• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Una testa rotta al ghetto ebraico

Una testa rotta al ghetto ebraico

Un cartello non vale una testa.

Né lo scorrere del sangue. Su questo non dovrebbe esserci mai alcun dubbio.

L’aggressione avvenuta nel quartiere ebraico ai danni di quattro ingenui ragazzotti (perché andare a staccare un manifesto che salutava Sharon in occasione della sua morte - “Sharon, uno di noi” - proprio nelle stradine del ghetto, bisogna essere o un po’ provocatori o un po’ stupidi) da parte di una "ronda" ebraica, non può che essere rifiutata in modo radicale: perché un cartello, per quanto simbolico, non può mai valere nemmeno una goccia di sangue (e qui di sangue ne deve essere uscito più di una goccia).

Quindi totale e incondizionata solidarietà allo sconsiderato Vladimiro, strappatore di manifesti altrui. E un invito chiaro alla comunità ebraica romana a valutare se le strutture di “sorveglianza” abbiano il diritto di rompere teste a fronte di un manifesto strappato e non solo, eventualmente, ad intervenire per garantire l’autodifesa in caso di aggressioni.

Già un anno fa era accaduto un episodio analogo (motivo per cui oggi alcuni si sentono autorizzati a titolare addirittura "ennesima aggressione al ghetto"), ma dai contorni molto meno chiari e comunque al termine di una giornata caotica con scontri tra manifestanti e forze dell'ordine eccetera. Che cosa sia avvenuto in quell'occasione non è mai stato davvero chiarito. Mentre sembra chiara - e del tutto immotivata - l'aggressione ai quattro ragazzi di ieri.

Lo strappo di manifesti è prassi consolidata fino a tempi recenti nel nostro paese, e uno di una certa età come me, ricorda bene come il reciproco strappo di manifesti giustificava in anni bui le ritorsioni più dure, fino all’assassinio. Ma erano, appunto, anni bui.

So benissimo che agli "ebrei" alcuni individui appartenenti alla sinistra radicale (come potrebbero essere Vladimiro e gli altri a giudicare dall’aspetto, ma questo ovviamente non vuole giustificare niente) non perdonano di essere ebrei; a parole dicono di essere antisionisti, non antisemiti, secondo il classico ritornello che voleva far passare anche quel razzista fascistoide di Dieudonné come un combattente per la libertà di pensiero, ma nei fatti poi provate a partecipare alle celebrazioni del 25 aprile con una kippà in testa e poi guardate che succede con irritante regolarità. Ne ho parlato mesi fa. 

Ma, naturalmente, questo non riguarda Vladimiro e gli altri, colpevoli solo di “strappo” di una carta che non parlava di “ebraismo”, ma di un individuo famoso più che altro per aver lasciato fare i loro comodi stragisti ai falangisti cristiani in quel di Sabra e Chatila (non solo per questo a dire il vero, è noto anche per il pragmatico ritiro forzato dei coloni ebrei da Gaza, ma questo è un altro discorso).

L’aggressione a Vladimiro & Co. quindi non è la legittima difesa di una comunità minoritaria o delle sue simbologie (la sinagoga, la scuola eccetera), ma solo la difesa - violenta - di una fede politica di parte. Con la stessa logica di Vladimiro anche un ebreo di sinistra, cioè dell’opposizione politica al leader defunto, avrebbe potuto strappare quel manifesto e finire con la testa rotta. Ma non voglio con questo ritenere meno importante la testa rotta di Vladimiro, sia chiaro, ma solo evidenziare che la scusante della "difesa del ghetto" non risponde alle caratteristiche di difesa di un gruppo etnico, come si potrebbe pensare e come cercano forse di far pensare gli aggressori di Vladimiro.

Non è in ballo l’autodifesa di una comunità, ammesso che sia legittimo concepire metodologie di autodifesa comunitarie in uno stato democratico dove lo Stato ha, almeno in via di principio, l’esclusività dell’uso della forza. Qui è in ballo l’organizzazione di una "squadra di parte politica" che chiunque è legittimato a definire una “squadraccia”.

Di tutto ha bisogno l'ebraismo, attorno a cui si addensano nubi sempre più scure un po' in tutta Europa, tranne che di questo. Rompere teste per un manifesto - politico - strappato: solo degli idioti possono pensare che sia legittimo.

Che si chiamino Casa Pound o Centro Sociale o Comunità Ebraica, la questione non cambia: sempre atteggiamenti fascisti sono.

 

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.32) 21 gennaio 2014 22:15

    Non vorrei, avrei cose più interessanti da fare, ma lei mi obbliga ad intervenire.

