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Quattro Tour, quattro corridori, quattro avventure

E Jules Banino. Il più vecchio corridore del Tour: nel 1924 aveva 51 anni. Banino, nonostante la professione di poliziotto, era un gaudente, partecipò a due Tour e non ne finì neanche uno. Era un avventuroso. Nel 1924, quando si ritirò, Banino decise di proseguire comunque in bici, fino a casa, a Nizza, lungo la stessa strada che gli altri corridori avrebbero fatto poco più tardi. Poi, però, ci fu un terribile malinteso: i corridori in testa alla corsa furono avvertiti dagli spettatori che c’era un altro corridore davanti a loro, lo inseguirono, lo raggiunsero, e quando scoprirono che era un dilettante, lo gettarono in un fosso senza neanche ascoltare le sue spiegazioni.

E Louis Trousselier (nella foto), detto Trou-Trou, che nel 1905 prese una licenza dal 101° Reggimento, vinse cinque tappe e il Tour de France, guadagnò l’equivalente di duemila euro fra premi ufficiali e ufficiosi, passò tutta la notte giocando a dadi (o forse a carte) e alla fine non aveva più un franco in tasca. Però così fu costretto a tornare in bici e a guadagnare soldi per campare. Trousselier era uno showman nato: una volta scese dal Col de Porte, Pirenei, con i piedi sul manubrio.

E Arne Jonsson. Al Tour del 1960 il danese fu costretto ad abbandonare la corsa ancora prima della partenza: un ladro gli aveva rubato le scarpe alla vigilia della prima tappa.

E Edouard Fachleitner. Nato in Italia (ma adesso Santa Domenica di Albona, che si trova in Istria, è considerata Croazia), da padre austriaco, poi Fachleitner si stabilì a Manosque e diventò francese. Partecipò a quattro Tour, con un secondo posto nel 1947 e poi tre ritiri. Fachleitner aveva una mania: tutte le sere telefonava a casa per parlare, non con la sua donna, ma con il suo cane.

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