• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Pannella e i contributi non versati

Pannella e i contributi non versati

Predicare bene e razzolare male.

E’ questa l’accusa che alcuni rinfacciano a Marco Pannella dopo che è stata diffusa la notizia che lo stesso, in quanto "guida" riconosciuta del Partito Radicale, dovrà pagare una bella somma alla signora XY, collaboratrice del partito pagata come lavoratrice "autonoma" e “in nero” per una dozzina di anni.

Accertato che le sue mansioni non erano quelle di una autonoma, ma di una vera e propria dipendente, l’irregolarità contributiva della sua posizione, motivo per cui oggi percepisce una pensione minore delle sue sacrosante aspettative, è stata definita da una sentenza che condanna il suo datore di lavoro, appunto Pannella in quanto ritenuto responsabile del partito, a saldare il dovuto.

Non conosco i termini esatti dei rapporti tra la signora e il partito e non so perciò se prestava la sua opera in quanto ‘radicale’ e quindi, si potrebbe supporre, a titolo di volontariato più o meno ‘stipendiato’, come è accaduto per tutti i partiti ad ampia base di partecipazione militante, con forme di “stipendio” elargite a scadenze più o meno regolari, ma ampiamente irregolari dal punto di vista contributivo; oppure se era una dipendente a tutti gli effetti, assunta tramite un falso contratto da ‘autonoma’, a cui non sono stati versati i contributi. La cosa, se fosse così, dovrebbe avere anche, per quanto mi consta, dei risvolti penali, non solo una transazione in sede civile. In ogni caso la magistratura le ha dato ragione e questo risponde ad ogni domanda. La questione perciò sarebbe finita qui.

Ma qualcosa che vale la pena di approfondire c’è.

Il punto è che in Italia nel 1974 fu approvata la legge 252, poi prorogata più volte fino al marzo del 1980, che disciplinava la “Regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione”.

Questa legge, detta anche legge Mosca dal nome del proponente Gaetano Mosca, sindacalista della CGIL di osservanza socialista, "ha permesso a circa 40.000 persone di beneficiare di pensioni agevolate e di godere del riscatto a basso costo degli anni trascorsi nel partito politico o nel sindacato", come recita un'interrogazione parlamentare del 2008.

Secondo notizie di stampa “grazie alle leggi Mosca 252/1974 e Treu 564/1996, sindacalisti e dipendenti dei sindacati e dei partiti, hanno ricevuto, a carico dello stato, il versamento di contributi figurativi per i periodi in cui non avevano versato contributi, in violazione dell’articolo tre della costituzione; la legge Mosca richiese allo stato l’esborso di 30.000 miliardi di lire”.

I contributi figurativi sono, per fare chiarezza, contributi accreditati senza oneri a carico del lavoratore.

In pratica una manovra finanziaria non trascurabile fu approvata, senza tanta pubblicità, per dare una regolata ai comportamenti irregolari del mondo politico-sindacale, trasferendone l'onere a carico delle casse dello Stato.

Quindi a partire dal 1974 decine di migliaia di persone tra funzionari e portaborse dei principali partiti (leggi PCI, DC, PRI, PSDI e PSI) e del trio sindacale (CGIL, CISL, UIL) si sono fatti la pensione praticamente a “costo zero” (per loro, ovviamente). Con una semplice dichiarazione del partito o del sindacato, le posizioni “indeterminate” dei vari lavoratori-funzionari-volontari-portaborse-amici (e amici degli amici) venivano regolarizzate e finivano "legittimamente" a carico dell’INPS (cioè di tutti quelli che con i loro sudati contributi ne rimpinguavano le casse).

Oggi Pannella è stato condannato a risarcire (giustamente) una signora che, avendo lavorato e non essendosi vista versare i contributi, ha dovuto rivolgersi alla magistratura. E Pannella dovrà pagare di tasca sua non solo i 71.000 euro che il partito avrebbe dovuto pagare a suo tempo, ma anche le somme aggiuntive che si sono assommate fino alla notevole cifra di 250.000 euro. Ed è giusto che sia così perchè i contributi ai dipendenti (ancorché con i contratti fittizi da ‘autonomi’ così di moda in questi anni) vanno pagati: lo dice la legge e lo afferma categoricamente l’etica che deve sovrintendere ai rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. 

Tutti gli altri nel frattempo - un po' meno ingenuamente - hanno pensato bene di “regolarizzare” la loro posizione nei riguardi dei dipendenti, grazie ad una sanatoria previdenziale diventata provvidenzialmente legge dello Stato, con una di quelle obbrobriose e repellenti pastette all’italiana cui i partiti (anche di sinistra) ed i sindacati (anche di sinistra) ci hanno abituato, facendo scivolare sotto silenzio le loro manovre un po’ - come definirle? - discutibili.

Pannella paga per una lavoratrice non regolarizzata dal Partito Radicale ed è bene che paghi, alla faccia sua.

Per tutti gli altri invece continueremo a pagare - senza saperlo - tutti noi, magari affermando con convinzione che sono i Radicali a “predicare bene e razzolare male”, non "gli altri". Cioè quelli ai quali, grazie anche ad una leggina del ’93 a firma di Gino Giugni (uno dei padri dello Statuto dei Lavoratori) fu concesso il "prepensionamento anticipato di anzianità a più di 500 dipendenti "in nero" delle forze politiche" (cfr. La casta: così i politici italiani sono diventati intoccabili, di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, un libro che ogni tanto sarebbe bene ripassare).

La sola condizione era che i partiti dichiarassero appunto di aver pagato i propri collaboratori in nero (sic!). Così la loro posizione, invece di finire al vaglio della magistratura, fu... regolarizzata: "Una sanatoria indecente a carico dello Stato", scrivono ancora Stella e Rizzo. L'avreste mai immaginato?

Chissà perché quel vecchio pirla di Pannella non ne ha approfittato; era così facile e avrebbe risparmiato 250.000 euro, facendoli pagare a noi tutti, scaricandoli sulla fiscalità generale.

Insomma dobbiamo ammetterlo, c'è sempre qualcosa da imparare dai partiti "seri", una raffinatezza, un'abilità, un'arguzia sottile, una professionalità truffaldina che quei quattro coglioni dei Radicali non riusciranno proprio mai a raggiungere, anche quando ci si mettono di impegno. Non c'è niente da fare: un'altra stoffa, indubbiamente. E quindi che paghino di tasca propria 'sti fessi. Noi invece, che siamo furbi, continuiamo a pagare per tutti gli altri.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares