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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 29 agosto 2016 09:27

    Non è una questione di "costume", cosa che al sionismo internazionale non interessa affatto, è che la Francia deve svolgere un certo ruolo interventista tra Medio Oriente e Nord Africa conforme a certe strategie. Per giustificarlo il suo governo, essendo la Francia un Paese democratico, ha bisogno che la sua opinione pubblica sia debitamente motivata a sostenerlo. Le stragi islamiste hanno già provveduto a trasformare la tolleranza in sospetto e avversione, ora manca solo fornire una base "culturale" per completare la formazione del consenso. Le motivazioni "umanitarie" come giustificazione dell’interventismo francese ormai mostravano la corda, serve altro.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 29 agosto 2016 00:40

    Nulla di cui stupirsi: con Sarkozy prima e Hollande poi, la Francia ha uno dei regimi più filo sionisti d’Europa.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 21 agosto 2016 09:30

    Un’ultima replica e poi concluda come crede. 

    Se sono intervenuto non è certo per difendere il Papa, sono intervenuto per difendere la verità e l’onestà intellettuale, perché mi disgustano la menzogna e la vile tendenziosità. Ce ne è già troppa in giro di questa robaccia.
    A colpirmi del suo intervento è stata la macroscopica contraddizione tra l’assunto principale della sua tesi: Bergoglio = Bellarmino = Santa Inquisizione, e la plateale evidenza di quanto questo Papa, nelle parole e negli atti, abbia fatto di tutto per distaccarsi concretamente da ciò di cui lei lo accusa.
    Bergoglio finge di essere un Papa diverso dai suoi predecessori? E’ possibile, non mi stupirebbe, ma lei non si è preoccupato affatto di dimostrarlo. Eppure è sotto gli occhi di tutti che questo Papa vuole mostrarsi diverso, e forse è diverso, da ogni suo predecessore. A cominciare dalla scelta del nome, che richiama quel Francesco di Assisi che fece della povertà la sua bandiera di fede contrapponendola alla corrotta opulenza della Roma papalina; al conseguente rifiuto, concretamente praticato, di ostentare i segni della ricchezza e del potere; all’uso di parole che rifuggono dalla dottrina e invece si fondano sull’amore e sulla misericordia. Valori che a lei magari non piaceranno, ma che sono i fondamenti della fede cristiana che il Papa rappresenta.
    E’ talmente evidente l’artificiosità e la tendenziosità delle sue accuse a Bergoglio, costruite sulla base di un puntiglioso e vuoto formalismo, che qualunque persona intellettualmente onesta non può esimersi dal rilevarle.
    A mio parere avrebbe fatto una miglior figura a dichiarare schiettamente la sua avversione per il cristianesimo e per la Chiesa cattolica invece che nascondersi dietro una maschera. La saluto.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.62) 20 agosto 2016 18:56

    E’ singolare che un papa che apre ai divorziati, che si astiene dal condannare i gay, che sceglie di vivere in 50 mq a santa Marta, che ha riformato lo IOR, che si scaglia contro i cardinali che ostentano ricchezza, lo si ritenga meritevole di essere associato a Bellarmino. Dai frutti riconoscerete l’albero, è il senso della pragmatica ammonizione del Vangelo. Se questo è vero allora è difficile far passare Bergoglio come un frutto dell’albero Bellarmino. D’altra parte è passato qualche anno dal rogo di Giordano Bruno e dall’abiura imposta a Galilei, nel frattempo la chiesa cattolica ha pubblicamente ammesso il suo errore.

    Ma come l’ammonizione evangelica è stata utile per meglio giudicare Bergoglio può tornare utile anche per valutare l’autore di questo articolo e le sue motivazioni.
    Ebbene, quale albero produce frutti così minuziosamente circostanziati e abilmente preparati, ma sostanzialmente falsi e tendenziosi, contro la Chiesa cattolica?
    A voi lettori la risposta.
  • Di Persio Flacco (---.---.---.2) 17 febbraio 2016 22:15

    L’aspetto notevole della possibile candidatura di Bloomberg non deriva dal suo essere ebreo, deriva dal suo definirsi "ardente sionista", cioé entusiasticamente aderente, lui cittadino americano, ad una ideologia nazionalista riferita ad uno Stato estero di nome Israele.
    La prima ovvia questione é: se Bloomberg diventasse presidente degli Stati Uniti, e se gli interessi degli Stati Uniti si trovassero a divergere da quelli di Israele, quale dei due assumerebbe come prevalenti? Prevarrebbe il nazionalismo statunitense o il nazionalismo israeliano?
    La seconda questione è che il cosiddetto sionismo è rappresentato negli USA, e non solo, da organizzazioni che hanno condotto, e ancora conducono, battaglie tendenti a influenzare le sue scelte di politica estera in direzioni piuttosto radicali, sponsorizzando la guerra all’Iraq, alla Libia, alla Siria, all’Iran: tutti soggetti che la lobby giudica o ha giudicato nemici di Israele. Se il Bloomberg presidente aderisse a queste linee di indirizzo, e da ardente sionista quale dice di essere non c’è da dubitare che lo farebbe, dovremmo aspettarci disastri peggiori di quelli fatti da Bush Jr.
    Perché una cosa NON si può dire dell’ideologia sionista e di quelli che la rappresentano: che abbia idee moderate e pluraliste.
    Ora, è vero che i mass media sono molto attenti a coprire certe punte taglienti del sionismo facendole passare per una liscia pelliccia, ma il rischio che l’opinione pubblica ne venga ferita e attribuisca al Bloomberg ebreo piuttosto che al Bloomberg sionista la responsabilità dei danni conseguenti a certe scelte è molto alto.

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