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Matteo RadioBozen

Matteo RadioBozen

Un Sudtirolese di dubbie origini etniche concentrato nel rovesciare i paradigmi dominanti e mainstream. Studente e studioso, discepolo dell'approccio critico e filosofico all'esistere.
Sostenitore del percorso Transculturale e Transdisciplinare.
"Non ho mai visto una frontiera, ma ho sentito dire che esistono nella mente di certe persone."

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  • Primo articolo mercoledì 10 Ottobre 2010
  • Moderatore da giovedì 07 Luglio 2012
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Ultimi commenti

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.123) 16 luglio 2012 16:33
    Matteo RadioBozen

    Si l’informazione è corretta. Anche se vennero formati 3 Governi diversi sotto De Gasperi.
    Comunque molte grazie per la puntualizzazione.

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.45) 4 luglio 2012 02:47
    Matteo RadioBozen

    Europe is what we believe Europe is.
    Our thoughts and believes shapes it everyday.
    What you do out of your life isn’t meaningless.
    Neither meaningless is the way you interact with it.

    Take care.

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.22) 28 settembre 2011 00:25
    Matteo RadioBozen

    La cosa eccezionale è che chiunque poteva candidarsi, ad eccezione di coloro che avevano precedenti penali, quindi anche uno studente, un disoccupato, un avvocato, un artigiano potevano rappresentare gli interessi del popolo islandese (e non solo una piccola fetta di plutocrati, tecnocrati e politici). Un grande gesto di democrazia radicale. Ricordiamoci però che loro sono 300mila, noi più di 50 milioni solo in Italia. Non dimentichiamo nemmeno che "tanti niente uccisero un asino" e che quindi possiamo trarre dei preziosi insegnamenti da questa esperienza per implementare un modello democratico più vicino agli interessi delle persone a poco a poco,città per città, provincia per provincia. Tutto questo forse ci permetterà di riprenderci le redini di quello che ormai è L’Impero Europeo.

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.129) 21 luglio 2011 13:14
    Matteo RadioBozen

    Lawrence Lessig è veramente uno dei maggiori critici (kritein=distinguere) del sistema del copyright. La sua grandezza si esprime anche nel suo essere propositivo e fornire un’alternativa praticabile. Questa alternativa consiste nel sensibilizzare le nuove generazioni ad un uso consapevole della creatività. In breve: ci sono cose per cui tutti devono pagare perchè è giusto dato che fornisce l’incentivo alla creazione, dall’altra bisogna abbattere la gran parte di legislazione sul copyright perchè non ci rende liberi di ri-produrre la nostra cultura (canzoni, poesie etc..).
    Per spiegare questo concetto e far capire che questo tipo di economia funziona vorrei far notare come funziona il sistema open-source: il pool delle creazioni (software e soluzioni software) viene pagato dal’1% che ne fa un uso commerciale mentre il resto è libero di essere preso, manipolato, re-distribuito. Insomma pagheremo alcuni autori (tutti noi li pagheremo per avere accesso alle loro opere) ma tutto il resto sarà libero dal controllo e quindi sarà liberamente consultabile, usufruibile, manipolabile e condivisibile.

    Concludo con una breve considerazione su questi "Signori" del copyright che hanno dimenticato che (parafrasando Lessig) il loro compito è quello di non produrre danno ("do not harm") e non quello di difendere degli interessi costituiti. Anzitutto perchè questi interessi costituiti non sono il bene comune ("the greater good") ma meri aggregati affaristici e in secondo luogo perchè, in un regime di libero mercato (come ci ostiniamo a chiamarlo, e guardate bene che si tratta di un eufemismo), bisogna non garantire la rendita di monopoli, duopoli o oligopoli ma la libera concorrenza per il benessere della collettività e il progresso materiale e civile della società.

    Lunga vita ai resistenti, coloro che dicono NO perchè vogliono creare qualcosa di migliore.

  • Di Matteo RadioBozen (---.---.---.22) 6 dicembre 2010 14:08
    Matteo RadioBozen

    Penso che non ci sia molto da aggiungere....
    Solo che anche Vendola sta facendo la stessa "marcia mediatica" ed è per questo non così amato dai "compagni" della FdS e viene tacciato di "leaderismo".
    Bisognerebbe chiedersi come fare a sinistra per rinnovare non solo il pensiero (entro certi limiti) ma sopratutto la comunicazione... The medium is the message... Certo, ma poi ci vogliono anche i contenuti altrimenti sarebbero uguali agli altri, insomma cambia il colore ma non il sapore. Io ho una idea di sinistra che si sposa con molte tematiche care alla destra ma credo sia così perchè oggi la destra è egemone (in Italia e nell’Europa che conta) e l’egemonia si determina soprattutto attraverso la creazione (o anche l’imposizione) del discorso, dettando l’agenda. Il problema grave è che la sinistra sembra in certi cambi diventata una forza reazionaria (quelli di sinistra mi perdoninomi questa forzatura) perchè ha esaurito, a livello di percezione di molte persone, quel potenziale emancipatorio creatore di discorso/comunicazione che creava quel legame cosi forte e coerente tra persone di estrazioni sociali e orizzonti differenti (i conflitti non devono mai mancare, devono solo essere regolamentati).
    Insomma la sinistra deve rinnovarsi, deve mostrarsi più accessibile, deve dare la possibilità anche a coloro che non hanno letto "Il Capitale" di avere una percezione globale delle cose e delle dinamiche economiche e poi dar loro anche la possibilità di agire sul territorio. Bisogna ricostruire un senso comune del dove stiamo e del dove vogliamo andare. Ringrazio tutti quelli che lo stanno facendo e, soprattutto, quelli che lottano ogni giorno per risemantizzare parole ormai stuprate come: Democrazia, Popolo, Sovranità, Costituzione, Legalità etc... Ringrazio tutti coloro che fanno qualcosa per non celebrare l’oblio dell’uomo.

TEMATICHE DELL'AUTORE

Politica Cultura Società Economia Europa

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