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 Home page > Attualità > Economia > Sorpresa! Gli incentivi del fotovoltaico non pesano sulla bolletta

Sorpresa! Gli incentivi del fotovoltaico non pesano sulla bolletta

Come volevasi dimostrare anche qui non ci hanno detto la verità. Sono mesi che Governo, Confindustria e alcune organizzazioni di consumatori ci martellano dicendo che il peso degli incentivi sulla bolletta è eccessivo. Uno studio del CNR dimostra che è esattamente il contrario. Il motivo? Le leggi del libero mercato... 

Perché le fragole in maggio costano meno che in settembre?

La risposta la sanno anche i bambini. E' una semplificazione estrema delle leggi della domanda e dell'offerta in regime di libero mercato: quando l'offerta supera la domanda i prezzi calano. Quando la domanda supera l'offerta i prezzi crescono. In maggio se ne producono tante, sono deperibili, vengono messe subito sul mercato, cresce l'offerta e i costi si abbassano.

Ora, al posto delle fragole mettiamoci l'energia elettrica prodotta da fotovoltaico. Al posto delle stagioni mettiamoci le 24 ore.

Questo il grafico della domanda nel corso delle 24 ore (Fonte: Terna)

 

Questo il grafico della produzione da fotovoltaico nelle 24 ore, cioè l'offerta:

 

 

Non guardate i valori assoluti ma la forma delle curve: il fotovoltaico produce proprio nelle ore in cui la domanda è più alta.

In quelle ore, pertanto, aumenta anche l'offerta di energia elettrica. Ora chi ci vende l'energia, e che ci presenta la bolletta, la compra sul mercato elettrico. Dove il prezzo viene fissato di ora in ora sempre in base alle leggi della domanda e dell'offerta che regolano anche il prezzo delle fragole.

Ecco, per esempio, l'andamento dei prezzi di un giorno di primavera:

 

 

 

La domanda è: l'andamento dei prezzi è influenzato dalla produzione di fotovoltaico?

A questa domanda ha dato risposta Francesco Meneguzzo, ricercatore del CNR di Firenze e membro di ASPO Italia. Lo ha fatto con uno studio ricco di dati ed informazioni la cui lettura ed interpretazione è per specialisti, come deve essere un serio lavoro di ricerca.

Questa la conclusione finale:

Ogni GWp di fotovoltaico installato è in grado di generare una riduzione del prezzo dell'energia elettrica pari a 500 milioni di €, mentre costa in incentivi 450 milioni di €. Cioè per ogni GWp installato la bolletta energetica complessiva cala di 50 milioni di €!

Nello studio si premette che è una prima valutazione quantitativa, che può essere soggetta a revisione ed approfondimenti ma che, ingegneristicamente parlando, non cambia il "segno" del fenomeno, cioè il fatto che gli incentivi costano alla collettività, ma la collettività rientra dei costi grazie alla diminuzione della bolletta.

Senza considerare che la collettività ha anche altri benefici dovute alle attività di costruzione e manutenzione degli impianti: occupazione, entrate fiscali e previdenziali. E senza considerare che così si sgancia il prezzo dell'energia da quello del petrolio: si limitano gli aumenti dovuti alle impennate del costo del petrolio e si diminuisce la dipendenza da fonti estere.

Ecco un grafico storico (Fonte: Autorità per l'Energia Elettrica e per il Gas) che dimostra che questo fenomeno (graduale sganciamento del costo dell'energia elettrica da quello del petrolio) sta già avvenendo: dal 2008 le linee rosse e blu (costo dell'energia) si muovono senza seguire l'andamento delle barre verticali (il costo del petrolio), fino al 2008 invece ne ricalcavano l'andamento.

 

 

Insomma, fino ad oggi ci hanno detto che era colpa degli incentivi del fotovoltaico se l'energia elettrica costava troppo, scoprire che non è vero che effetto fa? Forse i conti li ha fatti chi aveva in mente già un risultato.... O forse si è sbagliato Meneguzzo?

Se si è sbagliato che lo si dimostri: da oggi e fino a prova contraria ci si può togliere il senso di colpa di pesare sulla collettività quandi si installa, lavora o sostiene il fotovoltaico. Chiedere incentivi per il fotovoltaico non è quindi fare gli interesse di chi opera nel settore, ma è fare l'interesse collettivo. Hic et nunc. 

Ora facciamo l'ultimo passaggio. 

Ma allora chi paga il costo degli incentivi? La risposta, come avrete capito, è banale: chi vende l'energia elettrica sul mercato elettrico la vende a prezzi inferiori e quindi fa meno profitti.

