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Pere Duchesne

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  • Primo articolo venerdì 11 Novembre 2010
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Ultimi commenti

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.220) 14 gennaio 2011 22:57
    Pere Duchesne

    Ognuno è libero di avere i sogni che preferisce, ad esempio io sogno un sindacato italiano come quello della Crysler o quello tedesco, ma abbiamo la FIOM, che rappresentando il 13% dei lavoratori FIAT pretende l’egemonia.

    Comunque continui a sognare, prima o poi si sveglierà, e si troverà in un mondo popolato da sette miliardi di uomini, dove la necessità di riuscire a sopravvivere farà cadere qualunque idealismo.

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.175) 12 gennaio 2011 23:57
    Pere Duchesne

    Leggendo l’articolo ho dovuto controllare il calendario sul PC: nel 2011 stavo leggendo uno scritto del 1951! Azionariato popolare per comprare la Fiat: se fosse una barzelletta, sarebbe magari divertente, ma che nel 2011 qualcuno lo pensi ancora, fa cadere le braccia. Un’azienda con quasi più sindacati che operai, ognuno col proprio orticello da coltivare, con una FIOM al 13% che pretende sempre di imporsi, fallirebbe nel giro di due mesi, salvo che non venisse uno Stalin (o un Hitler, se preferisce) a farla funzionare. Già che ci siamo proponiamo la collettivizzazione delle terre, e siamo al completo. La storia non insegna proprio nulla a chi non vuole vedere, o a chi non ha alcun contatto con la realtà. Gli slogan, le frasi fatte, le belle teorie riempiono magari la testa, ma di solito non riempiono mai la pancia.

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.150) 10 gennaio 2011 08:18
    Pere Duchesne

    In linea teorica si può essere d’accordo, ma è nella realtà che certi regionamenti cadono. I diritti dei lavoratori  e i doveri  dovrebbero andare di pari passo, ma esistono solo quando esiste il lavoro. Se il lavoro non c’è, scompaiono diritti e doveri. In un mondo sovrappopolato, con una forza lavoro immensa a disposizione e a basso prezzo, con stati che farebbero carta falsa (e fanno) per avere una fabbrica, ci troviamo con una FIOM che parla per slogan, che continua a parlare di diritti ma mai di doveri, che vuole continuare ad avere centinaia di esentati dal lavoro, che sembra non capire in che mondo viviamo. Sarebbe necessario avere sindacati che, nel pretendere giustamente il rispetto dei diritti, cerchino anche di capire come si può fare per mantenere in Italia una grossa industria, come rendere appetibile il lavoro in Italia, almeno per qualità se non per costo. Ma i nostri sindacati (tutti, non solo la FIOM) hanno sempre combattuto battaglie di retroguardia e sono stati la cinghia di trasmissione dei partiti che avevano dei traguardi, e che premiavano i segretari sindacali al termine del loro mandato con prestigiosi e lucrosi incarichi, se proprio non sapevano fare altro, come deputati. Ora che i partiti storici si sono dissolti, il sindacato va a ruota libera, ma senza avere più di mira alcun traguardo, se non la conservazione dei propri privilegi. Che questa posizione sia perdente sembra che lo stiano capendo quasi tutti, anche i rottami dei partiti che ora ci sono: infatti la FIOM ha avuto l’appoggio solo dei signori Bertinotti e Cofferati, rottami politici dei rottami dei partiti (ma sempre ben remunerati).

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.203) 8 gennaio 2011 10:58
    Pere Duchesne

    Direi che effettivamente la FIOM si batte, ma sembra solo per mantenere il proprio ruolo, senza guardare in faccia alla realtà, utilizzando parole, schemi logici, valutazioni economiche sepolte, e talmente vecchie da essere quasi ridicole. Non c’è dubbio che il referendum avviene sotto un ricatto, ma cosa ha fatto la FIOM per tantissimi anni se non ricattare la FIAT (e non solo)? Cosa ha fatto per contrastare l’assenteismo selvaggio, i boicottaggi, la superflua moltiplicazione dei permessi sindacali e le centinaia di delegati in fabbrìca, ma non per lavorare, i picchetti, e l’imposizione violenta degli scioperi ? Perché ha sempre osteggiato qualsiasi forma di referendum, come se avesse sempre paura di contarsi? Per anni la FIAT ha avuto bisogno dell’Italia, come l’Italia ha avuto bisogno della FIAT. Ora l’Italia ha ancora bisogno della FIAT, ma la FIAT non ha bisogno dell’Italia, che piaccia o non piaccia alla FIOM, e per questo che il referendum avviene sotto forma di ricatto. Il mondo è cambiato, i rapporti economici fra stati non sono quelli di venti o trenta anni fa, ma la FIOM è rimasta al “salario variabile indipendente”. Tutto questo non è certo bello, ma la FIOM dovrebbe provare ad uscire dalla sua corazza ideologica e cercare di capire come gestire questo nuovo mondo economico, e fare proposte alternative, ma dubito molto che ne abbia la capacità. Alla FIAT il referundum passerà, la FIOM abbozzerà, ma continuerà con azioni di disturbo all’interno della fabbrica per dimostrare di essere viva, e morirà con la FIAT italia.

  • Di Pere Duchesne (---.---.---.195) 25 dicembre 2010 16:31
    Pere Duchesne

    Caro Paolo
    ovviamente il “miseria nera” era ironico. Non metto in dubbio le qualità del Dottor Sottile che tu evidenzi, non è questo il problema. Trovo inaccettabile una predica da chi ha introiti mensili molto elevati a carico dello Stato, è un’offesa al popolo dei mille euro (e meno) mensili. I suoi introiti universitari, magari anche una pensione oltre al vitalizio da deputato, sono meritati, almeno così sembra, ma è il resto che è offensivo da parte di chi scrive sulla “voracità dei vecchi”, e se proprio non vogliamo considerarlo offensivo, è certamente di pessimo gusto.
    Pere Duchesne

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