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Le ultime modifiche alla manovra Tremonti

Continuano le modifiche alla manovra Tremonti sui conti pubblici (di cui Agoravox si è già occupato) con novità rilevanti che potrebbero essere confermate con il varo definitivo martedì notte (ma non sono esclusi slittamenti in avanti).

E’ stato cancellato il previsto ticket da 7,50 euro sulla visite specialistiche, con il mantra ripetuto dal presidente del Consiglio Berlusconi "Non verranno toccate né la sanità, né le pensioni, né la scuola, né l’Università".

Non ci sarà la tassa patrimoniale e neanche il condono immobiliare, mentre scatta la possibilità, già prevista nella prima bozza di decreto, di regolarizzare circa 2 milioni di "immobili fantasma" che sfuggono al catasto, scoperti dall’Agenzia del Territorio.

Inoltre si avvierà uno strettissimo giro di vite sull’evasione fiscale (secondo le ultime stime, l’Agenzia dell’Entrate, su dati Istat, ha calcolato circa 370 miliardi tra imponibile evaso e mancato gettito per il Fisco).

Il perno centrale sarà l’introduzione di nuovi limiti all’uso del denaro contante e degli assegni circolari nelle transazioni, fissato a 5.000 euro dalla riforma Visco-Bersani (che voleva limitarlo addirittura a 100 euro) che il governo di centrodestra cancellò nel 2008 estendendo il limite a 12.500 euro, che ora potrebbe essere dimezzato.

Altro punto essenziale del pacchetto anti-evasione sarà l’adozione quasi generalizzata dell’inversione dell’onere della prova, oggi di responsabilità dell’amministrazione fiscale, che sarà a carico dei contribuenti nei contenziosi tributari.

Il ministro Tremonti ha poi presentato ai sindaci le misure che prevedono il taglio di trasferimenti ai Comuni di 2,7 miliardi di euro nel 2011 e di 2,2 nel 2012, ma potrebbero essere sbloccati i 500 milioni annui chiesti da tempo per compensare l’abolizione dell’Ici.

Nel decreto ci sarà l’obbligo per i consiglieri comunali con reddito superiore agli 80.000 euro di esercitare gratuitamente le loro funzioni con la cancellazione del gettone di presenza di indennità.

Previsto anche il taglio del rimborso elettorale da 1 euro a 50 centesimi per voto ottenuto.

Non cambiano, se non con leggere modifiche, le altre voci sulla manovra: tagli del 10% alle spese per beni e servizi dei Ministeri, di 1,5 miliardi alle Regioni, il taglio dello stipendio di ministri e sottosegretari del 10% (sceso dall’ipotizzato 15%) e del 10% dei manager pubblici con reddito superiore ai 120.000 euro, del 5% se 90.000.
Infine resta confermato il congelamento del contratto dei dipendenti pubblici, la riduzione a 2 delle finestre per le pensioni di vecchiaia, il limite di reddito per le nuove invalidità (la cui spesa è cresciuta da 6 a 16 miliardi), l’abolizione di alcuni enti, compreso la Difesa Servizi Spa, e nuovi controlli sulla Protezione Civile.
 
In attesa del varo definitivo della manovra non sono tuttavia escluse ulteriori novità, anche perché, sottolinea il ministro Andrea Ronchi, (molto vicino a Gianfranco Fini): "Prima di portare la manovra a Palazzo Chigi serve anche un confronto con Confindustria, sindacati, commercianti ed artigiani, nel Pdl e con la Lega, poi un appello all’opposizione perchè adotti comportamenti responsabili. Dimostrando così la forza di questo Paese, come quella avuta da Tremonti per evitare l’effetto Grecia".

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