Forse adesso è più chiaro cosa ha realmente voluto fare il governo con la contrazione degli incentivi: una scelta ben precisa a favore di alcuni, non una riduzione della bolletta di tanti. Ma dicendo il contrario.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.53) 19 aprile 2011 13:44

    Vabbè, citare AspoItalia è come citare Greenpeace o Pinocchio...
    Avete visto il documento citato di Meneguzzo?
    E’ evidente che avere 500 milioni di risparmi su 1300 GWh prodotti da 1000 MWp significa risparmiare 38centesimi di euro a kWh... quando i prezzi della borsa elettrica raramente superano i 12 centesimi anche nelle ore di punta.
    Quindi... è un altro di quelli cui piace torturare i numeri. Il rispetto per la verità abita altrove.

Commenti all'articolo

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.240) 19 aprile 2011 12:25

    nucleare bye bye.......senza contare che stanno per arrivare sul mercato pannelli fotovoltaici bastai su materie plastiche di recupero, pannelli che possono funzionare anche di notte......e c’è gente che si ostina a voler farci bere acqua corretta plutonio....

  • Di (---.---.---.53) 19 aprile 2011 13:44

    Vabbè, citare AspoItalia è come citare Greenpeace o Pinocchio...
    Avete visto il documento citato di Meneguzzo?
    E’ evidente che avere 500 milioni di risparmi su 1300 GWh prodotti da 1000 MWp significa risparmiare 38centesimi di euro a kWh... quando i prezzi della borsa elettrica raramente superano i 12 centesimi anche nelle ore di punta.
    Quindi... è un altro di quelli cui piace torturare i numeri. Il rispetto per la verità abita altrove.
    • Di Alex (---.---.---.32) 20 aprile 2011 10:30
      Alex

      Ragionando è possibile capire.

      Gli incentivi pesano solo sulla quota prodotta dal fotovoltaico: 1,3 TWh nell’esempio.
      La riduzione di prezzo sul mercato elettrico pesa invece sull’intera energia venduta: 70 TWh limitandosi al solo consumo domestico

      Pertanto:
      ==> 38 centesimi € /KWh su 1,3 TWh ==> 494 milioni €
      ==> 0,75 centesimi € /KWh su 70 TWh ==> 525 milioni €

      Cosa c’è di sbagliato? Chi ha torturato i numeri? Dove abita la verità?
    • Di (---.---.---.183) 21 aprile 2011 10:50

      Cerco di rendere evidente l’errore:

      abbiamo due fonti, A e B, che vengono vendute sul mercato elettrico a prezzi Pa e Pb.
      Se Pa è sempre inferiore a Pb come posso avere un risparmio comprandola?
      E’ come dire che se compro 49 paia di scarpe a 100 euro al paio e un paio a 380 euro al paio (totale 5’280€) spendo MENO rispetto a comprare 50 paia di scarpe a 100 euro al paio (totale 5’000€).
      Volete vederla in modo più matematico?
      E’ evidente che se compriamo tutta l’energia da B il prezzo a cui paghiamo l’energia sarà Pb. Se invece compriamo anche un po’ di energia da A il prezzo medio cui paghiamo l’energia sarà 
      Pm= (Pa*Qa+Pb*Qb)/(Qa+Qb) dove Qa e Qb sono le rispettive quantità.

      Ora se Pa > Pb il prezzo medio Pm cresce al crescere di Qa.
      Meneguzzo ribadisce più volte del fv che ha un "costo di produzione è molto basso" e "costo marginale trascurabile" il che è vero per il PRODUTTORE che non ha costi per il sole che splende nel cielo, ma trascura che per ogni kWh prodotto i proprietari degli impianti ricevono dai 30 ai 45 centesimi di euro, più 9-12 centesimi per l’immissione in rete (vendita o contributo in conto scambio), cioè da 4 a 7 volte il prezzo dell’energia sulla borsa elettrica durante le ore centrali della giornata.
      Il costo per il mercato elettrico (quindi alla fine per le nostre bollette) non può certamente scendere se aggiungiamo una fonte che ha un costo molto superiore alle altre. 
      Non vedo come si possa obiettare a questa conclusione. 