    Lei scrive:
    << So benissimo che agli "ebrei" alcuni individui appartenenti alla sinistra radicale non perdonano di essere ebrei >>

    Che la cosiddetta Sinistra Radicale sia antisemita è una totale falsità, non a caso propalata dalla propaganda "sionista", cioè dalla propaganda del movimento ultranazionalista israeliano e dai suoi megafoni.

    Si regge sul sillogismo, palesemente falso, che essere antisionista equivalga ad essere antisemita. Sillogismo falso in quanto fondato sulla doppia falsa premessa: che il Sionismo fondativo sia identico al "sionismo" attuale; che le politiche dei governi israeliani debbano essere considerate "sioniste" e non di destra quando lo sono effettivamente.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 22 gennaio 2014 00:33
      Fabio Della Pergola

      Quello che lei dice è semplicemente ridicolo. Non lo dico per polemica politica o per supponenza intellettuale né, tantomeno per questa sua insopportabile e reiterata menata della propaganda "sionista". Lo dico - molto banalmente e senza tema di smentita - perché nella sinistra radicale ci sono nato, cresciuto, allattato e svezzato. E conosco i miei polli più di quanto lei non immagini, avendone convissuti speranze e delusioni, oltre che la quantità immane di stoltezze e nefandezze dette e fatte.
      Il comunismo è sempre stato profondamente antisemita e la sinistra radicale ne ha ereditate ampie tracce. Solo che, a differenza della destra xenofoba, si vergogna di esserlo e lo maschera in tanti modi. All’epoca di Stalin erano i complotti dei medici ebrei, oggi è la "propaganda sionista". Solo che le cose che dico le ho vissute di persona e non sarà la sua lezioncina di political correctness a farmi cambiare idea.
      Si ripassi almeno (sempreché non abbia cose più interessanti da fare) il concetto di ’doppio standard’. E poi me lo spieghi.

      Una sola frase mi è oscura "le politiche dei governi israeliani debbano essere considerate "sioniste" e non di destra quando lo sono effettivamente": le politiche israeliane di destra sono di destra, quelle di sinistra sono di sinistra. Ma sono entrambe sioniste; o di sionismo di destra o di sionismo di sinistra. Mi sembra di dover fare la lezioncina a un bambino un po’ tardo. Ma non ne abbiamo già parlato un milione di volte ?

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 23 gennaio 2014 02:18
      Fabio Della Pergola

      Aggiungo dall’Unità del 22.01.14


      Vattimo: sionismo e frottole forti
      di Bruno Gravagnuolo

      L’ANTISEMITISMO È VIVO E VEGETO. E occorre cautela in materia di ebraismo e questione ebraica. Perciò registriamo due episodi avvilenti (nella settimana antecedente al giorno della memoria) che possono rinfocolare la sindrome. Il primo: la rissa tra ebraismo di destra e di sinistra a Roma. Giovani ostili a Sharon che staccano manifesti in suo onore. E giovani con mazze da baseball che li aggrediscono. Poi tafferugli ad un dibattito, con ventilate scissioni da sinistra. Ora Sharon fu figura negativa e controversa. E, benché alla fine abbia moderato il suo oltranzismo, inneggiarvi è sbagliato. Poi la diaspora ebraica non va identificata con Israele, e ci vuole sempre una certa distinzione. Altrimenti si salda un doppio cerchio integralista. Quello di chi rinuncia ad ogni critica politica ad Israele, o di chi aggredisce l’ebraismo, con la scusa della politica di Israele. E l’antisemitismo ritorna, magari con la scusa dell’«antisionismo». Come accade con Gianni Vattimo, e veniamo al secondo episodio. Anche lui ripete il ritornello: «sono antisionista e non antisemita» (ma si dice anche maoista, catto-comunista, castrista, chavista, dipietrista, grillino!). Lasciamo da parte tutte queste giravolte, indici di confusioni forti e non «deboli». Vattimo ignora che il sionismo ebbe una forte anima socialista e solidarista, prevalente all’inizio. Certo ragioni di sicurezza militare hanno generato anche un’anima integralista in una Israele, contestata nel suo diritto ad esistere. Ma il sionismo, coi suoi kibbutz originari, non è una parolaccia, anzi! Può esserlo solo per gli antisemiti, che ci vedono un complotto mondialista e plutocratico. Come nei Protocolli dei Savi di Sion, storia di un complotto ebraico inventato dalla polizia zarista e feticcio di tutto l’antisemitismo. Vattimo sa che i Protocolli erano falsi, però dice al Corsera del 17 «sono stati ben inventati». Falsi ma logicamente veri? Lo dicono tutti gli antisemiti più «furbi»! Avvilente.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.151) 23 gennaio 2014 22:42

