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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.153) 7 maggio 2015 21:09

    Datori di lavoro sono semmai i genitori (che pagano tasse scolastiche e libri), assieme al resto dei contribuenti. Gli studenti sono i diretti destinatari del servizio erogato dalla scuola e, dunque, la ragione d’essere dell’impiego degli insegnanti.

    Mi spiace che lei non trovi la serenità per considerare obiettivamente la questione. 
    Ogni volta che si parla di valutazione degli insegnanti scatta negli insegnanti stessi una sgradevole aggressività di sapore marcatamente corporativo.
    La questione è molto semplice: tutte le categorie di lavoratori che lei enumera sono soggette a direttive e/o a valutazione del loro operato. Perfino i liberi professionisti lo sono, dal momento che incapaci e svogliati normalmente non trovano clienti.
    L’unica categoria di lavoratori (dipendenti o semiprofessionali lo dica lei) non soggetta né a superiori gerarchici né a qualunque genere di valutazione del loro operato sono gli insegnanti. Eppure maneggiano una materia delicatissima: il futuro dei giovani.
    Per quale ragione questa categoria di lavoratori è intestataria di un diritto più unico che raro nel panorama dei prestatori d’opera? Qui la mitica libertà d’insegnamento non c’entra, è uno specchietto per allodole, è un mero pretesto.
    Ognuno insegni come vuole, ma deve ottenere come risultato la buona preparazione dei discenti. Il che implica che qualcuno deve avere il compito di valutare la qualità del lavoro svolto e deve poter prendere provvedimenti punitivi se la valutazione è negativa. E ciò vale anche a tutelare e a valorizzare i docenti bravi e scrupolosi, che ci sono.

    Il preside sceriffo della riforma Renzi non va bene? Sono daccordo: non va bene. Anche perché dubito che di buoni presidi ce ne siano molti in circolazione.

    Allora proponete qualcosa voi insegnanti, prima che un Renzi qualsiasi le detti lui le regole.

    Non c’è nemmeno da lavorare troppo di fantasia: se una classe ottiene pessimi risultati in una certa materia, al di sotto del limite fisiologico della quota di studenti svogliati o corti di comprendonio, l’insegnante è un incapace e deve o subire una decurtazione dello stipendio o essere avviato a servizi diversi. Si tratta di un criterio piuttosto obiettivo, ma scommetto che non sarà daccordo.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.153) 7 maggio 2015 00:28

    Cito dalla convocazione dei consigli di classe del liceo artistico frequentato da mia figlia:
    "Si ricorda che i Consigli di classe sono aperti alla componente Genitori Rappresentanti di Classe ed agli Studenti Rappresentanti di Classe, nel quarto d’ora terminale di ciascun consiglio.".

    E’ palese che il quarto d’ora concesso dai signori docenti a studenti e genitori ha il solo scopo di giustificare l’affermazione che dei consigli di classe fanno parte anche loro.

    Mi corregga se sbaglio ma, a mio parere, gli studenti sono la ragion d’essere della scuola. E’ la loro formazione che giustifica impiego e stipendio dei docenti. I genitori sono di fatto e di diritto i datori di lavoro dei signori docenti, quelli che pagano il loro stipendio assieme a tutti gli altri cittadini.

    Eppure nei consigli di classe, dove si decidono cose rilevanti per il futuro dei ragazzi, contano come il due di coppe quando briscola è bastoni.

    Consideri che se dipendesse da me almeno la metà dei docenti della classe di mia figlia a scuola non ci metterebbe nemmeno piede.
    Ma non dipende né dai genitori né tantomeno dagli studenti né da altri giudicare qualità e operato dei signori docenti.
    Dipende dal singolo docente giudicare il proprio operato.

    Nemmeno quando un docente (caso reale) colleziona, anno dopo anno, una percentuale di rimandati del 50% si può dire che quel docente è una capra, che deve cambiare mestiere.