      ---
      Ma se qualcuno non è convinto sono pronto a vendergli qualsiasi merce ad un prezzo di 4 volte superiore rispetto a quello che paga ora, così, per fargli risparmiare... smiley
      ---
  • Di (---.---.---.67) 19 aprile 2011 14:02


    L’approccio è senz’altro interessante, c’è un fondo di verità però... sono stati sbagliati i conti! A pagina 4 del documento, infatti, vengono moltiplicati 0,75c€ *10^7, e come risultato si ha 7,5 milioni di €/TWh. Evidentemente ci sono 2 zeri di troppo! 0,75 centesimi di euro è ben diverso da 0,75 €!
    Quando poi lo moltiplichiamo per 70 TWh di fabbisogno otteniamo 5 milioni di € di incidenza, e non 500 milioni come dice l’articolo.
    Attenzione quindi!!

    D’altronde, anche intuitivamente, non è possibile che un kWh che viene pagato 4 volte possa essere compensato dal maggior valore del kWh dovuto all’aumento della domanda.
    Anche se in effetti il discorso è interessante e non avevo mai approcciato l’argomento da questo punto di vista.

    Infine, un’ulteriore segnalazione al sig. Meneguzzo: se vogliamo affrontare l’argomento in modo scientifico è meglio evitare gli slogan e le insinuazioni gratuite della prima parte del documento. Molto meglio restare sul piano strattamente tecnico, altrimenti si passa per "schierati" e si perde di credibilità.

    Saluti,
    Stefano

    • Di Alex (---.---.---.32) 20 aprile 2011 10:43
      Alex
      Gli incentivi pesano solo sulla quota prodotta dal fotovoltaico: 1,3 TWh nell’esempio.
      La riduzione di prezzo sul mercato elettrico pesa invece sull’intera energia venduta: 70 TWh limitandosi al solo consumo domestico

      Pertanto:
      ==> 38 centesimi € /KWh su 1,3 TWh ==> 494 milioni €
      ==> 0,75 centesimi € /KWh su 70 TWh ==> 525 milioni €
      A me sembra che i conti vengano bene....

      Quanto alla neutralità posso anche essere d’accordo. Ma chiedo: adesso che è dimostrato che ci hanno detto bugie fino ad ora, perché prendersela con chi ha smascherato le bugie perché non lo ha fatto in modo asettico, e non con chi, in modo paludato, le ha dette, sostenute e fatto leggi contro l’interesse di tanti? 

      E’ il solito problema del dito e della luna: se ti indico la luna con il dito sporco non dirmi che mi devo lavare il dito, ma cerca di guardare la luna che ti indico e ragioniamo su quello.... poi per lavare il dito c’è tempo! 
       
    • Di (---.---.---.70) 22 aprile 2011 12:52

      Non c’è errore nel calcolo.1 TW corrisponde a 10 elevato alla 9.I 2 zeri in meno dipendono dal fatto che ha moltiplicato 0,75 c€ per 10 elevato alla 7.L’errore secondo me sta nella motiplicazione secca per i 70 TWh di fabbisogno annuo.L’abbassamento del prezzo non si avrà sui 70 TWh acquistati in un anno ma si avrà solo in alcune ore del giornoe in alcuni mesi dell’anno. Quindi se l’abbassamento del prezzo si ha sul 50 % del fabbisogno si ha in ogni caso un risparmio di 250 Milioni di Euro annuo che non mi sembrano bruscolini.

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.240) 19 aprile 2011 14:15

    peccato che ad ASPO aderiscano fior fiore di scienziati ed alcuni premi nobel.....gli articoli su ’il giornale’ li lasciamo agli scienziati inarrivabili ed extragalattici come franco battaglia..

  • Di (---.---.---.111) 19 aprile 2011 17:05

    Evidentemente le associazioni di consumatori sanno usare la calcolatrice voi no :P

    • Di Alex (---.---.---.32) 20 aprile 2011 10:53
      Alex
      Suggerirei alle associazioni di consumatori che hanno preso posizione contro gli incentivi di fare i conti con questi dati (vedere risposte ai commenti precedenti) e non con quello che gli viene raccontato da chi ha interessi diversi dalla tutela dei consumatori. 

      Qui ci sono i conti anche per le industrie, quelle che in confindustria hanno strillato contro gli incentivi.
    • Di (---.---.---.219) 21 aprile 2011 11:41

      Mi pare che il documento linkato dica cose molto diverse dal pdf di Meneguzzo.
      Dice che l’energia prodotta durante le ore di picco dal FV permette di non comprarne altra da una fonte diversa. Chiaro. Quindi non tutti i soldi pagati con gli incentivi e caricati sull’addizionale A3 in tutte le bollette sono soldi buttati via. Assolutamente condivisibile.


