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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.115) 7 ottobre 2014 21:25

    Razzista sarà lei.
    Comunque, basta rileggere per intero lo scambio di opinioni che cita per rispondere all’insulto.

    Riguardo alla qualifica di "ossessivo" che mi ha affibbiato posso solo dire che quello che succede ad Israele mi angoscia.

    Provi a pensare che forse la mia lettura della realtà mi fa vedere cose che a lei sfuggono.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.115) 7 ottobre 2014 20:31

    34 il 7 ottobre 19:01 ha scritto:

    << Quindi la questione che si paragoni Israele agli ebrei è del tutto sbagliata, visto che l ebraismo non detta gli atti perpetrati da Israele. >>

    E’ fiato sprecato. Tutti questi sedicenti difensori di Israele sono portatori di una mentalità totalitaria che accomuna Stato di Israele e governo di Israele in un’unica entità indivisa.

    Non riescono a distiguere lo Stato: che è una entità plurale di lungo respiro, dal governo che lo guida in un certo momento della sua storia.

    Dicono di amare Israele, ma chi ama un Paese valuta criticamente le azioni di chi ha la responsabilità di governarlo. Non loro, che identificando Stato con Governo difendono e giustificano ogni azione di quest’ultimo, anche la più nefanda, anche la più dannosa.

    E questi sono i meno incarogniti. Ce ne sono molti altri per i quali Stato, giudaismo, ebraismo, governo, formano una sola cosa, realizzando in tal modo il totalitarimo nella sua forma più compiuta. Totalitarismo che loro hanno ribattezzato "sionismo":

    Ed ecco l’inevitabile risultato del loro "amore" per Israele:
    http://znetitaly.altervista.org/art...

    Un risultato che nascondono scrupolosamente anche a se stessi, per non dover fare i conti con la loro coscienza.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 26 settembre 2014 20:13

    Cosa facevo quattro anni fa? Assistevo con angoscia impotente all’inizio dell’ennesima tragedia umanitaria, all’avvio dell’ennesimo crimine contro l’umanità che, come altri prima, avrebbe lasciato una terribile scia di sangue, sofferenza, distruzioni. E che come altri prima sarebbe rimasto impunito.
    L’inizio conteneva già scritto l’esito finale: la coesione sociale del Paese distrutta; il sorgere di odi settari che non sarebbero bastati decenni per sanare; la guerra civile: la peggiore disgrazia che possa toccare alla gente comune; infine uno stato fallito e la popolazione in balia di signori della guerra, attentati, stragi.
    Ed era già chiaro dall’inizio quale era lo scopo di tutto questo: il cambio di regime in Siria, da attuare secondo un copione già ben collaudato e a qualsiasi costo.

    E come veniva trattato l’inizio di questa tragedia dai potenti della Terra, dai politici, dai mass media, probabilmente da SiriaLibano? Secondo lo schema consueto: il dittatore deve essere abbattuto; ha ucciso il suo stesso popolo: è delegittimato; i siriani hanno diritto alla libertà e alla democrazia; la comunità internazionale ha il dovere di intervenire per difendere la popolazione civile. Maledetti ipocriti: sapevano già come sarebbe finita la loro guerra umanitaria. 

    Ma come opporsi se chiunque osasse contraddire la loro strategia criminale veniva bollato come pro-Assad? Proprio come fa lei ora, Savioli. Da questo viene il mio sarcasmo amaro.

    Come giustificare l’opposizione alle azioni che venivano intraprese con il dovere di proteggere la popolazione civile se chi le poneva in essere dichiarava di agire per questo fine?
    E se quelli che ripetevano il mantra del feroce dittatore che deve essere abbattuto avevano dimenticato l’esito tragico di azioni analoghe, come fare per mettere sotto i loro occhi quello che volevano caparbiamente ignorare?

    E anche oggi, quando ormai dovrebbe essere del tutto evidente che è stato perpetrato un crimine contro i siriani mascherato da intervento in loro favore; che la loro salvezza e il loro futuro non interessa a nessuno; che l’unica cosa che interessa è cambiare il regime a qualsiasi prezzo; SiriaLibano se ne esce col panegirico del Ribelle Moderato.

    Le domande che ho rivolto all’autore dell’articolo, e alle quali lei ha non ha dato risposta, preferendo liquidarle come irricevibile frutto una mia presunta faziosità pro Assad, ho iniziato a porle da ogni tribuna che mi era possibile raggiungere già quattro anni fa.
    Provi a valutarle seriamente alla luce del diritto internazionale, del diritto umanitario, delle conseguenze sulla popolazione civile, delle scelte che vengono fatte sul campo e non dalla propaganda.

    Saluti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 25 settembre 2014 21:10

    Metà del territorio siriano è in mano ad integralisti, entità etniche, insorti di varia estrazione. In questa condizione, dopo più di tre anni di scontri all’ultimo sangue, con l’eventualità sempre incombente di un attacco militare da parte di una potente coalizione, quale regime tollererebbe manifestazioni, anche se pacifiche, e oppositori?
    Anche un regime democratico in tali condizioni imporrebbe la legge marziale e manderebbe sotto processo per tradimento chi creasse ostacolo o seminasse sfiducia.

    Comunque, in buona fede o meno, il regime aveva proposto di risolvere il conflitto per via democratica. In base alla nuova costituzione varata nel 2012 si sarebbe potuto sfidare il regime alla prova delle urne. A rifiutare non è stato il regime, sono stati gli Amici della Siria (USA in testa), che hanno confermato la loro scelta iniziale: dare la parola alle armi. Questo è un fatto.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 25 settembre 2014 19:25

    Caro Savioli, dalla mia poltrona di casa io ho posto una semplice questione al Ribelle Moderato: se domani il regime di Assad cadesse, andresti tu al potere? E ho dato la mia risposta: secondo me è molto improbabile.
    Dunque ho invitato chi gli da voce a riflettere: in tal caso quale sarebbe la sorte del Ribelle Moderato? 

    Ma non solo: se al potere andasse chi ha dimostrato di avere il predominio militare, cioé l’ISIS e i suoi fratelli, quale scelta pensa verrebbe data dopo la sconfitta a quei siriani in divisa che sono conformi ai requisiti integralisti e che ora combattono nelle FFAA di Assad?
    Sa cosa penso? Penso che di colpo l’Isis e i suoi fratelli si troverebbero a disporre di forze armate regolari, bene addestrate ed equipaggiate di missili, aerei, carri, navi e chissà che altro. Se lo immagina? Lei no ma io si, e non perché faccio il politologo.

    Ma pensiamo all’unico soggetto che per noi, Comunità Internazionale, dovrebbe contare in questa tragedia: la popolazione civile siriana.
    Cosa ne sarebbe, ad esempio, di quei circa 7 milioni di persone che compongono le minoranze alle quali l’ISIS e i suoi fratelli solitamente offrono la cura del coltello alla gola o del colpo alla nuca? E ai siriani che secondo l’ISIS corrispondono ai requisiti del vero islamico, è sicuro che verrebbe offerta più libertà, sicurezza, democrazia, di quanto gliene offriva Assad?

    Sono domande semplici, partorite da una mente semplice seduta sulla sua poltrona di casa, alle quali i veri siriani sapranno rispondere facilmente. Prego.

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