Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio
Lo scorso 25 marzo il Tribunale provinciale catamarqueño ha proibito al governo della regione di concedere di nuovi permessi alle multinazionali per l’estrazione del litio grazie anche alla costante mobilitazione dei movimenti sociali.
Foto: Susi Maresca. Ripresa da https://agenciatierraviva.com.ar/fallo-historico-comunidades-indigenas-y-asambleas-socioambientales-frenan-a-mineras-de-litio/
Alla fine ce l’hanno fatta. Le comunità indigene e le organizzazioni ambientaliste sono riuscite a bloccare la cosiddetta “megaminería de agua” nella regione argentina di Catamarca, nel nord-ovest del paese. È stato proprio il Tribunale provinciale catamarqueño a proibire al governo della regione la concessione di nuovi permessi alle multinazionali per l’estrazione del litio.
Per il governatore di Catamarca, Raúl Jalil, e le stesse imprese estrattiviste si tratta di un duro colpo, mentre per la Comunidad Indígena Atacameños del Altiplano e i Pueblos Catamarqueños en Resistencia y Autodeterminación (Pucara), che si sono sempre battuta per la difesa del fiume Los Patos, si tratta di una vittoria che potrebbe rappresentare un precedente significativo nella battaglia contro le multinazionali.
Tutto era cominciato nel 2019, quando l’impresa mineraria Livent, che grazie alla sua fusione con Allkem, avvenuta nel 2023, si è trasformata in una delle transnazionali più potenti nell’ambito dell’estrazione del litio, decise di iniziare un’opera di canalizzazione consistente nel realizzare il tracciato di un acquedotto di oltre 30 chilometri per estrarre acqua dal corso del fiume Los Patos.
Il Ministero dell’acqua e dell’ambiente, come quello delle miniere, aveva subito concesso il permesso a Livent per l’inizio dei lavori, nonostante l’evidente violazione delle leggi di carattere ambientale e sociale, nonché dei diritti dei popoli indigeni attraverso un sistema corrotto, illegale e illegittimo che propugnava la sostenibilità della miniera e l’impossibilità di agire come fattore di contaminazione e impoverimento della popolazione.
Al grido di “El agua vale más que el litio”, movimenti indigeni, ambientalisti e la società civile non si sono mai arresi. La nascita di un gigante estrattivo dal nome NewCo, nuova creatura sorta dalla fusione tra la statunitense Livent e l’australiana Allken, non ha impedito alle organizzazioni popolari di denunciarne l’impatto negativo sui territori, a partire dall’ulteriore precarizzazione della vita degli abitanti della regione di Catamarca. Principale impresa nell’estrazione del litio in Argentina e quinta a livello internazionale, NewCo aveva ereditato il progetto Fénix nel Salar del Hombre Muerto (Catamarca) e le azioni di Allken che sfruttava il Salar de Olaroz insieme a Toyota.
L’unione tra le due multinazionali era stata benedetta, congiuntamente, dal governatore di Catamarca Raúl Jalil e da quelli jujeño, Gerardo Morales e salteño, Gustavo Sáenz, noti per la loro avversione alle organizzazioni popolari e che avevano addirittura promosso un incontro dal titolo “La oportunidad y los desafíos de la industria minera en la Argentina” per attirare maggiori investitori.
Tuttavia, mentre governi e imprese si spartivano i territori senza alcuna previa consultazione delle popolazioni coinvolte, non solo i vantaggi dal punto di vista economico non arrivavano, ma, anzi, la mancanza di acqua, l’inquinamento e la distruzione dei fiumi crescevano. L’usurpazione delle terre e gli sfollati ambientali crescevano ogni giorno, tanto da spingere la comunità Atacameños del Altiplano a denunciare Allkem e Livent, mentre a Buenos Aires si definiva l’alleanza strategica tra Stato e multinazionali, sancita dalla fiera delle imprese minerarie che promuovevano, senza alcun contraddittorio, i vantaggi derivanti dall’estrattivismo e, in particolare, l’utilità del litio per le automobili elettriche.
L’estrazione del litio, sottolineavano i movimenti sociali, non serviva per contribuire alla transizione ecologica quanto, piuttosto, ai paesi del nord del mondo per aiutarli a ridurre la la loro quota di emissione di di gas ed evitare di essere sottoposti a sanzioni economiche. Oggi, il verdetto della Corte d’Appello non solo ha bloccato l’estrattivismo del litio e costretto i governi regionali a non concedere altri permessi senza le adeguate valutazioni di impatto ambientale, ma ha fermato anche i tentativi di multinazionali come Livent di celarsi dietro imprese locali o loro partecipate come lo erano Galaxy Lithium SA e Minera Santa Rita SRL.
Si, per l’estrattivismo minerario si è trattato di una sconfitta storica.
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