Cercano di
convincerci che alzare la voce e puntare i piedi è un modo, sin qui “inusitato”, di dare
soluzione ai problemi.
ECCO allora la vasta eco mediatica suscitata dagli annunci
e le mosse di rottura del Ministro Salvini in tema di controllo e ripartizione dei
flussi migratori.
Una RISONANZA tale da varcare i confini del nostro paese e da
generare pari attenzione nelle comunità limitrofe.
C’è un però.
Il messaggio “forte”
che si vorrebbe così trasmettere ai partner Europei è che “nessuno ha l’obbligo
di farsi carico da solo di tutti i problemi”. Salvo che tra la gente comune rischia
di innescare il simmetrico concetto del ”ognuno pensi ai guai propri”. Ergo.
PIU’ aumenta l’allarme di paventate ondate migratorie e PIU’ i Governanti dei paesi partner
avranno l’interesse di “tranquillizzare” le ansie/paure dei propri concittadini.
Quanto meno evitando di aprire nuovi possibili “varchi”.
E in una “prova di
forza” è impensabile spuntarla contro un gruppo di avversari coalizzati.
L’Europa
è ben lungi dall’avere un’anima politica. MARCARE i ”torti” subiti allontana i
presupposti per una condivisione.
Stare di
ronda al largo delle coste nord africane è come “attirare” i barconi stracarichi
di migranti. Fa parte di un lucroso giro d’affari che ha svariati beneficiari.
NON serve neppure assumere all’improvviso posizioni “rigide” di ferreo
respingimento.
A parte il rischio di ulteriori tragici epiloghi, si tratta di
una “mossa politica” dagli esiti indefiniti.
Tant’è che perfino il solidale
Roberto MARONI ha chiosato la vicenda Aquarius con: "il fattore C … non basta, ma è importante nella
vita”
Le emergenze non si superano arrangiandosi come più conviene.
Proclami,
annunci e slogan suadenti sono tipici di un Dossier Arroganza …
Precise
CONVENZIONI internazionali da molto tempo sanciscono l’obbligo di prestare
soccorso e assistenza alle imbarcazioni finite in stato di emergenza. Anche a
prescindere da una formale richiesta. (Non c’entra la UE né il trattato
di Dublino).
Ne consegue.
L’imprevista offerta Spagnola di accogliere l’AQUARIUS nel
porto di Valencia è stato un vero e proprio colpo di fortuna. Tant’è che detta
nave nella traversata viene scortata e “alleggerita” dall’intervento attivo di
mezzi della nostra Marina.
Altrimenti.
Nel giro di 2-3 GIORNI sull’Aquarius si
sarebbe evidenziato appieno il suo stato di emergenza. Continuare allora a denegare
il soccorso e l’approdo avrebbe innescato la “riprovazione” di Autorità e
Istituzioni marinare di mezzo mondo.
Questo con buona pace del dichiarato intento
dei nostri Governanti di infrangere e superare quella cappa di “isolamento” subita
in materia di flussi migratori.
ADESSO siesalta, a mo’ di “vittoria” politica,
il fortuito sblocco di una mossa tanto “esemplare” quanto dagli esiti
indefiniti. MOSSA dettata dalla solita tattica di incrociare quel mix accertato
di rabbia e di paura.
E da qui il “silenzio” sul rischio corso di finire sulla
gogna (non solo mediatica) di una egoistica ed illecita disumanità
Come tutt’altro tema sono le riserve ed i sospetti
sugli “affari” legati al traffico dei migranti.
Certe ONG,
continuando a mandare le loro imbarcazioni lungo le coste nord africane, hanno
visto più che decuplicare gli introiti frutto di donazioni.
Pur avendo sede in
vari paesi d’Europa e imbarcazioni che battono bandiera straniera trovano
validi motivi per stazionare solo vicino ai porti italiani, in attesa dell’autorizzazione
ad approdare.
Il loro “carico” innegabile di tanta dolente umanità non può bastare
a disconoscere aspetti e modalità riconducibili ad un reale business.
Spiacevole è constatare che noti “operatori”, degni di stima e gratitudine, interpellati
su tali temi se la sbrigano dicendo di “non sapere”.
I MIGRANTI non viaggiano per
piacere e avendo opzioni alternative.
Visto il
tasso d’interesse sui nostri BTP risalito al 3%, Giovanni TRIA, neo Ministro
dell’Economia, fa sfoggio di “oculatezza” nella gestione delle risorse
disponibili.
Riconfermata la nostra appartenenza alla Zona Euro e la categorica
volontà di frenare DEFICIT e DEBITO, Tria “vincola” modi e tempi di attuazione
delle varie “promesse” (legge Fornero, reddito di cittadinanza, flat tax ecc) alla
loro accertata compatibilità e “sostenibilità”.
Con il felpato “controcanto” dei
leader fautori di tali “svolte epocali”.
Tutto questo al fine di “tranquillizzare”
da subito i mercati e quindi di riconfermare almeno i margini di flessibilità finora
concessi dalla UE.
Purché vada.
Se non altro è un’anteprima del passaggio dalle
parole ai fatti.