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Le promesse che il M5s vuole mantenere per fare opposizione di qualità

Nonostante gli errori di assestamento i Grillini in Parlamento portano avanti il loro programma politico senza piegarsi.

Che il Movimento 5 Stelle abbia svariati punti di debolezza, non serve interrogare l'oracolo di Delphi per esserne a conoscenza. Ma c'è un alone di insufficienza che in questi mesi ha annebbiato la presenza dei grillini in Parlamento.

Gli adepti di Grillo, pur tra mille retoriche e difficoltà di esperienza, oltre che di rapido adattamento, hanno cercato, dal canto loro, di preservare quella genuinità che li contraddistingue rispetto ai ben più esperti colleghi che ne hanno preceduto l'entrata in transatlantico e,più in generale, in Parlamento. E per alcuni di loro, questo rappresenta un assoluto valore di riferimento, oltre che un carattere distintivo.

Le primarie internaute, che hanno portato cittadini fin troppo comuni a scalare graduatorie per l'entrata in politica, dovevano per forza di cose consegnare una buona fetta di "impreparati" al battesimo con la diciassettesima legislatura. Molti di essi hanno varcato le porte di Malazzo Madama e Montecitorio non essendo consapevoli di quello che sarebbe successo di li a pochi mesi in quei palazzi. Molti si aspettavano formalismi meno clichèttati e più snelli nella sostanza. Altrettanti però si sono distinti per il loro ruolo altamente istituzionale e, con garbo, non hanno abbassato la testa, si sono fatti sentire su punti delicati e hanno punzecchiato maggioranza e governo nelle intenzioni che si erano posti in campagna elettorale.

A questo punto, per meglio comprendere le sorti e questi mesi del Movimento Cinque Stelle andrebbero separati i destini e i comportamenti due suoi più grandi, ma sempre fluttuanti, organi di rappresentanza : Grillo ad un estremo, i Parlamentari, con i capogruppo di Camera e Senato, ad un altro. Il comico nel post elezioni ha deciso di togliersi svariati sassolini dalle scarpe, imbavagliando, per lungo periodo, quello che concretamente cercava di fare l'altra fazione del movimento, che si era data un obiettivo vero: aprire le aule del parlamento come una scatoletta di tonno, per far uscire tutto il marcio, il vecchiume e la muffa che trasudava dalle pareti di un organo che negli ultimi tempi ha finito con il delegittimarsi.

Grillo ha commesso errori incommisurabili proprio nel campo in cui si era dimostrato più lesto: quello comunicativo. Vuoi per esigenza di compattare il gruppo da influenze e tentazioni esterne, vuoi per non disperdere la forza istrionica che da sempre ne ha legittimato le velleità, il leader caro è inciampato in figuracce che di sicuro non hanno fatto bene al Movimento: sdoganare Rodotà, lo stesso che i grillini avevano solo un mese prima sostenuto alla presidenza del Consiglio, come un ottuagenario miracolato dalla rete è stato un modo per ricoprirsi della stessa incoerenza che veleggia nei partiti tanto osteggiati da Grillo. Così, come per il caso Gabanelli, difesa a spada tratta dai grillini in fase "Quirinarie", a cui però è stata successivamente riservata una dialettica più aggressiva per un sua inchiesta sui guadagni del blog di Beppe Grillo.

Ma in mezzo all'aria fritta "restituzione diaria" e al clamore delle sorprendenti esclusioni ed auto-esclusioni di alcuni parlamentari del Movimento, molte delle quali guidate da una rivendicazione di mancata autonomia decisionale rispetto ai piani alti, i pentastellati non sono rimasti sicuramente con le mani in mano.

Hanno dimostrato molta più coerenza del loro leader, e in questi mesi si sono gettati a piè pari su più fronti. Primo dei quali, quello sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, disegno di legge presentato dal Governo grazie anche alla loro pressione. Proprio su questo argomento i grillini si sono mostrati inflessibili. Vogliono la morte assistita dei soldi ai partiti senza se e senza ma, avendo loro stessi dato il buon esempio restituendo allo Stato più di un milione di euro dai propri stipendi, oltre ad aver rinunciato ai 42 milioni di euro che spettavano loro come rimborso per le scorse elezioni politiche.

Ma le loro barricate non si limitano a questo. Le mozioni contro l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 e il tentato blocco dei cantieri della Tav in Val di Susa, l'interrogazione parlamentare chiesta sul caso Marò, la mozione di sfiducia nei confronti di Alfano e dei dirigenti del Viminale sul caso Shalabayeva

Il M5s, alle volte sostenuto anche da Sel e Lega, ha cercato di fare ciò che spetterebbe ad una buona opposizione in una democrazia. È importante sottolinearlo, perché in Italia negli ultimi anni ciò non sempre è accaduto. I Grillini hanno già pagato, in termini di consensi tra le politiche e le amministrative, la coerenza dimostrata in occasione del rifiuto di formare un governicchio con un Pd in fase di implosione.

Chissà quando e se pagheranno la nuova, e coerente con il proprio programma, scelta di opporsi e criticare le decisoni di un governo che, in condizioni di crisi, era stato mandato in campo con l'unico scopo di mettere su carta una nuova legge elettorale e ri-mettere in circolo l'economia, e che invece si sta limitando a ri-inviare tutto, persino una donna in Kazakistan.

