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Persio Flacco

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Ultimi commenti

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 22 aprile 2015 23:06

    [FDP] "Moni Ovadia non ha fatto altro che ribadire quello che ha sempre detto: l’ebraismo buono è quello non nazionalista, cioè sionista."

    Dunque lei mette sullo stesso piano la cultura ebraica (che è un ricco e peculiare patrimonio dell’umanità) e il sionismo (che è l’ennesima istanza dello stesso merdoso nazionalismo che ha nutrito e fornito linfa a nazifascisti e conquistadores)?

    [FDP] "Aggiungerei anche che l’ebraismo "buono", quello della diaspora, è quello che si è fatto sterminare (ma questo nessuno lo dice mai)."

    Eh, la Germania nazista conquistò quasi tutta Europa, nazioni potenti capitolarono in poco tempo, ma con gli ebrei non ce l’avrebbe fatta se fossero stati sionisti.
    E’ serio o scherza?

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 22 aprile 2015 22:28

    [MB] "La colpa è sempre altrui." Si, è vero, ma è sicuro che questo vezzo sia attribuibile alla maggioranza degli italiani?

    Le propongo un esperimento mentale. Poniamo che la decisione se entrare in guerra con la Libia per abbattere il regime di Gheddafi fosse stata rimessa ad un referendum, quanti italiani avrebbero votato a favore? Secondo me molto pochi.

    L’Italia è entrata in guerra contro la Libia perchè così hanno voluto in pochi. In primis Giorgio Napolitano, che doveva onorare i suoi "obblighi internazionali", cioé doveva ubbidire a Washington. Lo stesso ha fatto il suo entourage partitico. La maggioranza, formata da disciplinati figuranti, ha obbedito ai capi avallando la decisione.
    I mass media hanno fatto la loro parte, come richiesto dalla proprietà.
    Gli italiani non hanno deciso nulla. Fosse dipeso da loro (da noi) Gheddafi sarebbe ancora al suo posto. Non sarebbe stato un bello spettacolo, è vero, ma sarebbe stato molto meno peggio di come è ridotto ora il Paese.
    Senza le nostre basi difficilmente l’operazione avrebbe avuto inizio; senza le 1.900 missioni di guerra condotte dai nostri aerei e la logistica fornita dall’Italia per UK e Francia sarebbe stata dura.
    L’Italia non si sarebbe sputtanata con uno di quei voltafaccia da quaquaraquà per i quali è famosa stracciando un trattato di amicizia sottoscritto in gran pompa appena due anni prima; non si sarebbe sparata sui piedi andando a bombardare i suoi interessi in Libia come un ebete; non avrebbe concorso a fare strame del diritto internazionale spacciando per intervento umanitario un cinico cambio di regime che ha fatto 50.000 vittime e ha spalancato le porte dell’inferno ad un tiro di schioppo dalle sue coste.

    Per questo non penso sia giusto estendere il marciume di questa immonda classe politica a tutti gli italiani.

    Ma allora com’è che sembrava che tutti gli italiani ardessero dal desiderio di fare guerra alla Libia?
    Semplice: i mass media non solo tentano di orientare l’opinione pubblica secondo le direttive dalla propietà, qualche volta riuscendoci: si arrogano anche il diritto di rappresentarla.
    I politici fingono di credere che così sia e... voilà: il gioco di prestigio è fatto.

    E lo stesso vale per la Siria, per l’Iraq, per l’Afganistan e per tutte le altre luride avventure in cui l’Italia è stata trascinata da una classe politica irreversibilmente marcia perché irrimediabilmente serva.

    Ora che torme di disperati cercano salvezza passando per il nostro Paese, non è giusto presentare il conto ai responsabili, di cui conosciamo nome e cognome, invece di flagellare noi stessi per le loro colpe?

    Non è questa una buona, giusta e salutare medicina per la qualità della vita civile di questo paese?

    Ora Matteo Renzi va in giro a dire che l’Italia sostiene il TTIP.
    Mente: a sostenerlo è lui, i suoi dipendenti in parlamento, i pennivendoli che affollano le redazioni, non gli italiani, ai quali nessuno ha chiesto nulla.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 21 aprile 2015 08:45

    [Geri Steve] "Guardi che io non mi sbaglio affatto, non perchè io sia infallibile, ma semplicemente perchè io non ho mai sostenuto che ci sia gente indifferente a queste tragedie: questa è la sua lettura di ciò che io ho scritto ed è una lettura infedele e ingiustificabile."

    Stavo commentando l’articolo, non il suo commento.

    [Geri Steve] "Sui rapporti di causa ed effetto di ciò che sta succedendo [...] rilevo che lei considera come possibili cause -anzi, per lei: come accertate cause - alcuni fatti, come gli interventi militari - cioè le guerre - in Iraq, in Libia, in Siria."

    Non si tratta di una mia opinione: sono fatti noti e documentati.

    [Geri Steve] "[...] in termini di causalità io ci vedrei ai primi posti tutt’altri fatti [...]"

    Non nego la concomitanza di un insieme di cause, tra cui quelle che lei cita, ma negare che al primo posto tra le cause dell’esodo di certe popolazioni vi siano le guerre portate dall’occidente mi pare voler negare l’evidenza.

    [Geri Steve] "Ogni atteggiamento ideologico e che non consideri i diritti degli altri è e sarà un attentato alla convivenza civile."

    Giusto. E per non sbagliare nell’azione e nel giudizio ci si dovrebbe affidare ai principi del Diritto Internazionale, che è una straordinaria conquista di civiltà.
    Uno dei più rilevanti tra questi principi proibisce le ingerenze nei fatti interni di uno Stato sovrano. Il colonialismo, comunque mascherato, è illegale.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 21 aprile 2015 08:19

    Glielo dica lei ad Alberto Tancredi, portavoce della Brigata Ebraica, che ha posto delle condizioni non negoziabili: "Vogliamo sfilare con la nostra bandiera e chiediamo che non ci siano bandiere della Palestina."

    Sul tema è uscito un interessante commento di Moni Ovadia, pubblicato sul Manifesto, che pone in evidenza la questione centrale dei rapporti tra ebraismo e sionismo.
    Non sono daccordo con lui quando sostiene il diritto di far sfilare anche le bandiere della Palestina, che col 25 aprile non c’entrano nulla se non come contrappeso alle bandiere israeliane, ma su tutto il resto quello che dice a mio parere è sacrosanto.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.178) 19 aprile 2015 20:37

    Credo che lei si sbagli: la maggior parte delle persone comuni non è affatto indifferente a certe tragedie.
    Il fatto è che alla maggior parte delle persone comuni viene accuratamente nascosto il rapporto di causa/effetto che esiste tra certe scelte di politica internazionale e le loro conseguenze.

    Era del tutto prevedibile che la guerra alla Libia avrebbe provocato l’espansione dell’integralismo islamico e una ondata migratoria verso l’Europa difficilmente controllabile. Così come era evidente che lo stesso effetto avrebbero avuto la guerra all’Iraq, il tentativo di rovesciamento del regime in Siria, le ingerenze occidentali qua e là tra medio oriente e Africa.

    Da quei criminali ipocriti che sono, i responsabili di quelle scelte ora ostentano un doloroso struggimento nell’assistere a ciò che essi stessi hanno deliberatamente provocato.

    Il rispetto per quei poveri morti, affogati assieme a tutte le loro speranze, esigerebbe che si parlasse chiaro delle responsabilità di chi li ha spinti a giocarsi la vita in mare.

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