    Fermo restando il pessimo giudizio sul governo Renzi e sulla sua riforma scolastica è indubbio che così non può continuare, che qualcosa va cambiato.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.153) 5 maggio 2015 22:57

    Caro professore, credo le sfugga un aspetto importante della realtà attuale: a lorsignori non interessa nulla dell’opinione dei cittadini. Fossero pure scesi in piazza in dieci milioni invece che in centomila, fin quando controllano Governo e Parlamento e sono fiancheggiati dai mass media continueranno impuniti per la loro strada.
    Non è più come un tempo, quando era doverosa almeno la parvenza del rispetto per la democrazia.
    Oggi conta il"racconto" che lorsignori elaborano e i media diffondono, a prescindere dall’opinione dei cittadini.
    Non ci si libera dalla dittatura partitocratica con una manifestazione: ne occorrono tante, occorre una mobilitazione permanente. Fino a bloccare il Paese, se necessario.

    Oppure occorre che i cittadini elettori imparino ad usare il voto come una ramazza: VOTARE SEMPRE; NON VOTARE MAI PER I PARTITI MAGGIORI; CAMBIARE VOTO OGNI VOLTA.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 2 maggio 2015 22:34

    Al suo ottimo articolo mancano a mio parere due osservazioni:

    1. i politici UE, per coadiuvare la politica imperiale USA, stanno tradendo gli interessi dei cittadini europei, cioé stanno tradendo il loro mandato.

    2. sulla crisi ucraina tutti i mass media europei si sono uniformati alla versione elaborata dai reparti psyop statunitensi, tradendo anch’essi il loro codice deontologico e la fiducia del loro pubblico.

    Per noi cittadini europei è di vitale importanza fare una scelta appropriata riguardo all’Unione Europea e ai nostri politici di governo prima che ci scaraventino come pecore al macello nell’inferno di una nuova guerra.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 29 aprile 2015 22:41

    La "mutazione genetica" di quello che fu il PCI è stata avviata proprio da quel D’Alema che ora sbraita contro Renzi, col supporto del "kennediano" Veltroni e il contributo di Giorgio "l’Americano" Napolitano.

    Convenzionalmente l’inizio del processo di mutazione lo si può datare al 1994, con D’Alema segretario del PDS chiuso nel bunker con Velardi liquidare l’organizzazione territoriale e a inventare il partito nuovo, il partito leggero, il partito degli assessori. Col sogno di farne il lato sinistro di un sistema bipartitico: "come in america", facendo dell’Italia "Un paese normale".

    Renzi, al di la delle manfrine ad uso del popolo bue, non è altro che il suo successore e il probabile realizzatore del bipartitismo americano in salsa italica che garantisca una ferrea e duratura fedeltà atlantica. Altro che Stati Uniti d’Europa.

    Il modello da realizzare è quello indicato da Napolitano: se Washington ordina l’Italia va a spararsi sui piedi in Libia; partecipa a creare il caos in Medio Oriente supportando il cambio di regime in Siria; rinuncia a South Stream per danneggiare la Russia; sostiene il golpe in Ucraina; accetta entusiasta il TTIP; non si pronuncia sullo stato palestinese; azzera i rapporti commerciali con la Russia; accetta la stangata dei subprime senza protestare. In breve il modello è quello dell’Italia ascaro degli USA e di quinta colonna di Washington nella UE.

    L’accelerazione imposta da Renzi e il suo tentativo di controllare Partito, Governo, Parlamento, e forse nel prossimo futuro RAI e Magistratura, deriva dal fatto che lorsignori si sono presi un grosso spavento nel 2013, quando un quarto degli italiani si è ridotto a votare un comico pur di non votare loro. 

    Questo non deve ripetersi: il voto degli italiani, quelli che ancora andranno a votare: pochi o tanti non ha importanza, dovrà concentrarsi solo su due schieramenti. Chi si ostinerà a votare Grillo sa già che il suo voto sarà messo in freezer e non disturberà il Timoniere. Gli italiani dovranno ingoiare il rospo: Renzi è quello che provvederà a inzepparglielo nel gargarozzo.

    E’ inutile contare ancora sul PD: un partito ormai marcio nella maggioranza e imbelle (o complice) nella minoranza.

    L’unica speranza è che gli italiani capiscano che il solo modo per evitare il cappio è andare a votare sempre e non votare mai per il bispartito. Certo è che se lo capiranno non sarà per merito dei mass media: ormai totalmente embedded.

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