      Addirittura per le aziende energivore a cui, per evitare che chiudessero e si trasferissero all’estero dove l’energia elettrica costa meno, è stato dimezzato l’onere A3, potrebbero persino andare a pareggiare l’onere A3 con la riduzione dei costi dell’energia. Beninteso il resto dell’onere A3 viene pagato dagli altri utenti...

      Quindi? A fronte di questo si vuole ancora sostenere che i risparmi per la comunità sono maggiori dei costi?
  • Di (---.---.---.219) 21 aprile 2011 11:24

    Qui trovate i prezzi del mercato elettrico http://www.mercatoelettrico.org/It/Default.aspx
    Come vedete ieri il prezzo massimo pagato è stato 74,41€/MWh, cioè 7,441 centesimi a kWh.


    Un documento ricchissimo di dati sui prezzi delle varie fonti che comprende anche i grafici giornalieri di produzione delle varie aree italiane e complessivi divisi per fonte. Il fotovoltaico non è nemmeno citato, tanto piccolo è il suo apporto: http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuBiblioteca/Documenti/201103reportmen sile.pdf

    Prima potrebbe essere utile dare un’occhiata al vademecum sul funzionamento della Borsa Elettrica:
    http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuBiblioteca/documenti/20091028Vademec umBorsaElettrica.pdf

  • Di paolo (---.---.---.70) 22 aprile 2011 00:17

    No Alex , i diagrammi quando si citano bisogna interpretarli correttamente .

    Che il picco di produzione del fotovoltaico ,sempre ammesso che ci sia il sole , coincida con la richiesta energivora è la scoperta dell’acqua calda .
    I tuoi grafici evidenziano invece che , mentre la richiesta di energia oscilla attorno ad un valore medio , nell’arco delle 24 ore pari a circa 35 GW ,che rappresenta quasi l’80% del picco di richiesta , il fotovoltaico ,sempre ammesso che ci sia il sole , fornisce un contributo apprezzabile sole per 4 -5 ore giornaliere (al 70-80% del picco delle ore 13,00 ), mentre per tutto il resto della giornata , si riduce progressivamente , rimanendo nullo per circa 11 ore (mezza giornata) . Se a questo aggiungi che il sole non c’è quando è nuvolo,piove o nevica o c’è nebbia , capisci che il " fattore di carico " (termine tecnico che individua il reale potenziale della fonte energetica ) è estremamente basso .Questo è proprio il motivo che rende il fotovoltaico idoneo ad una produzione puntuale di tipo famigliare ma non idoneo alla produzione industriale . E nel diagramma della Terna ,la quota di consumo famigliare è circa il 20% , essendo il rimanente 50% industriale ,20% servizi ,10% altro .
    Quindi non ha nessun senso dire che i picchi di produzione coincidono ,come tu affermi . Non è il picco ma la media di costanza produttiva il fattore da confrontare .

    Poi però arriva mr Hubbert che ci informa su pannelli fotovoltaici che funzionano anche di notte ,sfruttando immagino infrarosso di riflessione o sorgenti luminose notturne tipo i lampioni delle strade ecc.., mi immagino con quali costi e quali efficienze . Ovviamente sognare non costa nulla ,però continuiamo pure con questo andazzo e poi vediamo tra una decina d’anni come siamo messi .
    Intanto già decine ,poi saranno centinaia ,di importanti industrie energivore stanno lasciando questo paese di sognatori per andare a produrre in siti dove l’energia elettrica costa il 30 o il 40% in meno .
    Se l’obiettivo è quello della deindustrializzazione , a me , egoisticamente , può stare anche bene , non so però cosa ne pensano o penseranno le migliaia di lavoratori con famiglie a carico che stanno perdendo e perderanno ,sempre di più ,posti di lavoro .
  • Di Paolo Ferrentino (---.---.---.185) 22 aprile 2011 01:19

    Peccato che non si possano caricare illustrazioni nei commenti.
    Una slide della Commissione del Consiglio dei Ministri mostra che il nucleare produceva nel suo momento di massimo fulgore, 1986, ben il 2% (duepercento!) ma nessuno ha mai detto che è una quantità ridicola.
    Quindi è’ giusto paragonare la forma dei grafici (domanda-offerta) e non i valori assoluti. La quantità viene sviluppata lasciando i giusti tempi di sviluppo del settore.
    La soluzione del problema energetico italiano è il mix di fonti, dove quelle programmabili possono coprire il fabbisogno di base (notturno e parte della richiesta diurna) mentre quella solare può contribuire alla copertura dei picchi che corrispondono guarda caso alle ore di massima radiazione.
    Una richiesta rilevante di energia viene proprio dal condizionamento degli ambienti interni, richiesta che è proporzionale alla radiazione solare.

