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Elia Banelli

Elia Banelli

Giornalista pubblicista e consulente finanziario,
Dal 2006 al 2009 ho lavorato per The Blog Tv, società di produzione televisiva, contribuendo alla realizzazione di programmi "user generated content" per La3Sport e 7Gold (Tifosi 2.0), per National Geographic Channel (Blog Notes su Sky 405) e per Ycs Channel, prima sul canale Sky 863 e successivamente per Music Box (Sky 703). Ho gestito il blog "In Viaggio Con Obama". Appassionato di politica, economia, finanza, informazione e giustizia.

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  • Primo articolo giovedì 07 Luglio 2008
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Ultimi commenti

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 17:15
    Elia Banelli

    Quindi lei pensa che la gestione attuale pubblica dell’acqua sia migliore e più efficiente? E il caso dell’acquedotto pugliese che perde il 50% dell’acqua? E in Basilicata?
    E pensiamo che nei comuni i controlli siano sempre all’altezza o esenti da sprechi?
    Una società privata, o a capitale misto, credo abbia tutto l’interesse a mantenere un buon servizio, anche perchè lo Stato può intervenire nei casi estremi.
    La vicenda Acqualatina (peraltro gestita dal senatore Fazzone.....) è davvero un caso singolare e negativo, concordo. Ma qui entra in gioco la responsabilità dei singoli (purtroppo siamo in Italia) e la "privatizzazione" è avvenuta prima del famigerato decreto Ronchi, appunto sette anni fa.
    Questo dunque non deve inificiare l’intero sistema, che nella sua logica di apertura al mercato deve poter aprire a vari soggetti e premiare i più virtuosi (un aspetto preso in esame anche dallo stesso decreto).
    Insomma non possiamo per i singoli casi negativi rinunciare a qualsiasi apertura del sistema.
    Certo che l’acqua, essendo un bene soggetto a monopolio naturale e senza cocorrenza reale, a maggior ragione non può essere utilizzata come una merce qualunque, come molti critici del decreto hanno asserito.
    Per cui la "liberalizzazione" è limitata al servizio di "distribuzione", che non vuol dire che l’acqua diventa di esclusiva proprietà del privato.
    E’ l’ente pubblico, o il comune, che delega la gestione alla società che vince il bando di gara e può anche partecipavi appunto con una quota azionaria.
    Una normalissimo processo di liberalizzazione, anche parziale, che da noi viene dipinta come un saccheggio dell’acqua, con scenari apocalittici di persone ch muoiono di sete, quando i caso AcquaLatina è addirittura di 7 anni fa e casi analoghi di sprechi ed inefficienze riguardano spesso il pubblico.
    Comunque mi fa piacere poter dialogare liberamente sul tema e mi dispiace di non poter assistere al dibattito, che reputo interessante ma che spero non dia adito a conclusioni estreme e, sempre a mio modesto parere, "fuorvioranti".

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:47
    Elia Banelli

    Non c’è solo l’Auhority ma ci saranno anche gli enti locali, poichè molte società saranno a capitale misto pubblico-privato.

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:45
    Elia Banelli

    E’ normale che in un processo del genere ci dovranno essere dovuti e regolari controlli. Anzitutto con il bando di gara si avvia una prima selezione (e quindi un primo check-up sulle società candidate), in seguito, ci sarà comunque la supervisione degli Enti locali e la distribuzione sotto il controllo della lente pubblica (anche perchè sono previste società a capitale misto).
    Infine, se avalliamo il ragionamento secondo cui ogni opera al Sud non si può fare perchè c’è la mafia, allora chiudiamo baracca e baracchini e chiediamo il fallimento del meridione.
    Invece credo che anche l’apertura ai privati, soprattutto nelle zone disagiate, possa costituire un occasione anche per singoli imprenditori e per nuova occupazione.
    Certo bisogna evitare che la distribuzione dell’acqua venga gestita da aziende senza scrupoli e con prestanomi "sospetti", ma in quel caso lo Stato deve poter intervenire. Inoltre non pensiamo che questo sia un problema solo dei "privati" e che al sud le aziende pubbliche municipalizzate non abbiano interessi con la politica e con la criminalità organizzata (anzi, a maggior ragione ce l’hanno....)

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:27
    Elia Banelli

    Infine una domanda.... premesso che non è stato per nulla dimostrato che la Sanchez riceva soldi da qualcuno per la sua campagna anti-castrista (per cui tutte le buone intenzioni dell’articolo cadono sulla mancanza di prove oggettive), anche Reinaldo Arenas era dunque una spia al soldo dell’"Impero americano"?

  • Di Elia Banelli (---.---.---.40) 9 dicembre 2009 16:10
    Elia Banelli

    Mi sembra però curioso parlare di "masse al guinzaglio" nei media occidentali e difendere nello stesso tempo il regime castrista senza democrazia, con un unico dittatore da 40 anni che ripete la stessa solfa sul popolo rivoluzionario, scrive corposi editoriali sulla rivista di regime Granma, senza che ci sia libertà di parola e di pensiero sui giornali e in tv, e dove Internet è bandita. Anche a Cuba chi critica Castro è considerato "al soldo dell’Impero americano", e anche qui si sta usando una tattica tipica da "regime": se accusi qualcuno sei al soldo di qualcun altro.
    Io sono anti-comunista ma non sono un amante perduto degli Stati Uniti, ergo è possibile discutere di storia e politica parlando di "fatti concreti" e togliendoci il paravento ideologico???
    Dubito che questo sia il modello sociale che i cubani "si meritano", soprattutto se a loro non viene offerta nessuna alternativa possibile.
    Dubito anche che noi occidentali vorremmo vivere in un sistema come quello castrista, dovendo rinunciare persino alla libertà di parola in rete.
    Per cui quella di Castro e di Cuba, oltra ad essere un sogno infranto, è una "sòla" che i cubani patiscono da quasi mezzo secolo.

TEMATICHE DELL'AUTORE

Economia Cronaca Politica

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