      << Quello che lei dice è semplicemente ridicolo. Non lo dico per polemica politica o per supponenza intellettuale né, tantomeno per questa sua insopportabile e reiterata menata della propaganda "sionista". Lo dico - molto banalmente e senza tema di smentita - perché nella sinistra radicale ci sono nato, cresciuto, allattato e svezzato. >>

      Davvero? Se è stato allevato in Potop allora Franco Piperno le ha cambiato il pannolino. Oppure in LC le ha dato il biberon Gad Lerner. Tanto per citare i primi che mi vengono in mente.

      Se invece è stato allevato da qualche organizzazione nazimaoista, che di sinistra ha solo il belletto rosso usato per nascondere il nero, allora è un altro paio di maniche.

      << Il comunismo è sempre stato profondamente antisemita e la sinistra radicale ne ha ereditate ampie tracce. >>

      Senta cosa pensava del Comunismo Winston Churchill:
      "Non c’è bisogno di esagerare il ruolo giocato da questi Ebrei internazionali, e per lo più atei, nella creazione del Bolscevismo e nell’attuale realizzazione della Rivoluzione Russa. E’ stato certamente un importantissimo ruolo che ha inciso più di qualsiasi altro. [..]"

      Se poi ne ha voglia può compilarsi una lista dei dirigenti e degli ideologi ebrei che hanno contribuito alla nascita e all’affermazione del Comunismo, a cominciare dal suo più importante fondatore.

      Citando Totò: "Ma mi faccia il piacere..."

      La cosa divertente è che mentre lei segue la direttiva di dare addosso alla sinistra lo squadrismo mette radici nel Ghetto. Non le viene il sospetto che la stanno usando? No, eh?

    • Di (---.---.---.161) 24 gennaio 2014 00:21

      I suoi commenti stanno scadendo parecchio di qualità, Persio Moscio. Io non ho alcun problema a rivendicare il ruolo di molti ebrei nella nascita e primi passi del comunismo storico. Salvo che poi quegli stessi comunisti non ebrei ci sono andati giù parecchio duri con gli ebrei. Si ripassi un po’ la storia. Magari si legga il suo amico Ovadia su MicroMega, qualcosa di interessante (insieme ad alcune scempiaggini) l’ha scritta.

      "La cosa divertente è che mentre lei segue la direttiva di dare addosso alla sinistra lo squadrismo mette radici nel Ghetto"

      La "direttiva" consiste nello scrivere proprio quello che, curiosamente, credevo di aver scritto in questo articolo: proprio per denunciare lo squadrismo che mette radici nel Ghetto. Ma naturalmente questo lo deve scrivere lei, sennò stanotte non dorme.

      FDP

  • Di Persio Flacco (---.---.---.55) 24 gennaio 2014 11:16

    << Io non ho alcun problema a rivendicare il ruolo di molti ebrei nella nascita e primi passi del comunismo storico. >>

    Ma la pianti con questi trucchetti retorici: se non ha alcun problema a farlo lo faccia; invece fa tutt’altro, afferma che il Comunismo è stato, ed è, un movimento ideologico antisemita. Da bravo negazionista nasconde certe cose e ne esalta altre, fa lievitare il particolare e sgonfia il generale.

    Il Comunismo è un complesso di idee e di prassi in campo politico, sociale, economico, incompatibile con l’antisemitismo e col razzismo in generale. E non solo perché i suoi protagonisti sono stati in massima parte ebrei ma proprio per la sua struttura ideale intrinseca.

    Questo lei si guarda bene dal dirlo, preferisce restringere la visuale del lettore alla fase storica in cui le fortissime pressioni esterne hanno indotto una involuzione personalistica, autoritaria, poliziesca nei regimi comunisti tale da imporre restrizioni e persecuzioni non solo agli ebrei ma tutti coloro i quali si sono trovati a vivere sotto il suo regime. 
    Ma lei si guarda bene anche dal contestualizzare quelle degenerazioni, evita di distinguere le responsabilità di singole persone e di gruppi da quelle dell’ideologia comunista, preferisce attribuirle a quest’ultima, ricorrendo ad una tecnica abusata proprio dal campo antisemita.

    La verità storica è che il Comunismo ha eradicato l’antisemitismo, endemico nei paesi ex sovietici. Un antisemitismo storicamente di origine religiosa, alimentato ad arte per essere un utile strumento nelle mani del potere zarista. I Protocolli dei Savi di Sion non lo hanno inventato i comunisti ma lo zarismo, per motivi politici, e i comunisti hanno combattuto lo zarismo.