  • Di paolo (---.---.---.70) 22 aprile 2011 20:15

    Ferrentino ,il 1986 era un quarto di secolo fa .


    Per produrre quel  "ridicolo 2 % " della potenza di esercizio , pari a circa 1 GW , occorrono circa (a essere ottimisti con pannelli ad altissima efficienza )1500 campi di calcio completamente ricoperti di pannelli fotovoltaici . Questo tanto per dare le dimensioni del problema .
    Quindi se diciamo no al nucleare benissimo , però qualcuno deve trovare le soluzioni alternative , tenendo anche presente che una fonte energetica da ottimizzare è il risparmio energetico .
    Ora checchè ne dica mr Hubbert ,senza sole il fotovoltaico va a puttana ,quindi visto che di notte l’assorbimento è ancora attorno ai 30 GW , pari al 66% del picco max , di notte , in alternativa al nucleare ti ritrovi soltanto la combustione dei fossili , dal momento che idroelettrico e geotermico sono frazioni attorno al 10-12% e non considero l’eolico perchè siamo a frazioni di frazioni . 
    E allora ? le alternative sono : o aspettiamo l’avvento del nucleare a fusione (non meno di tre o quattro decenni a essere ottimisti) , visto che anche la fissione al Torio non è gradita , oppure spegniamo i forni delle industrie energivore ,oppure continuiamo a comprare elettronucleare dai paesi vicini ( fascia gialla circa 8 -10 GW ossia un buon 20 % dei consumi) . Altre soluzioni , a meno di sognare , non ci sono .Chi la conosce è pregato di documentarla .

    ciao 

  • Di Paolo Ferrentino (---.---.---.185) 23 aprile 2011 13:43

    @paolo - I termini che usi per esprimerti indebolisce il tuo ragionamento che invece sarebbe utile approfondire.
    Caspita , non sapevo che il 1986 era 25 anni fa!! (Mah, vai a capire...)
    Venedo al dunque, essendo io un tecnico che non capisce niente di calcio, non uso come unità di misura i campi di calcio, ma il sistema metrico decimale che ci insgnavano in 3° elementare.
    Con i numeri grandi con cui dobbiamo confrontarci è facile impressionare la gente che va allo stadio, ma non è scientifico, il paragone non mi convince.
    Qualcuno mi sa dire quanti campi di calcio occupano i corsi d’acqua utili per la generazione di energia? Nonostante ciò nessuno può negare che l’acqua e la terra siano risorse e non c’entrano niente con i campi di calcio.
    Sul risparmio energetico siamo tutti d’accordo, con una sola obiezione: "...che una fonte energetica da ottimizzare è il risparmio energetico." Ebbene, il risparmio energetico non è una risorsa energetica, non confondiamo le cose.
    Consumi diurni e notturni - nessuno ha la soluzione in tasca, si tratta di intervenire nel senso giusto e con gradualità, le fossili generano CO2 e il solare no, quindi il solare va nella direzione giusta e di giorno possono arginare la bolletta di CO2. E’ indubbio!
    Nucleare vs. solare - beh, per me il problema non si pone: una genera scorie per le nuove generazioni il solare no. Per non parlare dei costi di sviluppo che nessuno ancora sa stimare correttamente perchè non si conoscono i tempi e relativi costi finanziari.
    Concludo: preferisco ridimensionare i miei consumi, mangiare pane e cipolla e non produrre scorie e CO2 per le nuove generazioni, i nostri figli e nipoti.

    Un caro saluto a tutti e tanti auguri di Buona Pasqua.

  • Di paolo (---.---.---.70) 25 aprile 2011 00:19

    Se tu sei un " tecnico " Ferrentino allora fai finta di non capire . Il risparmio energetico è una fonte energetica equivalente , dal momento che ogni watt che non consumi sostituisce un watt che dovresti produrre e in più contribuisci alla salvaguardia dell’ambiente ,da "tecnico"avresti dovuto capire al volo .

