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Il Vaticano per le casalinghe

Durante la conferenza stampa di presentazione del sesto congresso internazionale delle famiglie cattoliche, che si svolgerà a Città del Messico dal 13 al 18 gennaio, il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha chiesto un “giusto riconoscimento” economico per il lavoro delle casalinghe, o per essere piu’ precisi delle “madri casalinghe”, “perché non si capisce come possa valere di meno se svolto da una madre anziché da una colf”. “Le famiglie e le loro associazioni devono essere interlocutori della politica”, ha proseguito l’alto prelato, che ha incitato i cattolici di tutto il mondo a battersi con tutta la loro forza, in quanto “obbligo morale”, contro la diffusione di leggi “che permettono, con molta facilità l’aborto, come pure il divorzio rapido e l’eutanasia”. Antonelli ha anche preannunciato l’avvio, in Europa ma possibilmente in tutto il mondo, di una petizione “per il sostegno della famiglia fondata sul matrimonio e per la tutela della vita dal concepimento fino al suo termine naturale”.

Le parole di Antonelli sul sostegno economico alle casalinghe hanno incassato l’immediata approvazione del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna: si tratta di un appello - ha commentato- che va “accolto con piacere e attentamente ascoltato”. Anche Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, ha espresso sostegno alle richieste della Chiesa Cattolica: “si ricorda ancora una volta ai politici - ha osservato - che la famiglia ha bisogno di giustizia fiscale, di sostegno e solidarietà sociale, di appoggio morale e culturale”.

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.68) 10 gennaio 2009 22:32
    Per quanto riguarda il sostegno economico alle casalinghe, o ai casalinghi, niente da eccepire, il lavoro casalingo è un lavoro a volte molto più pesante di altri, l’unica perplessità è rappresentata da chi dovrebbe pagarlo. Lo stato ? Forse. Ma per poterlo fare sarebbe necessario drenare ulteriori risorse dai contribuenti.
    Potrebbe farlo intensificando la lotta all’evasione fiscale. No, troppo pericoloso, potrebbe erodere una buona fetta di consenso.
    E poi in un periodo di crisi non si può raschiare il fondo del barile vuoto.
     
    Il paradosso è che, probabilmente, sarà richiesto un incremento del gettito ai produttori di reddito (mariti o mogli) per finanziare gli emolumenti destinati alle loro mogli o mariti, senza risolvere il problema, anzi probabilmente in questo movimento di risorse si verificherà, la ormai collaudata eventualità che una parte si perderà nei meandri dell’amministrazione pubblica.
     
    Per quel che concerne l’ingerenza delle autorità ecclesiastiche negli affari dello stato, niente di nuovo sotto il sole, ormai è un impero in disfacimento che tenta di risollevare le sue sorti alzando la voce.

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