segretari di partito di scegliere gli eletti seduti comodamente in un ufficio.

    Altra cosa è dire che questa legge elettorale è incostituzionale.

    La costituzione richiede che i parlamentari siano eletti a suffragio universale diretto. Questo implica che vengono scelti, attraverso le procedure più diverse, con un’elezione diretta. "suffragio universale diretto" non significa "preferenza". La sfido a "provare" concretamente il contrario. Suffragio universale diretto significa solo che, IN QUALCHE MODO, i parlamentari vengono scelti dai cittadini, mentre nel "suffragio indiretto", come nel caso del Presidente della Repubblica, non si esprimono DIRETTAMENTE i cittadini, ma lo fanno INDIRETTAMENTE, perchè sono i parlamentari da loro scelti a scegliere poi il Capo dello Stato.

    Siccome gli equivoci sono all’ordine del giorno, lo ripeto, io sono contrario all’attuale legge elettorale ma non si può dire che la legge elettorale è incostituzionale solo perchè non prevede la preferenza. E siccome non è l’argomento dell’articolo, non è mia intenzione dilungarmi oltre sulla questione.

    Poi, le ripeto, i Parlamentari, i membri del Governo, il Presidente della Repubblica, i Giudici Costituzionali, non sono dei "dipendenti statali". il Parlamento, il Governo, il Capo dello Stato e la Corte Costituzionale sono "organi costituzionali" e rappresentano proprio quello "Stato" da cui dipendono i dipendenti delle Poste, per capirci.

    Loro non possono essere "dipendenti" per definizione. Da chi dipende un parlamentare? Chi è il suo superiore? Chi è il superiore del Presidente del Consiglio? Nessuno.

    Ora, lei può anche non darmi ragione ad oltranza, non le nego questo divertimento.

    Ma mi sarebbe piaciuto che lei avesse detto qualcosa tipo "nella sentenza X la Corte Costituzionale ha applicato l’art. 28 in tema di alte cariche dello Stato". Ma non lo ha fatto.

    Si limita a porre un "dogma" e ad aggiungere che "non si può andare da nessuna parte". Mi dispiace. Rimarremo al nostro posto...

    Per il resto, le sue offese continue si commentano da sole...La invito a rileggere quello che scrive.

    "prendo atto che loggigiorno a scuola e l’università italiana produce questi risultati"

    Io prendo atto che la mia scuola e la mia università mi hanno insegnato che la lingua italiana vorrebbe che si dicesse "prendo atto che oggigiorno la scuola e l’università italiane (due soggetti, quindi l’aggettivo al plurale, questi non sono errori di battitura!) producono (due soggetti, quindi verbo alla terza persona plurale, questi non sono errori di battitura!) questi risulati"....

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.6) 19 giugno 2009 03:11

    Cari ragazzi,

    mi dispiace che la discussione si sia riscaldata eccessivamente. Per quello che riguarda le mie parole, se sono apparse provocatorie o irrispettose per qualcuno di voi, ve ne chiedo sinceramente scusa. Non era mia intenzione.

    Cerco di spiegare per l’ennesima volta, a tutti, qual è il mio pensiero in questo articolo.

    1) per usare la terminologia di Marko, la legge Alfano è una MERDA che mi fa schifo e mi vergogno che nel mio paese, il mio Parlamento, abbia approvato una norma del genere. Non l’ho mai difesa, nè prima, nè in questo articolo, nè nei commenti, ecc... mai.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    Non sto difendendo la legge Alfano.

    2) alla luce dei poteri che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica e considerando la giurisprudenza della Corte Costituzionale sulla legge Schifani del 2004, Napolitano ha agito con il massimo equilibrio e rispetto delle istituzioni. Ha fatto quello che doveva fare.

    Se la Corte ha detto che la legge Schifani è incostituzionale SOLO perchè dice A, B, C, D e la legge Alfano (per il resto identica) NON dice nè A, nè B, nè C, nè D, il Presidente della Repubblica aveva le mani legate e non poteva improvvisarsi "giudice della Costituzione", aggiungendo dei profili di incostituzionalità che la Corte non aveva trovato. Su quale giustificazione poteva farlo? Dicendo che lui la sa più lunga della Corte Costituzionale? Dicendo che è comunista? Dicendo che Berlusconi gli sta sulla minchia (cosa più che legittima)?

    3) chi scredita così pesantemente Napolitano per la legge Alfano dovrebbe essere altrettanto severo con Ciampi, che firmò la legge Schifani, allo stesso modo.

    4) secondo me le istituzioni di garanzia, come il Presidente della Repubblica, devono muoversi sempre con grande equlibrio e cautela. Perchè se si muovono come degli elefanti in una cristalliera non appaiono più delle figure di garanzia, super partes, ma appaiono qualcosa di diverso. E a quel punto diventano inutili o, peggio, pericolose.

    5) la mia è una formazione giuridica e credo che si veda. Non ci posso fare niente. è il mio modo di ragionare. Per me si parte dal diritto, che è la cornice, poi all’interno di quella cornice la politica disegna quello che vuole. Purchè non vada fuori.

    Il ragionamento di Grillo si pone fuori dalla cornice, perchè chiede al Capo dello Stato di fare una cosa che non ha il potere di fare.

TEMATICHE DELL'AUTORE

Politica Società Cronaca

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