    Il paragone non è scientifico , tu dici e non ti convince perchè tu usi il sistema metrico decimale , sei pure spiritoso , il che non guasta indubbiamente , ma la tua soluzione di pane e cipolla potrà piacere a te ma non credo che molti la condividerebbero .
    Caro Ferrentino , ti do una notizia che non ti piacerà : l’80% della nostra potenza elettrica nominale deriva dalla combustione dei fossili (carbone ,gas ,idrocarburi ) , CO2 ma anche CH4 (metano molto più efficace dll’anidride carbonica per l’effetto serra ,unitamente a inquinanti vari ,tra cui polveri sottili e metalli pericolosi come il mercurio ,arsenico , il nickel e radionuclidi come il Polonio ed il piombo 210 e mi fermo qui ,l’elenco sarebbe lunghissimo . Il tuo campo di cipolle è a rischio salute caro Ferrentino .
    E con il fotovoltaico , purtroppo , al momento ci fai la birra , dal momento che , come cercavo di farti capire ,ridurre la quota dei fossili è possibile soltanto con il nucleare e anche quel misero 2% che tu citavi ,in termini di fotovoltaico è una cosa molto , ma molto impegnativa .Visto che non ti intendi di campi di calcio ,te lo esprimo in metrica : occorrono quasi 2.000.000 di mq di fotovoltaico (a essere ottimisti ) , capito ? 
    Una precisazione ,i costi ed i tempi si sanno ragionevolmente stimare , semmai potrebbe essere la politica il vero problema .
    Chiudo dicendo che nella vita è sempre meglio avere la salute ,i soldi e la moglie buona , piuttosto che non averli . E’ la filosofia alla Catalano .Quindi assolutamente legittimo ed in parte anche condivisibile non volere il nucleare ma bisogna non sognare ad occhi aperti strade che , al momento ,non esistono .

    ciao e auguri anche a te 
  • Di (---.---.---.185) 25 aprile 2011 16:27

    Gradisco discutere con persone più accoglienti e rispettose del parere altrui.
    Ne approfitto per salutare definitavamente tutti ma in particolar modo Alex che ha offerto materiale e ragionamenti onesti.

    Cordialità
    Paolo

  • Di paolo (---.---.---.70) 26 aprile 2011 09:05

    L’accoglienza ed il rispetto devono essere reciproci , caro Ferrentino , e nel tuo primo commento precedente sei stato tu a ironizzare sul 2% .Rileggiti ,comunque saluti senza rancore .

    Già che ci sono ,sarebbe anche opportuno ,quando si citano dati , di essere , nel limite di errori non voluti ,quanto più precisi possibile ,per evitare discussioni falsate . Purtroppo in questo materia i numeri hanno rilevanza fondamentale .

    Per es. ,quando xxx.xxx.xxx.70 dice che un TW è 10 elevato alla 9 potenza ,che è in realta 1 GW , invece di 10 elevato alla 12 , si compie un’errore di mille volte ! 

    ciao a tutti e chiudo 

  • Di (---.---.---.121) 9 aprile 2012 18:23


    Paolo M.
    Senza fare commenti tecnici (se occorre posso), chiediamoci perchè Germania (poca irradiazione), Spagna, Francia, USA, Cina, ecc investono sul solare sia FV che non?
    Circolano da noi proposte governative di riduzione drastica degli incentivi alle rinnovabili, mentre sono evidenti i gradimenti per il nucleare. Potrebbe accadere come per il finanziamento ai partiti, cancellato da referendum e "rinato" come rimborso, con i disastri che cominciano ad affiorare oggi. Mi spiego: se si terrorizzano gli italiani sulle rinnovabili , si trova un’ escamotage per aggirare il referendum sul nucleare, spendere molti miliardi di Euro, per trovarsi come la Finlandia, che da anni sta cercando di attivare la prima nuova centrale EPR+ di Olkiluoto con tempi e costi che aumentano continuamente (penso da noi ad un effetto tipo autostrada Salerno-Reggio C.).
    Inoltre mi risulta che i paesi del MENA (africani vicini al mediterraneo)stiano attuando progetti CSP, cioè solari a concentrazione, per fornire all’Europa grandi quantità di energia elettrica (sono già attive o previste linee di collegamento con Spagna, Francia ed ltalia). E’ un’altra prova che il solare non è un’assurdità.
    Per nostra fortuna abbiamo ancora potenza disponibile in grado di soddisfare picchi eventuali di domanda e quindi tempo per riflettere sulle rinnovabili, magari’ eoliche off-shore, in sviluppo fortissimo in USA, UK, Cina, ecc., da noi è quasi inesistenti per ostacoli burocratici e non.
    Concludo con una nota: i distributori di energia elettrica in USA entro il 2020 dovranno rifornirsi almeno per 1/3 da rinnovabili.

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