    Il suo revisionismo storico (ma dovrei dire il vostro, dal momento che le sue argomentazioni sono la fotocopia di quelle usate da tutti i commentatori "sionisti") è talmente sfacciato e ben studiato da far impallidire l’ingenuo negazionismo dei revisionisti antisemiti.

    Quello che dovrebbe ripetersi ogni tanto, come caso emblematico e per rimettersi in carreggiata, è che non sono stati i nazisti a liberare Auschwitz dall’Armata Rossa, è stato il contrario. Se lo scriva da qualche parte e lo legga la prossima volta che si appresta a straparlare di Comunismo antisemita.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 24 gennaio 2014 13:06
      Fabio Della Pergola

      Lei non è solo un rompipalle ossessivo e ossessionato, ma è anche un ignorante storico di notevole portata. Si vada a ripassare la storia prima di straparlare di comunismo che avrebbe "eradicato l’antisemitismo" endemico nell’europa orientale. Se poi vuole risalire anche a Marx e trovare qualche perla di sciocchezza
       benché Marx fosse di origini ebraiche - anche nella "Questione ebraica" lo può fare, ma bisognerebbe essere capaci di leggere, come minimo.

      Qui l’unico che "nasconde certe cose e ne esalta altre" è lei: anche i sassi conoscono le persecuzioni antisemite all’interno dell’Unione Sovietica e poi nei paesi satelliti. Ma evidentemente se uno ricorda certe cose sgradevoli lei si sente punto sul vivo. Cerchi almeno di non rendersi ridicolo con questo suo trasparente stalinismo d’annata.

      Glielo ripeto, si vada a leggere il suo amico Ovadia prima sproloquiare le sue solite sbrodolate sulla propaganda sionista: "Stalin fu antisemita? A mio parere è difficile dare una risposta univoca. Perseguitò gli ebrei è certo, ma non diversamente da come aveva fatto con altre minoranze (...quindi se uno ammazza un po’ di rom insieme agli ebrei smette di essere un antisemita? Ovadia infila certe idiozie...) comunque sia, fra il 1949 e il 1953, con il mascheramento di lotta al cosmopolitismo, scatenò una delle più terribili campagne antisemite del secolo scorso che culminò con il quasi annientamento della cultura yiddish sovietica", Micromega n. 9/2013, pag. 141.

      E adesso vada a dare del sionista e a prendersela con Ovadia così la smette di spaccare le palle a me.

    • Di (---.---.---.202) 25 gennaio 2014 22:24

      << Lei non è solo un rompipalle ossessivo e ossessionato, ma è anche un ignorante storico di notevole portata. Si vada a ripassare la storia prima di straparlare di comunismo che avrebbe "eradicato l’antisemitismo" endemico nell’europa orientale. >>

      Se la vada a studiare lei la Storia, e soprattutto impari a leggere criticamente e a contestualizzare quello che legge. 
      La presa del potere dei bolscevichi, in un contesto di profondo, antico, radicale sentimento antisemita diffuso in tutti gli strati sociali, ha cambiato lo status della minoranza ebraica: da nemico interno a quello di minoranza etnica, equiparata a tutte le altre minoranze del composito universo russo. I Bianchi invece, per reazione, e proseguendo nella solco della tradizione russa, scatenarono pogrom feroci nelle zone sotto loro controllo che causarono la morte di circa 200.000 ebrei.
      Ha capito bene? I Bianchi, non i bolscevichi. E i Protocolli sono un prodotto dello zarismo, non del Comunismo. Ha capito? Sicuro? Se lo scriva.

      Il Comunismo ha avversato le confessioni religiose e l’ideologia borghese e piccolo borghese dei grandi e piccoli proprietari. Se un certo numero di ebrei è stato perseguitato lo è stato quando rientrava in queste categorie, non in quanto ebrei. L’antisemitismo è incompatibile con il Comunismo, questo è sicuro.

      << Se poi vuole risalire anche a Marx e trovare qualche perla di sciocchezza benché Marx fosse di origini ebraiche - anche nella "Questione ebraica" lo può fare, ma bisognerebbe essere capaci di leggere, come minimo.>>

      Vede, sia io che lei siamo capaci di leggere; la differenza è che lei è incapace di capire quando ciò che legge contraddice i suoi pregiudizi. La "Questione ebraica" non è un testo antisemita, è un testo politico.