 

Foto: Paolomariani69/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.244) 20 luglio 2013 05:50

    Caro Luca ,diciamo che te la sei un po’ aggiustata , ma le cose , dal mio punto di vista ed evidentemente anche da quello di milioni di elettori ,non stanno esattamente come dici .

    Tu sostanzialmente sostieni che il flop elettorale alle amministrative del M5S è imputabile ad "errori di comunicazione" ,soprattutto da parte di Grillo ,inesperienza dovuta al noviziato ecc...
    Io penso invece che ha pagato lo scotto di aver salvato le terga di Silvio Berlusconi e di riaverlo messo in sella ,costringendo il PD all’immondo inciucio (obbligato) .Punti di vista.

    A colorare ancora di più il tutto è arrivata la surreale dichiarazione di Gianroberto Casaleggio ,secondo la quale il M5S ha perso (eufemismo) le elezioni volutamente (?!!) .No comment.

    Per quanto infine attiene alla rinuncia dei 42 milioni di rimborso elettorale rifiutati dal M5S , è una balla propagandistica dal momento che ,in base alla legge n.96 approvata a Luglio 2012 che regolamenta il finanziamento ai partiti , il non partito -movimento M5S ,dotato di non statuto ,non risponde ai requisiti richiesti dalla legge e pertanto non avrebbe potuto comunque accedervi .
    Ergo è solo un bel gesto a parole .Vedremo se e quando diventerà un partito (se lo diventerà) .

  • Di (---.---.---.151) 21 luglio 2013 23:01

    Il mio timore, invece, è proprio che i presunti "errori" di Grillo non siano affatto tali e che Casaleggio non vaneggi affatto, quando dice di aver perso "volutamente": non perché M5S abbia lo scopo di perdere, ma perché tutto rientra in una strategia pianificata sin dall’inizio e di cui essi non mettono al corrente neppure i loro stessi rappresentanti e ancor meno i relativi elettori, e che persegue obiettivi di tutt’altro ordine di grandezza: qui non si tratta di "governo" e "opposizione", ma di scardinare proprio tutto: il "sistema" in sé. Una strategia in parte trapelata in alcune dichiarazioni ("salto nel buio", "abbattere questo sistema", "100% del Parlamento") e che forse si può dedurre osservando attentamente il percorso compiuto, che io ravviso nel modo che segue:

    1) i "vaffa-day": raccogliere l’indignazione popolare causata dai vari scandali e dal clima vessatorio e soffocante che rende il vivere in Italia sempre più difficile

    2) il "movimento": convogliare le risorse raccolte, facendole convergere su un obiettivo che alimenti motivazione e coesione

    3) dichiarazioni a toni "forti" ("la mafia non uccide", "siamo invasi dagli stranieri", etc.): selezionare i sostenitori allontanando i "moderati" e incoraggiando gli "estremisti"

    4) epurazione interna (espulsioni): eliminazione di ogni deviazione dal pensiero unico imposto

    5) intransigenza esterna (rifiuto categorico di accordi): val bene la pena di rinunciare ad un risultato elettorale, anche brillante, quando questo sarebbe utile "solo" a governare democraticamente, e quando si punta ad uno scopo più a lungo termine e radicalmente diverso

    Gli altri partiti sono ormai talmente marci ed incapaci di risolvere la situazione, che prima o poi produrranno una tale avversione da rendere "desiderabile" al popolo una rivoluzione di massa, proprio quella che Grillo e Casaleggio dicono di aver "scongiurato", ed è vero (da parte loro), ma non lo hanno fatto "per il bene della Nazione", bensì per predisporsi a cavalcarla quando sarà il momento.

    Forse io sbaglio, e lo spero, perché se da un lato una rivoluzione sembra anche a me l’unica cosa che possa riaprire un varco verso un futuro migliore, però dall’altro lato questa, se condotta ciecamente e senza una solida base di civiltà, implica enormi rischi di degenerazione sociale (violenza generalizzata) e politica (stravolgimento dei rapporti internazionali), che di conseguenza porrebbero su tale futuro una pesante ipoteca. E in questo senso, M5S ha imboccato proprio la direzione "sbagliata".

    Quanto alle iniziative giuste e nobili che i 5S stanno conducendo, il fatto che siano "vere" (come la rinuncia a determinati trattamenti economici) non vuol dire necessariamente che non siano anche strumentali, fatte, cioè, al solo scopo di "convincere", secondo una logica de "il fine giustifica i mezzi", e viste le ambiguità ("non statuto" e "non programma") e le contraddizioni (da "viva Rodotà" ad "abbasso Rodotà" e da "abbasso Napolitano" ad "incontriamo Napolitano") manifestate da M5S, non posso fare a meno di chiedermi quale sia il fine realmente perseguito, se non quello di un regime totalitario. Se solo mi fosse chiara una prospettiva costruttiva, parteciperei con entusiasmo, ma fino ad ora si intuisce che un disegno esiste, sì, ma anche che non viene rivelato, e io non vorrei fare la fine del "cavallo bianco" di orwelliane memorie.

    Manny

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