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Le bugie di Fini sui tagli alla scuola

Fini contesta i tagli del governo alla scuola e alla polizia. Ma tutti i suoi parlamentari li hanno votati.

Ieri, a Mirabello, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha contestato, tra l’altro, i tagli alle forze dell’ordine e all’istruzione pubblica voluti da Tremonti nella finanziaria triennale del 2008. Queste le parole di Fini: «Un governo che per molti aspetti ha bene operato contro la crisi finanziaria forse poteva però modulare in modo diverso alcuni interventi. Poteva ad esempio evitare quei tagli lineari alla spesa – vale a dire tagliare ciò che era superfluo e inutile e contemporaneamente tagliare anche ciò che era essenziale – tagli che hanno determinato, per citare solo due casi, due clamorose proteste: proteste di gente che lavora, proteste di donne e di uomini che potrebbero essere qui e che in alcuni casi sono qui. Mi ha ferito quando a Venezia ho visto le forze di polizia costrette a manifestare il loro dissenso contro quei tagli lineari che hanno messo in molti casi gli operatori dell’ordine in condizione di non avere nemmeno i mezzi. Così come […] credo che abbia ferito ogni contribuente che con quei tagli lineari alla spesa, insieme a tante altre spese che giusto era tagliare, siano stati anche tagliati quei fondi alla scuola che oggi determinano la protesta sacrosanta di decine di migliaia di insegnanti precari che non sanno nemmeno se tra qualche giorno – quando ricomincerà l’anno scolastico – ci sarà per loro una cattedra».

Così Fini dice il falso due volte. Innanzitutto quei tagli non c’entrano con la crisi: la finanziaria triennale che li ha disposti è stata scritta molto prima della crisi economica, ed è stata approvata dalla Camera il 5 agosto 2008. Più di un mese prima del fallimento della Lehman Brothers, avvenuto il 15 settembre. E, soprattutto, è stata votata da tutti i deputati finiani di Fli tranne tre assenti (Luca Giorgio Barbareschi, Maria Grazia Siliquini e Roberto Menia, che era in missione) e uno, Giorgio Conte, che non era ancora parlamentare.

Se queste sono le premesse della nuova sincerità politica di Gianfranco Fini e dei finiani non resta che augurare loro buona fortuna. Qualcuno ci crederà.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.131) 6 settembre 2010 18:47

    Avrebbe potuto dire che per merito di Tremonti perfino gli abbonamenti x viaggio studenti non sono più detraibili. I tagli ci sono stati e non saranno gli ultimi. Aver diligentemente votato i provvedimenti del governo non ha impedito che le sue "posizioni" fossero dichiarate assolutamente incompatibili con i principi ispiratori e l’attività politica del PDL. Il tema è la "dignità" della politica. Cioè ridare senso e significato a Parola e Merito ...

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