      << Qui l’unico che "nasconde certe cose e ne esalta altre" è lei: anche i sassi conoscono le persecuzioni antisemite all’interno dell’Unione Sovietica e poi nei paesi satelliti. Ma evidentemente se uno ricorda certe cose sgradevoli lei si sente punto sul vivo. Cerchi almeno di non rendersi ridicolo con questo suo trasparente stalinismo d’annata. >>

      Io stalinista? Vede che non capisce un ciufolo? Eppure nel mio post precedente era ben chiaro il giudizio negativo su Stalin e sulla involuzione autoritaria e personalistica da lui impressa alle istituzioni sovietiche.

      << Glielo ripeto, si vada a leggere il suo amico Ovadia prima sproloquiare le sue solite sbrodolate sulla propaganda sionista: "Stalin fu antisemita? A mio parere è difficile dare una risposta univoca. Perseguitò gli ebrei è certo, ma non diversamente da come aveva fatto con altre minoranze (...quindi se uno ammazza un po’ di rom insieme agli ebrei smette di essere un antisemita? >>

      Vedo che un dubbio si è affacciato alla sua coscienza: prontamente represso, ovviamente.

      Bene, mettiamola in questo modo, e vediamo se capisce: se lei afferma che Stalin rappresenta il Comunismo io affermo che Sharon rappresenta l’Ebraismo (cosa peraltro sostenuta fortemente dai sedicenti "veri sionisti", come quelli che recentemente hanno spaccato la testa ad un giovane di sinistra e picchiato un oratore ebreo in via Balbo). Di conseguenza, in base alla seconda affermazione, tutti quelli che si riconoscono nell’Ebraismo sono responsabili della strage di Sabra e Chatila.

      La seconda affermazione è sicuramente indice di una mentalità antisemita e fascistoide; ma se lo è la seconda lo è anche la prima. Cambia il soggetto ma la mentalità è la stessa.

      Attribuendo al Comunismo le responsabilità di Stalin lei ricorre allo stesso schema mentale antisemita e fascistoide. Che le si dica questo le rompe le palle, lo capisco, ma avversare il fascismo e l’antisemitismo significa avversare una certa mentalità, e non solo quando va a danno di ebrei. Dunque si rassegni.

    • Di (---.---.---.161) 26 gennaio 2014 10:47

      lei ignora la storia. sono almeno quindici anni che si conoscono i raid antiebraici dell’Armata Rossa prima che Trotsky riuscisse a fermarli.

    • Di (---.---.---.161) 28 gennaio 2014 09:31

      Dopo giorni di problematiche tecniche in cui non si riusciva a caricare i commenti, oggi riprovo.

      Solo per aggiungere che i termini "comunismo" e "marxismo" non coincidono esattamente. Quindi se parliamo di Marx è d’obbligo ricordare che la "questione ebraica" per lui si risolveva solo nell’ottica di emancipare gli ebrei dall’ebraismo. Che non è solo risolvere una particolare forma di alienazione religiosa (ma non si sa come sarebbe potuto accadere e infatti questo è stato forse il maggior fallimento del marxismo) quanto l’annientamento di una cultura ’altra’ rispetto a quella dominante. Quindi antisemitismo culturale, se non altro. Per non parlare dei socialista alla Proudhon.

      Se si entre nel marxismo-leninismo, cioè nel comunismo è indubbio che molti dirigenti del primo sovietismo erano ebrei. E che Lenin e Trotsky si impegnarono seriamente nel combattere l’antisemitismo, ma è noto che l’Armata Rossa compì numerosi pogrom antiebraici come ci ricordano i documenti ormai desecretati. Ne parlò anche il Corriere anni fa (28/02/1993). Lenin riuscì a limitare queste tendenze che però riaffiorarono con lo stalinismo. Fino all’aperta persecuzione.

      Dire quindi che "il comunismo ha eradicato l’antisemitismo endemico" è semplicemente una balla che si fonda su ideologie illusorie. La storia pretende invece che si abbia il coraggio di mettere da parte le ideologie per vedere quello che è stato, per quanto sgradevole.

      Sulla sinistra radicale contemporanea la questione è più complicata perché si maschera dietro l’antisionismo che è ovviamente legittimo. Ricordo solo due interventi di notevole portata: Rosellina Balbi su Repubblica "Davide difenditi" e Chiara Sereni su l’Unità "La colpa di essere ebrea". Se li cerchi e se li legga, ne vale la pena. E poi si ricordi di quante volte i bravi ragazzi di sinistra hanno preteso di zittire gli ebrei alle manifestazioni del 25 aprile.

      FDP

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità