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Commento di Persio Flacco

su Una testa rotta al ghetto ebraico


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Persio Flacco 24 gennaio 2014 11:16

<< Io non ho alcun problema a rivendicare il ruolo di molti ebrei nella nascita e primi passi del comunismo storico. >>

Ma la pianti con questi trucchetti retorici: se non ha alcun problema a farlo lo faccia; invece fa tutt’altro, afferma che il Comunismo è stato, ed è, un movimento ideologico antisemita. Da bravo negazionista nasconde certe cose e ne esalta altre, fa lievitare il particolare e sgonfia il generale.

Il Comunismo è un complesso di idee e di prassi in campo politico, sociale, economico, incompatibile con l’antisemitismo e col razzismo in generale. E non solo perché i suoi protagonisti sono stati in massima parte ebrei ma proprio per la sua struttura ideale intrinseca.

Questo lei si guarda bene dal dirlo, preferisce restringere la visuale del lettore alla fase storica in cui le fortissime pressioni esterne hanno indotto una involuzione personalistica, autoritaria, poliziesca nei regimi comunisti tale da imporre restrizioni e persecuzioni non solo agli ebrei ma tutti coloro i quali si sono trovati a vivere sotto il suo regime. 
Ma lei si guarda bene anche dal contestualizzare quelle degenerazioni, evita di distinguere le responsabilità di singole persone e di gruppi da quelle dell’ideologia comunista, preferisce attribuirle a quest’ultima, ricorrendo ad una tecnica abusata proprio dal campo antisemita.

La verità storica è che il Comunismo ha eradicato l’antisemitismo, endemico nei paesi ex sovietici. Un antisemitismo storicamente di origine religiosa, alimentato ad arte per essere un utile strumento nelle mani del potere zarista. I Protocolli dei Savi di Sion non lo hanno inventato i comunisti ma lo zarismo, per motivi politici, e i comunisti hanno combattuto lo zarismo.

Il suo revisionismo storico (ma dovrei dire il vostro, dal momento che le sue argomentazioni sono la fotocopia di quelle usate da tutti i commentatori "sionisti") è talmente sfacciato e ben studiato da far impallidire l’ingenuo negazionismo dei revisionisti antisemiti.

Quello che dovrebbe ripetersi ogni tanto, come caso emblematico e per rimettersi in carreggiata, è che non sono stati i nazisti a liberare Auschwitz dall’Armata Rossa, è stato il contrario. Se lo scriva da qualche parte e lo legga la prossima volta che si appresta a straparlare di Comunismo antisemita.


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