• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Persio Flacco

L'autore non ha inserito, ancora, una sua descrizione.

Statistiche

  • Primo articolo lunedì 08 Agosto 2013
  • Moderatore da giovedì 02 Febbraio 2014
Articoli Da Articoli pubblicati Commenti pubblicati Commenti ricevuti
La registrazione 19 498 44
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0
Moderazione Da Articoli moderati Positivamente Negativamente
La registrazione 8 8 0
1 mese 0 0 0
5 giorni 0 0 0












Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 6 agosto 2014 19:54

    << Il più grande errore che Israele possa compiere al momento è di dimenticare che Israele stesso è un errore.[...] l’idea di creare una nazione di ebrei europei in un’area di arabi musulmani ha prodotto un secolo di guerra e terrorismo >>

    Non è stato un errore. Dopo le guerre, il sangue versato, le ingiustizie subite e inflitte, si era aperta la possibilità di integrare Israele tra le genti che lo circondano in un contesto costruttivo di reciproca tolleranza.
    L’iniziativa di pace della Lega Araba è stata presentata nel 2002: ben dodici anni orsono. Con quella iniziativa i paesi arabi, salvo le obiezioni mosse da uno di essi, hanno offerto ad Israele la possibilità del riconoscimento in cambio di un accordo definitivo che comprendesse l’istituzione di uno stato palestinese e una seria trattativa sui profughi.

    Se quella proposta fosse stata accettata, ora Israele vivrebbe in pace e sicurezza, e i suoi rapporti con le genti arabo islamiche potrebbero essere diventati reciprocamente utili. Invece non è stata nemmeno presa in considerazione.

    L’errore non è stato fondare Israele in Palestina, l’errore è stato lasciare la sua leadership ideologica e politica alla setta di fanatici zeloti che si fanno chiamare "sionisti". Temo che riusciranno, di nuovo, a provocarne la rovina.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 6 agosto 2014 00:22

    << Se Israele si definisce stato "ebraico" significa che si dà come fondamento la cultura, la lingua, la religione, le caratteristiche proprie del popolo ebraico e della sua tradizione. Già questo è vero solo parzialmente [...]>>

    Secondo me non è vero affatto, almeno secondo la mia concezione laica dello Stato. La definizione di Stato ebraico, come di qualunque Stato che sia comunque aggettivato, è una evidente forzatura di tipo ideologico voluta dalla leadership sionista. Per quanto mi riguarda vedo Israele come lo Stato degli israeliani, i quali ovviamente e naturalmente imprimono allo Stato le caratteristiche culturali proprie della maggioranza di essi.
    Tuttavia, il mio parere e quello di altri non può ignorare l’aggettivazione che la leadership sionista impone ad Israele, che esprime una volontà sicuramente influente nei rapporti tra i cittadini e nelle relazioni con altre entità culturali, religiose, statuali.

    Se la si prende in parola, ed è difficile che non la prendano in parola quelli che in un modo o nell’altro soffrono per le azioni di Israele, allora quello che fa lo Stato ebraico è ebraico, e ogni ebreo ne è corresponsabile.

    << Sicuramente Israele non è lo "stato degli ebrei" per il semplice fatto che, pur proponendosi di accettare come cittadini tutti coloro che sarebbero ebrei secondo la legge (figli di madre ebrea, convertiti), non può imporre a tutti gli ebrei di diventare israeliani né di essere rappresentati da Israele. >>

    Sono d’accordo. Ma come la mettiamo se Israele, cioé la leadership sionista che egemonizza ideologicamente la sua vita pubblica, si arroga il diritto di rappresentare tutti gli ebrei, e lo afferma pubblicamente?
    Io e lei possiamo vederla in modo diverso perché, per nostra fortuna, non siamo palestinesi, né siamo parenti o amici di chi vive a Gaza o nei Territori. Dagli altri è difficile pretendere che difendano Israele da se stesso.

    << Quindi, dal momento che un 50% della popolazione ebraica mondiale non è israeliana, Israele non può dirsi "stato degli ebrei"; e infatti si definisce stato "ebraico", non "degli ebrei". >>

    Una distinzione sottile e piuttosto forzata. Se è "ebraico" è accomunato a tutti gli ebrei.

    << Le comunità ebraiche, che sono articolazioni diverse dalla sinagoga, non possono esprimere la voce di tutti gli aderenti circa le politiche dello Stato di Israele, ma solo i sensi di una comprensibile "vicinanza" più o meno entusiasta o più o meno sofferta, alla quale i singoli aderenti alla comunità possono aderire o non aderire.>>

    Le motivazioni della vicinanza delle comunità ebraiche a Israele sono piuttosto facilmente comprensibili da tutti. Quello che invece è difficilmente comprensibile è la solidarietà espressa dalle comunità ebraiche al governo di Israele.
    Un forte legame con Israele non implica affatto un forte legame con chi lo governa. Al contrario: chi avverte un forte legame con Israele dovrebbe essere portato a giudicare con severità le azioni dei sui governi, se ritiene che lo danneggiano.
    Ma allora come si spiega che quei pochi ebrei che esprimono pubblicamente il proprio dissenso a proposito delle scelte dei governanti israeliani vengono generalmente emarginati nelle comunità ebraiche?

    Recentemente l’associazione Adei-Wizo-Donne ebree d’Italia, parte di quella superlobby che è il WZO, ha annullato il concerto della cantante Noa: ebrea e israeliana, per le sue dichiarazioni contro Netanyahu e a favore di Abu Mazen.
    Mi dica: come si fa a dire che quell’associazione distingue tra Israele e governo di Israele e tra ebrei e Israele? E come fare per distinguere quell’associazione dalle azioni del governo israeliano in modo che chi è contro le azioni di questo non consideri corresponsabile anche quella?

    << Quindi qualsiasi manifestazione rivolta contro le strutture dell’ebraismo (sinagoghe, scuole talmudiche, musei etc.) sono manifestazioni di razzismo antisemita senza alcun dubbio e senza alcuna possibile giustificazione. >>

    No, non è così. L’antisemitismo è altra cosa.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 2 agosto 2014 23:48

    Hamas usa scudi umani? Cioé sequestra gli abitanti di Gaza obbligandoli a fargli da scudo? Se questo fosse vero sarebbe abominevole e incivile.
    Nulla a che vedere con la civiltà di Israele, che aborrendo certi comportamenti stermina in modo equanime sequestratori e sequestrati.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 2 agosto 2014 23:37

    << per lei un paese democratico o un sultanato islamico valgono la stessa cosa sulla bilancia dei diritti umani. >>

    Non ha capito nulla. Ma non si preoccupi: non è illegale.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.49) 2 agosto 2014 23:35

    Sparare sui propri bambini è il passatempo preferito di Hamas.
    Ora è impegnata nella guerra e ha dovuto limitarsi a qualche strage occasionale: giusto per tirare un po’ su il morale della truppa. Per questo ce l’ha su con Israele: gli ha interrotto il passatempo.

    Del resto tutti sanno che gli arabi sono bestie antropofaghe, che testano le armi sui loro bambini e poi li mangiano.

TEMATICHE DELL'AUTORE

Tribuna Libera Mondo

Pubblicità



Pubblicità



Palmares

Pubblicità