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Enrico Campofreda

Giornalista, ha lavorato con Paese Sera, Il Messaggero, Corriere della Sera, Il Giornale, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Manifesto, Terra. Attualmente scrive su quotidiani online seguendo politica estera e sociale.
Ha pubblicato: la raccolta di racconti “L’urlo e il sorriso” 2007; il romanzo “Hépou moi”, 2010; il reportage geopolitico "Diario di una primavera incompiuta", 2012; il reportage geopolitico "Afghanistan fuori dall'Afghanistan", 2013; la raccolta di racconti "Leggeri e pungenti", 2017; il romanzo "Bitume" 2020; il racconto biografico "Corazón andino", 2020; il racconto biografico "Il ragazzo dai sali d'argento", 2021; la raccolta di storie "Pane, olio, vino e sale", 2022

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  • Primo articolo lunedì 08 Agosto 2011
  • Moderatore da lunedì 09 Settembre 2011
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Ultimi commenti

  • Di Enrico Campofreda (---.---.---.37) 3 febbraio 13:36
    Enrico Campofreda

    Scoop afghano, un altro Rossi

    Cristina Rossi, che ringrazio, mi scrive su Fb, affermando che c’è uno scambio di persona. Nell’articolo in questione ho confuso i Filippo Rossi. L’autore di quello che la direttrice di TigìUno Maggioni lancia come uno scoop, è un altro giornalista, collaboratore fra l’altro de L’Espresso. Vengo a scusarmi con tutti. I lettori innanzitutto e i due Rossi che sono cronisti sicuramente diversi. Restano inalterate le considerazioni sullo scoop. Se e quando vorrà Filippo Rossi-reporter - come leggo dal suo profilo Fb - sarà benvenuto per un confronto con quanto lui ha visto e sentito in loco e la nostra conoscenza dell’Afghanistan, vissuta fra donne e bambini, formazioni politiche, Ong locali, associazioni italiane di supporto. Se al dialogo parteciperà anche la direttrice Maggioni sarà una festa.

  • Di Enrico Campofreda (---.---.---.236) 18 marzo 2015 20:07
    Enrico Campofreda

    In realtà c’è di tutto, anche reclutamento ideologico sospinto da povertà e disperazione. Dipende dalle zone, in Pakistan e Afghanistan è così e pure in alcune aree egiziane. Naturalmente la questione culturale è centrale, come l’interpretazione del libro su cui il wahhabismo si scatena (ecam)

  • Di Enrico Campofreda (---.---.---.125) 29 aprile 2014 00:32
    Enrico Campofreda

    Gentile sig. Geri, critichi pure, un lettore critico è un lettore attento. Sto seguendo queste elezioni da Roma, i miei contatti afghani mi sconsigliavano una presenza in questo periodo per ragioni di sicurezza e non avevano torto visto quel che è accaduto a Horner e alla Niedringhaus.
    Un articolo, mi passi l’ovvietà, è più stringato d’un libro. Nel pezzo in questione affronto un tema particolare. Ciò che lei dice attorno all’oppio coinvolge inevitabilmente anche la questione presidenziale. La famiglia Karzai, ad esempio, è stata in questi anni particolamente addentro i traffici di droga, tant’è che un fratello del presidente (Walid) è rimasto vittima d’un agguato molto simile a quelli che le mafie del grosso spaccio compiono per faide interne o trasversali.
    I signori della guerra riciclati nelle istituzioni restano signori degli affari e questi affari trattano soprattutto di oppio, prima entrata della nazione afghana, assieme agli "aiuti" occidentali. Perciò le ho citato il libro che tratta anche quest’argomento. Se lei vorrà avere notizie sulle recenti imprese (d’ogni genere) che i nuovi clan al potere e quelli collaterali attueranno, appena ci saranno aggiornamenti sarò pronto a divulgare.


    Un cordiale saluto, ecam
  • Di Enrico Campofreda (---.---.---.160) 20 settembre 2013 20:03
    Enrico Campofreda
    “Sopra la porta Pia, sur frontone in arto che sta dde faccia a la via Venti Settembre, si cce fate caso, c’è uno scherzo de pietra fatto dall’architetto che ha fabbricato quella porta. Siccome dice ch’er papa che l’ha fatta fa’ ne vieniva dé discendenza de la famija d’un barbiere, l’architetto pe ffallo sapé a tttutto er monno, cià fatto scurpì quella gran cunculina, co’ ddrento in mezzo un ppezzo de sapone e ‘ntorno a la cunculina er si sciuttamano co la su’ bbrava frangia de qua e dde llà. Scherzo che dar medemo architetto è stato messo puro de qua e dde llà de la porta medema”’.
                                                                                         Giggi Zanazzo (poeta dialettale) 
  • Di Enrico Campofreda (---.---.---.135) 18 agosto 2013 14:26
    Enrico Campofreda
    Come ho già precisato in qualche altra occasione: di solito non commento perché ho già il privilegio di scrivere. Ma non mi ritrovo in quella confusione attribuitami dal sig. GeriSteve e linko una serie di immagini del massacro di piazza Rabaa che era ciò che raccontava Salem a un media egiziano e che ho mutuato nel pezzo.


    Il grande paese arabo è indubbiamente nel caos. Sicuramente non abbiamo certezze tranne una: la lobby militare non cambia e prosegue nel ruolo assassino che gli è proprio da decenni, né muta l’opportunismo della triade del FSN a metà strada fra una prassi cialtrona e la connivenza coi macellai in divisa. Ne ho scritto abbondantemente e continuerò a farlo. Cordialmente ecam

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